11 August 2015

Letter from Lhasa, number 375.
Automatizzare anche le funzioni di controllo e disciplinari dell'insegnante

Letter from Lhasa, number 375. Automatizzare anche le funzioni di controllo e disciplinari dell'insegnante
by Roberto Abraham Scaruffi

Non solo la scuola con insegnanti umani è superata. Le funzioni di controllo e disciplinari degli stessi possono oggi essere meglio espletate dalla tecnologia.

Si potrebbe infatti facilmente, pur superficialmente ed erroneamente, accampare che, sebbene si possano trovare insegnamenti e corsi davvero ottimi e gratuiti online, sia insostituibile la funzione dell’insegnante che disciplini e controlli alunni ed apprendimento. Si potrebbe infatti arguire che il singolo, lasciato a sé stesso, inseguirebbe solo propri interessi o, più facilmente, per la stragrande maggioranza delle persone, i propri disinteressi.

Il giovane e giovanissimo, il bimbo, apprende, in genere, perché v’è obbligato, almeno all’inizio. Poi, molti continuano a vivacchiare mentre solo pochi si concentrino proficuamente su loro interessi e passioni intellettuali.

Ecco, oggi, la tecnologia può svolgere meglio e più efficientemente, pure in modo del tutto gratuito, in pratica, o con costi bassissimi, questa funzione di disciplina e di controllo sia iniziali che con la crescita ed evoluzione del soggetto.

Nei sistemi computerizzati, si va oramai verso il superamento dalle classica login [accesso] con password. Sono decisamente più affidabili forme di riconoscimento biometrico, come l’impronta digitale, il riconoscimento facciale o quello dell’iride.

Già è corrente, nelle intercettazioni telefoniche, per esempio, identificare la voce. Non occorre mettere sotto controllo un’utenza. Basta che appena, da qualche parte, compaia una certa voce [e ve lo abbiano detto o meno, polizie civili e militari controllano TUTTE le comunicazioni elettroniche, ora del mondo se sono anglo-americani, ora solo della propria area di competenza e possibilità se sono entità statuali non così potenti e totalitarie] ed ecco che essa viene subito riconosciuta come appartenente ad un certo soggetto.

Al tempo stesso, la rete è il luogo meno libero che esista nel senso che può essere bloccata e manipolata senza alcun problema dalle polizie civile e militari. Si possono negare l’accesso, la connessione con siti si desidera non siano visibili, così come regolare qualunque altra forma di comunicazione nello spazio e nel tempo. È o sembra libera solo per quello che viene permesso di accedere, di vedere e di far vedere.

In pratica, già oggi non ci sarebbe nessun problema, per esempio tramite l’identificazione dell’iride, permettere o meno l’accesso alla rete ed alle reti a chi si voglia. Potrebbe anche essere, da un lato, una forma di democratizzazione. Per esempio, la rete libera per tutti seppur con l’identificazione certa dell’utente in quel certo momento e da quella certa postazione.

La concettualizzazione si può estendere a tutte le reti. Si può permettere o meno l’accesso ad internet, così come alle comunicazioni telefoniche o di qualunque altro genere, previa identificazione del soggetto.

L’infante raggiunge l’età della scuola dell’obbligo e, senza il bisogno della scuola fisica né dell’insegnante, può essere obbligato all’alfabetizzazione ed ai programmi successivi. Sui meccanismi di accesso alla rete ed alle reti, può essere innestato un semplice programma di incentivi-disincentivi fino a che non siano stati svolti i compiti quotidiani e raggiunti gli obiettivi minimi di apprendimento predefiniti dalle autorità scolastiche, che possono essere ultra-centralizzate (dunque senza costose sovrapposizioni) e pure automatizzate, dunque con costi davvero minimi, quasi nulli.        

Il meccanismo che può essere attivato ed attuato è semplice, e si fonda sull’identificazione precisa del soggetto. Finché costui non abbia svolti i compiti assegnati e/o raggiunto livelli minimi di apprendimento della giornata o del periodo, gli può essere precluso qualunque accesso a qualunque rete. Con l’identificazione certa del soggetto, gli può essere negato l’uso di internet, e dei telefoni e telefonini, per esempio, cioè di qualunque rete. Con lo sviluppo delle tecnologie si può anche impedire che altri li usi per lui o lei, o almeno col soggetto in oggetto in prossimità.

Ecco risolto, pur indirettamente, i problemi di classi schiamazzanti, dove tutti si fanno i fatti loro, e dove l’insegnante, magari pure del tutto inadeguato, o se anche grande genio non è che faccia differenza, sta lì impotente o lui stesso urlante solo perché pagato e dunque obbligato a presenziare.

L’incentivo-disincentivo dell’accesso alle reti risolve sia i problemi di concentrazione che di voglia o svogliatezza. Non impedisce di fare di più, bensì sanziona il non fare od il fare meno del minimo stabilito.

Per cui, una scuola del tutto automatizzata svolge un servizio migliore, a costi pressoché nulli, o proprio bassissimi, ed ottiene pure risultati migliori dal punto di vista degli apprendimenti minimi stabiliti.

Ovviamente la standardizzazione, che del resto già oggi esiste, pur con un corpo insegnate che purtroppo è inevitabilmente quello che è, lascia aperti problemi salendo nella scala della conoscenza.

Se esistono materie d’insegnamento stabilizzate, ne esistono altre in rapida evoluzione. Per cui il materiale didattico necessita di revisioni ed aggiornamenti. Ma questo succede già oggi ed in maniera del tutto inefficiente e costosa essendo in parte delegato alle case editrici.

Salendo nel sistema scolastico e formativo, la ricerca, per quanto l’Intelligenza Artificiale provvederà sempre più delle soluzioni automatizzate, dovrà pur sempre avere delle interazioni umane, probabilmente. Beh, il futuro è sempre incerto e supera spesso quello se ne possa immaginare. Per cui non resta che vedere quello che succederà anche rispetto alla ricerca.

Certo tutti coloro che speculano sui finti lavori, avranno interesse a ritardare le innovazioni già possibili e che premono sempre di più. Tutto il settore cosiddetto pubblico specula sui finti lavori e sulle distribuzioni clientelari di risorse sottratte a tutti, od a tutti coloro che non profittino delle speculazioni ‘pubbliche’.

La tecnologia offre già oggi soluzioni nettamente migliori e pressoché gratuite, o a costi ridottissimi, rispetto a quelle correnti, anche nel settore della formazione. Le entità cosiddette pubbliche, il Principe (oggi super-burocratizzato ed apparentemente impersonale, ma poi ben ne profittano singoli, anche tra i funzionari cosiddetti pubblici), lo Stato e sue articolazioni, divengono sempre più chiaramente ridondanti (ed inutili, dannosi e costosi), almeno come li si sono conosciuti fino ad oggi.


Non è un mutamento di sostanza, per il momento, negli aspetti generali, bensì certamente di forme e di costi, se il settore pubblico viene tecnologizzato efficientemente. 

08 August 2015

Letter from Lhasa, number 374.
AUTOMATIZZAZIONE E ROBOTIZZAZIONE DELLA SCUOLA!

Letter from Lhasa, number 374. AUTOMATIZZAZIONE E ROBOTIZZAZIONE DELLA SCUOLA!
by Roberto Abraham Scaruffi

La scuola con insegnanti umani è superata. Oggi si trova tutto su youtube ed altrove.

Si cominci col licenziare gli insegnanti. Sono oramai uno spreco, uno spreco coi soldi nostri e di soldi nostri.

Neppure gli edifici servono più. Li si possono proficuamente dismettere. Oggi basta un computer, un computer portatile, od almeno un tablet. Già un telefonino non è sufficiente, a parte telefonare e cose annesse.
 
Tanto meno servono più le già sfasciate biblioteche italiche, piene di personale ma che non comprano libri, e con orari di apertura limitatissimi. Si mettano TUTTI i libri online e senza sprecare-rubare miliardi, come si usa in Italiozia, pure per fare ciò.

Servono semmai focalizzatori di attenzione (visto che oramai sembrano tutti focalizzati sul proprio telefonino e vivano come in una dimensione di messaggini ricevuti e mandati, e di chat, oppure in telefonata permanente) e, dunque, incentivi per lo studio e l’apprendimento anche se, alla fin fine, non è che si possa fare nulla contro l'imperante dominio dei fuori di testa, se non trovare dei meccanismi automatizzati per sanzionare la cosa. 

07 August 2015

Letter from Lhasa, number 373.
L’euro come capro espiatorio

Letter from Lhasa, number 373. L’euro come capro espiatorio
by Roberto Abraham Scaruffi

Con spesa pubblica, tasse, corruzione, inettitudine e subordinazione all'Impero hanno sfondato economia e società. Ciò è stato realizzato dalle pseudo classi dirigenti italiche, cioè dalle burocrazie e dalle oligarchie predatorie, e dai loro bracci politici, in pratica tutti i partiti, sindacati etc.  

Hanno poi scoperto che la gente si beve la scusa che sarebbe tutta colpa dell'euro, alias che la soluzione sarebbe stampare nuove lire cartastraccia. Anzi, per precisione, lo hanno sempre saputo che il suddito medio si beve qualunque scusa e balla venga dal potere. Qualunque frottola appaia sui media appare come normale e viene subito creduta e ripetuta come naturale, ovvia, prima che l’euro risolveva tutti i problemi, oggi che l’euro è la fonte di tutti i mali.

Senza base produttiva competitiva, l'una valuta o l'altra non fa differenza. Anzi, il vincolo estero, che comunque esisteva pure con la lira, evita disastri peggiori. Il vincolo estero è sempre esistito, anche prima dell’euro, per cui continuerebbe ad esistere anche se una lira cartastraccia sostituisse l’euro, per quanto magari appena meno stringente.

Non che l’euro abbia poi imposto chissà quali vincoli. Basterebbe non avere debiti, una spesa pubblica modesta e grandi investimenti in nuove tecnologie e nuove produzioni. Ah, no, hanno fatto bere, beh, distribuendo soldi a tutti, che la spesa pubblica debba essere alta e che il debito nasca dal cielo. No, nasce dai soldi che hanno distribuito a tutti, soldi che non avevano, pur con tasse altissime. Infatti si sono mangiati e vi siete mangiati l’inimmaginabile, incluse le capitalizzazioni previdenziali, per cui oggi danno le pensioni con le entrate correnti finché non salta tutto. 

Del resto, uscire dall’euro è semplice. Basta una votazione del parlamento in questo senso e poi cambiare gli euro, gli euro italici, con lire, o nuove lire o come le vogliano chiamare. Perché non lo fanno?! Perché sanno che sarebbe peggio. Mentre è meglio speculare sulla propaganda dell’euro come capo espiatorio di tutti i mali, cioè che burocrazie ed oligarchie predatorie italiche predano, pur distribuendo soldi a pioggia come meccanismo di consenso. Tipico dei ladroni pensare che si tengano quiete le masse con le mance. In realtà, le masse restano quiete comunque quando non manipolate dal potere o da sue frazioni. 

In questo casi (nel caso di cambio di moneta), si fa un cambio per esempio 1:1, oppure anche10 euro, o quel che si crede, per una nuova lira. Ritirati gli italo-euro dalla circolazione, si continuano a stampare lire che è un modo classico di svalutare, con l’inflazione, le uscite, siano pensioni, stipendi od altri pagamenti ‘pubblici’ e non solo. Il punto è che le materie prime e le tecnologie, oltre alle altre merci, importate vengono a costare di più, mentre non si sa bene che cosa Italiozia abbia oramai più da esportare per far fronte alle importazioni.

Il punto non è una valuta o l’altra, ma se si abbiano o meno progetti di sviluppo o, meglio, sviluppisti [di sviluppo accelerato]. No, Italiozia non ha nulla. È da decenni che, prima DC-PCI, poi chi li ha rimpiazzati, col golpe del 1992-93, cioè la dittatura assoluta del Quirinale e dell’Ambasciata Britannica-SIS, pratica il sottosviluppo progressivo. Prima era uno sfascio controllato. Poi, col 1992-93, si è accelerando verso o l’implosione o chissaccosa. La realtà è sempre più varia di quello si possa mai immaginare o pre-vedere.

Due semplici domande.

a. Può Italiozia seguire un corso autarchico?

b. Se no, che cosa ha da vendere sul mercato mondiale in cambio delle importazioni di tecnologia, materie prime ed altre merci, che con una lira cartastraccia costerebbero pure di più?


In pratica, una spesa ‘pubblica’ e tassazione oltre il 50% PIL vanno strette alle burocrazie predatorie ed alle oligarchie predatorie italiche. Vorrebbero ottenere più deroghe dalla UE, specificatamente dalle istituzioni e dai meccanismo di governo dell’euro, oppure, addirittura, uscirne [o lo conclamano solo per ottenere di più per loro stesse, come maschera] per essere liberi di stampare moneta a piacimento. La chiamano sovranità. Sovranità certo, da parte delle burocrazie predatorie e delle burocrazie predatorie che non è che oggi abbiano poi grandi freni nella loro opera di sfascio a loro vantaggio.