Letter from Lhasa, number 280. “I”
come italiani di E.Biagi
by Roberto Abraham Scaruffi
Biagi, E., “I” come italiani, Nuova Eri – RCS
Rizzoli, Rome and Milan, Italy, 1993.
(Biagi 1993).
Enzo Biagi
...Una lunga serie
di avvincenti banalità correnti e ricorrenti, anche con interessanti aneddoti
storici di prima mano, che si srotola sotto gli occhi e che riempe
piacevolmente il tempo se non si ha altro da fare o se vuole qualcosa di
leggero, e che dà comunque il senso della realtà più o meno quotidiana. Utile
anche, ed ancor più, allo storico, per chi non faccia storia solo sui resoconti
da caserma.
Ciò anche quando
Biagi, ottimo italiota, si fa servile e sente il bisogno di infiorire i suoi
aneddoti, ben scritti e senza ampollosità, con l’ottimismo ostentato che il
genio italico tutto risolverà. Lo fa pure con la Napoli, appena occupata dagli
altri ed ancora con la penisola in guerra. ...Neppure lì poi è passata la
notte... S’è imputridita.
Ennò. Nulla si
risolve, lì. È l’italiota che abbossa, se ne frega e finge di sperare per non
disperare di sé stesso. L’italiano non esiste, anche se il dittatore del
Quirinale e i profittatori vorrebbero che i derubati ed oppressi lo credessero.
Che faccia più felici essere fregati da uno dello stesso gruppo etnico?!
L’italico, che resti o se ne vada, sa che non v’è speranza per la penisola
italica.
L’Italia purtroppo
esiste, dal 1861 e con qualche anticipo precedente. Gli italiani non
esisteranno mai se non come appellativo generico ed improprio al posto del più
preciso italici.
Se Biagi riferisce
di qualche contemporaneo importante, scolora la piaggeria col senso dell’ovvio,
a meno che non sia di uno di quelli di cui si possa dire male. Ma se è un
politico spinoso o pericoloso, lo lascia perdere.
Eroi della penna
sì, ma quando si è ben ben sicuri! Penne libere pure, ma se l’editore lo
consente. Su Cuccia (il possibile discendente di Guido Jung, e troppo in alto
per preoccuparsi di qualche tinta grigia, su aspetti non potevano preoccuparlo,
su media della sua area) consente, ...un po’. Se Biagi parla male di uno di
gran nome (e di quelli si preoccupano di quel dicano i media su di loro), si
può star sicuri, sicurissimi, che quello non conta un cazzo.
Non so bene quel
che abbia detto, poi, Biagi di Berlusconi (in questo libro non dovrebbe esserci
nulla, se non compare qualcosa nella parte mi manca). Potete star sicuri che se
il primo ha fatto l’eroe il secondo doveva essere una bolla, di quelle che
quando scoppiano non spruzzano nulla, pur se di lungo corso. Non è, la mia, una
valutazione sulle qualità del personaggio politico-istituzionale, ma sul suo
potere reale.
...Dettagli... Il
testo di Biagi è piacevole, colto, scorrevole.
Non mi piace
vantare libri non letti. Per questo Biagi mi sono dovuto accontentare di quello
ho trovato, anzi di quello ho poi scoperto aver trovato. Qui, il .pdf mi si
interrompe alla voce Eduardo inclusa.
Quando lo iniziai, lo credevo completo. Sennò, salvo casi particolari, non mi
attraggono i libri spezzettati. Qui, nella foresta congolese, non potevo
trovare altro. Non ci sono le biblioteche londinesi. V’era grande abbondanza di
questi file, ma sempre lo stesso, con 31 pagine .pdf, spero più, in
proporzione, dei 31/240 (240 dell’edizione BUR 1995, di cui ho trovato il
numero di pagine) del libro stampato. Ma non posso controllare. Purtroppo
sembra non esserci altro on-line. Sennò lo avrei scaricato e divorato
tutto.
Biagi, E., “I” come italiani, Nuova Eri – RCS
Rizzoli, Rome and Milan, Italy, 1993.