23 January 2013

Letter from Lhasa, number 299.
Il diavolo nella cattedrale


Letter from Lhasa, number 299. Il diavolo nella cattedrale
by Roberto Abraham Scaruffi

Schätzing, F., Il diavolo nella cattedrale, Editrice Nord, 2006.
(Schätzing 2006).
Frank Schätzing


Tod und Teufel è un romanzo pubblicato nel 1995.

La storia inizia il 10 settembre 1260, fuori le porte di Colonia. Con rapidi e precisi tratti, si è subito catapultati nei luoghi, nei tempi e nei personaggi. Il giallo comincia con un assassinio su commissione, anche se ancora non lo sappiamo, nella città, e ruota e si sviluppa attorno ad esso.

Urquhart, il sicario, un nobile scozzese, già crociato poi disilluso e traumatizzato, è un genio ed un guerriero, che, come un gatto, appare e scompare in luoghi apparentemente impossibili, di cultura e conoscitore del mondo, cioè della psicologia delle persone: “Per nascondersi la cosa migliore è rimanere in pubblico. Il modo migliore per passare inosservati è attirare l'attenzione.” Anche Maria, la prostituta per necessità, ne è travolta, ...prima che lui la ammazzi.

È lui che spinge giù dalle impalcature della cattedrale in costruzione Gerhard Morart, il mastro costruttore del duomo, a Colonia, testimone Jacop, un giovane ladro che si fa scoprire e che dunque può dire in giro che non si è trattato di un incidente, oltre ad essere depositario di un qualche segreto (un enigmatico: “È sbagliato”) sussurratogli nell’orecchio dal morente.

Beh, sì, questa è una delle varie, inevitabili (ogni autore ha la sua visione delle cose), castronerie. In punto di morte, non vai a dire ad uno sconosciuto che un certo complotto di cui lui non sa nulla “è sbagliato”. Semmai, in un ultimo sussulto, dici il nome della famiglia principale del complotto, od il nome dell'obiettivo dello stesso, o, magari, non dici nulla, ma tutti credono che sia stato lanciato un pericoloso messaggio, utile per la suspense.

Eccoci un romanzo storico ed un giallo, ottimamente ambientato, con ritmo sostenuto, migliore delle pretenziosità ed arzigogoli di un Umberto Eco, pur non essendo una narrazione terra-terra, anzi ben ricca un po’ da tutti i punti di vista.

La suspense è abilmente distribuita lungo il romanzo. Il lieto fine, con tanto di pedagogia anti-guerra, è una scelta dell’autore e magari pure dell’editore. Un conformismo sdolcinato è sempre meglio, così probabilmente si pensa, di ardimenti allontanino potenziali lettori, dunque clienti della merce-libro.

La psicologia e gli psicologismi (intesi in senso non negativo) magari non sono di livello eccelso. Ma gli stessi mancano quasi del tutto, routines elementari a parte, in un Umberto Eco, tanto per fare un confronto con un altro prodotto dell’industria editoriale.

Il volume si divora di getto, avendo tempo e propensione per la lettura. Un letterato esigente potrebbe sempre provare a riscriverlo, non come lingua ma come costruzione della narrazione.


Schätzing, F., Il diavolo nella cattedrale, Editrice Nord, 2006.