Lettera da Lhasa numero 88. Taiwan. Taichung. 27 agosto 2007. Studente olandese massacrato senza motivo dalla sicurezza di un pub
by Roberto Scaruffi
Erano le prime ore del mattino di lunedì 27 agosto 2007, in un pub, un bar, in Tiger City, Taichung. Tiger City non è una città ma semplicemente un grande e sfarzoso centro commerciale in Taichung, Taiwan, in una parte nuova e di lusso ad ovest del centro di Taichung. Nel centro commerciale ed in prossimità vi sono inoltre i ristoranti ed i locali di intrattenimento più vari. Negli orari di apertura è sempre pieno di gente che gironzola anche solo per riempirsi gli occhi di belle cose.
In un pub, un bar, sei guardioni coi bastoni, cioè sei picciotti mafiosi del locale, hanno trascinato fuori Davy, uno studente olandese, sull’1.65, dunque neppure il classico nordico di due metri, e lo hanno massacrato. Gli hanno spappolato organi interni, procurato ferite sul corpo e fratture. Per alimentarlo è stato intubato. L’hanno proprio malridotto.
Poi, per coprirsi, hanno fatto circolare la voce che fosse uno spacciatore. Ma non gli è stata trovata droga. Hanno allora detto che era un drogato. Ma, all’ospedale, non è risultato drogato. Non è risultato neppure ubriaco. Non è che stesse facendo nulla quando è stato prelevato, portato fuori dal locale e massacrato. Era andato a pisciare. Uscito dal gabinetto è stato prelevato, portato fuori e pestato coi bastoni.
La polizia non ha fatto in realtà nessuna indagine. Il proprietario del locale dice che non è successo nulla, che non sa nulla. La polizia, naturalmente, finge di credergli. Un poliziotto che prendesse mai le parti di uno straniero sarebbe liquidato. Tutta Taiwan, come la Cina e la Cine, è sotto il controllo di mafie che sono lo Stato. Loro sono la polizia. Quella ufficiale è la maschera per il mondo con compiti di sicurezza generica e per le cose più piccole e spicciole. A Taiwan, come in tutte le Cine, la polizia è di fatto ausiliaria dei mafiosi e dei loro traffici. Controllano, coi mafiosi, che tutto si svolga con ordine e senza clamori. Arrestano o femano chi interferisca coi traffici mafiosi, oppure intervengono per liti familiari o d’edificio. Il singolo poliziotto non può certo mettersi contro il sistema mafioso. Fosse onesto, non farebbe il poliziotto, non farebbe neppure il cinese o il cinesoide.
Rispetto al fatto dello studente olandese, le registrazioni delle telecamere di sicurezza che a Taiwan sono dappertutto, anche e soprattutto all’interno dei locali commerciali, sono state cancellate intenzionalmente dai proprietari del locale. Per cui, non si può vedere che sia successo, neppure in parte. Evidentemente, non era successo nulla nel locale. Davy avesse mai anche solo infastidito qualcuno o tenuto dei comportamenti anomali, avrebbero almeno lasciato non cancellati fino a quel punto i dischi che registrano le telecamere che sono davvero dappertutto e riprendono davvero tutto e lo mandarlo ad apparecchi di registrazione. Tutto viene sempre registrato e conservato. Invece, Davy è stato cancellato, prima di dare i dischi alla polizia. “La macchina non ha registrato. Non funziona bene.” Naturalmente la polizia ha finto di credere loro.
Il proprietario del locale, che generosità!, s’è offerto, ma solo, ha detto, per il buon nome di Taiwan e della sua tradizione d’amicizia e d’ospitalità, d’offrire 10'000 taibi, 210 euro, per contribuire ai costi alle cure ospedaliere. Non ho idea se siano stati accettati. Non credo, visto che l’olandese aveva annunciato di far causa.
Alla madre, accorsa dall’Olanda per soccorrere il figlio hanno fatto storie per l’estensione del visto. La notizia del pestaggio è stata poi silenziata sui media. A Taiwan, come in tutte le Cine, è tutto strettamente controllato e censurato. Non se ne sa più niente. Potrebbe essere deceduto, restato invalido permanente, essere stato trasportato in Olanda. Si dovrebbe chiedere alla para-Ambasciata sua a Taipei, avessero mai qualche interesse alla cosa.
Interessante l’articolo apparso sul numero di ottobre di +886, una rivista gratuita bilingue su bella carta, con belle foto e dall’apparenza curata. Quando stavo scrivendo queste righe, l’articolo non c’era sul sito [ http://plus886.com/ ]. Vi sarà, forse in futuro. Per cui, può essere possiate trovarlo. Meglio sempre vedersi le cose direttamente.
L’articolo, dedicato più che al fatto ad una sua presentazione tendenzioso-xenofoba, si intitola “collisione di culture”. Uno studente olandese va in un pub di lusso, dunque mafioso, come sono tutti i locali a Taiwan e nelle Cine. Poi va a pisciare. Sei picciotti della “sicurezza” lo prelevano, lo portano fuori, e lo massacrano a bastonate per ammazzarlo. La polizia, la magistratura, i politici del luogo e di Taipei coprono tutto. La “collisione di culture” sembra del tutto unilaterale. Più che di culture sembra la collisione di specie differenti, un umano, forse (non conosco lo studente olandese), aggredito da un’altra specie.
Il tono dell’articolo è leggero e divertito, oltre che costruito sì da far ritenere in colpa l’olandese. Invero, non c’è nulla contro di lui, neppure una sua qualche reazione al pestaggio a bastonate. Non si può neppure pensare che al gabinetto avesse fatto qualche stranezza, visto che hanno cercato di diffondere che nel bar aveva infastidito una ragazza. Avrebbero lasciato il video, invece che cancellarlo, se fosse stato vero. Al gabinetto non ha dunque disturbato nessuno. Magari non v’era nessuno. Sei picciotti del locale l’hanno prelevato fuori dal gabinetto e portato fuori per liquidarlo. Son cose che si fanno perché il padrone te lo ordina. Inutile chiedersi il motivo. C’è il fatto. Nelle Cine non ci sono mai motivi. Ci sono patologie serissime ed incurabili. Tra l’altro, alle prime ore del mattino non ci sono ragazze in giro, tanto meno nei bar, se non ragazze del locale. Che qualcuna non stesse per scappare con lui... Se, mentre massacravano lui fuori, all’interno del locale avessero ammazzato una ragazza, magari una clandestina estera, e poi dissoltole il corpo, nessuno ne saprà mai nulla né nessuno farà mai indagini. Inutile, ad ogni modo, farsi troppe domande. Nelle Cine e Cineserie, non hanno motivi per aggredire ed ammazzare, soprattutto uno straniero. Non che succeda ogni giorno. Formalmente, sono quasi tutti gentilissimi, in apparenza. Sono facce e modi di fare fatti così. Al pollo spesso sorridi prima di fregarlo, aggredirlo, ammazzarlo ed anche, eventualmente, mentre lo freghi, l’aggredisci, l’ammazzi.
Per leggere l’articolo bene si deve avere una qualche conoscenza della psicologia elementare-pavloviana del cinese e cinesoide. Nell’articolo si cita, per esempio, un 28% di un certo sito felice per la notizia del pestaggio dell’olandese, mentre non si cità un 38% (se non ricordo male) di chi se ne vergognava. Si potrebbe pensare che, in fondo, se un 28% era contento dell’azione delinquenziale, un 38% se ne vergognasse. In realtà, un cinese e cinesoide si vergogna che la cosa si sia risaputa. Ecco perché l’estensore dell’articolo ha ritenuto, subliminalmente, di non citare quel 38% di vergognosi. Un 28% era felice e non si verognava a dirlo. Un 38% si vergognava che la “specie” cinese si facesse cattiva fama di fronte a chi, straniero, fosse venuto a conoscenza di quel fatto che veniva pubblicizzato. Non era una vergogna umana. Non si vergognavano del tentato assassinio, e pure bestiale ed immotivato, d’uno straniero, ma che la cosa si fosse risaputa.
Alla fine dell’articolo, ci sono due inviti, due “note”, uno “agli stranieri” da parte di Taiwan ed uno su Taiwan per stranieri. Il secondo invito sarebbe “to Taiwan from foreigners”, ma è, in realtà, egualmente un “consiglio” per stranieri. L’autore si ritiene “Taiwan”, evidentemente. Le due note, sono entrambe rivolte agli stranieri. La prima è che gli “stranieri” “siano più rispettosi della nostra cultura e popolo.” Insomma: non andate nei pub (no, anzi, andateci perché voi “stranieri” siete dei “polli” che loro devono spennare) e non fatevi dunque massacrare da teppaglia mafiosa locale che è in realtà lo Stato. Soprattutto, se vi massacrano deve essere colpa vostra per cui poi evitate di lamentarvi e che si risappia. La seconda nota è egualmente per stranieri: ci sono “mele cattive” ma non giudicateci, dunque non generalizzate. Invero, è proprio “but please don’t judge us as a group.” In effetti, i taiwanesi, come tutti i cinesi e cinesoidi, reagiscono istericamente se critichi, magari a motivo, qualche altro cinese e cinesoide. Si sentono attaccati loro in prima persona. L’altro cinese sono loro. Loro sono l’altro cinese. Infatti, loro non lo fanno mai di fronte a stranieri. Non criticano mai “uno dei loro”. Anzi, usano sempre toni propagandistici su loro cinesi e cinesoidi. Insomma, vai a pisciare, uscito dal gabinetto di un pub ti prelevano e ti massacrano per ammazzarti, la polizia e lo Stato ufficiale li copre, sulla stampa minimizzano la cosa e ridicolizzano e delinquentizzano la vittima e non sono da giudicare come gruppo. In realtà, sono un gruppo così unanime ed unico!
L’articolo, si conclude con un ultimo invito generale, un invito “terra terra” ad andare tutti d’accordo. Sono irritati che il ragazzo olandese abbia pubblicamente manifestato l’intenzione di fare causa al locale ed alla sua teppaglia. Sei picciotti locali col proprietario del pub e, in più, contro uno straniero quasi ammazzato, lui la perde la causa e deve pure pagare i danni a Taiwan e magari pure a chi l’ha massacrato. Può anche darsi, certo, che trovi come giudice uno dei rari umani che forse ci sono pure, rarissime eccezioni, anche nelle Cine e Cineserie. La parola di sette taiwanesi contro un pollo straniero pur quasi ammazzato?! Un giudice che prenda le parti d’uno straniero contro dei taiwanesi che negano?! Impossibile! Così come può essere, per ora non sembra, che la para-Ambasciata olandese faccia della cosa un caso di Stato. In tal caso, forse, farebbero “giustizia”. ...Su ordine superiore. Differentemente, è pressoché impossibile, sebbene le registrazioni delle telecamere cancellate indichino il dolo criminale del pub, e del padrone che ha ordinato ai suoi picciotti d’ammazzare un “pollo straniero”. Ritenevano d’aver finito di spennarlo ...o stava “sottraendo” loro una schiava del locale.
Un umano non si fa problemi a criticare un altro umano di qualunque nazionalità sia né di fronte a chiunque. L’insetto si vive come parte d’un gruppo che non si può mettere mai in discussione e che non si può lasciare. Così si vivono, molti nel mondo. Di certo, nelle Cine e Cineserie, sempre. Li si tratti di conseguenza.
Certo, vi sono pure gli stranieri nelle Cine (dove v’è abbondanza di nord-americani) che nelle discussioni sul caso come in altre occasioni usano concetti “euro-xenofobi” del tipo “siamo ospiti, per cui loro hanno il diritto di farci quel che vogliono; siamo noi che dobbiano renderci graditi e dunque evitarcele”, che tradotto diviene, quando sei sul “tuo” territorio, nella “tua” “patria”: “ora, tu straniero sei a casa mia, devi fare quello che dico io che ho il diritto, ora, di abusarti.” La tolleranza dell’abuso è tipica dell’abusatore che aspetti di poter lui abusare. In effetti, il concetto che all’estero ti possano abusare e tu li possa abusare a casa “tua” è tipicamente sadomaso.
Nessuno è ospite e nessuno è padrone di terre e paesi. Certo esistono nazionalistà formali e passaporti. È forma, per quanto molti se la vivano altrimenti. Al di là di ciò, i diritti sono diritti ed i doveri sono doveri secondo le leggi e le norme, non secondo stravaganze o patologie individuali. Non che i mondi perfetti esistano, spesso neppure un po’. Non esistono, in parte od in gran parte, ed, in certi luoghi, per nulla. Non è un buon motivo per accettare mondi imperfetti. Anche perché i delinquenti e gli insetti temono la pubblicità su ciò realmente e sono e su ciò realmente fanno. Per cui, nulla è inevitabile. Solo quel si accetta in silenzio, mentre non si dovrebbe, lo si fa divenire inevitabile. Poi, succeda quel che deve. Le conseguenze sono sempre imprevedibili. Cedere all’immoralità non rende né più sicuri né più felici. Parliamo di umani. Per altre categorie, varranno altri criteri. Si impari a distinguere, e su basi reali.
by Roberto Scaruffi
Erano le prime ore del mattino di lunedì 27 agosto 2007, in un pub, un bar, in Tiger City, Taichung. Tiger City non è una città ma semplicemente un grande e sfarzoso centro commerciale in Taichung, Taiwan, in una parte nuova e di lusso ad ovest del centro di Taichung. Nel centro commerciale ed in prossimità vi sono inoltre i ristoranti ed i locali di intrattenimento più vari. Negli orari di apertura è sempre pieno di gente che gironzola anche solo per riempirsi gli occhi di belle cose.
In un pub, un bar, sei guardioni coi bastoni, cioè sei picciotti mafiosi del locale, hanno trascinato fuori Davy, uno studente olandese, sull’1.65, dunque neppure il classico nordico di due metri, e lo hanno massacrato. Gli hanno spappolato organi interni, procurato ferite sul corpo e fratture. Per alimentarlo è stato intubato. L’hanno proprio malridotto.
Poi, per coprirsi, hanno fatto circolare la voce che fosse uno spacciatore. Ma non gli è stata trovata droga. Hanno allora detto che era un drogato. Ma, all’ospedale, non è risultato drogato. Non è risultato neppure ubriaco. Non è che stesse facendo nulla quando è stato prelevato, portato fuori dal locale e massacrato. Era andato a pisciare. Uscito dal gabinetto è stato prelevato, portato fuori e pestato coi bastoni.
La polizia non ha fatto in realtà nessuna indagine. Il proprietario del locale dice che non è successo nulla, che non sa nulla. La polizia, naturalmente, finge di credergli. Un poliziotto che prendesse mai le parti di uno straniero sarebbe liquidato. Tutta Taiwan, come la Cina e la Cine, è sotto il controllo di mafie che sono lo Stato. Loro sono la polizia. Quella ufficiale è la maschera per il mondo con compiti di sicurezza generica e per le cose più piccole e spicciole. A Taiwan, come in tutte le Cine, la polizia è di fatto ausiliaria dei mafiosi e dei loro traffici. Controllano, coi mafiosi, che tutto si svolga con ordine e senza clamori. Arrestano o femano chi interferisca coi traffici mafiosi, oppure intervengono per liti familiari o d’edificio. Il singolo poliziotto non può certo mettersi contro il sistema mafioso. Fosse onesto, non farebbe il poliziotto, non farebbe neppure il cinese o il cinesoide.
Rispetto al fatto dello studente olandese, le registrazioni delle telecamere di sicurezza che a Taiwan sono dappertutto, anche e soprattutto all’interno dei locali commerciali, sono state cancellate intenzionalmente dai proprietari del locale. Per cui, non si può vedere che sia successo, neppure in parte. Evidentemente, non era successo nulla nel locale. Davy avesse mai anche solo infastidito qualcuno o tenuto dei comportamenti anomali, avrebbero almeno lasciato non cancellati fino a quel punto i dischi che registrano le telecamere che sono davvero dappertutto e riprendono davvero tutto e lo mandarlo ad apparecchi di registrazione. Tutto viene sempre registrato e conservato. Invece, Davy è stato cancellato, prima di dare i dischi alla polizia. “La macchina non ha registrato. Non funziona bene.” Naturalmente la polizia ha finto di credere loro.
Il proprietario del locale, che generosità!, s’è offerto, ma solo, ha detto, per il buon nome di Taiwan e della sua tradizione d’amicizia e d’ospitalità, d’offrire 10'000 taibi, 210 euro, per contribuire ai costi alle cure ospedaliere. Non ho idea se siano stati accettati. Non credo, visto che l’olandese aveva annunciato di far causa.
Alla madre, accorsa dall’Olanda per soccorrere il figlio hanno fatto storie per l’estensione del visto. La notizia del pestaggio è stata poi silenziata sui media. A Taiwan, come in tutte le Cine, è tutto strettamente controllato e censurato. Non se ne sa più niente. Potrebbe essere deceduto, restato invalido permanente, essere stato trasportato in Olanda. Si dovrebbe chiedere alla para-Ambasciata sua a Taipei, avessero mai qualche interesse alla cosa.
Interessante l’articolo apparso sul numero di ottobre di +886, una rivista gratuita bilingue su bella carta, con belle foto e dall’apparenza curata. Quando stavo scrivendo queste righe, l’articolo non c’era sul sito [ http://plus886.com/ ]. Vi sarà, forse in futuro. Per cui, può essere possiate trovarlo. Meglio sempre vedersi le cose direttamente.
L’articolo, dedicato più che al fatto ad una sua presentazione tendenzioso-xenofoba, si intitola “collisione di culture”. Uno studente olandese va in un pub di lusso, dunque mafioso, come sono tutti i locali a Taiwan e nelle Cine. Poi va a pisciare. Sei picciotti della “sicurezza” lo prelevano, lo portano fuori, e lo massacrano a bastonate per ammazzarlo. La polizia, la magistratura, i politici del luogo e di Taipei coprono tutto. La “collisione di culture” sembra del tutto unilaterale. Più che di culture sembra la collisione di specie differenti, un umano, forse (non conosco lo studente olandese), aggredito da un’altra specie.
Il tono dell’articolo è leggero e divertito, oltre che costruito sì da far ritenere in colpa l’olandese. Invero, non c’è nulla contro di lui, neppure una sua qualche reazione al pestaggio a bastonate. Non si può neppure pensare che al gabinetto avesse fatto qualche stranezza, visto che hanno cercato di diffondere che nel bar aveva infastidito una ragazza. Avrebbero lasciato il video, invece che cancellarlo, se fosse stato vero. Al gabinetto non ha dunque disturbato nessuno. Magari non v’era nessuno. Sei picciotti del locale l’hanno prelevato fuori dal gabinetto e portato fuori per liquidarlo. Son cose che si fanno perché il padrone te lo ordina. Inutile chiedersi il motivo. C’è il fatto. Nelle Cine non ci sono mai motivi. Ci sono patologie serissime ed incurabili. Tra l’altro, alle prime ore del mattino non ci sono ragazze in giro, tanto meno nei bar, se non ragazze del locale. Che qualcuna non stesse per scappare con lui... Se, mentre massacravano lui fuori, all’interno del locale avessero ammazzato una ragazza, magari una clandestina estera, e poi dissoltole il corpo, nessuno ne saprà mai nulla né nessuno farà mai indagini. Inutile, ad ogni modo, farsi troppe domande. Nelle Cine e Cineserie, non hanno motivi per aggredire ed ammazzare, soprattutto uno straniero. Non che succeda ogni giorno. Formalmente, sono quasi tutti gentilissimi, in apparenza. Sono facce e modi di fare fatti così. Al pollo spesso sorridi prima di fregarlo, aggredirlo, ammazzarlo ed anche, eventualmente, mentre lo freghi, l’aggredisci, l’ammazzi.
Per leggere l’articolo bene si deve avere una qualche conoscenza della psicologia elementare-pavloviana del cinese e cinesoide. Nell’articolo si cita, per esempio, un 28% di un certo sito felice per la notizia del pestaggio dell’olandese, mentre non si cità un 38% (se non ricordo male) di chi se ne vergognava. Si potrebbe pensare che, in fondo, se un 28% era contento dell’azione delinquenziale, un 38% se ne vergognasse. In realtà, un cinese e cinesoide si vergogna che la cosa si sia risaputa. Ecco perché l’estensore dell’articolo ha ritenuto, subliminalmente, di non citare quel 38% di vergognosi. Un 28% era felice e non si verognava a dirlo. Un 38% si vergognava che la “specie” cinese si facesse cattiva fama di fronte a chi, straniero, fosse venuto a conoscenza di quel fatto che veniva pubblicizzato. Non era una vergogna umana. Non si vergognavano del tentato assassinio, e pure bestiale ed immotivato, d’uno straniero, ma che la cosa si fosse risaputa.
Alla fine dell’articolo, ci sono due inviti, due “note”, uno “agli stranieri” da parte di Taiwan ed uno su Taiwan per stranieri. Il secondo invito sarebbe “to Taiwan from foreigners”, ma è, in realtà, egualmente un “consiglio” per stranieri. L’autore si ritiene “Taiwan”, evidentemente. Le due note, sono entrambe rivolte agli stranieri. La prima è che gli “stranieri” “siano più rispettosi della nostra cultura e popolo.” Insomma: non andate nei pub (no, anzi, andateci perché voi “stranieri” siete dei “polli” che loro devono spennare) e non fatevi dunque massacrare da teppaglia mafiosa locale che è in realtà lo Stato. Soprattutto, se vi massacrano deve essere colpa vostra per cui poi evitate di lamentarvi e che si risappia. La seconda nota è egualmente per stranieri: ci sono “mele cattive” ma non giudicateci, dunque non generalizzate. Invero, è proprio “but please don’t judge us as a group.” In effetti, i taiwanesi, come tutti i cinesi e cinesoidi, reagiscono istericamente se critichi, magari a motivo, qualche altro cinese e cinesoide. Si sentono attaccati loro in prima persona. L’altro cinese sono loro. Loro sono l’altro cinese. Infatti, loro non lo fanno mai di fronte a stranieri. Non criticano mai “uno dei loro”. Anzi, usano sempre toni propagandistici su loro cinesi e cinesoidi. Insomma, vai a pisciare, uscito dal gabinetto di un pub ti prelevano e ti massacrano per ammazzarti, la polizia e lo Stato ufficiale li copre, sulla stampa minimizzano la cosa e ridicolizzano e delinquentizzano la vittima e non sono da giudicare come gruppo. In realtà, sono un gruppo così unanime ed unico!
L’articolo, si conclude con un ultimo invito generale, un invito “terra terra” ad andare tutti d’accordo. Sono irritati che il ragazzo olandese abbia pubblicamente manifestato l’intenzione di fare causa al locale ed alla sua teppaglia. Sei picciotti locali col proprietario del pub e, in più, contro uno straniero quasi ammazzato, lui la perde la causa e deve pure pagare i danni a Taiwan e magari pure a chi l’ha massacrato. Può anche darsi, certo, che trovi come giudice uno dei rari umani che forse ci sono pure, rarissime eccezioni, anche nelle Cine e Cineserie. La parola di sette taiwanesi contro un pollo straniero pur quasi ammazzato?! Un giudice che prenda le parti d’uno straniero contro dei taiwanesi che negano?! Impossibile! Così come può essere, per ora non sembra, che la para-Ambasciata olandese faccia della cosa un caso di Stato. In tal caso, forse, farebbero “giustizia”. ...Su ordine superiore. Differentemente, è pressoché impossibile, sebbene le registrazioni delle telecamere cancellate indichino il dolo criminale del pub, e del padrone che ha ordinato ai suoi picciotti d’ammazzare un “pollo straniero”. Ritenevano d’aver finito di spennarlo ...o stava “sottraendo” loro una schiava del locale.
Un umano non si fa problemi a criticare un altro umano di qualunque nazionalità sia né di fronte a chiunque. L’insetto si vive come parte d’un gruppo che non si può mettere mai in discussione e che non si può lasciare. Così si vivono, molti nel mondo. Di certo, nelle Cine e Cineserie, sempre. Li si tratti di conseguenza.
Certo, vi sono pure gli stranieri nelle Cine (dove v’è abbondanza di nord-americani) che nelle discussioni sul caso come in altre occasioni usano concetti “euro-xenofobi” del tipo “siamo ospiti, per cui loro hanno il diritto di farci quel che vogliono; siamo noi che dobbiano renderci graditi e dunque evitarcele”, che tradotto diviene, quando sei sul “tuo” territorio, nella “tua” “patria”: “ora, tu straniero sei a casa mia, devi fare quello che dico io che ho il diritto, ora, di abusarti.” La tolleranza dell’abuso è tipica dell’abusatore che aspetti di poter lui abusare. In effetti, il concetto che all’estero ti possano abusare e tu li possa abusare a casa “tua” è tipicamente sadomaso.
Nessuno è ospite e nessuno è padrone di terre e paesi. Certo esistono nazionalistà formali e passaporti. È forma, per quanto molti se la vivano altrimenti. Al di là di ciò, i diritti sono diritti ed i doveri sono doveri secondo le leggi e le norme, non secondo stravaganze o patologie individuali. Non che i mondi perfetti esistano, spesso neppure un po’. Non esistono, in parte od in gran parte, ed, in certi luoghi, per nulla. Non è un buon motivo per accettare mondi imperfetti. Anche perché i delinquenti e gli insetti temono la pubblicità su ciò realmente e sono e su ciò realmente fanno. Per cui, nulla è inevitabile. Solo quel si accetta in silenzio, mentre non si dovrebbe, lo si fa divenire inevitabile. Poi, succeda quel che deve. Le conseguenze sono sempre imprevedibili. Cedere all’immoralità non rende né più sicuri né più felici. Parliamo di umani. Per altre categorie, varranno altri criteri. Si impari a distinguere, e su basi reali.