12 February 2015

Letter from Lhasa, number 364.
Umberto Eco - Numero zero

Letter from Lhasa, number 364. Umberto Eco - Numero zero
by Roberto Abraham Scaruffi

Eco, U., Numero zero, Bompiani/RCS, Milan, Italy, 2015.
(Eco 2015).
Umberto Eco


Colonna viene scelto per fare l’assistente alla direzione di un giornale, a Milano, agli inizi del 1992, che non uscirà mai e per scrivere un libro come ghostwriter per il direttore dello stesso, Simei. La funzione del giornale che non uscirà è di puro ricatto. Pure il libro, verosimilmente. I redattori sono sei, tra cui una donna, Maia Fresia.

L’editore era il Commendatore che pubblicava altri quotidiani e riviste, ora di dubbio spessore ore specializzati per interessi specifici.

Eco centra il racconto sull’ipotesi che Mussolini non fosse morto e, dall’Argentina, o da altrove, domini la storia italica fino al cosiddetto golpe Borghese che non si fa perché Mussolini muore mentre viene trascinato di nuovo al potere. Una baggianata, fosse l’ipotesi di base vera o meno.

Ovviamente, Eco è prigioniero della sua solita luogocomunistica corrente. Impossibile che l’Impero potesse pensare di rimettere al potere un Mussolini. Inoltre, un personaggio non può dominare la storia con tutti che lo credono morto. Chi aveva voluto Mussolini morto erano stati proprio gli inglesi, che lo avevano portato al potere, sostenuto e poi usato per meglio sfondare la Germania, l’Asse. Anche non fosse stato assassinato e fosse poi morto tranquillamente, non cambia i termini della questione. Come statista, non serve più a nessuno.

Eco insiste su Moro ucciso perché sapeva qualcosa e lo avrebbe rivelato. Moro era un omertoso di prima classe. Tantissimi conoscono segreti e non per questo vengono assassinati. Andreotti ordina la demolizione psicologica e l’assassinio di Moro perché questi, pur perdente nella DC e nello Stato, sta per divenire Presidente della Repubblica su accordo DC-PCI, Zaccagnini-Berlinguer. Dato che Andreotti controlla gli apparati della forza, monta un’operazione CC-NATO per liquidarlo. Ai fini pratici, vi è il segreto di Stato ed segreto di Stato sul segreto di Stato (il segreto NATO). Per cui, non se ne può parlare.   

Il cosiddetto golpe Borghese è la classica operazione per bruciare chi si è montato la testa e spingerlo al terrorismo puro, che è quello stavano già facendo anche se si credono di poter divenire, o di essere divenuti, pupari. Il terrorismo serve al potere mentre per il potere formale ci sono già i partiti ed il loro sistema di potere. Si fa credere ad un manipolo di terroristi di avere acquistato un grande potere e di avere tutte le coperture interne ed internazionali per un colpo di Stato. Però, poi, la copertura angloamericana  non arriva ed arriva anzi l’ordine di tornarsene a casa.

Ad Eco basta falsificare un po’ basandosi sul suo solito luogocomunismo. Borghese non è un fascista. Non è un mussoliniano. A guerra persa, dopo avere creato una compagnia di ventura che rifiuta il tradimento reale, dei Savoia, contatta gli angloamericani e passa al loro servizio.  

Eco, che costruisce le sue teorie luogocomunare attraverso la bocca di Braggadocio, uno dei sei della redazione, lo fa ritrovare morto, assassinato, proprio la notte che questi deve incontrare qualcuno di cui si fida e che dunque, verosimilmente, gli confermerebbe tutto, la baggianata su Mussolini. È un classico della letteratura spionistica. Uno di cui ti fidi ti fissa un appuntamento e ti ritrovi morto.

A quel punto, l’editore, chiaramente su irresistibili pressioni esterne, dunque di Stato, chiude il progetto di quotidiano. Pure il direttore dello stesso rinuncia subito al progetto del libro e dichiara di voler scappare in Svizzera e cambiare identità.

Pochi giorni dopo l’assassinio, compare in TV un po’ tutta la storia ricostruita da Braggadocio, con l’eccezione delle ipotesi su Mussolini. Il lettore pensa ad un Braggadocio assassinato per quello, quando sarebbe proprio quello cui non ne fregherebbe nulla a nessuno. Se ti assassinano è sempre e solo su richiesta governativo-istituzionale-NATO. Il luogocomunaro Eco deve accreditare l’ipotesi dei diabolici “Servizi Segreti”, quelli che senza copertura istituzionale-NATO non fanno proprio nulla.

Colonna e Maia, che si sono da tempo innamorati, si rifugiano ad Orta dove sognano come continuare a campare in qualche modo. Tra l’altro, un disservizio di Polizia Segreta avrebbe subito messo sotto controllo tutti i telefoni dei colleghi dell’assassinato per cui il loro fare sospetto sarebbe stato subito rilevato. Eco non ci arriva. Pure sul futuro dei due, Eco, che ha tutte le porte aperte, la fa facile. Nella realtà non è per nulla così. 

Il libro è scritto in modo ineccepibile, pur con l’Eco che deve blandire il lobotomizzato medio, ...che è dove lui stesso fieramente si colloca.



Eco, U., Numero zero, Bompiani/RCS, Milan, Italy, 2015.