Letter from Lhasa, number 297.
Bilancio del Governo Monti
by Roberto Abraham Scaruffi
(La Voce 2012).
L’opuscoletto ha un
taglio nettamente propagandistico. La BCE, i governi europei e Napolitano hanno
stabilito che con Monti il clima era cambiato ed ecco che, per prodigio, il
governo di colpo di Stato contro il governo eletto ha aperto l’era dell’oro.
Dal baratro alla cuccagna, alla fine bastava rimuovere Berlusconi. Tito Boeri è
solidamente col partito del colpo di Stato quirinalizio.
Siccome Tito Boeri
capisce poco, nulla, di spread, che è un differenziale, confonde, oh solo di un
paio di zeri, l’1/100 con l’1/10'000, per cui fa divenire una certa differenza
tra 1.43% e 0.93%, come fosse invece una differenza tra 143% e 93%. 100 punti
di spread sono un 1%, non un 100%
Tito Boeri evoca
una crisi alla greca, Berlusconi fosse restato al governo. Dimentica di dire
che cosa abbia fatto Monti, oltre a salassare di tasse, per regalare soldi ai
banchieri interni ed esterni, e non fare alcuna riforma radicale (e
semplicissima, perché quando sono complesse non sono radicali né risolutive) di
una pubblica amministrazione predatoria, come lo stesso sottolinea con altre
espressioni.
Per arrivare al
colpo di Stato del novembre 2011, Napolitano attiva centinaia di
‘investigatori’ per montare lo sputtanamento-fika di Berlusconi. Le stesse
forze ordinano ciò al Quirinale montano, nell’immaginario, una crisi finanziaria
e di bilancio. Arriva un Monti presentato come castrato ed ecco che la crisi si
risolve magicamente, mentre ammazza di tasse ma senza tagliare spese. Anzi
taglia spese, ma siccome la spesa aumenta ed il debito pure, deve spendere
ancor di più di prima a meno che i soldi non si volatilizzino.
Non esiste un solo
elemento strutturale che indichi una qualche soluzione del problema di
Italiozia che è il debito pubblico (che con Monti aumenta nettamente), debito
pubblico da rimborsarsi e basta, non da contenere. Monti aggrava, mentre si
esibisce in barzellette da bar presentate in Italiozia e nel mondo come grandi
verità di un politico navigato.
Il lettore si
aspetta che l’opuscoletto dia qualche elemento per capire che cosa Monti abbia
risolto. O non c’erano problemi, prima di lui. O lui, adulato pur sfasciando,
gode di protezioni interne ed internazionali d’altro genere per altri motivi
per cui ecco che la sua immagine viene venduta come differente.
Angelo Baglioni si
riferisce al Fiscal Compact ed al trasferimento delle vigilanza bancaria
alla BCE. Senza Monti, anche con un governo B.Grillo, non sarebbe cambiato
nulla, a parte l’eccitazione, o meno, apparente della Merkel a seconda dei
volti si trova in prossimità. No, no, Baglioni non porta altra luce.
Maria Flavia
Ambrosanio e Massimo Bordignon iniziano raccontando che Monti avrebbe
riequilibrati i conti pubblici. Senza alcun rimborso del debito pubblico, che
anzi è aumentato, e solo aumentando, e pure pesantemente, le tasse, o si
incrimina Tremonti per alto tradimento, oppure non è che qualcosa non torni.
Non torna proprio nulla. Cosa Monti abbia riequilibrato sono solo gli
euro-miliardi regala ai banchieri, ed alle solite oligarchie e burocrazie
predatorie. Tutto il resto lo ha squilibrato.
Maria Flavia
Ambrosanio e Massimo Bordignon tratteggiano, con rapidi dettagli, il gran
pasticcio fiscale del governo Monti. Beh, se questo è ciò che ha risolto,
potevano evitare di dire, contraddicendo la loro stessa dichiarazione iniziale,
che non ha risolto nulla, e pur pasticciato ed aggravato tutto.
Agar Brugiavini e
Roberta Rainato seguono lo schema standard di questo opuscoletto. Dichiarano
che Monti ha risolto e poi descrivono che ha solo pasticciato ed aggravato
ulteriormente. Il temino del paragrafo è la riforma pensioni.
Complicazione
legali come la definizione confusa di chi rientri nella categoria di esodato,
dunque assoluta incertezza del diritto, tagli vari alle pensioni con tecniche
varie del tutto usuali, danno un quadro di approssimazione e di
consuetudinarietà. Dove sono le innovazioni? Dove sono i meriti? Dove vanno i
soldi risparmiati visto che il debito pubblico aumenta? Nessun altro governo
avrebbe potuto fare peggio del ‘grande’ governo Monti.
Tito Boeri e Pietro
Garibaldi informano il lettore che “La riforma del mercato del lavoro è la
grande incompiuta del governo Monti.” Se lasciamo parlare loro, dicono di più
di qualunque critico tendenzioso, supposto loro non lo siano: “Molte misure
sono destinate a essere inefficaci e aumentare il grado di incertezza sul
mercato del lavoro.”
Raccontano che
Monti, quando ha chiesto la fiducia su tale riforma, si è impegnato a cambiarla
e che anzi la Fornero la ha un po’ già cambiata, ...con una circolare, di una
settimana dopo, sui contratti a termine! Una circolare! Chiedi la fiducia e poi
rettifichi aspetti di una legge con una circolare, dopo una settimana. Tali
sono i ‘tecnocrati’ all’italiota! Sono dei pagliacci. E pure chi li adula.
Sarebbe più
efficiente fare leggi che delegano materie al governo, che a sua volta provvede
in via amministrativa, e con controllo parlamentare. È troppo difficile,
impossibile, in regime di predazione burocratica. Perché un governo potesse
dismettere ed assumere burocrati da un giorno all’altro governerebbe, che è
proprio ciò la dittatura quirinalizia, ed i padroni inglesi ed altri
d’Italiozia non vogliono.
Tito Boeri e Pietro
Garibaldi accennano anche all’assenza di risultati del “tavolo sulla
produttività”. Già il solo immaginarsi che un soviet sulla produttività posso
incrementare la produttività, invece che essere solo una perdita di tempo, è
una demenzialità. La produttività dipende dall’innovazione e
dall’organizzazione. Le chiacchiere su ciò sono la scelta opposta.
Francesco Giavazzi
parla di 4 punti PIL di imposte dell’ultimo Berlusconi e del primo anno, e
forse ultimo, di governo Monti. Se un punto PIL di tasse si traduce in -3, in
tre anni, qui si dovrebbe essere ad un -12. Meno o più se si applicano altri
coefficienti, altri moltiplicatori. Per cosa? Per distribuire flussi enormi di
fondi alle oligarchie predatorie burocratiche e private. Non male, per il
partito dello sfascio.
Ovviamente,
Francesco Giavazzi deve prostrarsi di fronte all’Impero e riconoscere “al
governo Monti il merito di aver drasticamente cambiato le aspettative, evitando
un anno fa un default che appariva sempre più probabile”. Sì, insomma, le
Polizie Segrete CC quirinalizie, agli ordini di Napolitano, di un Napolitano
sporcaccione, creano l’aspettativa del crollo da fika. Liquidato, per questo, e
solo per questo, Berlusconi, le aspettative sono ora sul nero nerissimo
fisso.
Fabiano Schivardi
elenca alcune misure in direzione di una maggiore concorrenza ma confessa
l’assenza di qualunque rivoluzione culturale nel campo. Dunque, Monti ha
seguito la solita politica dei rattoppi, senza sboccare, alias
frantumare, il sistema burocratico ed oligarchico. Non è che uno messo lì da
quelli potesse liquidarli...
Francesco Daveri
cita varie cose sullo sviluppo. Alla fine, il governo Monti avrebbe solo
reintrodotto un carrozzone come l’ICE, pur non finanziandolo. Il che indica una
logica tutta interna alla protezione ed espansione dello Stato Predatorio
Carlo Scarpa
racconta, nella sua paginetta, che nulla è stato fatto dal punto di vista delle
privatizzazioni e nulla neppure dal punto di vista, più importante,
dell’efficienza di eventuali privatizzazioni o loro assenza. Checché se ne
possa pensare, il punto non è chi sia il proprietario formale, ma la qualità ed
il prezzo dei servizi resi.
Daniela Marchesi
racconta che il governi Monti ha fatto grandi cose per la giustizia civile. Il
filtro per i processi di appello, per cui l’appello sarebbe accordato sulla
base delle probabilità che il ricorso possa essere accolto, sembra una cosa del
tutto cervellotica e di dubbia Costituzionalità. Liberalizzare le tariffe degli
avvocati è di certo ottimo, ma non sembra una gran cosa. Nella sostanza, il
supposto grande lavorio del governo Monti sembrerebbe un nulla. Una regola base
delle burocrazie italiote è che il loro potere dunque la loro corruzione
dipendano dall’arretrato.
Nerina Dirindin
svolge il temino sulla tutela della salute. Oltre i tagli di spesa, che di per
sé non sono necessariamente male visto che la Sanità è una grande predazione,
il governo Monti non ha fatto nulla. Gli stessi tagli solo per risparmiare e
non per efficientizzare rispondono alla logica miope di pure compatibilità di
bilancio. Magari hanno tagliato l’utile ed aumentato il finanziamento alle
predazioni, che è la missione generale del governo Monti.
Daniele Checchi e
Tullio Jappelli raccontano come, nel settore della pubblica istruzione, il
governo Monti si sia barcamenato senza avviare alcun cambiamento positivo.
Marco Ponti plaude
a modesti tagli nel finanziamento dei trasporti pubblici. Tuttavia, poi,
dipinge un quadro generalizzato di rinvii compreso nel settore delle
regolazioni. I pendolari e gli altri utenti non hanno ragioni di felicità, né
di speranza.
Daniela Del Boca
rappresenta un quadro di peggioramento delle politiche per la famiglia con
effetti negativi sullo stesso mercato del lavoro.
Marzio Galeotti
ritiene che il governo Monti non abbia mostrato particolare interesse per le
questioni energetiche. Gli alti costi, le incerte prospettive, i fumosi piani
nucleari, e l’influsso negativo che tutto ciò ha sull’economia sono
evidentemente fuori dai suoi interessi.
Alfonso Fuggetta,
sul digitale, tratteggia un quadro di cronico ritardo e con il governo Monti
che ha creato una nuova Agenzia, altra burocrazia. In pratica, le pubbliche
amministrazioni fanno allo scaricabarile per far poco e male. Che non fosse
stato meglio che i governi non avessero fatto nulla, anziché creare solo
ostacoli?
Sergio Briguglio
enfatizza il cambiamento di stile sulla immigrazione. Ai tempi della “rozzezza
leghista”, i media enfatizzavano ogni decesso. Ai tempi della finezza montiana,
i media hanno sostanzialmente silenziato i decessi di immigrati in rotta vero
Italiozia. Una svolta mediatico-razzista.
Lo stesso governo
ha assunto misure sostanzialmente razziste. I lavoratori esteri altamente
qualificati ora favoriti, non si capisce che verrebbero mai a fare in
Italiozia. L’aumento delle sanzioni contro imprese che occupino illegalmente
stranieri colpisce gli stessi irregolari, oppure è una grida manzoniana. A ciò
si sono mescolati pasticci legal-burocratici, proroghe, resistenze di ogni
genere alle regolarizzazioni.
In realtà,
l’immigrazione sarebbe una materia da regolare in via amministrativa e con
visioni libertarie. Leggi a stratificazioni successive, e per mantenere basse
promesse a bassi istinti di elettori o di politicanti, creano solo una massa
normativa ingestibile.
Luigi Guiso la
butta sulla crisi di fiducia risolta dal governo Monti. Dato che la crisi di
fiducia era stata determinata dall’azione delle Polizie Segrete CC
quirinalizie, su ordine di Napolitano, e da imposizioni estere, si è a livello
di immagini create con tecniche propagandistiche militar-poliziesche.
Alle fanfaronate
pubblicitarie di Monti ha corrisposto una drastica contrazione del PIL, che si
prospetta lunga. Per Luigi Guiso, è tutto ottimo perché la patria è salva
grazie a Monti. Anzi dice che Monti avrebbe potuto sfruttare i suoi poteri di
fatto dittatoriali per fare di più. Retorica vuota. Perché dei poveri burocrati
compradori, messi lì per lo sfascio, avrebbero mai voluto fare di più, di
meglio e di differente? Hanno fatto il loro lavoro.