Letter from Lhasa, number 306. Opus Dei Segreta
by Roberto Abraham Scaruffi
Pinotti, F., Opus Dei Segreta,
RCS Libri - BUR, Milano, Italy, 2007.
(Pinotti 2007).
Ferruccio Pinotti
In tutte le organizzazioni esistono differenti livelli, da quello del militante-militonto
a quello degli affaristi. Non che un militante-militonto non possa essere pure
un affarista. Sono comunque differenti funzioni ed anche differenti mondi.
A volte capita che chi attacchi manifesti sia pure in un qualche
parlamento. In genere, chi attacca manifesti non finisce in un parlamento e chi
finisce in un parlamento o in un governo non attacca manifesti. Chi va nelle
sedi a fingere di discutere non ha alcuna influenza sulla linea politica ed
organizzativa, mentre gli affaristi la hanno.
Non è che le organizzazioni religiose siano differenti. Vi è chi si fustiga
per i suoi peccati (o supposti tali) e per quelli del mondo, e chi magari si
occupa di loschi traffici e di crimini pure peggiori. Non che il mondo degli
affari debba necessariamente essere tale, ma vi sono livelli in cui è di fatto
tale. Ovviamente, pure ‘il santo’ che si fustiga per redimere sé e gli altri
può essere usato per i crimini peggiori. Ogni organizzazione ha sue logiche.
Perché il gruppo editoriale dell’oligarchia predatoria italiota offre un
libro sull’Opus Dei, e non sappiamo
se commissioni e pubblichi cose equivalenti sui gesuiti o sui Ricostruttori o sul PD o sulla CGIL?
Utilissimo comunque che qualcuno racconti o riracconti i crimini od i ‘crimini’
dell’Opus Dei. Molte vite distrutte
...per fare cassa per la setta.
Tutte le organizzazioni hanno caratteristiche simili. A voi raccontano che
sono un nobile movimento guerrigliero e poi si occupano di traffico di
narcotici magari in cooperazione col governo dicono di combattere. A voi dicono
di occuparsi di spiritualità e poi disseminano di ‘case’ anche modernissime e
costosissime il mondo. Altri predicano forsennatamente di dare il 10% del
vostro salario a Dio ma poi lo pretendono sul loro c/c, non su quello di Dio.
Banale definire ciò come ‘contraddittorio’. C’est la vie. La vita reale è
tale, funziona a questo modo. Se San Francesco non fosse stato un nobile e
già-ricco, non l’avrebbe seguito nessuno e tanto meno avrebbe poi ottenuto il
riconoscimento vaticano.
Escrivá de Balaguer non ha certo fatto proseliti per la sua personalità
isterico-uterina. Ti offrono la soluzione di un problema. Tu ti fai sedurre.
Se non sanno fare affari in grande, restano piccoli parroci, piccoli preti.
Magari onesti, talvolta dei geni, talvolta coltissimi, ma che non contano
nulla.
Ovviamente, chi poi esca da un’organizzazione, tanto più l’organizzazione è
potente, tanto più avrà esperienze drammatiche da raccontare se
l’organizzazione è un’entità totalizzate e non un semplice negozio in cui si
entri, si esca, o neppure vi si avvicini, a seconda delle proprie
preferenze.
Chiunque esca da un’organizzazione potente, e non trovi la copertura di
un’altra più potente, sarà facilmente stalkizzato. Il linciaggio è un banale meccanismo
di compattamento comunitario, identitario, ...tra pidocchi.
Se lo stalking lo organizzano i carabinieri-NATO, va bene e non se ne può
parlare. Se lo fa l’Opus Dei,
invece... Sebbene, a volte, lo facciano ben coperti dall’FBI ed altri.
Ma non cambia. Lo fanno, coperti. Eppur se ne può parlare perché è l’Opus Dei.
Ovvio che chi esca da un monastero di clausura, dopo lunghi anni di
permanenza, magari non sappia neppure come fare l’allacciamento di acqua, gas
ed elettricità, trovare un lavoro o come comunicare con un computer. A parte
che uscendo senza una lira...
Ti sei fatto costringere in una piccola gabbia. Non è che tu poi possa
correre come uno che abbia sempre corso. Molto più facile per chi, uscendo,
trovi famiglie che lo riaccolgano e dunque non si trovi senza sapere dove
andare.
L’autore comincia a raccontare, con toni appena drammatici, cose già note e
pubblicate. Ovviamente ne aggiunge altre, autori favorevoli all’Opus Dei eviterebbero ed hanno evitato.
Ed è qui la parte davvero interessante del libro, le testimonianze di ex. Altre
fonti, usate anche dall’autore:
Una voleva fare la scrittrice. La fanno andare in una scuola alberghiera
per poi fare la schiava senza alcun tempo libero ed anzi progressivamente
esaurita dal super-sfruttamento. Non poteva dire di no subito? Un altro stava
facendo un PhD scientifico negli USA. Lo ‘obbligano’ a farlo in Australia,
luogo che lui non giudica altrettanto prestigioso, perché lì hanno bisogno di
uno pseudo-amministratore delle loro case e che si subisca pure le loro
pratiche contabili truffaldine. Non bastava che dicesse che non andava in
Australia e che non sapeva/voleva fare l'amministratore? Una è una brillante
ricercatrice accademica e divoratrice di libri. Loro le impongono i loro ritmi super-stressanti
(ma lei viola il riposo notturno per ore di lettura clandestine), il loro
indice di libri (in pratica non può leggere nulla di quello lei necessiterebbe)
ed hanno bisogno di lei solo come di guardiana/carceriera delle loro case. Non
poteva mandarli a quel paese subito? Vi sono poi le famiglie rovinate alla radice
perché i soprannumerari devono ‘vendere’ i loro figli all’organizzazione.
...Coperture per chi non ami il proprio coniuge ed i propri figli. Sono tutte storie
su questi toni...
Nell’Opus Dei prevale l’aspetto
sadico-invidioso. Devono distruggere la vita altrui perché devono dominare
totalmente il singolo. Tipico di molte sette, anche cattoliche, anche fondare
da gesuiti o già gesuiti.
I meccanismi di reclutamento sono standard per chi abbia grandi
disponibilità. Ti prospettano grandi vantaggi in cambio di qualche sacrificio
esistenziale, sacrificio esistenziale che ti fanno sembrare apparente
offrendoti altre visioni della felicità. In fondo, il benessere interiore è uno
stato d’animo. Loro ti vendono la realizzazione (il sentirsi in ordine colla
setta, se non è una qualche sicurezza o qualche vantaggio professionale
apparente) ed una possibile felicità in cambio della tua totale sottomissione a
regole para-monastiche, viva tu in uno dei loro centri o nel mondo. Quando tu
accetti l’orizzonte piccolo e chiuso della loro setta, la tua è solo una
competizione con altri pidocchi per essere più pidocchio degli altri. Se non
diventi un prete non hai neppure una vera possibilità di una qualche carriera
nell’organizzazione, a meno che tu non diventi uno dei loro faccendieri che
maneggiano grandi quantità di soldi.
La sessuofobia e misoginia furiose del fondatore sono in fondo solo banali
tecniche di sottomissione. Rinunciando ad avere una tua vita, loro sono sicuri
di poter disporre di te per fare soldi. Non ti valorizzano per ciò che sai fare
ma per ciò serve loro, ed hanno terrore che tu possa fare qualcosa di più e
differente perché loro, ignoranti ed ossessi, non potrebbero controllarti. Al
gesuita od al prete basta creati qualche senso di colpa guardandoti nelle
mutante, e qualche senso di gratitudine magari aiutandoti davvero. L’opusdeista
ha bisogno di castrarsi e di castrarti.
Se sei in uno dei loro centri (come numerario), il controllo è stretto. Se
vivi nel mondo, ti aggiusti poi come vuoi. Certo, c’è la confessione (le
confessioni, perché devi confessarti anche senza la protezione del segreto
confessionale), l’obbligo costante di riferire su di te e sugli altri, loro che
cercano di sovra-occuparti ogni tempo libero, e di rubarti figli e conoscenti.
Ma uno può anche giocarseli. Decisamente più complicato se uno vive come
numerario, soprattutto per le donne dove il controllo è più stretto essendo le
loro possibilità professionali decisamente inferiori o nulle data la misoginia
feroce dell’Opus Dei. Le inservienti
dell’Opus Dei vivono in condizioni di
schiavitù. Mentre non vi sono inservienti uomini.
La psicologia del pidocchio è elementare: sentirsi protetto, sentirsi parte
di qualcosa potente, fare quello che si aspettano tu faccia. Loro sono felici.
Il pidocchio è felice in modo del tutto acritico, ...per un po’.
Solo quando questo entri in conflitto con altre pulsioni magari più forti,
le sessuali incluse, ecco che tutto salta. Il soggetto può restare egualmente
nell’organizzazione, se non ha luoghi dove andare visto che vivendo, molti (non
tutti-tutti) senza soldi, senza contributi previdenziali, senza professione,
senza nulla, solo a taluni è concretamente possibile fare il salto
dall’organizzazione totalizzante a trovarsi soli nel mondo.
Va anche considerato che una personalità che cerchi dipendenza magari non
riesce e passare da una bella residenza, anche se senza soldi in tasca, e dalla
vita strettamente regolata, a fare il/la lavapiatti a Roma od a Berlino. Se il
soggetto si muove in luoghi piccoli dove ti possano facilmente raggiungere, in
una piccola città, non è affatto detto, se uno non trovi coperture superiori o
sappia muoversi, che ti lascino vivere pur in collocazioni inizialmente o per
sempre marginali.
Ovvio che in qualunque organizzazione totalizzante vi siano, fondanti ed
immanenti, dinamiche sado-maso ed un permanente stato borderline, dove il dover
essere si sovrappone all’essere accantonato per quanto di impossibile
distruzione. Non potrebbe essere altrimenti.
Quello che appare meticolosamente studiato per controllare totalmente i
soggetti sono alla fine banali meccanismi di auto-organizzazione di
organizzazioni totalizzanti, isterico-ossesse. La direttiva di base è spossare
l’adepto sovra-riempiendogli la vita. Il realtà, l’Opus Dei vive in situazione caotica, come mostrano le sue stesse
contabilità irregolari, come raccontato da ex. Contabilità irregolari significa
che i preti dell’Opus Dei rubano,
magari per andare a puttane e puttani, per drogarsi o per altri vizi. E non
sanno neppure mascherarlo, sennò non avrebbero bisogno di contabilità del tutto
raffazzonate ed irregolari.
È poi il soggetto ad interiorizzare il controllo totale (che sembra totale
perché il singolo lo accetta, e si auto-castra e si auto-perseguita) e ed a
riversarlo sugli altri e contro gli altri, per farli soffrire come soffre lui,
pur con la giustificazione di avere trovato la felicità, ‘dio’. Quanti preti o
numerari dell’Opus Dei vadano poi
segretamente e puttane od a puttani, o si masturbino senza magari confessarlo
nel confessionale, è cosa che ovviamente nessuno può sapere né dirà mai.
Neppure nella sezione femminile si può sapere in che percentuale sia realmente
vissuta l’assoluta repressione imposta in questa sfera.
Gli stessi meccanismi di burocratizzazione del controllo dell’adepto sono,
alla fin fine, formulari, classificazioni, routines e procedure sulla base
delle valutazioni che derivano dai formulari. Su questa base vengono poi
emanate di fatto direttive per promuovere il soggetto, non promuoverlo,
assumere l’uno o l’altro atteggiamento nei suoi confronti. Quello che appare
come controllo totale è l’incapacità del pidocchio medio di giocarsi, o cercare
di giocarsi, le burocrazie. Ti controllano perché ti fai controllare.
Gli stessi preti, i commissari politici dell’Opus Dei, per quanto siano loro stessi indaffaratissimi, alla fine
non hanno il tempo per stare dietro a tutto ed a tutti, ...senza meccanismi di
auto-organizzazione, persecutori ed auto-persecutori, degli adepti.
Tra l’altro, in una organizzazione dove tutti siano indaffaratissimi, e pur
con censura pesantissima su tutti i media, v’è inevitabilmente ignoranza
diffusa, pur con alta percentuale di laureati/e. L’eccesso di controllo o
pseudo-controllo presenta inevitabile blowbacks. Questo è uno. Ai soldi-potere
non corrisponde ‘scienza’, ...per quanto tantissime organizzazioni non ne
necessitino. ...Se i soldi son tutto...
La pseudo-valvola di sfogo, per chi non ne trovi di migliori ed
inconfessabili, è che quando entrano in rotta di collisione con dall’Opus Dei, ma non vogliano uscirne, si
fanno mandare da un medico della stessa, ...che li imbottisce di droghe. Hai
voglia di figa o di cazzo, o semplicemente di dormire, o di leggere, vedere
film, curiosare su internet o per il mondo, di scrivere. Loro di imbottiscono
di sedativi, e ti offrono pure peggiori terapie psichiatriche, perché il
problema sarebbe il soggetto e non il regime interno dell’Opus Dei.
Non che sia tecnicamente facile uscirne quando uno ha dato tutto,
assolutamente tutto, all’Opus Dei,
per cui si trovi al massimo con qualche dollaro in tasca per il biglietto del
bus.
I santi dell’Opus Dei, da Escrivá
de Balaguer & C., erano e sono solo psicopatici bramosi di soldi e potere.
Non è che potessero creare un club della felicità. Ve ne sono molte altre di
organizzazioni cattoliche, e non, con queste caratteristiche. Le
connessioni/complicità con le Polizie Segrete evitano loro qualunque
criminalizzazione. ...Ma non lo sputtanamento, che è una tecnica di controllo e
dipendenza... Quanti crimini che ti chiedono, in nome di ‘dio’!
Il membro dell’Opus Dei trasforma
il suo disagio esistenziale nell’organizzazione in dolori fisici e poi in turbe
psichiche anche gravissime. Il tutto si risolve o si allevia nettamente al di
fuori dell’organizzazione, e dai suoi ritmi folli e logiche malate. Per quanto
soggetti che si siano lasciati distruggere la psiche fin dall’infanzia
necessitino spesso di lunghi decondizionamenti.
In fondo, l’Opus Dei estremizza
molte logiche organizzative e religiose. Un sado-maso come Escrivá de Balaguer
che si auto-flagellava le natiche provandone godimento, sessuofobo e misogino,
bramoso di potere materiale per realizzarsi, ignorante, e che su tutto ciò ha
costruito la sua identità e l’identità di un movimento, non è poi così atipico
nella Chiesa cattolica e neppure in altre chiese o movimenti anche non
non-religiosi.
Nell’Opus Dei ci si deve
frustare, con la ‘disciplina’ regolamentare, almeno una volta la settimana e
specificatamente le natiche: una chiara perversione sessuale masochistica del
fondatore, e poi sadica perché imposta a tutti gli adepti e le adepte.
La congregazione è tutto. L’individuo è nulla. Sullo sfruttamento di
individui si costruisce ciò che i singoli individui non sarebbero mai stati, la
sublimazione delle loro mancanze. Quando l’individuo non regge più,
l’importante è che abbia già procurato altri adepti per la riproduzione e
perpetuazione dello stesso meccanismo di sfruttamento.
La pazzia del fondatore, ed eventualmente dei suoi immediati collaboratori,
si mitiga poi in morali e comportamenti doppi e plurimi, per garantire che
l’organizzazione non affondi nella pazzia di tutti.
L’Opus Dei non è così diversa dai
partiti comunisti, fascisti, cattolici, liberali ed altri. Ma non è neppure
così differente dalle altre armate della Chiesa come i gesuiti. Essendo
considerevolmente più recente dei gesuiti, non ha ancora avuto il tempo di
meglio adattarsi e mascherarsi.
L’Opus Dei è un po’ come
comunisti, fascisti e nazisti che avevano fretta. Mentre i ‘liberali’ hanno
sempre mascherato le loro teorie e pratiche
peggio-che-comuniste/fasciste/naziste.
Inoltre, facendo concorrenza diretta ai gesuiti, l’Opus Dei tira a fare soldi nel modo più rapido possibile, senza
fingere populismi ed assistenza anche ai poveri. Di fatto è una scelta miope
che la affonda nell’isteria e la rende meno forte.
L’Opus Dei ha conseguito il
successo della sua trasformazione in prelatura solo grazie a Karol Wojtyła, uno
della loro rete, divenuto papa. Pure ragioni di immediata politica estera
statunitense. Gli USA avevano bisogno di appoggi ‘religiosi’ diretti ed aperti
ai loro squadroni della morte in America Latina. Tutto lì.
Pinotti, F., Opus Dei Segreta,
RCS Libri - BUR, Milano, Italy, 2007.