Letter
from Lhasa, number 363. La cipolla di Tropea
by Roberto Abraham Scaruffi
Defilippi, A., Per una cipolla di Tropea, Mondadori,
Milan, Italy, 2012.
(Defilippi 2012).
Alessandro
Defilippi
Le cipolle di
Tropea sono le cipolle rosse, quelle che cuociono più rapidamente delle bianche
per cui sono vantaggiose per talune preparazioni culinarie, come le pizze, che
richiedono una cottura veloce. Vi sono anche alcune differenze di sapore e, più
in generale, chimiche, rispetto alle cipolle bianche.
Il racconto, di una
cinquantina di pagine nell’edizione cartacea, si macina rapidamente e con
piacere, ...fino alla trovata finale, un po’ politicantica e che fa cadere i
cosi.
Qualcuno uccise un
tizio accoltellandolo su una barca nel mare. Poi si diresse con la stessa verso
un’imbarcazione più grande [si capirà poi che doveva caricare armi per i
terroristi algerini] su cui si imbarcò dimenticandosi la propria bisaccia sulla
barca col cadavere. Questa con questo fu trovata in secca a Boccadasse, antico
borgo marinaro di Genova, nel quartiere di Albaro.
Nella tasca destra
dei pantaloni del cadavere fu trovata un’automatica francese, una 7.65-lungo,
Mle-1935-A col silenziatore, che aveva sparato di recente e dal cui caricatore
mancavano due pallottole. Nella bisaccia militare perduta dall’accoltellatore
c’erano una pagnotta e due cipolle rosse.
L’uomo ritrovato
morto aveva ammazzato, con la pistola silenziata, un commerciante algerino col
figlio maggiore, a Genova, nel magazzino del loro negozio di frutta e verdura.
Il figlio maggiore era sotto tortura quando era sopraggiunto il padre. Di lì il
duplice omicidio. Il figlio minore aveva a sua volta successivamente ammazzato
lo sparatore a coltellate.
Quando i due
carabinieri scoprono i due cadaveri, sopraggiungono due killers che riescono a
sganciarsi, con uno di questi che resta ferito, dopo avere aperto il fuoco con
armi silenziate dello stesso calibro di quella rinvenuta sul cadavere,
verosimilmente egualmente delle automatiche Mle-1935-A. Si scopre dopo che i
due killers sono due funzionari della polizia, o di una qualche polizia,
francese, o tali si dichiarano. Due mandati dal governo francese per occuparsi,
in via esclusiva, delle indagini sul caso. In realtà, sia i due che l’ammazzato
sono dello SDECE, polizia segreta, alias branca terroristica, del
governo francese.
Intanto [siamo
ancora ai tempi, nel dopoguerra, dell’Algeria colonia francese], in relazione
ai tre omicidi, il governo francese ha già chiamato quello italiano che ha
allertato i comandi dei carabinieri. Questioni di Stato. Per cui, il comando di
legione, il cui generale telefona al colonnello dei carabinieri di Genova che
ha la responsabilità dell’indagine [dato che chi ha ritrovato la barca col
primo cadavere rinvenuto si è rivolto ai CC e non alla PS], rimuove
quest’ultimo da ogni attività investigativa perché il tutto passa a due
funzionari del governo francese, due della polizia di Mentone, o tali si
dicono. Ordini. Nessuna spiegazione. Per il colonnello dei CC di Genova sono
due dello SDECE. Anzi, tre. Pure quello accoltellato.
Alla fine, compare
nientemeno che Ahmed Ben Bella che, coi carabinieri già partigiani,... Da far
morir dal ridere...
Beh, leggetevelo!
Qui, nell’epilogo,
con Ben Bella, qualche tinta delle fissazioni dell’autore era già emersa in
precedenza coi carabinieri ex-partigiani, passiamo dalla letteratura alla
montatura propagandistica.
Il governo italiano
ha effettivamente promosso ed aiutato il terrorismo algerino, su incarico
inglese, ma in tutt’altra maniera, ed in modo del tutto segreto, segretissimo.
Per la coreografia ed armi di contorno, come fumogeni per i traffici veri,
mobilitarono nientemeno che i Maitan-Mandel, ovviamente tagliando fuori i
‘rivoluzionari’ di madrelingua francese. L’Impero opera a questo modo e si
serve pure dei suoi [non ne esistono altri!] ‘rivoluzionari’, quando servono.
Vengono messi sul mercato proprio per quello! Fascisti e comunisti, non meno di
tutti gli altri ‘moderati’ [esistono davvero?!] inclusi, fanno i clown del
grande gioco dell’Impero e sono dallo stesso mobilitati per gli shows a seconda
delle esigenze del momento.
L’autore vive,
ovviamente, in un altro mondo. Ma il racconto scorre egualmente bene.
Defilippi, A., Per una cipolla di Tropea, Mondadori,
Milan, Italy, 2012.