Letter from Lhasa, number 299. Il diavolo nella cattedrale
by Roberto Abraham Scaruffi
Schätzing, F., Il diavolo nella cattedrale, Editrice
Nord, 2006.
(Schätzing 2006).
Frank Schätzing
Tod und Teufel è un romanzo pubblicato nel 1995.
La storia inizia
il 10 settembre 1260, fuori le porte di Colonia. Con rapidi e precisi tratti,
si è subito catapultati nei luoghi, nei tempi e nei personaggi. Il giallo
comincia con un assassinio su commissione, anche se ancora non lo sappiamo,
nella città, e ruota e si sviluppa attorno ad esso.
Urquhart, il
sicario, un nobile scozzese, già crociato poi disilluso e traumatizzato, è un
genio ed un guerriero, che, come un gatto, appare e scompare in luoghi
apparentemente impossibili, di cultura e conoscitore del mondo, cioè della
psicologia delle persone: “Per nascondersi la cosa migliore è rimanere in
pubblico. Il modo migliore per passare inosservati è attirare l'attenzione.”
Anche Maria, la prostituta per necessità, ne è travolta, ...prima che lui la
ammazzi.
È lui che spinge
giù dalle impalcature della cattedrale in costruzione Gerhard Morart, il mastro
costruttore del duomo, a Colonia, testimone Jacop, un giovane ladro che si fa
scoprire e che dunque può dire in giro che non si è trattato di un incidente,
oltre ad essere depositario di un qualche segreto (un enigmatico: “È
sbagliato”) sussurratogli nell’orecchio dal morente.
Beh, sì, questa è
una delle varie, inevitabili (ogni autore ha la sua visione delle cose),
castronerie. In punto di morte, non vai a dire ad uno sconosciuto che un certo
complotto di cui lui non sa nulla “è sbagliato”. Semmai, in un ultimo sussulto,
dici il nome della famiglia principale del complotto, od il nome dell'obiettivo
dello stesso, o, magari, non dici nulla, ma tutti credono che sia stato
lanciato un pericoloso messaggio, utile per la suspense.
Eccoci un romanzo
storico ed un giallo, ottimamente ambientato, con ritmo sostenuto, migliore
delle pretenziosità ed arzigogoli di un Umberto Eco, pur non essendo una
narrazione terra-terra, anzi ben ricca un po’ da tutti i punti di vista.
La suspense è
abilmente distribuita lungo il romanzo. Il lieto fine, con tanto di pedagogia
anti-guerra, è una scelta dell’autore e magari pure dell’editore. Un
conformismo sdolcinato è sempre meglio, così probabilmente si pensa, di
ardimenti allontanino potenziali lettori, dunque clienti della merce-libro.
La psicologia e
gli psicologismi (intesi in senso non negativo) magari non sono di livello
eccelso. Ma gli stessi mancano quasi del tutto, routines elementari a parte, in
un Umberto Eco, tanto per fare un confronto con un altro prodotto
dell’industria editoriale.
Il volume si
divora di getto, avendo tempo e propensione per la lettura. Un letterato
esigente potrebbe sempre provare a riscriverlo, non come lingua ma come
costruzione della narrazione.
Schätzing, F., Il diavolo nella cattedrale, Editrice
Nord, 2006.