Letter from Lhasa, number 323. The
Juliette Society di Sasha Grey
by Roberto Abraham Scaruffi
Grey, S., The Juliette Society, Rizzoli, Milano,
Italy, 2013.
(Grey 2013).
Sasha Grey
Il libro, un
romanzo, comincia con una introduzione sociologica sulla Juliette Society e non solo. Il potere fotte e vi fotte in tutti i
sensi.
La protagonista
si innamora, a distanza, di un suo professore d’università (o di para- o
pre-università), della facoltà di cinema, Marcus, che scopa due volte al mese,
in un armadio di casa, con un’altra studentessa, Anna (secondo quel che la
stessa le dice), che lui fa vestire come la propria madre, e con vestiti della
stessa, o così la sua amante crede, e la obbliga a comportarsi secondo una
rigida codificazione mentre lui la guarda da un buco dell’armadio prima di
prenderla. Il tutto è appena troppo maniacale perché possa essere vero, eppure
avvince. È realistico, seppur nella sfera dell’incredibile anche se leggendolo
non ci si pensa. Appare tutto reale, e magari lo è. Dunque, è almeno
verosimile.
Jack, il ragazzo
e convivente della protagonista, occupatissimo tra il comitato elettorale di un
aspirante senatore e l’università, non la scopa, o solo raramente, almeno
ultimamente. Lei sogna di essere presa da lui nell’ufficio del suo capo,
l’aspirante senatore, ma non lo hanno mai fatto lì.
La protagonista
sogna ad occhi aperti di essere il cane, la cagna, di Marcus e di assecondare
tutti i suoi voleri. Anna le svela segreti sadomaso che le fanno vedere tutto
con occhi differenti. Quando chiede a Jack di picchiarla, mentre scopano, lui
la prende male.
La protagonista
scopre il sito sadomaso per cui lavora Anna. Sfiora il mondo del porno online.
Il lettore viene catapultato in fantasie masturbatorie della protagonista.
La Fuck Factory è una cosa per sguatteri
del potere. Anche nella Fuck Factory,
la protagonista fugge dal cazzo reale. Dopo, ricasca nelle fantasie
masturbatorie dove lei si rivede lì a farsi fottere fino in fondo. Poi, si
sogna Jack che scopa Anna con la sua approvazione e mentre lei li guarda. Nel
sogno, nell’immaginazione, lei finisce per unirsi ai due. Lei lo succhia a lui,
ed Anna la lecca a lei, mentre Jack la lecca ad Anna. E così avanti ed oltre. E
via con altre fantasie erotiche, da racconti dell’adolescenza al vicino
guardone, o guardino, e che lei immagina di guardonare. Ed altre ancora.
Un week-end a
casa del capo di Jack, l’aspirante senatore, Robert DeVille (piuttosto
benestante, avvocato di aziende petrolifere), ‘Bob’, che Jack adora. Il lettore si aspetta che Bob sia qualcuno la
protagonista abbia già incontrato in quelle feste piuttosto esclusive di sesso
estremo di cui parla. Troppo ovvio.
Bob, sì, compare,
ma solo successivamente, verso la fine del libro, in una di esse, della Juliette Society, il circolo più
esclusivo, di potere.
Bob viene
ovviamente eletto. L’autrice ne approfitta per una lezione di pragmatismo,
ritornando su quello il potere è e su quello invece sembra. Jack, che Bob vuole
con sé, è l’idealista, dunque la politica immaginaria. Bob è la politica reale.
La traduzione è
eccellente. In fondo, in un libro tradotto (l’unica edizione piratata, nel
momento in cui scrivevo, era quella italiana), si legge il traduttore o la
traduttrice. Un libro può essere rovinato da una traduzione, come può esserne
migliorato. Qui, tutto scorre naturale e senza intoppi. Merito di Elena Cantoni,
che si muove con agilità ed eleganza in linguaggi non certo facili da rendere
in altra lingua.
Il libro è
costellato di cultura cinematografica e di sociologia del potere. Per il primo
aspetto, riflette studi ed interessi dell’autrice, piuttosto giovane e con
esperienze del tutto non convenzionali eppure capace di scrivere un capolavoro
non pesante che si può leggere in alcune ore. Relativamente al secondo aspetto,
l’autrice deve avere intuito, per sue esperienze professionali, quello che
molti non vedono o rifiutano di vedere
Questo rende il
testo anche politologicamente interessante, rappresentando con naturalità
aspetti della sociologia del potere, la sua impunibilità i suoi assassinii
anche solo per il piacere e le perversioni dei suoi personaggi. È proprio uno
dei tanti terreni i pollitologi e pallitologi accuratamente evitano.
Grey, S., The Juliette Society, Rizzoli, Milano,
Italy, 2013.