15 December 2012

Letter from Lhasa, number 297.
Bilancio del Governo Monti


Letter from Lhasa, number 297. Bilancio del Governo Monti
by Roberto Abraham Scaruffi

La Voce, Bilancio del Governo Monti, http://www.lavoce.info , December 2012.
(La Voce 2012).

L’opuscoletto ha un taglio nettamente propagandistico. La BCE, i governi europei e Napolitano hanno stabilito che con Monti il clima era cambiato ed ecco che, per prodigio, il governo di colpo di Stato contro il governo eletto ha aperto l’era dell’oro. Dal baratro alla cuccagna, alla fine bastava rimuovere Berlusconi. Tito Boeri è solidamente col partito del colpo di Stato quirinalizio.

Siccome Tito Boeri capisce poco, nulla, di spread, che è un differenziale, confonde, oh solo di un paio di zeri, l’1/100 con l’1/10'000, per cui fa divenire una certa differenza tra 1.43% e 0.93%, come fosse invece una differenza tra 143% e 93%. 100 punti di spread sono un 1%, non un 100% 

Tito Boeri evoca una crisi alla greca, Berlusconi fosse restato al governo. Dimentica di dire che cosa abbia fatto Monti, oltre a salassare di tasse, per regalare soldi ai banchieri interni ed esterni, e non fare alcuna riforma radicale (e semplicissima, perché quando sono complesse non sono radicali né risolutive) di una pubblica amministrazione predatoria, come lo stesso sottolinea con altre espressioni.

Per arrivare al colpo di Stato del novembre 2011, Napolitano attiva centinaia di ‘investigatori’ per montare lo sputtanamento-fika di Berlusconi. Le stesse forze ordinano ciò al Quirinale montano, nell’immaginario, una crisi finanziaria e di bilancio. Arriva un Monti presentato come castrato ed ecco che la crisi si risolve magicamente, mentre ammazza di tasse ma senza tagliare spese. Anzi taglia spese, ma siccome la spesa aumenta ed il debito pure, deve spendere ancor di più di prima a meno che i soldi non si volatilizzino.

Non esiste un solo elemento strutturale che indichi una qualche soluzione del problema di Italiozia che è il debito pubblico (che con Monti aumenta nettamente), debito pubblico da rimborsarsi e basta, non da contenere. Monti aggrava, mentre si esibisce in barzellette da bar presentate in Italiozia e nel mondo come grandi verità di un politico navigato.

Il lettore si aspetta che l’opuscoletto dia qualche elemento per capire che cosa Monti abbia risolto. O non c’erano problemi, prima di lui. O lui, adulato pur sfasciando, gode di protezioni interne ed internazionali d’altro genere per altri motivi per cui ecco che la sua immagine viene venduta come differente.    

Angelo Baglioni si riferisce al Fiscal Compact ed al trasferimento delle vigilanza bancaria alla BCE. Senza Monti, anche con un governo B.Grillo, non sarebbe cambiato nulla, a parte l’eccitazione, o meno, apparente della Merkel a seconda dei volti si trova in prossimità. No, no, Baglioni non porta altra luce.

Maria Flavia Ambrosanio e Massimo Bordignon iniziano raccontando che Monti avrebbe riequilibrati i conti pubblici. Senza alcun rimborso del debito pubblico, che anzi è aumentato, e solo aumentando, e pure pesantemente, le tasse, o si incrimina Tremonti per alto tradimento, oppure non è che qualcosa non torni. Non torna proprio nulla. Cosa Monti abbia riequilibrato sono solo gli euro-miliardi regala ai banchieri, ed alle solite oligarchie e burocrazie predatorie. Tutto il resto lo ha squilibrato.   

Maria Flavia Ambrosanio e Massimo Bordignon tratteggiano, con rapidi dettagli, il gran pasticcio fiscale del governo Monti. Beh, se questo è ciò che ha risolto, potevano evitare di dire, contraddicendo la loro stessa dichiarazione iniziale, che non ha risolto nulla, e pur pasticciato ed aggravato tutto.

Agar Brugiavini e Roberta Rainato seguono lo schema standard di questo opuscoletto. Dichiarano che Monti ha risolto e poi descrivono che ha solo pasticciato ed aggravato ulteriormente. Il temino del paragrafo è la riforma pensioni. 

Complicazione legali come la definizione confusa di chi rientri nella categoria di esodato, dunque assoluta incertezza del diritto, tagli vari alle pensioni con tecniche varie del tutto usuali, danno un quadro di approssimazione e di consuetudinarietà. Dove sono le innovazioni? Dove sono i meriti? Dove vanno i soldi risparmiati visto che il debito pubblico aumenta? Nessun altro governo avrebbe potuto fare peggio del ‘grande’ governo Monti.

Tito Boeri e Pietro Garibaldi informano il lettore che “La riforma del mercato del lavoro è la grande incompiuta del governo Monti.” Se lasciamo parlare loro, dicono di più di qualunque critico tendenzioso, supposto loro non lo siano: “Molte misure sono destinate a essere inefficaci e aumentare il grado di incertezza sul mercato del lavoro.”

Raccontano che Monti, quando ha chiesto la fiducia su tale riforma, si è impegnato a cambiarla e che anzi la Fornero la ha un po’ già cambiata, ...con una circolare, di una settimana dopo, sui contratti a termine! Una circolare! Chiedi la fiducia e poi rettifichi aspetti di una legge con una circolare, dopo una settimana. Tali sono i ‘tecnocrati’ all’italiota! Sono dei pagliacci. E pure chi li adula. 

Sarebbe più efficiente fare leggi che delegano materie al governo, che a sua volta provvede in via amministrativa, e con controllo parlamentare. È troppo difficile, impossibile, in regime di predazione burocratica. Perché un governo potesse dismettere ed assumere burocrati da un giorno all’altro governerebbe, che è proprio ciò la dittatura quirinalizia, ed i padroni inglesi ed altri d’Italiozia non vogliono.   

Tito Boeri e Pietro Garibaldi accennano anche all’assenza di risultati del “tavolo sulla produttività”. Già il solo immaginarsi che un soviet sulla produttività posso incrementare la produttività, invece che essere solo una perdita di tempo, è una demenzialità. La produttività dipende dall’innovazione e dall’organizzazione. Le chiacchiere su ciò sono la scelta opposta.

Francesco Giavazzi parla di 4 punti PIL di imposte dell’ultimo Berlusconi e del primo anno, e forse ultimo, di governo Monti. Se un punto PIL di tasse si traduce in -3, in tre anni, qui si dovrebbe essere ad un -12. Meno o più se si applicano altri coefficienti, altri moltiplicatori. Per cosa? Per distribuire flussi enormi di fondi alle oligarchie predatorie burocratiche e private. Non male, per il partito dello sfascio.

Ovviamente, Francesco Giavazzi deve prostrarsi di fronte all’Impero e riconoscere “al governo Monti il merito di aver drasticamente cambiato le aspettative, evitando un anno fa un default che appariva sempre più probabile”. Sì, insomma, le Polizie Segrete CC quirinalizie, agli ordini di Napolitano, di un Napolitano sporcaccione, creano l’aspettativa del crollo da fika. Liquidato, per questo, e solo per questo, Berlusconi, le aspettative sono ora sul nero nerissimo fisso. 

Fabiano Schivardi elenca alcune misure in direzione di una maggiore concorrenza ma confessa l’assenza di qualunque rivoluzione culturale nel campo. Dunque, Monti ha seguito la solita politica dei rattoppi, senza sboccare, alias frantumare, il sistema burocratico ed oligarchico. Non è che uno messo lì da quelli potesse liquidarli...

Francesco Daveri cita varie cose sullo sviluppo. Alla fine, il governo Monti avrebbe solo reintrodotto un carrozzone come l’ICE, pur non finanziandolo. Il che indica una logica tutta interna alla protezione ed espansione dello Stato Predatorio

Carlo Scarpa racconta, nella sua paginetta, che nulla è stato fatto dal punto di vista delle privatizzazioni e nulla neppure dal punto di vista, più importante, dell’efficienza di eventuali privatizzazioni o loro assenza. Checché se ne possa pensare, il punto non è chi sia il proprietario formale, ma la qualità ed il prezzo dei servizi resi.

Daniela Marchesi racconta che il governi Monti ha fatto grandi cose per la giustizia civile. Il filtro per i processi di appello, per cui l’appello sarebbe accordato sulla base delle probabilità che il ricorso possa essere accolto, sembra una cosa del tutto cervellotica e di dubbia Costituzionalità. Liberalizzare le tariffe degli avvocati è di certo ottimo, ma non sembra una gran cosa. Nella sostanza, il supposto grande lavorio del governo Monti sembrerebbe un nulla. Una regola base delle burocrazie italiote è che il loro potere dunque la loro corruzione dipendano dall’arretrato. 

Nerina Dirindin svolge il temino sulla tutela della salute. Oltre i tagli di spesa, che di per sé non sono necessariamente male visto che la Sanità è una grande predazione, il governo Monti non ha fatto nulla. Gli stessi tagli solo per risparmiare e non per efficientizzare rispondono alla logica miope di pure compatibilità di bilancio. Magari hanno tagliato l’utile ed aumentato il finanziamento alle predazioni, che è la missione generale del governo Monti.

Daniele Checchi e Tullio Jappelli raccontano come, nel settore della pubblica istruzione, il governo Monti si sia barcamenato senza avviare alcun cambiamento positivo. 

Marco Ponti plaude a modesti tagli nel finanziamento dei trasporti pubblici. Tuttavia, poi, dipinge un quadro generalizzato di rinvii compreso nel settore delle regolazioni. I pendolari e gli altri utenti non hanno ragioni di felicità, né di speranza.

Daniela Del Boca rappresenta un quadro di peggioramento delle politiche per la famiglia con effetti negativi sullo stesso mercato del lavoro.

Marzio Galeotti ritiene che il governo Monti non abbia mostrato particolare interesse per le questioni energetiche. Gli alti costi, le incerte prospettive, i fumosi piani nucleari, e l’influsso negativo che tutto ciò ha sull’economia sono evidentemente fuori dai suoi interessi.

Alfonso Fuggetta, sul digitale, tratteggia un quadro di cronico ritardo e con il governo Monti che ha creato una nuova Agenzia, altra burocrazia. In pratica, le pubbliche amministrazioni fanno allo scaricabarile per far poco e male. Che non fosse stato meglio che i governi non avessero fatto nulla, anziché creare solo ostacoli?   

Sergio Briguglio enfatizza il cambiamento di stile sulla immigrazione. Ai tempi della “rozzezza leghista”, i media enfatizzavano ogni decesso. Ai tempi della finezza montiana, i media hanno sostanzialmente silenziato i decessi di immigrati in rotta vero Italiozia. Una svolta mediatico-razzista.

Lo stesso governo ha assunto misure sostanzialmente razziste. I lavoratori esteri altamente qualificati ora favoriti, non si capisce che verrebbero mai a fare in Italiozia. L’aumento delle sanzioni contro imprese che occupino illegalmente stranieri colpisce gli stessi irregolari, oppure è una grida manzoniana. A ciò si sono mescolati pasticci legal-burocratici, proroghe, resistenze di ogni genere alle regolarizzazioni.

In realtà, l’immigrazione sarebbe una materia da regolare in via amministrativa e con visioni libertarie. Leggi a stratificazioni successive, e per mantenere basse promesse a bassi istinti di elettori o di politicanti, creano solo una massa normativa ingestibile. 

Luigi Guiso la butta sulla crisi di fiducia risolta dal governo Monti. Dato che la crisi di fiducia era stata determinata dall’azione delle Polizie Segrete CC quirinalizie, su ordine di Napolitano, e da imposizioni estere, si è a livello di immagini create con tecniche propagandistiche militar-poliziesche.

Alle fanfaronate pubblicitarie di Monti ha corrisposto una drastica contrazione del PIL, che si prospetta lunga. Per Luigi Guiso, è tutto ottimo perché la patria è salva grazie a Monti. Anzi dice che Monti avrebbe potuto sfruttare i suoi poteri di fatto dittatoriali per fare di più. Retorica vuota. Perché dei poveri burocrati compradori, messi lì per lo sfascio, avrebbero mai voluto fare di più, di meglio e di differente? Hanno fatto il loro lavoro. 

La Voce, Bilancio del Governo Monti, http://www.lavoce.info , December 2012.