24 September 2007

Lettera da Lhasa numero 84. Angelo Panebianco, politologo da Corsera

Lettera da Lhasa numero 84. Angelo Panebianco, politologo da Corsera
by Roberto Scaruffi

Angelo Panebianco, La delusione dei moralisti, Corriere della Sera, 22 settembre 2007,
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2007/09_Settembre/22/politica_morale_antipolitica.shtml


È spuntato Grillo, come se non fosse conseguenza diretta dell’ulteriore devastazione quirinalizio-mediobanchista delle già scassate istituzioni italiote, ed ecco che tutti s’affannano a dire qualcosa di plausibile per orientare ascoltatori vari. Normale che il principale giornale delle oligarchie d’area mediobanchista, ma pure quirinalizia, se ne esca con pseudo-analisi pseudo-intelligenti.

Panebianco, come in genere tutti i professori da Corsera e da stampa in genere, mosta tutto il nullismo dei politologi al soldo. Si muove tra concetti qui di nessuna utilità euristica: antipolitica, moralismo legalitario, ’92-93 come uscita della guerra fredda e pieno rinnovamento [non si sa ben di cosa!], seconda repubblica, rivoluzione dei giudici [i procuratori non sono legalmente giudici!].

In realtà, sono solo preoccupati che Grillo sia uscito di suo. Procuratori per liquidazioni per interessi loro, così come “movimenti” a costoro connessi, sarebbero subito stati dipinti come grandiosamente promettenti anche se poi i risultati sono sotto il naso di tutti, se li si vuol vedere, di tali “promettenti” operazioni giudiziarie [per permettere e proteggere malaffari l’oligarchie vincenti, che poi sono sempre le solite?!] e “di popolo” [lanciatori di monetine casualmente trovate in bustarelle appena intascate?!]. Fatelo, un bilancio delle iniziative giudiziarie della Procura di Milano dalla annessione di Milano al Regno poi divenuto Repubblica e delle periodiche ondate “popolari” di “rinnovamento” o “risanamento”. Oltre ad oligarchie (predatorie) che sono sempre le solite, e masse di singoli corrotti “privati”, di Stato e di paraStato che si riciclano nello stesso proprio immaginario, non troverete altro.

Infatti, con l’armamentario pseudo-concettuale usato da tali professori, nessuno capisce ne può capire perché vi siano gli attuali ulteriori fenomeni degenerativi, anzi, meglio, d’ulteriore irreversibile putrefazione d’uno Stato irriformabile e neppure ricostruibile né ricreabile altrimenti. Se avete un solo pezzo di legno ed è marcio, non potete pretendere di rifare ciò che con esso avete già magari pure malfatto. I linguaggi non sono neutri rispetto all’analisi. Se definite una mela puro spirito, non potete poi pretendere d’analizzarne la struttura molecolare.

Tra l’altro, quelle sui Grillo sono finte preoccupazioni. Esistessero dei veri politogi dovrebbero sapere che, dopo quel 60% referendario contro la promulgazione della Costituzione “inglese” del 2006, sarebbe stata meccanica un’accentuazione della frammentazione partitica (riflesso di quella sociale) con connesso trasformismo parlamentare. Inoltre, in regime di putrefazione predatoria, qualunque movimento della società coriandolizzata è all’interno del sistema predatorio e da esso facilmente riassobibile anche mostrasse un qualche antagonismo. Ma non era questo il caso. Non c’è nulla d’antagonista nei “grillini”.

È tutto molto più semplice. Le istituzioni operano e vengono usate sulla base di procedure e di rapporti di forza, soldi (in senso lato) inclusi. La magistratura è, dal punto di vista formale, sotto il controllo assoluto del Presidente della Repubblica. Si veda la normativa e si vedrà che costui può letteralmente fare quello che vuole del CSM. Certo, formalmente, non può imporre nessuna decisione. Eppure ha un tale assoluto potere di paralisi che attraverso esso impone quello che vuole a chi vuole. Certo, occorre anche un qualche consenso reale e mediatico (che è parte, conseguenza, del consenso sociale, materiale, visto che i media non sono mai indipendenti dai poteri reali), per cui al Presidente della Repubblica occorre l’appoggio delle burocrazie statali (i “ministeriali” civili e militari) e dello pseudocapitalismo di paraStato concretamente costituito dall’area Mediobanca.

Se non si capisce o si finge di non capire ciò, si vaneggia nel tentativo, o nella finzione, di fare analisi. Dal 1992-93 ad oggi, è tutto ben più semplice di come “argutamente”, in realtà in mala fede (si devono coprire gli interessi delinquenziali sia d’area mediobanchista sia quirinalizio-ministeriale), si cerchi di darla a bere per nascondere ciò che è avvenuto, ciò che sta avvenendo e l’impossibilità di alcuna soluzione, a parte la putrefazione italica che continuerà irreversibile chiunque si prenda i voti e chiunque finga di governare, essendo lo Stato in gran parte fuori controllo, per cui nessun governo può attuare politiche d’alcun genere. Neppure alcun Parlamento può decidere alcunchè, sia per le procedure burocratiche lunghe, lunghissime, ed ostruzionistiche (da parte di burocrazie ed oligarchie) quando occorre, sia perché nessuno attuerà ciò che viene deciso se non serve le corruzioni e delinquenze oligarchiche e quirinalizio-ministeriali. Si veda ciò che si ha sotto il naso ogni giorno.

Nel 1992-93, dopo già una lunga fase di stragismo e giudizialismo di Stato su cui si fonda strutturalmente le Repubblica, c’è un colpo di Stato quirinalizio-ministeriale e mediobanchista per liquidare i partiti politici. Quirinale-ministeriali e Mediobanca devono svalutare la lira di un terzo, rubare a man bassa pezzi d’economia e patrimoni di Stato, far balzare il debito pubblico da un 100% ad un 125% PIL. Racconteranno poi che il debito pubblico l’hanno ridotto con “risanamento” parallelo e successivo alla Grande Purga del 1992-93. Non è vero. Aumenta drammaticamente (è tuttora sopra, in percentuale PIL, i livelli dell’ultimo Governo Andreotti) mentre industrie di Stato riempite di soldi, “rifinanziate”, vengono fatte rubare da “privati”. Strani risanamenti e privatizzazioni (senza liberalizzazioni, dunque il consumatore ne ha avuto solo svantaggi) quando, cancellati gli “oppressivi” partiti, “risanato” tutto, svenduti i gioielli di Stato, svenduti pure patrimoni di Stato, si deve drammaticamente aumentare il debito pubblico mentre si aumentano le tasse e l’economia ristagna. Hanno confuso le menti dei sudditi con la propaganda mediatica, ma i “risultati” sono stati propri quelli. S’apre “l’età dell’oro”, e tasse e debito pubblico balzano rapidamente all’insù mentre l’economia ristagna. La tanto conclamata “alternanza” si rivela reale ...nelle facce. Per cui “governano” (per quel nulla che conta il Governo ufficiale) anche “gli altri”, i non predestinati dal Quirinale-Mediobanca. Dato che Berlusconi non lavora d’accetta, né di polizia (non c’è una polizia in Italiozia, ve ne sono decine; ad ogni modo, quella ufficiale principale è sotto controllo d’una polizia militare sovrapposta ad essa e non controlla le Procure che non obbediscono a Governo e Parlamento ma al Presidente settennale, dunque solo alle burocrazie ed oligarchie predatorie) e galera per i milioni di delinquenti “privati” e di Stato e di paraStato, non ha cambiato nulla di strutturale nella putrefazione italiotica di cui è divenuto parte integrante pur non troppo gradita da oligarchie e burocrazie predatorie.

Dunque, colpo di Stato, malaffaristico-predatorio di Quirinale-ministeriali e Mediobanca nel 1992-93.

Collassati i partiti, ma senza passare a formalmente differente regime Costituzionale, il colpo di Stato di fa latente. Per cui, col 1994, si passa ad un regime di colpo di Stato permanente. Del resto, affondati i partiti della Costituzione del 1948, e l’industria di Stato “fascista” che, seppur progressivamente sfasciata dal malgoverno “antifascista” di DC-PCI-PSI, era il contropotere reale di tali partiti rispetto alle oligarchie di Mediobanca, restano solo il Quirinale-ministeriali e Mediobanca. Resta pure Prodi, propaggine politica di ciò che resta dell’IRI pur ufficialmente soppresso. Altrimenti, non si capirebbe, si valutassero le qualità intrinseche dell’individuo, come, un tale personaggio, potesse essere apparso ed essere ancor presente nella vita pubblica ed istituzionale. Ha evidentemente delle “qualità”: saper distribuire soldi di Stato in gran quantità alle oligarchie predatorie, e saper navigare tra le burocrazie predatorie già-IRI e saperle rappresentare. Bisogna essere ben “capaci” per destreggiarsi tra migliaia di nomine clientali, oltre che prestarsi alla predazione oligarchica (si vedano le sue generose immediate distribuzioni di soldi di Stato per le predazioni delle oligarchie d’area mediobanchista appena diventa Ministro per la prima volta, nel IV governo Andreotti, dal 28 novembre 1978 al 20 marzo 1979; lì inizia la sua irresistibile carriera pubblica) e poi farsene rappresentante politico-istituzionale! Oppure, il che nella sostanza è lo stesso, bisogna essere stato apprezzato dalle oligarchie predatorie, che l’hanno subito promosso sui loro media, e da burocrazie predatorie già-IRI che l’hanno scelto come proprio rappresentante politico-isituzionale e l’hanno reso gradevole a Quirinale-ministeriali e Mediobanca per quanto ora, pur tentennando, Quirinale-ministeriali e Mediobanca stiano cercando di trovarsi qualche d’un altro meno logorato come Duce durevole dopo la fase del Duce-Prodi.

Liquidati i partiti della Costituzione del 1948, il Quirinale resta l’unico vero e centrale rappresentante e tutore delle burocrazie di dementi maniaci delinquenti corrotti di Stato in continuo aggravamento e peggioramento. Lo Stato italico è tale. Inutile volerselo abbellire. Mentre Mediobanca è la struttura parasovietica dei “privati” di parastato italioti. Entrambe sono oligarchie parassitarie, predatorie e sottosviluppiste.

Dopo [1] il golpe del 1992-93, [2] il golpismo latente dal 1994, s’apre [3] un aggravamento-peggioramento del regime quirinalizio-mediobanchista col plebiscito del 2006 contro la Costituzione “inglese” approvata dal Parlamento “berlusconiano” nel 2006.

Da quel plebiscito antimodernizzatore, da quel 60% contro la modernizzazione istituzionale, 60% voluto ed ottenuto con una forsennata campagna di insozzamento del cervello dei sudditi da parte dell’area quirinalizia e dell’area mediobanchista, esce l’aggravamento del regime populista e trasformistico parlamentare con al suo centro le burocrazie di dementi maniaci delinquenti corrotti quirinalizio-ministeriali e dei loro cooperanti mediobanchisti.

Anzi c’è da stupirsi che non abbiano ottenuto più di quel plebiscitario 60%, sebbene il 40% di sostenitori della Costituzione “inglese” non è che fossero tutti dei modernizzatori radicali. Nessuno, alla fine, lo sapeva bene che vi fosse in Costituzione. Da un lato, c’erano il Quirinale-ministeriali-Mediobanca, dall’altro Berlusconi che, sebbene si dicesse la “sua” Costituzione fosse il baratro, non aveva poi, fino a quel momento (ma con la Costituzione nuova, chiunque fosse stato al governo, sarebbe tutto cambiato), sfasciato la predazione burocratica, per cui il burocrate predatorio non era assolutamente obbligato a votare per “i comunisti” del Quirinale-Mediobanca. Così, quel 40% a favore della Costituzione “inglese”, pur alto nel contesto dato di forsennata campagna contro il “baratro” e di vergogna degli stessi avevano fatto tale ottima nuova Costituzione a difenderla, non è poi così stupefacente se si valutano le resilienze nei comportamenti elettorali dei sudditi italici. Infatti, alla fine, chi non voleva votare per i “rossi” del Quirinale-Mediobanca s’è astenuto anziché credere davvero al baratro certo ed andare a votare contro la promulgazione della Costituzione “inglese”. Di fatto, con quel Referendum antipromulgativo del 2006, l’unica reale modernizzazione Costituzionale mai realizzata nella storia repubblicana è stata buttata a mare. Altre non ve ne saranno mai, anche se ora tutti sono divenuti “belusconiani” visto che tutti, a parole, propugnano, ora, quello che c’era nella Costituzione la cui promulgazione è stata respinta al Referendum dell’anno scorso. Anzi, la corsa a vantare, da parte chi aveva appena votato contro, i contenuti di quella Costituzione è iniziata non appena l’avevano respinta. È un tipico comportamento italiota. Parlare senza fare ed ostruire chi fa. Poi, continuare il vano parlare.

L’accentuazione della putrefazione italiota e la sua irreversibilità vengono da questi processi. Non ci si stupisca dei Grilli e di peggio. “Peggio” all’italiota, naturalmente. Non ci si illuda che possano venire dei Mussolini che diano una riverniciata d’efficientismo e che, in parte, creino qualche area d’efficienza che permetta l’estensione nel tempo della sopportabilità sistemica della parte predatoria. Italiozia non ha futuro. Il suo futuro è già nel suo presente. Si veda, ed è del tutto sintomatico della putrefazione irreversibile, proprio come la stessa Costituzione “inglese”, dunque radicalmente modernizzatrice, elaborata approvata dal Parlamento nel 2006, veramente ottima per qualche caso del destino, non fu neppure difesa, al Referendum antipromulgativo del 2006, da coloro l’avevano in apparenza voluta e votata. Ora tutti vorrebbero, a parole, governi e parlamenti capaci di decidere. Si sono appena [ri]mozzati le mani. Ora rivendicano l’utilità delle mani.

Il Quirinale-Mediobanca creeranno ora, se riescono, un governo di “grandi” nomi che si coprirà ancor più di ridicolo e d’ignominia di quello presente. I soliti già arruolati della “grande” stampa vi spiegheranno che s’è aperta una qualche nuova età dell’oro. Poi, vi racconteranno, di fronte a ridicolo ed ignominia, che non ci sono alternative. La “colpa” sarà dell’economia mondiale e, dopo, delle guerre generalizzate che stanno arrivando, ma non subitissimo, in Medio Oriente ed nell’EstAsia.


Angelo Panebianco, La delusione dei moralisti, Corriere della Sera, 22 settembre 2007,
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2007/09_Settembre/22/politica_morale_antipolitica.shtml