28 January 2014

Letter from Lhasa, number 340.
Vento e tempesta

Letter from Lhasa, number 340. Vento e tempesta
by Roberto Abraham Scaruffi

Questo, sotto, è un commento, pubblicato su neteditor.it, alla numero 326, di queste ‘lettere’ numerate. Prendendo spunto dal suo contenuto svilupperò alcune note. Tra l’altro, queste mie pagine hanno tardato ad apparire visto che il commento venne pubblicato il 12/08/2013, mentre queste mie note si sono trascinate fino al gennaio 2014, alla data precisa che l’eventuale lettore potrà controllare sul sito dove legge.

Suo merito è quello, oltre ad esse ben scritto (non solo perché usa ‘obiettivo’ con una sola ‘b’, sebbene ora sembrerebbe ammessa anche l’orrenda forma meridionalizzata con la doppia, la ‘bb’), di riflettere la visione del “cittadino informato”, quello che legge, che si fa delle opinioni (che sono inevitabilmente quelle indotte dai media), e che, grazie a sue basi culturali oltre il medio, le ben espone.

Non è una colpa trovarsi condizionati da quello il sistema vuole. Le persone comprendono quello sono state addestrate, formate, a comprendere. Inoltre, anche i geni, ve ne sono moltissimi, lo sono nel loro particolare, di solito.

La politologia, con la storia ad essa indissolubilmente connessa, è un altro particolare, forse. Dipende... Basta il sistema (concetto forse marcusiano ma mi suona meglio di altri concetti con valenze politiche-politicantiche) controlli [gl]i [pseudo-]politologi, e gli [pseudo-]storici riciclatisi ‘politologi’, ed ecco che al cittadino o suddito ‘informato’ arriva solo quello si vuole fare arrivare. Pressoché nulla, propaganda a parte.

Inoltre, dubito che in una bibliotecona italica si possa trovare, su vicende italiche, la ricchezza vi è in alcune grandi biblioteche inglesi e, suppongo, pure statunitensi e forse altre (non conosco quelle tedesche, fino ad oggi). Per cui, anche chi volesse informarsi di suo dovrebbe frequentare in continuazione le complicate biblioteche italiche per procurarsi in continuazione opere grandi e piccole, a parte quelle censurate o semplicemente non conosciute e non comprate, per le quali occorrerebbe rastrellare librerie. Oggi, il tutto è facilitato dai motori di ricerca online, e da strumenti bibliografici, almeno per l’identificazione delle possibili fonti. Beh, oltre ai costi, ci vorrebbe pure il tempo di ‘macinare’ e ‘carburare’ tutto. Oggi si trovano cose in rete. Ma solo quel che qualcuno pirata. Molto, ma non tutto e non sufficiente, soprattutto su queste cose. 

Mission impossible! Anche perché quello che trasmettono gli editorialisti ed i mass media suona così bene. Funzione della propaganda è proprio rimestare nell’ovvio, e vendere ‘specialisti’ che non è affatto detto lo siano. Non si creda che i propagandisti siano esseri diabolici che conoscano il vero e poi lo occultino. No, è più semplice. Il propagandista sa, in qualche modo, il messaggio debba far arrivare. Tutto lì. Dove poi siano, o se esistano, le vere fonti della conoscenza è un mistero, o è comunque inutile, per vari motivi, parlarne. 

Sì fa per dire. Non esistono misteri. La realtà è sempre più semplice di come se la conti, complicandola. È una banale questione di addestramento, di formazione/impostazione mentale. Se vede quello si è stati istruiti, o ci si è istruiti, a vedere. Normale, ovviamente, che il “suddito informato” segua poi quelli della propria parrocchia. Uno legge quel che vuole sentirsi dire. Quello che uno vuole o si aspetta, ed è stato condizionato a volere ed aspettarsi, chiaro che gli venga dato. 

Gentilezza ed apertura del commentatore qua sotto, o convenzione sociale, parlare di analisi ‘interessante’. Visto che lui assume una visione del tutto differente (non quella sinistra, ma altra che, magari nettamente differente dalla sinistra come area politica, è pur sempre ad essa connessa, dal mio punto di vista, perché assume un comune quadro di riferimento, il quadro propagandistico dei massa media di regime), avrebbe semmai dovuto parlare di ‘fantasiosa’, in attesa di eventuali delucidazioni. Anche qui siamo  nell’impossibile psicologico perché si accettano le ‘delucidazioni’ su quello si sia stati, o ci si sia, addestrati a volersi sentire dire. Nessuno delucida mai nulla. Il ricevente aperto al massimo registra e scrolla la testa. Il delucidatore è sempre supposto e previamente accettato. Oppure non lo è.  Poco importa delucidi davvero o si limiti a dire quello ci si voglia, o sia sia disposti, a sentirsi dire.

Infatti le ‘delucidazioni’ non servono a nulla. Ognuno si fa le convinzioni, o si adatta alle convinzioni, siano in armonia col proprio quadro concettuale. Ognuno crede a quello per cui o su cui gli è stato fornito un apparato concettuale per comprenderlo. Comprende di più, istintivamente, il suddito disinformato che non si preoccupa di seguire le false notizie e le false interpretazioni, per cui è dunque più vicino ad intendere il senso delle cose. Ha già capito che tutto quello viene detto ed interpretato non vale granché. E se sbotta in qualcosa, magari l’azzecca in parte o del tutto. 

In ultima analisi, scrivo per me. Non devo né intendo convincere nessuno.  

Come vedremo, subito dopo il commento qua sotto, è, alla fin fine, solo questione di conoscenza dei fatti e di metodo per valutarli. La conoscenza, supposta o meno, è sempre una approssimazione, un processo senza fine. Ciò di cui parlo è tutto pubblicato. Non ho altre fonti che non sarebbero necessariamente migliori. È solo che i fatti essenziali sfuggono e vengono fatti sfuggire alla visione perché non vengono ripresi o discussi, se non nelle interpretazioni di comodo vi è interesse a fornire. 

Quanto al metodo, è semplice. Basta attenersi ai fatti e chiedersi i perché di tutto. E continuare a chiederselo anche quando si sia convinti delle conclusioni raggiunte che sono e devono essere sempre provvisorie. Al contrario, quello che fanno storiucoli, pallitologi e pollitologi, cronisti e redattori è chiedersi quello che devono scrivere per non rischiare di perdere il posto e la vita.

Non che sia così semplice, anche perché “il fatto” od “i fatti” non esistono se non come interpretazione e l’interpretazione già suggerisce, o può suggerire, altre interpretazioni concatenate, o già conduce, ad esse.

Quando, col ‘68, e dintorni (eventi che furono una delle tante operazioni anglo-americane di terrorismo ideologico di massa), venne ridicolizzata una supposta storia dei fatterelli fu per passare a ben di peggio. Non sono sicuro che una storia dei soli fatterelli sia mai esistita. Tuttavia essa ha il vantaggio di permettere poi le interpretazioni più differenti. A contrario, una storia interpretata a priori, apre la via alla falsificazione pre-orchestrata dei fatterelli. Per cui, i fatti ci si inventano per consistenza con un certo quadro interpretativo.

Banale ma vero. Così banale che neppure ci si pensa. ...Se il marxismo, come altri -ismi, ha avuto tanto successo è perché era ed è funzionale ai lavaggi del cervello operati dall’Impero. Loro controllano i centri di produzione e discussione ideologica. Loro controllano la diffusione anche delle ideologie vendute, per renderle più seducenti, come ‘contro’. La storiella delle lotta di classe e delle forze sociali che..., dove poi si danno ponderazioni esagerate a classi ‘proletarie’ che, pur numerosissime, contano veramente poco come potere reale, permette di rimuovere l’azione delle classi magari ristrettissime e che invece hanno un potere considerevole proprio perché controllano gli apparati ‘militari’. Ecco che tutto viene spiegato apoditticamente con le forze sociali. E questo ‘tutto’ rimuove magicamente le azioni di ristetti, eppur potentissimi, gruppi dirigenti, per cui la visione trasmessa è una visione fasulla degli eventi reali, della Storia. Tutto diviene ‘chiaro’. Eppure falso. Ed ecco che il lavaggio di cervello di massa è realizzato. Non che poi alla gente gliene freghi nulla di conoscere le cose. Chi vorrebbe, c’è qualcuno che vorrebbe davvero?!, si vede sottoposte interpretazioni di comodo così chiare e consistenti ...secondo gli schemi fasulli imposti dalle ideologie correnti!  

Non esiste una soluzione magica. Eppure abbondano le vie che non portano da nessuna parte, almeno dal punto di vista euristico, per chi possa essere interessato a conoscere. Lo evidenziava il Leopardi, per esempio. Non fu il primo esistendo già tutto, detto magari in modo meno diretto, in filosofie di millenni precedenti. La conoscenza è pericolosa sia per chi la riceva che per chi chi si illuda di poterla portare o si trovi a portarla. Conoscenza ed infelicità vanno in parallelo, nel senso che l’ignoranza permette di vivere felici mentre la conoscenza porta al contrario. La conoscenza apre gli occhi e porta al desiderio di conoscere di più, che induce ad interrogarsi su tutto e su tutti, di mettere in discussione tutto e tutti. Se questo è vero, è rassicurante, dunque spontaneo, accontentarsi di spiegazione facili, nel senso che lascino vivere in pace col prossimo e non inducano ad interrogarsi ulteriormente. Ovviamente è quello vuole chi domini sugli altri e li disprezzi al punto tale da regalare spiegazioni senza alcuna corrispondenza col reale.

Personalmente penso che se sia sempre più semplice dire le cose come sono, come stanno. Non sono per nulla convinto che al potere convenga contare frottole. Anzi, mi sembra del tutto antieconomico. Chi stia sotto si beve tutto, pure la verità. Evidentemente, il potere pensa il contrario. Oppure vi sono meccanismi automatici che ‘fabbricano’ le menzogne. Chessò, se il potere raccontasse che fa la tale e la talaltra guerra per interesse ed enuncia le cose come stanno, dichiara il suo cinismo [o quel che sia], non è che chi stia sotto abbia la possibilità di opporsi od anche solo di dissentire. Una spiegazione diretta sarebbe sempre più semplice e pure senza necessità dei terrorismi di Stato il potere usa correntemente, pressoché da sempre, dappertutto, per ‘imporre’ decisioni tanto passerebbero lo stesso senza il bisogno di essere imposte, fatte passare, con sceneggiate drammatiche e sanguinose. Evidentemente chi detiene il potere la pensa del tutto differentemente. Non sono lo stesso convinto che mentire abbia una qualche utilità. Una cosa è il mentire bonhoefferiano. Quello del potere non serve a nulla ed ha pure costi altissimi. ...Mi sbaglierò...

Detto ciò, sugli aspetti euristici, non è che poi conoscere di queste cose serva a nulla. Non ha alcun senso essere ‘contro’. Ma anche qualcuno volesse essere ‘contro’ [non sono sicuro si possa, non esiste l’essere contro, come non esiste l’essere a favore, ma ognuno creda quel che preferisce] non è che poi serva  un’interpretazione storica od un’altra. Ed allora?! Ed allora nulla... Si conosce, in questi campi, come in altri, perché si vuole conoscere o perché ci si trova, o ci si è trovati, a conoscere. Ci sono cose rendono. Queste non rendono particolarmente, secondo me. Per cui, è conoscenza che è pure antieconomica dal punto di vista dell’economia del proprio tempo e delle proprie energie. 

L’ho già detto che qui scriviamo per noi stessi. Non serve a nulla dire nulla a chicchessia. Uno scrive perché ne ha voglia. Per leggersi e magari essere soddisfatto di quello ha appena prodotto. Non è il caso mio perché vorrei dire tutto meglio ed, inoltre, mi accorgo sempre, a ‘pezzi’ già pubblicati, che rettifiche ed aggiunte sono necessarie. A volte pure cambiamenti di rilevo. Beati coloro che scivolano e cercano di convincersi, e di convincere tutti, che non sono scivolati! Non ne son capace. Appena qualcosa sia stata espressa, non è difficile, pure per chi l’abbia scritta, vederne i limiti ed i difetti se lo si vuole. Questo è, almeno, quello succede a me. La coerenza è una ‘virtù’ paranoica, ed anche schizofrenica perché il coerente si costringe a costruirsi come identità differenti. Appunto, tali ‘virtù’ mi mancano. Al contrario [al contrario della coerenza], una personalità complessa sa pensare liberamente senza farsi condizionare da acquisizioni differenti si rivelino errate od insufficienti. Sa guardarsi in faccia, senza problemi.    

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Molto interessante la tua analisi
Pubblicato da casalvento il Lun, 12/08/2013 - 09:21.

Molto interessante la tua analisi e ricostruzione delle vicende italiche. Parli di un asse stabile e longevo tra oligarchie predatorie e Quirinale, che fatico a intravedere. Certo da tempo ormai il grande regista è re Giorgio, il comunista preferito di Kissinger. Abbiamo una monarchia parlamentare e Letta è l'esecutore della politica di Napolitano.

La mia visione delle cose è che il partito comunista, la Spectre rossa, sta prendendo tutti i centri di potere. Cito un mio brano:

"Il partito comunista italiano, nato nel 1921, è sopravvissuto al fallimento globale del comunismo, ma, anziché prendere atto degli esiti storici estinguendosi come altrove, si è messo in maschera, nascondendosi dietro false identità. Il mantra da tempo ripetuto è che il comunismo non c'è più, mentre all'interno del clan invece l'identità originaria è mantenuta come sacra e l'apparato si conserva intatto come un ordine monastico.

In questo assetto, il partito comunista ha continuato la sua marcia ormai secolare verso la conquista del potere, essendo questo obiettivo la sua esclusiva ragion d'essere, data la sua estraneità verso i regimi democratici, che si limita ad usare per la sua causa, che di democratico nulla ha.

Perennemente all'opposizione (conventio ad excludendum), quindi escluso dalla competizione democratica, si è imposto nella cultura (non appesantito da responsabilità di governo) e lentamente infiltrato nelle istituzioni.

In questa lunga e paziente impresa, ha sempre sconfitto gli oppositori incontrati, o distruggendoli (come i socialisti di Craxi), o assorbendoli (come gli eredi della democrazia cristiana) ed ora spingendo alla disfatta anche la prima destra costruita da Berlusconi (ormai anche lui a due passi dalla galera),

Questo grande gioco lo ha portato assai vicino all'obiettivo, ora in particolar modo, controllando (pur essendo minoranza) e orientando vari istituti apicali, dalla magistratura alla presidenza della repubblica, ormai suo feudo e praticamente trasformata in una monarchia parlamentare, oltre a guidare lo stesso governo, diretta emanazione del monarca.

I comunisti (in veste PD) stanno per riuscire nella loro impresa secolare, la conquista dello stato italiano. Invece dell'assalto rivoluzionario, dopo la sconfitta del comunismo a livello planetario, questi sono riusciti a dissimulare i loro piani e perfino la loro identità, continuando nell'ombra la loro azione occulta e sfruttando abilmente la dabbenaggine degli italiani."

Tu vedi invece un asse tra finanza e quirinale:

"Berlusconi è subentrato al pentapartito, un centro-sinistra, liquidato a seguito del colpo di Stato mediobancario-quirinalizio che inizia con la strage di Capaci (23 maggio 1992), che instaura la dittatura quirinalizia, che continua fino ad oggi con un regime di purghe CC-giudiziario-quirinalizie per controllare il governo formale e lo stesso parlamento ridotto a votificio dei diktat voluti dal Quirinale."

Forse si è formato con Scalfaro? Significativa l'eliminazione di Falcone e poi di Craxi.

Ti saluto.

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Come fa uno che s’è accalorato, contrito, entusiasmato, illuso e deluso, dirsi o sentirsi dire che FI la creano su richiesta pressante delle Polizie Segrete andreottiane (dunque su mandato andreottiano) ed ammettersi quello che è sotto il naso di tutti, che Silvio Berlusconi ha messo solo la faccia e diffuso illusioni da teatrante mentre il governo formale era nelle mani dell’andreottiano Gianni Letta che, pur in regime di dittatura Quirinale-Mediobanca, ha proseguito le solite politiche del barcamenarsi andreottiano e non certo a favore delle “partite IVA” che pur ne erano parte della base sociale. Tra l’altro, non è che le “partite IVA” manchino pure nelle altre sponde politiche e pallitiche. E gli altri lavoratori, quando non siano clienti di regime, non hanno poi interessi realmente differenti dai piccoli imprenditori. Alla fine, le “partite IVA”, e pure tutti gli altri, si sono tutte sono illuse e deluse in maniere similari, a parte chi nello sfascio dello Stato vi abbia eventualmente mangiato, pure tra di esse. Alla fine, le classi o categorie pure esistono solo nelle astrazioni. Nella realtà, non è tutto nero-nero o bianco-bianco, ma vi sono mille sfumature, mille differenze. Sarebbe come che quelli che nel PCI ci hanno mangiato o ci si erano illusi si ammettessero quello che è egualmente sotto il naso di tutti, che erano e sono restati solo collaborazionisti anglo-americani [ed in Italiozia di Mediobanca-Confindustria], e da questi creati ed usati, come e con le mafie e tutto il resto, per le loro politiche di guerra e di pace, e di dominazione imperiale [o ‘locale’  relativamente a Mediobanca-Confindustria] post-bellica. Non è che il Savoia G.Napolitano faccia, da fascista anti-semita, prima il collaborazionista di bassi servizi delle truppe anglo-americane, e poi i Servizi delle FFAA sia inglesi che statunitensi lo infilino nel PCI [d’accordo il PCI stesso, nella persona di Togliatti e collaboratori stretti] senza che nessuno sapesse chi fosse. E che, gli inglesi e gli americani non l’avevano la lista dei figli naturali, illegittimi, dei reali? Non l’avevano i CC? E non l’aveva l’amica [anche durante i governi Mussolini] Ambasciata Sovietica a Roma. Togliatti ed i suoi apparati (a parte che Palmiro era pure cittadino sovietico e solo sovietico [gli Alleati faranno poi carte false, quando se lo fanno prestare dall’URSS dunque lo faranno ridivenite cittadino italico] per cui in contatto costante colle Polizie Segrete sovietiche) erano fessi? G.Napolitano di Savoia veniva al PCI dal nulla, quando tutti, per strada, a Napoli, sapevano che era figlio naturale, illegittimo dicevano allora, del poi ultimo Re d’Italia? Non a caso era già allora l’ometto degli Agnelli, e di Mediobanca e Confindustria, pur nel PCI che non è che fosse contro Mediobanca seppur nella propaganda per i polli raccontassero di essere antagonisti di Confindustria. Il PCI aveva una faccia per i comizi ed una del tutto differente nelle istituzioni. Idem tutti gli altri. Del resto, come avrebbe potuto essere un partito ‘contro’?! ...Un partito con apparati enormi, dunque maneggione di affari enormi, e da 20-25% dei voti... Un tale partito non poteva essere ‘contro’. Beh quelli che mandavano a fare a botte ‘fascisti’ e ‘comunisti’, o ad accalorarsi reciprocamente contro ‘comunisti’ ed ‘anticomunisti’, non potevano dirlo che erano tutti nella stessa mangiatoia e che “la politica” era tutto e solo un teatrino per i seguaci beoni e per altri fini. Non lo hanno sempre saputo tutti, pure quelli che se lo e lo negavano, che il PNF aveva solo cambiato nome ritornando pluralità formale di sigle? Tutto doveva e deve dunque essere del tutto differentemente, a tutti i livelli, da come raccontato dalle propagande, dai lavaggi-insozzi del cervello. Se non vi sono politologi, storici, giornalisti, e coloro etichettati sotto questi appellativi hanno la sola funzione di raccontare favolette... 

Non, no, non è questione di complottismo. Ovvio che chi [il potere, i poteri ed i loro cantori] voglia mantenere interpretazioni di comodo gridi al complottismo ogni volte che si cerchi di discernere la realtà dalla propaganda. Altrettanto ovvio che il processo di discernimento della realtà dalla propaganda sia inquinato da chi detenga il potere ed i poteri reali, e dunque non sia per nulla facile né lineare.

Anzi, in effetti, è proprio un questione di complottismi e di diffusione di visioni paranoico-confuse ad opera del potere e dei poteri. Complottismo, idealismo, è pensare che le teste contino e non pesino, alias che chi ha potere conti come chi non ne abbia alcuno, od addirittura che chi non ha potere conti mentre chi lo ha non conti nulla. Sono visioni di comodo create e diffuse del potere stesso. Sono religioni consolatorie. Le “ideologie contro” che vendono tali concezioni sono opera del potere stesso. Sennò non avrebbero avuto tanto successo. Servono a far sentire qualcuno, ed a manipolare meglio, chi con conterà mai nulla.  

Nella realtà valgono le regole della ponderazione. Chi  abbia potere può molto, anche quasi tutto, in proporzione al potere ed al controllo reale (non quello immaginario che a volte sembra perso pur non essendolo affatto). Chi non ne ha, a volte ha il potere di non fare, al massimo. Spesso ha solo il ‘potere’ di essere manipolato per cui si illude ed illude di operare contro quando invece lavora a favore di operazioni di potere, e del potere e poteri. Miliardi di individui possono non contare nulla. Pochissimi possono contare moltissimo se possono usare tecniche di manipolazione. E ben lo possono. Che non significa che siano più intelligenti. È la forza del potere. Come chi idiota disponga di un attrezzo, di uno strumento, macchina o macchinario, mentre un altro, magari intelligentissimo, invece non ne disponga. Tutto lì. A parte questo, in realtà l’intelligenza si trova abbondante dal lato del potere, visto che esso la compra. E non solo. Esso se la dà, visto che chi ha mezzi ha anche più possibilità. Ripetiamo che non è comunque questo il punto. Se disponi di ‘attrezzi’, perché hai potere, questi ‘attrezzi’ [qualunque cosa concretamente siano], ti danno poteri enormi relativamente e chi li abbia. Un potere idiota, idiota come arte di affermarsi e conservarsi, non si sarebbe neppure costituito e costruito. Quanto poteri sembra scompaiono è perché sono soppiantati da altri superiori. Chi non ha nulla non subentra alle classi dirigenti. Solo altre classi alte, più alte, possono soppiantare classi alte. Contraddirebbe qualunque concezione anche materialistica pensare che chi non abbia nulla possa soppiantare chi abbia tutto. Quando ciò sembra succeda ci sono altre cose sfuggono e vengono fatte sfuggire alla vista. Chi non ha nulla, al massimo viene usato da altri localmente più furbi di chi prima aveva il potere formale per soppiantarli. Il destino di chi non ha nulla è avere sempre meno. Non è vero che la massa, la quantità, di chi non ha nulla possa soppiantare il potere, i poteri. Come? Perché? Sulla base di quale legge ‘fisica’? Ah, perché qualche scribacchino brillante è stato impiegato dal potere per scriverlo e poi le sue concezioni sono stati diffuse dal potere per vendere delle teorie ‘contro’, teorie ‘contro’ usate dal potere, dall’Impero, per divenire più forte ed estendersi?! Un po’ poco... La storia [materialistica] di Karletto scribacchino dell’Impero non è stata ancora scritta, ne forse lo sarà mai. Meglio stendere veli pietosi, a volte...

Gli Imperi si sono perfino dotati di università ‘marxiste’, vedi Cambridge e non solo, per crearsi coloro li avrebbero distrutti?! Semmai se le sono create perché il ‘marxismo’ serviva agli Imperi, che infatti sono ancora lì e solidissimi. Davvero qualcuno crede che le tanto universalmente sponsorizzate ideologie e movimenti ‘contro’ lo siano per qualche loro forza propria e non perché funzionali al potere, all’Impero, li ha creati e diffusi. “Il marxismo” lo creano e lo diffondono [con milioni di libri e pubblicazioni] gli inglesi, e pure i tedeschi, per usarlo come loro strumento di guerra. Lo creano gli Imperi, non “gli operai”! Idem tutte le altre ideologie e movimenti venduti come ‘contro’.  

La propaganda opera a livello di fatti e di metodo. Viene raccontato quel che fa comodo. Si nasconde l’essenziale. Si danno interpretazioni strampalate e di convenienza ma suadenti, che suonino bene. No, anzi, non suonano per nulla bene. Sono strampalate da ogni punto di vista ma la ripetizione le fa suonare bene anche perché tutto quello che venga da fonti di autorità, ed i mass media sono considerati tali, viene creduto. Il controllo dell’informazione è ferreo da parte delle classi dominanti sia mondiali che locali. Poco importa chi abbia la proprietà dei media. Contano i centri di produzione dell’informazione, che sono saldamente nelle mani dei poteri reali. Ovviamente il potere può anche intervenire nel processo di diffusione e censura delle stesse, quando esso non mostri sufficiente senso sistemico. Il potere fornisce e diffonde i suoi punti di vista e pure i punti di vista creduti ‘contro’. Evidente! Se controlli il potere, controlli pure “l’opposizione”. No, questo si sono dimenticati di dirvelo... Anzi, a qualcuno è scappato detto. Il potere crea discussioni feroci sul nulla, sì che sembri vi sia un grande ed aperto dibattito sul tutto, ma intanto vi concentra sulla scemenze irrilevanti. A credevate servissero i Travagli, le Guzzanti e tutti quelli lì?! Ad aprivi gli occhi?! E così dappertutto nel mondo, ovviamente.   

Berlusconi?! No, poveretto, non controlla neppure i ‘suoi’ media e, da quel che dice, neppure la sua testa anche se, se non altro per personali stati di emergenza, occasionalmente gli scappi detto qualcosa di più, ma non troppo e neppure sufficiente, che agli altri suoi ancor più idiotici colleghi parlamentati e politici, o pollitici, o pallitici

L’informazione la controllano gli anglo-americani e di loro clienti. La loro ignoranza della storia è colossale, anche a livello accademico, visto che alla fine credono ed hanno formato intellettuali che credono alle propagande. Del resto, a che serve conoscere la storia?! Se qualcuno, col tempo, arriva a conoscere ed a capire alcune cose, meglio se le tenga per sé perché non è tollerato che l’informazione, la storia, circoli.

È vero che chi controlli il presente controlli il passato ed il futuro. Anche se è vero che l’idiozia e l’ignoranza di chi detenga il potere reale non impedisce ad alcuno di apprendere, se riesce ad averne tempo e passione, per quanto non è che serva poi a nulla. Sai e che te ne fai? Ne parli con gli amici ed i colleghi che così ti prendono per pazzo, o per svitato, e che, comunque, ti guardano con sospetto perché chi sia differente è sempre sospetto?! Vale quello che puoi vendere e far fruttare, non quello che sai.  

Non è comunque tollerato che l’informazione, la conoscenza circoli. Deve circolare solo ciò che deve essere creduto per avere schiavi obbedienti. I pochi eretici, che mantengono qualche barlume di vera ricerca fattuale, sono ferocemente perseguitati, seppur non sempre del tutto liquidati anche perché chi dovrebbe liquidarli non sa né controllare tutto né tanto meno capire davvero.

Ci sono anche ragioni pratiche. È più facile, chessò, far sparire nella notte documenti dagli archivi che uno stia consultando, su specifiche questioni. Si veda quel che dice Nikolai Tolstoy, per vari aspetti uno storico conformista, quando faceva ricerche scomode per il militarismo britannico.

In pratica, tutte le reali teorie complottistiche, dietrologiche e simili sono inventate dal potere e dai suoi burattini. Al contempo, quello che non piace al potere è accusato di dietrologia, complottismo, pazzia. Meglio comunque, per il potere, se neppure fa arrivare sulla pubblica piazza quello che non vuole sia risaputo. O così crede.

Piacciono, al potere, le discussioni feroci sul nulla. Se dite anche solo qualcosa di ragionevole e moderato, ma eretico, è facile essere esclusi dei luoghi di discussione. È quello realmente fanno anche sui nuovi media della rete dove scrivi quello che vuoi, a parte che dove possono ti escludono, soprattutto in Italiozia, in modo che poi certo hai scritto quello che hai voluto ma alla fine solo tuo sito che nessuno legge, o poco oltre. C’è ma non è che serva. È pubblicato, nel senso che sta da qualche parte ‘pubblico,’ ma è come non esistesse.

V’è anche un altro meccanismo, lo ripetiamo ancora, un meccanismo psicologico, per cui si capisce solo quello si è stati addestrati a capire. Per cui, alla fine, nessuno capisce quello venga scritto al di fuori dei canoni e delle propagande ufficiali. Quello stia su un libro di storia sembra bellino e ragionevole, non necessariamente per il modo (linguaggio etc) in cui sia pubblicato ma per il luogo dove venga trovato. Quello magari vero pubblicato altrove manca delle ‘credenziali’, di quel manto di ufficialità che sembra e viene creduta ‘credibilità’. È così. Non che vi sian nulla da fare. Sono questioni affrontate in vario mondo anche da linguisti ‘ufficiali’. Sono questioni interessanti ed appassionanti per chiunque, ufficiale o meno, sia alla ricerca di qualcosa (anche solo, eventualmente, giustificare il proprio stipendio ufficiale). Basti saperlo. È cosi.

Il potere vuole far credere, anche solo a livello subliminale, che esso discenda da Dio o da forze della natura, per cui quello che vuole sia creduto lo trasmette come fonte di entità sacre, come soprannaturali. “L’economia”, “la scienza”, “la giustizia” e così via. Come se tutto non seguisse procedure decise da chi comanda e chi controlli chi comandi. Possono anche essere entità non individualizzabili, ma sono sempre interessi che fanno succedere quello vogliono succeda. Supposti imperativi economici, teorie scientifiche, sentenze giudiziarie, come qualunque altra procedura o decisione amministrativa, sono cose fatte succedere perché c’è chi le voglia far succedere. Il caso può esistere, ma è sempre piuttosto limitato, e può essere facilmente rettificato, in queste cose.  

Non occorre immaginarsi una mente unica, che non c’è. Del resto, a voler usare questa allegoria, anche una mente è composta di centri differenti, non sempre, o mai, rispondenti ad una assoluta univocità. Non accorre comunque immaginarsi una mente unica nell’accezione corrente. “Il puparo” non esiste mai, non a livello generale. Può esistere per singoli e limitati episodi. Dipende sempre dall’oggetto dell’esame, dell’analisi, ovviamente. Su casi specifici esiste il puparo per sé. Il puparo sistemico [del ‘sistema’] non esiste.

I sistemi economico-sociali seguono processi, meccanismi, di auto-organizzazione tipici dei sistemi caotici. Non v’è una mente unica, mentre agiscono casualità che producono ordine, un qualche flusso ordinato, non necessariamente stabile nel tempo, dal caos. Ciò che esistono sono network gerarchici sebbene non assolutamente centralizzati, non nel senso del singolo monocratico.  

Vi sono leggi fisiche (fisiche della fisica), cui obbediscono pure gli umanoidi, e psicologiche che permeano i comportamenti individuali e collettivi. Eppure, a questo livello si sono create mistificazioni suadenti, per ‘spiegare’ quello fa comodo far credere. Se qualunque evento viene risolto con slogan che fanno credere cose impossibili o del tutto improbabili è proprio perché sono stati inculcati in vario modo dei riflessi condizionati. Nulla di complicato. L’elemento di base è che viene creduto quello propinato da fonti di potere, ed i media sono reputati tali.

Se vi dicono che dei cretini si sono fatti saltare per aria nel centro di Londra, appare tutto naturale. Se poi apprendete che c’era un’esercitazione dei Servizi per cui magari hanno mobilitato dei loro, solo che hanno messo loro negli zaini degli esplosivi veri ed hanno fatto esplodere dei loro agenti ignari, ecco che la notizia vi sfugge, o comunque non collegate.  Se vi dicono che nel Pentagono s’è infilato un aereo che in realtà non si trova né poteva entrarvi, ecco che vi sembra tutto naturale. Se qualcuno vi spiega che proprio non era possibile e poi non si capisce perché abbiano fatto sparire le registrazioni delle telecamere, ecco che vi incazzate ed urlate dove sia mai allora finito “l’aereo mancante”. Come si fa a mettere in discussione dei filmetti o delle notizie mediatiche. Se lo dicono, se l’avete visto su un qualche schermo, deve ben essere tutto vero e, di certo, è delirante chi non vi creda!     

Gli stessi meccanismi funzionano con le culture fabbricate e propinate. Tutto sembra così naturale. Tutti lo e le ripetono.

Si sono inventate leggi sociali che non sono tali. La ripetizione le ha fatte ‘divenire’ leggi. Basta interpretare tutto secondo certe leggi, ed ecco che sembrano vere, consistenti. Ed invece non le sono. Sono meccanismi propagandistici. La realtà non funziona secondo quelle legge. Le leggi non spiegano la realtà ma semplicemente se la inventano, la falsificano o mistificano. Basta non guardare gli individui reali, non conoscerli, non interrogarli e non interrogarsi, e torna tutto, ...nell’immaginazione. 

Per esempio, non è vero che l’oppressione generi rivolta. Movimenti sia di contestazione, opposizione, ai vai livelli e con varie caratteristiche, sia armati che non, esistono solo perché centri di potere li creano. Nulla nasce e dura spontaneamente. Ciò che non venga subito liquidato, o non si liquidi da solo per inutilità intrinseca, è perché ha appoggi, spinte, coperture. Tutto costerebbe troppo, a livelli impossibili, in mezzi ed in investimenti di tempo ed emozionali. Una cosa è la devianza o la delinquenza individuale. Qualunque gruppo organizzato diviene visibile al potere, a parte che nasce solo se ha concrete possibilità di ottenere qualche vantaggio senza averne maggiori svantaggi.

Chi non abbia i mezzi per vivere, o sia sottoposto a lunghe giornate di lavoro e con basso salario, non ha i mezzi per ribellarsi. Viveteci in mezzo a proletari del terzo mondo e quarto mondo, e poi ditemi e ditevi... Tutte le balle su coscienze di classe e simili svaniscono di fronte ad una realtà ben differente. È vero, anzi, che chi vegeti a livelli di sussistenza, e sotto di essi, possa essere ancor più facilmente comprato, ma proprio per questo comprato dal potere, od anche da qualche contro-potere (cioè un potere che si finge contro un altro potere corrente) se ha mezzi, non certo reclutato da partiti o sindacali “d’opposizione” senza appoggi [che dunque non possono esistere, non potrebbero se davvero indipendenti], e tanto meno formarli. Senza appoggi neppure esisterebbero.

Quando vi siano rivolte e rivoluzioni è perché il potere, o un altro potere eventualmente più forte, paga. Si studino i movimenti e le ‘rivoluzioni’. Li e le si studino al di fuori delle propagande, e lo si scopre facilmente. Basterebbe farsi domande, domande su tutto, senza credere alle favolette. Le ‘rivoluzioni’ sono cose che, in un certo momento della storia universale, sono inventate dalla propaganda anglofona per pure ragioni propagandistiche e di confusione ideologica. ‘Rivoluzione’ è un concetto propagandistico, ideologico. Lo stesso vale per le rivolte. Nessuno si mette contro chi sia più forte. Se succede, si hanno, o si pensa di avere, coperture superiori. Gli stessi sindacati, quando non li crea il padrone stesso, li crea lo Stato che è certo Stato delle classi dominanti ma non necessariamente dei singoli e miopici padroni. La linea di minor resistenza del proletario è leccare il padrone o, comunque, non avversarlo. È quello poi succede. Quando leccano anche partiti o sindacati, è perché sembrano più forti, o comunque capaci di dare coperture e far ottenere qualcosa. Ma se fanno ottenere qualvosa è perché sono parte del gioco, non contro, non davvero contro... Sono, in un modo o nell’altro, controllati dagli stessi ‘avversano’, che è quello sempre succede.

Qualche centro di potere si inventa il concetto di rivoluzione, o lo sfrutta inventato da qualcuno, e lo usa per spiegazioni fasulle di eventi: popolazioni che magicamente di sollevano, armate che si dissolvono (però poi riappaiono), nessuno che si chieda chi assicuri i servizi essenziali (od anche solo il controllo delle plebi, visto che poi lo Stato continua ad esistere), condottieri che si muovono e combattono sebbene poi alla fine tutto rimanga sotto il controllo di burocrazie che mai appaiono e che pur operano ogni giorno e notte. Basta non farsi domande su pressoché nulla, anzi stigmatizzare chi si chieda e chieda gli aspetti pratici di quello si svolge secondo rappresentazioni miticizzate, ed ecco che è stata inventata una finta storia fatta di rivoluzioni. Milioni di saggi e libri sono stati scritti sulle “rotture rivoluzionarie” e sulle ‘controrivoluzioni’. Che fossero balle era già visibile, dato che poi tanto filosofeggiare trasbordava nella fumettistica pur rivestita di paroloni. Quando un bel giorno sia il lenin-stalinismo che il maoismo ed altri o si sono dissolti od hanno rivestito pratiche differenti difficilmente categorizzabili dalle schematizzazioni precedenti, ecco che si è sorvolato sul fatto che v’era una realtà ben più semplice, eppur nascosta dagli apparati propagandistici, di colpi di Stato [di poteri dello Stato e degli Stati] dove relazioni internazionali ed interessi di apparati interni si combinano variamente secondo rapporti di forza reali, ed anche con inevitabili momenti di casualità. Se incominciamo a fare esempi, su tutte queste affermazioni non finiamo più. Si vedano le mille cose impossibili eppur, neppure troppo all’improvviso, poi verificatesi e che tuttora si verificano. E si veda pure come sono raccontati, in maniera davvero impossibile, mitica, eppur suadente e ‘credibile’, altri eventi.

Oh, certo, le propagande si sono perfino inventate l’esistenza di entità che, pur organizzate e radicate, sarebbero contro l’ordine esistente ed, allo stesso tempo, ad esso complementari. ...Si ragioni, se si riesce, su quello viene raccontato relativamente a molte realtà... Una tale accozzaglia di argomentazioni sia logicamente che fattualmente incoerenti, eppur costantemente riproposte, è un prodigio dell’Accademia, del giornalismo e di altri meccanismi di propaganda.

Per esempio, le mafie sono solo di Stato, o da esso controllate. Sennò sarebbero rapidamente liquidate. Senza coperture non potrebbero avere mezzi per esistere e perpetuarsi. Non si praticano estorsioni e non si traffica in droga (che viaggia su aerei militari, NATO ed altri, essendo un affare di Stato, delle FFAA, della Polizie Segrete militari ed altre) senza coperture. Neppure potrebbero avere appalti pubblici, senza la copertura di Polizie Segrete militari ed altre, cioè delle istituzioni le comandano ed offrono alle stesse coperture legali a cominciare dal segreto di Stato sulle attività delinquenziali delle stesse su ordini istituzionali.

Fondamentalmente, le mafie sono imprese che possono continuare ad operare, almeno per un po’, se continuano ad essere funzionali a Polizie Segrete, cioè ad apparati delinquenziali di Stato, mentre possono facilmente venire stalkizzate e liquidate se non sono a disposizione relativamente agli ordini delinquenziali di Stato. L’impresa può avere una genesi criminale o meno, o mista. Il suo vertice, il proprietario o capo, può avere piena coscienza o meno di questo rapporto con apparati dello Stato, e che essi abbiano assoluti mandati e coperture istituzionali. L’impresa/mafia può essere periodicamente purgata di parte o della totalità dei suoi membri. Lo Stato la può usare, pur in modo criminale, anche per finalità positive. Per esempio, quando il padronato si arma contro i lavoratori, apparati dello Stato, per esempio negli USA, danno copertura a mafie per proteggere i lavoratori e con essi e per essi combattere anche con armi ed esplosivi. Che erano i pirati, pur con una prevalente connotazione terroristica e criminale, pur di Stato e di Stati, usati per esempio per guerre coperte del nascente impero britannico contro imperi affermati e che esso voleva liquidar ed in effetti liquiderà? L’impresario/capo-cosca può non avere piena percezione e può illudersi di essere lui a corrompere apparati dello Stato. Agenti di Polizie Segrete ed istituzioni (burocrati e politici) chiaramente ci mangiano sulle imprese/mafie. Per cui il loro proprietario/capo si illude. Ma la periodica liquidazione, non tanto delle mafie/imprese, quando di coloro le impersonano, è una banale tecnica di controllo, non la dimostrazione che esse siano contro, od indipendenti ed incontrollate. Serve perché il pupo che si illude di essere puparo non se ne approfitti. Siccome, la tendenza naturale dell’umanoide è approfittarsi del potere, chi ha il potere reale, cioè lo Stato e chi lo impersona, colpisce chi si sia illuso, magari troppo allargato, o così sembra al potere reale. Ecco perché i soldati e capi delle “criminalità organizzate” tendono, con variazioni da situazione a situazione e da area geografica ad area geografica, a non morire nel proprio letto. Eventualmente, se sono fortunati si estinguono naturalmente in qualche carcere. Questo dà anche l’illusione al popolo beone che lo Stato sia una cosa differente da quelle sono, a tutti gli effetti, sue milizie parallele e da esso create.

Se Stati/governi/poteri vogliono inondare di droga le Cine od i quartieri neri, ma poi pure gli altri, non è che sul campo, a fare i piccoli delinquenti, vadano i burocrati civili e militari dello Stato. Ecco perché per queste come per altre cose hanno bisogno di milizie parallele. Fondamentalmente, lo Stato ha bisogno di milizie parallele che sembrino del tutto distinte da esso, perché esso, “lo Stato” non vuole occuparsi del benessere collettivo ma della propria supremazia come entità separata, per cui non riesce a fare a meno di pratiche delinquenziali a tutti i livelli e di ogni genere.  

Per discernere la realtà, si seguano sempre le catene di comando burocratiche. Inefficienti e fannullone che siano, nessuno delinque “per lo Stato”, senza solide coperture legali. Esistono leggi e regolamenti proprio per coprire il terrorismo di Stato. Certo, non ve lo dicono ma le fanno, ci sono. Se uno ha voglia le trova. Ovviamente, più regolamenti, creati sulla base di legislazioni, sono dettagliati ed operativi, più essi stessi sono segreti.

Anche quando regolamenti, come quello del CSM, cosa ovviamente differenti dal terrorismo di Stato apertamente criminale cui ci si è riferiti poc’anzi, sono pubblici, esiste come il divieto di fatto di parlarne. Basterebbe vederselo e vedere come il Presidente della Repubblica abbia poteri dittatoriali sul CMS. Facile comprendere perché vi siano i protetti ed i perseguitati dal Quirinale e come esso abbia potuto sottomettere governi e parlamenti, da Capaci, 23 maggio 1992, quando Mediobanca, con copertura anglo-americana, conquistò il Quirinale ed instaurò la dittatura del Quirinale da esso controllato. I colpi di Stato vengono eseguiti con tecniche eversive, ma v’è sempre bisogno di catene di comando istituzionali. Senza Spadolini al Quirinale, e senza Scotti all’Interno, non potevano scavalcare i CC andreottiani (che controllavano e gestivano le mafie) ed ordinare Capaci. Senza un’influenza decisiva sul Quirinale [non bastava sbalzare di sella Andreotti in corsa per quel posto per conquistarla automaticamente], non avrebbero potuto instaurare e perpetuare la dittatura quirinalizia lì ed allora fondata, fondata dimostrando una forza militare che invece, in quel momento ed in quel luogo specifico, Andreotti non aveva in misura sufficiente. Si potesse avere accesso ai regolamenti di Polizia Segreta, si vedrebbe che per ogni operazione clandestina, alias delinquenziale, occorrono firme istituzionali senza le quali nessuno può fare nulla. Nessuno delinque, se non piccole cose per sé, e lo fa comunque a proprio rischio, salvo che con la copertura del Segreto di Stato.

Le coperture vanno oltre i governi formali del momento. Sono come scritte nella roccia eppure nessuno può vederle, per quanto non sia così difficile se lo si vuole. Per esempio, se i CC di Andreotti, pur con Andreotti fuori gioco, possono avviare la stagione bombarolo-stragista del 1993, contro la stessa dittatura Quirinale-Mediobanca, è perché hanno ottenuto copertura NATO, per cui si sono attivate le procedure del Segreto di Stato contro cui non può nulla neppure la dittatura Quirinale-Mediobanca contro cui le stragi del 1993 erano dirette. Ecco che nessuna procura e nessun tribunale può andare oltre fantomatici processi contro fantomatiche ‘trattative’. La trattativa ci fu, a colpi di bombe, e con la creazione di FI e del fronte anti-Quirinale-Mediocana, tra il blocco perdente andreottiano e quello vincente Mediobanca-Quirinale. Dato che i CC andreottiani ottennero copertura NATO, il Segreto di Stato rende tutto insindacabile. Neppure se ne può accennare. Certo, vengono dati in pasto e pagano idioti manipolati, gli esecutori sul campo che, guarda caso, erano quelli già al servizio delle Polizie Segrete del Quirinale-Mediobanca, poi manipolati ed usati, per beffa, dagli andreottiani contro i padroni originari. Sebbene in questi campo, non esistano padroni permanenti. Sono usati e si fanno usare da chi presenti come “lo Stato”.     

Per precisione, v’è da dire, che la legislazione formale della dittatura quirinalizia non ha particolari differenze rispetto a quella precedente. Per esempio, a termini di Costituzione e di legislazione, ogni atto del Presidente della Repubblica deve essere sottoscritto dal governo. Basta ciò non accada, o la copertura a qualunque atto del Presidente della Repubblica sia automatica, ed ecco che si passa dalla partitocrazia alla quirinaliziocrazia. È quello succede col colpo di Stato mediobancario del 23/05/1992, il golpe di Capaci. Per cui, sulla base di una stessa legislazione formale, ecco che si creano strutture Costituzionali differenti. Il Presidente / La Presidenza pretende che gli atti del governo ed il parlamento siano sottoposti alla sua approvazione preventiva ed al suo indirizzo. Quando questo non succede, ma il governo di fatto non agisce ‘armato’ contro il Quirinale di fatto eversivo, ecco che ‘magicamente’ i governi cadono ed i parlamenti vengono colpiti in vario modo.

La stessa dittatura assoluta [si vedano i regolamenti del CSM] del Presidente della Repubbblica sul CSM dà un potere enorme allo stesso [è col controllo del CSM che di distrugge e si copre chi si voglia, a qualunque livello] se il governo formale non si frappone. Basterebbe che il governo formale pretendesse di autorizzare previamente tutti gli atti del Presidente della Repubblica relativamente al CSM, ed ecco che i poteri dittatoriali passerebbero al governo. È qui che, soprattutto con istituzioni pasticciate e la Costituzione più sbagasciata del mondo, entrano in gioco i poteri compradori ed i rapporti di forza reali. La Costituzione formale è così malfatta che, sulla base di essa, non si potrebbe fare nulla. A livello di prassi, si apre un margine usabile ed usato per l’una o l’altra soluzione di Costituzione materiale. 

Quanto ai poteri dittatoriali che, col colpo di Stato di Capaci, sono stati attribuiti al Quirinale al servizio di Mediobanca, ne ha fatto le spese, per esempio, pure Romano Prodi [non un genio, né un modernizzatore, ma che magari si illudeva di divenire, almeno un po’, protagonista o puparo, o semplicemente sbagliava i conti delle forze reali e delle loro direzioni], pur del blocco quirinalizio-mediobancario. Per cui, quando la Costituzione materiale voluta a Capaci da Mediobanca [e da anglo-americani e tedeschi, che danno il nulla osta al progetto eversivo di Mediobanca, specificatamente di E.Cuccia] viene anche solo appena violata, ecco che viene egualmente imposta in altro modo da forze più forti delle stesse istituzioni formali. Ci sono sempre, sul mercato, comunisti o fascisti od altri che si comprano anche a poco e, talvolta, senza che neppure lo sappiano, ed ecco che i governi magicamente cadono.

A livello di pupari o sottopupari, non sono “forze oscure”, come si fa credere al popolino beone. Anglo-americani e tedeschi fanno leva su apparati istituzionali per disattivarne altri. Vi sono anche apparati finanziari e militari esterni ad Italiozia ma a cui Italiozia è sottomessa, che permettono ciò. Mentre non esistono, in Italiozia, centri sviluppisti, o similari, interni [si vedano gli aspetti istituzionali del Developmental State] che possano giocarsi, come invece succede da qualche altra parte, nel mondo, certi aspetti della dominazione Imperiale in direzione del proprio sviluppo ‘nazionale’, ‘locale’. Gli Alleati occupano e sottomettono Italiozia importando le mafie e Togliatti (con cui creano il loro PCI di Salerno, nel 1944), con gli apparti finanziari già del monarco-fascismo [poi formalizzati creando la loro Mediobanca compradora], e col Vaticano-DC. Non fidandosi del Vaticano, hanno bisogno di un loro forte PCI e di una Mediobanca con poteri compradori reali. Il PCI se lo creano con loro armi e con soldi ed immobili già monarco-fascisti, oltre che con il suo potere di fatto (imposto dagli anglo-americani) a livello di governo reale. Il PCI non ha il suo 25% di voti per meriti propri, ovviamente! Ha apparati colossali che necessitano di flussi permanenti di fondi ingenti. Il PCI-CGIL è una struttura mafiosa del tutto protetta da CC-magistratura che per esempio taglieggia imprese (le tangenti che riceve sul commercio con l’est ne sono solo un aspetto; il taglieggiamento mafioso del PCI-CGIL è ben più articolato, e del tutto protetto dallo Stato italiota su volere anglo-americano).

Col 1992-93, da questa struttura istituzionale creata dagli Alleati, E.Cuccia-Mediobanca [ottenuto l’assenso degli anglo-americani stessi] rimuove la DC-Vaticano. L’influenza vaticana non può essere rimossa ma viene colpita liquidando la sua DC e cespugli [più precisamente le frazioni non comprabili o non già comprate da Cuccia-Mediobanca]. A questo modo, viene creata la centralità di un Quirinale totalmente subordinato alle esigenze di Cuccia-Mediobanca, almeno negli aspetti essenziali. Con le sprivatizzazioni-truffa, ma anche con colpi diretti a gruppi non ancora sotto l’influenza mefitica di Cuccia-Mediobanca, viene rimossa parte della base materiale della già DC, mentre viene estesa l’area di influenza di Mediobanca, oltre andare allo sfondamento di parti chiavi dell'industria e dell’economia di Italiozia.  In pratica viene rimosso il dualismo istituzionale Quirinale-governo[partiti] dove il governo-partiti avevano primazia, pur non assolutissima, sul Quirinale. I governi divengono governi tendenzialmente al 100% quirinalizi. Ovviamente, sopratutto con una struttura statal-burocratica del tutto scassata, poi tutto funziona come funziona, cioè malfunziona. Inoltre, anglo-americani e tedeschi hanno interessi differenti, per cui influenzano il Quirinale secondo i loro interessi specifici.

Alla fin fine, non è che il meccanismo di controllo Imperiale sia stato davvero semplificato, ma a nessuno interessava questo. Cuccia, un mafioso, un vero puparo con poteri decisivi da parte dell'Impero, che settori della DC avevano già tentato senza successo di liquidare, realizza sue follie seducendo, convincendo, gli anglo-americani, e pure i tedeschi, con l’argomento decisivo che col suo piano di dittatura quirinalizia viene accelerato lo sfondamento dell’economia di Italiozia, oltre che, con la mangiatoia che si apre con le sprivatizzazioni truffa, pure l’Impero può avere qualche addizionale profitto immediato per suoi personaggi. Con Andreotti che, per tentare di divenire Presidente della Repubblica e creare un suo regime, una sua dittatura quirinalizia col suo blocco militar-burocratico ‘romano’,  ha fatto gioco di sponda coi tedeschi contro gli inglesi forzando nella direzione dell’euro-tedesco, gli anglo-americani capiscono che, col piano di Cuccia, possono avere, nell’euro tedesco che si sta delineando, costruendo, un’Italiozia ancor più sfondata di quello sia già sia, dunque indebolirlo, magari addirittura sfondarlo. I tedeschi, dal loro canto, colgono il vantaggio di acquisire, nel loro euro, solo un mercato mentre, col piano-Cuccia Italiozia viene del tutto liquidata come possibile concorrente, anche pur limitato. 

Cuccia, per pazzie mafiose sue, si fa interprete, ora perfino a livello di cambiamento della Costituzione materiale, di interessi Imperiali. A nessuno interessa una qualche semplificazione del sistema di dominazione Imperiale dato che, alla fin fine, ‘partitocrazia’ o “dittatura quirinalizia”, per Impero e sub-Impero non fa grande differenza. Fa invece differenza quello che viene prospettato sarebbe avvenuto, e poi realmente avviene, a livello di struttura materiale, produttiva, di Italiozia: un salto qualitativo nello sfondamento dell’economia, dunque della concorrenzialità, del sistema italiota e delle sue varie parti.  

Per l’Impero, fare una telefonata più o una meno, quando occorre, alla fin fine non fa grande differenza. Fascismo quirinalizio-mediobancario o fascismo della cosiddetta partitocrazia, Italiozia viene creata dagli inglesi geneticamente fascista e mafiosa. Non è che Garibaldi sbarchi e avanzi con forze sue. Senza aiuto decisivo inglese e senza mafie inglesi attivate in Sicilia, e poi pure sul continente, non andava da nessuna parte. Dal monarco-fascismo del trasformismo parlamentare, al monarco-fascismo ‘mussoliniano’, al fascismo del finto dualismo DC-PCI, al fascismo quirinalizio-mediobancario (post 23/05/1992): sono tutti fascismi funzionali alla dominazione anglo-americana, ed anche franco-tedesca, su Italiozia. Li crea tutti Londra, che ha la proprietà della sua Italiozia essa si crea con 1860-61, o sono creati con suo assenso. Sono dati di fatto, normali relazioni imperialistiche tra potenze imperiali e staterelli compradori. Non sono né insulti né apprezzamenti relativamente a chicchessia. La storia è quella che è. 

Ritornando agli aspetti legal-formali, certo i regolamenti che da sempre danno poteri straordinari ad agenti e dipartimenti speciali dei vari corpi militari e civili, sono più celati. Forse non sono inaccessibili, ma non sono sicuro si possano trovare online, mentre quello del CSM lo si trova. Sono regolamenti emessi sulla base di leggi delega. Per cui, vi sono delle precise procedure legali per creare le basi di attività illegali, e del tutto clandestine, di Stato. A meno che non si pensi che i vari stragismi, mafie e terrorismi siano cose legali. Eppure è tutto gestito da agenti speciali, con poteri speciali, coperture assolute e su ordine istituzionale. Per cui ciò che appare illegale nelle conseguenza è del tutto legale nella implementazione. Chessò, se alla fine viene fuori che degli Zorzi erano a libro paga per stragi effettivamente realizzate, li fanno fuggire in Giappone, od in America Latina, dove le Polizie Segrete Carabinieri, su ordini istituzionali, e con cooperazione NATO, cioè anglo-americana, fanno avere asili, residenze permanenti, protezioni da estradizioni. Nessuno dà asili, residenze permanenti e protezioni senza precisa richiesta di governi, alias di Polizie Segrete. I casi-sceneggiata alla Cesare Battisti sono delle prese in giro per i polli. Provate Voi a girare il mondo senza passaporti e senza soldi. “I deviati” esistono solo nella propaganda e nelle menti condizionabili e paranoiche credono a tali deliri mediatico-propagandistici. Vi dicono che “un servizio” è stato mandato [da chi?] a depistare e nessuno controlla chi sia il capo del governo (prima della dittatura quirinalizia; ma anche dopo il Quirinale può fare poco senza la subordinazione assoluta del governo ai suoi ordini), il Presidente della Repubblica e chi sia all’Interno ed alla Difesa. Nessuno va a ‘depistare’ se qualche d’un altro non lo manda. Il qualche d’un altro è sempre un’istituzione e chi la impersona. Più il mandante resta coperto, più sono crimini di Stato con copertura del Segreto di Stato. 

I movimenti politici, sindacali o d’altro genere sono egualmente di Stato. Altrimenti si riducono ad innocui gruppi d’amici, e neppure troppo amici perché senza un qualche interesse comune, un qualche interesse materiale li cementi, finiscono per scannarsi per piccole cose. Se non sono innocui e funzionali a forze di potere, possono essere anch’essi rapidamente liquidati.

Quando anche solo piccole sette di nicchia si perpetuano, è perché qualche centro di potere dà loro un minimo di visibilità e di soldi, in un modo o nell’altro. Anche giornaletti, e libretti e libroni, che nessuno compra, ma che costano moltissimo, o sedi anche con fitti bassi, non si finanziano con quote da proletari e dopo giornate di duro lavoro. Solo nei fumetti e nelle favolette, vi sono queste cose fantasiose ed irreali.

Neppure le armate, neanche solo le pattuglie, ‘maoiste’ o castriste, neppure in luoghi sperduti e marginali, possono prosperare senza solidi appoggi e finanziamenti. Penserete mica che un Castro potesse rovesciare Batista senza soldi ed appoggi CIA?! Poi qualcosa cambia, o sorge qualche divergenza, o fa comodo simulare divergenze, e fanno il giochetto di facciata di quelli da sempre contro. Ma anche quando si è più o meno contro, non si sia così certi che non ci siano cooperazioni. Chessò, nessuno aveva interesse ad un Che assassinato in Bolivia, ...a parte la stessa Cuba e gli stessi Castro che non ne potevano più dell’arrogante argentino pur senza poterlo accusare di qualcosa di infamante per giustificarne una liquidazione aperta. Certo, attori sperimentati, si fanno poi le piagnucolate mediatiche di quelli afflitti per la scomparsa. È una ricorrenza storica. Assassini uno e poi ne fai un icona sì che ti sia utile pure da morto. Il delitto e la beffa. Beh, a Cuba è evidente appena ci si pensi e si cerchi da dove venissero i soldi del Granma, e pure delle operazioni precedenti, o chi disattiva polizie e forze armate cubane, ed infatti si arriva ad ambienti imperiali anglo-americani. Della serie: le cosiddette rivoluzioni, e pure conclamate come antimperialiste, realizzate dall’Impero stesso... A maggior ragione questo vale, per esempio, le armate maoiste che se operano come pesce nell’acqua è perché sono piene di soldi per pagarsi l’acqua, e che servono agli anglo-americani per controllare la Cina nazionalista, usarla per fini propri, e poi liquidarla relegandola a Taiwan, oltre che a congelare nel sottosviluppo lo spazio cinese per decenni e decenni. Idem le vicende coreane, funzionali a creare e tenere la Corea divisa.    

Il singolo ha la tendenza insopprimibile a mettersi al servizio di chi abbia potere. È una banale regola di sopravvivenza, seguendo le linee di minima resistenza. Nessuno si mette contro chi possa procurargli svantaggi. Se lo fa, o è devianza individuale rapidamente liquidabile dal potere, o è perché chi opponga un potere si senta e sia coperto da un potere (prossimo o meno, interno od estero) che sia od appaia come superiore. Oppure, appunto, sono piccole ed irrilevanti devianze individuali.     

Ecco le basi materiali e psicologiche dell’impossibilità delle storielle correntemente raccontate, invenzioni dell’industria pubblicitaria degli ultimissimi secoli.

Nessuno sembra avere idea di cosa sia e come funzioni uno Stato. Le discipline giuridiche ed amministrative insegnano mille particolarità, procedure, routines, regole, normative formali. Gli ideologismi di chi cianciava e ciancia di “teorie dello Stato” si titillano sullo slogan, sul concetto che annunzia grandi disvelamenti, senza poi dire nulla su cosa sia uno Stato, quali e quanti livelli abbia, come si individuino le responsabilità. Per cui, poi, tutti si bevono i “complotti stranieri e diabolici”, le “forze occulte”, i “servizi deviati” e simili deliri ingannatori davvero incredibili, quanto creduti come verità assolute. Chi non se le beva, è di fatto obbligato al silenzio. Od è semplicemente saggezza, perché non serve a nulla portare “il fuoco” alle masse, ...idiote, lobotomizzate, comprate. 

Si deve sapere come funzioni uno Stato nei suoi aspetti regolamentari, burocratici, di catene di comando, legali ed extra-legali (ma pur sempre con forme di copertura legale od impunibilità quando lo Stato commetta e faccia commettere crimini), ed avere la capacità di volta in volta di documentarsi con assoluta precisione sui dettagli. Si deve partire dai fatti visibili per risalire le linee di comando, mentre si fanno i conti con quello le favolette di copertura stiano celando e falsificando.  

Le discipline giuridiche ed amministrative, oltre ad insegnare le tecnicalità, danno la visione di uno Stato talmente immaginario per cui non si capisce perché non funzioni tutto alla perfezione. È facile raccontare, a chi creda a tali favolette, che degenerazioni/caratteristiche genetiche siano solo ‘deviazioni’. È la teoria complottistica di Stato del traditore. Della serie: “È successa la tale cose perché esistevano dei deviati.” Ma se esistono precisi regolamenti che danno poteri straordinari e relative coperture assolute! Di tanto in tanto, per alimentare la propaganda dell’esistenza dei ‘deviati’, sono dati in pasto alla magistratura più strettamente controllata da agenti speciali, altri agenti speciali scaricati ed accusati, loro e solo loro, di aver commesso delitti. Qualcuno, coperto dalle istituzioni, aveva dato loro ordini delinquenziali. Gli scaricati [magari semplicemente chi aveva rifiutato in tutto od in parte di eseguire ordini criminali] vengono passati alla magistratura manipolata da agenti speciali con copertura istituzionale. Gli incriminati non possono difendersi salvo violare le loro procedure professionali. Se dicono di avere ricevuto ordini superiori, i superiori coperti dalle istituzioni ordinanti, negano. Anche a livello di Polizie Segrete, quasi nessuno sa tutta la storia per cui un agente speciale riceve un ordine di cui non conosce bene, o non conosce del tutto, le implicazioni e le conseguenze. Alla fine solo lo scaricato paga ...per essere stato scaricato per faide tra differenti frazioni o cordate di Polizie Segrete militari ed altre.

Le “teorie dello Stato” partono dalle valutazioni sintetiche e magari [dipende da come le si contestualizzino e completino] corrette dello “Stato banda di uomini armati”, “burocrazia [apparentemente] impersonale”, “monopolio legittimo [se ti fai leggi che danno un potere assoluto, poi tutto è apoditticamente ‘legittimo’!] della forza”, e si fermano lì senza vedere come ciò poi si traduca nei mille eventi quotidiani. Passano dalla pseudo-teoria allo slogan. Quando, invece, una vera teoria si dovrebbe estendere alla valutazione delle realtà variegate nella fenomenologia, pur magari identiche o similari nell’essenza.

Sono ottimi gli esempi di queste lettera/commento usata come scusa per questa digressione.

L’autore della stessa non vede l’asse, anzi l’identità come blocco, pur nella differenziazioni di funzioni, tra Quirinale ed oligarchie predatorie [siano esse le burocratiche, o la mafia-Mediobanca, od altre]. O non lo vede pur essendovi, o non lo vede perché non v’è.

Se oligarchie, private e burocratiche, predatorie non sono conesse ad istituzioni, non possono esistere. Mandi una squadra di investigatori e le liquidi... se sono deviazioni e non organiche al sistema. Si è visto quello che hanno fatto con la Grande Purga 1992-93, e purghe successive e precedenti, lì, nel 1992-93, contro chi Mediobanca non aveva potuto comprarsi. Se le oligarchie predatorie non fossero il sistema, ecco che il sistema potrebbe liquidarle a quel modo. Non mancano i mezzi, come si è visto e si vede, ad uno Stato.

Vediamo di frammentare e riassemblare visto che sono posizioni rappresentative, e sono la vulgata corrente.

L’autore fa riferimento ad “un asse stabile e longevo tra oligarchie predatorie e Quirinale, che fatico a intravedere.” “Tu vedi invece un asse tra finanza e quirinale.” “Forse si è formato con Scalfaro? Significativa l'eliminazione di Falcone e poi di Craxi.” 

OK, non lo vede. Fatti differenti lì mescola alla cieca. Che significa che non ha elementi, dice lui, per dire che il Quirinale sia braccio istituzionale delle classi dominanti che, non so se siano visibili, dovrebbero proprio essere le oligarchie che io qualifico come predatorie. Non è neppure che siano fenomeni del tutto nuovi. Forse con segno appena differente, si veda quello che successe nel 1964, egualmente a direzione quirinalizia e su richiesta estera. Le oligarchie predatorie consistono principalmente nell’area Mediobanca, la Mediobanca cucciana, e nelle burocrazie pubbliche. Vi sono anche altre componenti economico-sociali visto che Mediobanca è tutore compradoro del capitalismo del Nord, soprattutto. Mentre fuori sia dall’area Mediobanca che dalle burocrazie pubbliche vi sono pure altre componenti imprenditoriali ora para-pubbliche ma anche variamente indipendenti. Ovviamente, predazione non è sinonimo di impresa ed impresa non è sinonimo di predazione. Naturalmente, in una struttura economica ed istituzionale iperstatalista e deteriorata-corrotta, l’impresa viene ridotta a quel viene ridotta. L’impresa è l’arte del possibile. Un imprenditore, anche innovatore, è necessariamente adattivo relativamente al contesto in cui opera e lo fa operare. Morale a parte [terreno arduo quello ‘morale’!], ciò vale indifferentemente per un ometto capace ed onesto, che per un grosso predatore di Stato come il mafioso proprietario del PD, oltre che finanziere e proprietario mediatico. Il Re crea il contesto, il mercato ed i mercati. La Casa Reale inglese non è la stessa cosa dei Savoia e del Quirinale!  

Quella che quando devono liquidarla, od intimidirla, qualificano che ‘mafia’ [mafie], è un’area imprenditoriale che vive di commesse pubbliche, non solo di agricoltura o traffici clandestini di para-Stato come i narcotici (che in genere viaggiano su aerei NATO ed altri di Stato, per ciò che riguarda le partite all’ingrosso). Le vere mafie sono, in Italiozia, quelle d’area Mediobanca e la stessa Mediobanca con Cuccia come padrino massimo finché in vita. Chi credete ‘ricicli’ i soldi delle mafie, oltre ai grandi centri finanziari anglo-americani? Le mafiette sono sia quelle piccolo-medio imprenditoriali che quelle chiaramente illegali o miste mobilitate e coperte dagli apparati dello Stato, innanzitutto dai CC su mandato istituzionale.

Vi è, ovviamente, una piccola-media imprenditoria fuori da tutto ciò, come già accennato, e che, per quel che può, evita lo Stato, sia perché da esso riceve poco, sia per ‘banali’ problemi di costi. Questo per dire che al di fuori delle oligarchie predatorie della Mediobanca cucciana (e che continuano col decesso del padrino compradoro anglo-americano Cuccia, dal monarco-fascismo agli Alleati) e delle burocrazie predatorie ‘andreottiane’ (prima del golpe di Capaci del 23 maggio 1992 quando Andreotti viene sbaragliato da Mediobanca, e non è la prima volta sebbene qui, ora, vi sia un cambiamento Costituzionale, una rottura istituzionale, di Costituzione materiale, una sovversione intra-istituzionale) non è che vi sia il vuoto, seppur senza sufficiente massa d’urto politico-istituzionale. Andreotti sbaragliato da Mediobanca a Capaci non è che cessi. Pur sotto tiro, si salva da condanne perché il suo blocco continua ad operare pur con tecniche di clandestinità. Accede al governo formale con Gianni Letta, il vero capo dei governi-Berlusconi (con Berlusconi che mette faccia, capacità organizzative e chiacchiere).

Deceduto Andreotti, e pensionato Gianni Letta dalla Merkel col colpo di Stato compradoro del novembre 2011, la parte più arretrata dell’andreottismo passa a E.Letta. Non è per nulla chiaro che pensi di fare e chi pensi di essere ora Berlusconi, un prestafaccia e prestanome per venti anni. Ora si sta davvero battendo per una qualche sua sopravvivenza. Gli elettori sono così disperati dallo sfascio inarrestabile di Italiozia che o si astengono o per qualcuno devono pur votare... 
  
Attorno al 1992, si trovano dunque Mediobanca contro Andreotti ed Andreotti contro [per quel che può] Mediobanca, quando lui cerca di divenire Presidente della Repubblica e poco prima ha fatto partire le stoccate contro Craxi, e pure contro altri prossimi a Mediobanca, a Milano. Ma se Andreotti prepara ed attiva l’assalto a Milano come operazione clandestina delle sue Polizie Segrete CC, la stoccata contro Craxi dipendeva da fatto che questi voleva Forlani al Quirinale mentre non si fidava  assolutamente di un Andreotti. Andreotti voleva liquidare Craxi e tenersi un PSI subordinato diretto da C.Martelli.

Non si può immaginare che Andreotti attivi una Grande Purga a Milano avendo come unico o principale obiettivo un Craxi che contava proprio poco poco nella panoramica dei poteri reali. A meno che qualcuno non pensi che Andreotti stesse scherzando quando le sue Polizie Segrete Carabinieri lanciano il loro Di Pietro. Se un Andreotti attiva i suoi a Milano, è perché Milano è la sede della Mediobanca che era passata formalmente, con Confindustria, all’opposizione di Andreotti e del regime partitocratico con l’uscita del PRI dal governo. Inoltre, Andreotti deve distruggere la DC del nord, una DC socialmente differente dalle altre di altre aree, che può interferire col suo potere romano e burocratico. Per questo, i CC andreottiani avevano pure già creato la LN. Quando si vedono partiti magicamente nascere, è perché qualcuno ha convocato imprenditori, garantito coperture varie relativamente a loro illegalità ed irregolarità, ed ha ordinato loro di sganciare soldi per il nuovo si sta montando.  La LN la crea l’andreottismo contro la DC del nord.  

Il caso SME del 1985 è emblematico. Mediobanca assegna la SME a CDB (uno squartatore di aziende come già visto con l’Olivetti ed in altri casi) ad un prezzo largamente inferiore a qualunque valutazione di mercato. Inoltre, grazie ad un mutuo bancario a tassi agevolatissimi, CDB si sarebbe comprato la SME senza sborsare una lira. Viene mobilitato l’allora Presidente dell’IRI Prodi per la cessione. L’affare, una frode, è concluso. Senonché il governo Craxi, appoggiato dalle frazioni della DC non subordinate a Mediobanca-CDB,  si oppone. Non se ne fa nulla.

A quel punto, Mediobanca ha un quadro esatto di quelli può comprarsi e chi no. Quelli non può comprarsi divengono “i corrotti” della Grande Purga 1992-93. Quelli può comprarsi, già comprati, ne divengono “gli onesti” da coprire e spingere. Un classico delle operazioni di Polizia Segreta.  

Non che altre operazioni fraudolente dell’area Mediobanca siano andate così male per essa come quella SME. In altre occasioni, il governo deve ingoiare mentre gli Agnelli ed altri si pappano tutto il pappabile secondo il solito principio che ai ‘privati’ vanno finanziamenti a perdere e profitti, mentre le perdite degli stessi e le regalie agli stessi sono un dovere dello Stato. Tipica logica predatoria. Si veda il caso Alfa Romeo.

Tuttavia, allora esisteva ancora una partitocrazia, certo condizionabile, ma non corrompibile, pur corrotta ma solo nel senso del non avere alcuna visione sviluppista. La partitocrazia è pure subordinata alle oligarchie predatorie burocratiche ma solo secondo il principio del “noi creiamo clienti che ci votino”, rapidamente divenuto, dal lato del popolo elettore, e pure da parte delle grosse centrali finanziarie, opinion makers tramite il controllo di cultura e media, come è il caso di Mediobanca (non Berlusconi che non controlla certo l’informazione, bensì si limita a veicolarla e nel suo piccolo pur divenuto quantitativamente competitivo con le TV di Stato): “loro ci devono dare soldi e posti perché sennò noi sfasciamo tutto.” Do ut des. Un do ut des bidirezionale, tanto pagano gli altri, quelli che producono e pagano le tasse. In questo senso, ed anche nel senso corrente, ben corrotte erano e sono le oligarchie predatorie private, come lo sono le oligarchie predatorie burocratiche, cosiddette ‘pubbliche’, quelle che si sono privatizzate, e si privatizzano ogni giorno, per loro stesse, Stato e sotto-Stato dicendo che loro fanno l’interesse generale, ‘pubblico’ .

La partitocrazia aveva comunque interesse a preservare una qualche superiorità della politica sul privato predatorio che puntava solo ad appropriarsi dei soldi ‘pubblici’. Mentre colle oligarchie predatorie che hanno sottomesso la politica, col golpe mediobancario del 23/05/1992, è stato rimosso ogni ostacolo allo sfascio miopico per il solo tornaconto immediato tanto da parte delle oligarchie predatorie che della gente sussidiata con soldi pubblici per pure ragioni di consenso del momento.   

Si arriva poi al 1989, quando l’Impero Sovietico viene a mancare essendo implosa, od in corso di implosione, l’URSS.

Non avviene tutto in giorno. Si mettano in linea le date, ve ne sono anche altre addizionali se ci crede, e si veda il loro significato, non il significato simbolico che non conta nulla, bensì quello pratico.

Il 9 novembre 1989 non esiste più il muro di Berlino. Lo si può passare. Nessuno spara più su chi lo violi. Il processo di cedimento dell’Impero Sovietico era ormai visibilissimo da mesi, almeno, o da qualche anno. Visibile lo era da più di qualche anno, cogli eventi polacchi. Se crolla tutto è perché da Mosca avvisano che non danno più copertura a massacri. Era da almeno un decennio che non davano più copertura a massacri. Sennò, avessero avuto poi un qualche progetto sviluppista, anche solo alla cinese post-Mao, il disordine polacco era rapidamente risolvibile, con tecniche cinesi.

Si noti che l’ultima cosa gli inglesi potessero volere era la caduta dell’Impero Sovietico da loro così faticosamente e sanguinosamente creato con la IIGM. In Germania, c’è qualcuno che ha il coraggio di osare. Sennò potevano anche restare in piedi due Stati tedeschi, come i padroni del mondo avrebbero preferito.

Significato del 9/11/1989. È del tutto pubblico ed ufficiale che l’Impero Sovietico non tiene più. L’URSS non tiene più. Non si può più sparare su chi se ne voglia andare, né sbatterlo in galera, perché l’URSS non è più in grado di garantire appoggio militare e poliziesco ai suoi clienti dell’Est. Se manca la copertura sovietica, l’Impero Sovietico sta virtualmente finendo. Cioè, è finito. Restano solo da regolare i dettagli legal-formali della dissoluzione.

Già nel 1988, l’Impero Sovietico è imploso in Polonia, mentre già prima il regime seguiva una linea ondeggiante, col socialismo polacco che implodeva nel collasso economico. Nessuno se la sente di mandare i carri armati contro gli scioperanti perché l’URSS non dà più adeguata copertura. Del resto, ha un senso liquidare violentemente dei movimenti sociali di massa quando poi si sappia dare una qualche risposta a livello di sviluppo. Sennò non serve a nulla ed è pure controproducente. Senza un poco di pane e fica, anche lo schiavo si estingue. Il socialismo sovietico non garantisce più la vita quotidiana, la riproduzione semplice in economia. Sta implodendo irreversibilmente. L’economia di guerra, in realtà per interessi imperiali anglo-americani, impiantata sull‘arretratezza russa è arrivata al capolinea. Le declamazioni propagandistiche non risolvono l’arretratezza e l’inferiorità russa. La ‘imprenditorialità’ burocratica, l’arraffa arraffa, la corruzione degli impiegati pubblici, ha prodotto l’implosione sistemica. Occorre tagliare fette di Stato e pubblico, ed una iniezione di imprenditorialità privata. Fatto questo, l’economia almeno un po’ si rialza e riprende un qualche ciclo riproduttivo ed espansivo. 

Non è questione di ‘socialismo’. Bensì di arretratezza russa (non risolta né dal colpo di Stato austro-tedesco di Lenin e Trotzki, né dalla svolta anglo-americana di Stalin) e di economia di guerra permanente, ma non ben equilibrata e ventilata alla statunitense per quanto sia difficile scommettere sulla sostenibilità perpetua di quell’ultima anche se non è affatto detto che i catastrofisti del “stasera crolla tutto” abbiano una qualche ragione. Nulla crolla mai. Chi attenda il crollo, di solito è perché ha il suo profitto sull’attesa di quel non si verificherà mai. Pure dove sembra crolli tutti, poi la vita quotidiana deve pur continuare in un modo o nell’altro. La Stato sovietico, già privatizzato dalla corruzione burocratica, viene amputato e le aziende passano sotto responsabilità privata (parte degli stessi burocrati che si fanno imprenditori di mercato) dove licenziare ed organizzare con una qualche efficienza non sia più una eresia impossibile.

All’URSS manca, storicamente, uno Stato solido alla giapponese, alias con una vera oligarchia sviluppista. I bolscevichi sono una classe dirigente raffazzonata e reazionaria, adatta alle esigenze immediate dei Servizi militari germanici, che crea il terrore per liquidare le classi non proletarie perché gli agenti germanici si sentono deboli ed hanno paura. Ma proprio a quel modo riducono una base di consenso di un qualche spessore culturale e sociale, sostituendola col proletario laccaculo, ottuso, gregario. Certo lo mandano a scuola, ...per le necessità dell’economia di guerra. Non basta ad umanizzarlo e neppure ad istruirlo a livelli sufficienti per un vero sviluppo. Certo si costruiscono splendidi sistemi economici pure sugli animali ma occorrono altri ingredienti per renderli veramente produttivi.

Ma neppure questo è decisivo. Come già detto, le Russie non hanno un’oligarchia sviluppista sotto lo zarismo così come essa non viene creata dai cosiddetti bolscevichi (un’etichetta che racchiude di tutto, più che altro un fascio di avventurieri famelici) né da quel che diventano con Stalin. Stalin fa un’operazione in parte nazionale e nazionalista, di rimozione degli agenti tedeschi ed austriaci, spostandosi dal lato anglo-americano. Ovviamente la fa come la fa, combinata al terrorismo di massa funzionale al mantenimento del regime da campo di concentramento per l’economia di guerra. Stalin realizza il programma di Trotzki, che è un programma terroristico di economia di guerra. La sola differenza era che Trotzki era un agente austriaco. Stalin poggia sullo spirito xenofobo russo, alimenta l'anti-germanismo, e si sposta dal lato anglo-americano secondo la logica, in realtà del tutto fasulla e da complessi di inferiorità, che sono meglio degli alleati distanti che prossimi ai propri confini.

Lo Stato sovietico è inefficiente e pure largamente democratico. La democrazia che valorizza i peggiori. Mentre le oligarchie sviluppiste servono, servirebbero se esistessero lì, ad usare i peggiori come mattoni per costruire qualcosa, non solo un’economia di guerra inefficiente e pure con carenza permanente di beni di consumo e con nuove gerarchie, ‘democratiche’, che ricreano aristocrazie pur di ex-pezzenti restati servivi ed ignoranti, sebbene con scolarizzazione di massa, scolarizzazione per fornire tecnici per le necessità dell’economia di guerra. Il problema e che se non sai organizzare, anche una rivoluzione scolastico-formativa la fai sulla carta mai poi non funziona come si vorrebbe.  Si può essere primi nello spazio, ma il sistema resta ingrippato e la popolazione ignorante.

A nessuno gliene frega nulla di avere il lavoro garantito se, per servire l’economia di guerra sovietica, non si hanno beni di consumo. Si produce ricchezza. La si produce male. E se ne va pure solo in cannoni, non anche per godersi la vita.

Anche gli USA hanno un forte militarismo, ed in continua espansione, senza per questo avere un’economia permanente di guerra. La ha l’URSS ed è del tutto inefficiente.

I compagnuzzi, nutriti del ‘marxismo’ inventato dalla Corona britannica come parte del suo armamentario per fottere l’Europa continentale ed il mondo, fingono di ragionare con concetti come quello della “rottura rivoluzionaria [o contro-rivoluzionaria]”. È solo propaganda per idioti che necessitino di qualche giustificazione ‘teorica’.

Nelle Russie sovietiche, neppure altrove, non succede nulla di tutto questo. Già il potere era stato preso con un colpo di Stato organizzato dall’Intelligence militare tedesca, che deve rimuovere un nemico bellico, dopo che Kerensky aveva demagogicamente sfasciato quel poco che rimaneva di Stato russo, quando lo zarismo si era lanciato in una guerra al fianco degli Alleati senza un minimo di economia di guerra e gli agenti tedeschi interni avevano sollevato le armate allo sbando contro i loro comandanti.

L’implosione dello Stato russo ed il traffichio dell’Intelligence militare tedesca conducono lo zarismo all’abdicazione ed alla rinuncia all’inizio di marzo 1917. I bolscevichi e futuri bolscevichi, all’estero ed in casa, operano perché qualcuno li foraggia, da Berlino e Vienna. Ed anche perché gli apparati burocratici zaristi passano dalla parte degli agenti tedeschi che appaiono come un realistico futuro. Lenin racconta e scrive le balle dello Stato ‘borghese’ che viene distrutto e rimpiazzato da altro. In realtà, è solo un governo che viene rimpiazzato da un altro. I burocrati sono gli stessi. Col ‘socialismo’ proliferano, per cui se ne abbassa pure la qualità già bassa. E sono quelli dovrebbero dirigere tutto su ordini centrali. Il Lenin capo del governo passa le giornate al telefono per tentare di risolvere piccoli problemi la disorganizzazione diffusa crea a tutti i livelli. Nessuno Stato nuovo rimpiazza il vecchio. In particolare nelle aree di sottosviluppo ed inefficienza statuale, si procede a stratificazioni. Ai burocrati zaristi fanno prendere la tessera del PC. Se non sono disposti se ne vanno. Chi la prende è lo stesso di prima, non è che divenga differente o migliore. A loro si sovrappongono poi altri, i fanatici, che sanno fare ancora meno di quelli loro dovrebbero affiancare, controllare, rimpiazzare.   

Non è questione di ‘complotti’. A livello di psicologia individuale e di leggi politico-sociale, vi sono due elementi: il guadagno e la solidità dell’entità contro cui le risorse pervengono spingono. I soldi austro-tedeschi, tradizionalmente, in quel periodo e nella fase lo precede ancor di più, si dirigono in grandi quantità verso le Russie. Non è solo né tanto questione di un Parvus. Sia chi sovvenziona che chi li riceve sa che la distruzione dello zarismo schierato dal lato Alleato è possibile, che è tutt’altro che improbabile. Se vengono usati per corrompere politicanti come Lenin e Trotzki, è perché gli austro-tedeschi hanno usato risorse ed energie ancora maggiori per comprarsi burocrati dello Stato russo, sia civili che militari. Quando ci sono poi colpi di Stato, tutto sembra una casualità del momento. In realtà, ci sono centri e personaggi attivati e disattivati per produrre quello di produce. Non che nulla segua poi, nei dettagli, percorsi impossibili da predefinire. Tuttavia, v’è sempre qualcuno lavori per un qualche risultato voluto da centri di potere. Se vuoi liquidare un avversario sul fonte interno attivi e disattivi chi puoi controllare. Se occorre pure un intervento esterno, di terroristi, li attivi. Le Internazionali ‘operaie’ servono a quello.  

Soldi delle Intelligence militari, o non militari, tedesche ed austriache sarebbero stati sprecati verso entità solide come il Regno Unito. Lì, li usano semmai per spionaggio classico, non per sovversione ‘sociale’. Nulla succede per caso. Non è solo questione di soldi ed interessi avversi. Senza la guerra (di cui la sovversione interna per iniziativa estera è un aspetto), dunque senza anche sovversione interna per mano estera, nessun rivoluzionario russo poteva, di sua iniziativa, nascere, vivere, ed attuare colpi di Stato, poi pomposamente chiamati rivoluzioni popolari. 

 Ancore più evidente è l’implosione dell’URSS degli anni ’80 e la sua liquidazione formale a fine 1991, pur senza grandi guerre in corso. Lo zarismo implode in assenza di economia di guerra, nella fase prebellica, e con una economia di guerra raffazzonata a guerra mondiale in corso. L’URSS implode, senza grandi guerre in corso o prossime, a causa di una economia di guerra permanente, e pure caratterizzata da assoluta inefficienza.

L’economia che implode liquida lo zarismo. L’economia che implode, pur dopo una lingua fase di industrializzazione, pur inefficiente, liquida l’URSS, uno zarismo senza Zar e con industrializzazione forzata ma anche del tutto raffazzonata. I burocrati alla russa fanno qual che possono. L’industrializzazione sovietica non è certo l’industrializzazione inglese, né quella giapponese.

Le armate zariste si squagliano a guerra in corso. Quelle sovietiche vengono tenute fuori dall’uso repressivo, od apertamente repressivo, interno quando il potere centrale sovietico (con relativi clienti dell’Impero Sovietico) avvia un processo di abdicazione, di rinuncia. Il sistema non funziona più. Chi impersona il potere lo vede che non riesce a fare nulla, che non si può fare nulla, che il sistema è inceppato e che sui presupposti soliti nulla è possibile, neppure una qualche transizione a qualcosa di meglio, non sui presupposti e sulla legalità solite. Non ci sono oligarchie alla giapponese, né all’inglese. Evidentemente non ci sono neppure tradizioni millenarie alla cinese che hanno permesso alla Cina di fingere di restare sul terreno del 1949 quando si è invece reincamminata sulla sua tradizione millenaria, non particolare efficiente ma con possibili forme di sviluppo, mentre il maoismo sotto Mao era solo collocazione in freezer dell’arretratezza dilagante. 

Quello che, a livello politico-istituzionale, a Prima Guerra Mondiale in corso, succede un pochi giorni, o settimane, poi, nei dintorni temporali della dissoluzione del muro di Berlino, succede in mesi o poco più. I bolscevichi, per debolezza, si affermano col terrore e la liquidazione fisica della classi medie ed alte. Questo viene contrabbandato per “rivoluzione proletaria” secondo supposti canoni marxiani. È solo propaganda, propaganda di guerra. Fa parte della propaganda di guerra pure l’operetta di fantasia di Lenin, Stato e Rivoluzione che dice, mentendo, che il nuovo Stato sarà ricostruito dal nulla dopo avere distrutto il vecchio. La realtà è subito del tutto differente. Se e burocrazie già-zariste sanno fare poco, gli operai ignoranti e pasticcioni sanno fare ancora meno. Le ideologizzanti illusioni bolsceviche svaniscono subito. Si barcamenano. Tirano a campare.

Già, il colpo di Stato bolscevico viene realizzato con e da ufficiali delle Forze Armate, e dalla rete tedesca, che si allineano al nuovo potere selezionato dalla Germania ed Austria per porre fine alla guerra dal lato Alleato. Poi, il terrore ‘rosso’ sostanzialmente liquida aristocrazia e imprenditori, mentre dalle burocrazie militari e poliziesche a quelle civili si riconvertono ‘comuniste’ come sempre succede quando si passi da un ordine politico ad un altro. La gente è la stessa. Prende una tessera differente. La tessera del pane. Si dà da verniciata differente. Ma la gente è la stessa così come è la stessa anche la logica burocratica deteriore zarista che ora si fa chiamare bolscevico-comunista. Col terrorismo, che devono scatenare per loro debolezza, i bolscevichi perdono le classi colte, per cui sì la gente è la stessa ma solo nella parte meno utile anche per un programma di sviluppo. E coloro non se vanno non sono particolarmente controllabili da un potere proletarizzatosi ma debole. Il terrore staliniano di massa, non risolve il problema dell’inaffidabilità del materiale umano russo.    

Dissolta l’URSS, ovviamente senza più la presenza delle vecchie classi zariste, ma pur sempre con nuove stratificazioni, dunque classi, ‘sovietiche’, classi medie ed alte si ricreano in un attimo. Cessato il terrore statale ‘sovietico’, si ricrea tutto. Ciò contraddice tutti gli agit-prop delle ‘rivoluzioni’ e dei “cambiamenti di natura sociale”. No, è altro. La rinascita delle Russie mostra come un terrorismo esterno, esterno alla società reale, abbia solo represso classi e forze sociali, non creato nessun impossibile nuovo ordine. Non è stato creato vero sviluppo, così come non è stata fatta emergere nessuna classe del futuro. Non v’era alcuna classe del futura. Il proletariato che premeva per liberare le forze produttive?! Erano tutte balle! Le forze produttive si liberano con l’efficienza organizzativa. Nelle Russie manca. Se una dittatura proletaria, pur al potere per 70 anni, svanisce e si ricreano, d’un tratto, immediatamente, le classi precedenti... Il bolscevismo ha avuto una valenza reazionaria perché esso ha represso le classi del futuro, valorizzato classi del passato [un proletariato schiavizzato] e costretto, represso, anziché liberato, le forze produttive. Appena la costrizione è stata levata, più o meno [le Russie post-sovietiche sono restate entità a forte condizionamento statale/governativo], ecco che le classi del futuro, una più o meno normale struttura sociale, sono subito riapparse mentre le classi del passato, i proletariati statalisti di una economia di guerra con caratteristiche schiaviste, sono entrati in putrefazione progressiva.

I processi di modernizzazione sono altra cosa. Non traffici di Polizie Segrete militari per esigenze di guerra e con avventurieri al soldo.

Certo, a livello di simbolismi letterari, i dottrinari si saranno inventati qualche “rottura controrivoluzionaria”. La storia reale non funziona a questo modo. Il concetto di ‘rivoluzione’ è propaganda di Stato e guerra, o sovversione, che intellettuali si bevono e diffondono. Ma non ha alcuna base reale. Non esistono le ‘rivoluzioni’ come non esistono le ‘controrivoluzioni’. Sono altre cose.

Prima, si passa dal modello statalista, ma con anche proprietà privata d’impresa, dello zarismo, ad un modello statalista totalizzante. I tedeschi non si fidano dei filo-inglesi ed anti-tedeschi, che vanno dunque rapidamente e brutalmente liquidati. I loro agenti ‘bolscevichi’ provvedono. Tuttavia la Russia profonda, xenofoba ed anti-tedesca, resta. Le burocrazie, e gli apparati polizieschi e militari, pur decapitati, sono gli stessi. Se non li avesse espressi Stalin, le avrebbe espresse qualche d’un altro. Magari lo stesso Trotzki [lui, dunque sensibile alle pressioni delle gerarchie militari ed al blocco militarista, sogna l’economia di guerra che poi Stalin realizza] si sarebbe riconvertito da agente austriaco [lasciata Vienna, dove viveva piuttosto agiatamente non da emigrante lavapiatti, gira il mondo pieno di soldi; non glieli dà la famiglia, non ha redditi propri...] ad agente inglese. Si facciano i conti... Non a caso, Trotzki è uno che reagisce sempre piuttosto istericamente a chi chieda da dove vengano i soldi. Ha la coda di paglia... La rete austro-tedesca continua ad assisterlo pure quando va nell’ultimo esilio, visto che non è che abbondanti commesse di case editrici piovano magicamente. Lui era un logorroico della penna. Ma ha sempre scritto cose senza alcuna profondità analitica e culturale. I suoi lavori sono a livello di storielle per bambini. Qualcuno attiva case editrici perché lo pubblichino.  

Poi, si transita dallo statalismo totalizzante allo Stato che ritorna allo statalismo poliziesco alla zarista e con presenza della proprietà privata di impresa, dato che la pianificazione centrale, già geneticamente malfunzionante, funzionava sempre meno, fino all’implosione sistemica.

Da un punto di vista storico non è una restaurazione. Sono passati troppi decenni. È un cambiamento di “natura sociale”? Che significa “natura sociale”? Lo Stato si è disfatto di proprietari ed imprenditori privati per cui accorgersi, dopo una settantina di anni, che doveva reinventarseli. ...I ‘fasti’ del ‘socialismo’ [quello ‘comunista’ russo-sovietico e similari]!!!  

Un modello statalista inefficiente imploso è stato sostituito, col 1917, da un altro modello ultra-statalista inefficiente ma che crea un’economia di guerra permanente dunque con industrializzazioni forzate. Anche quest’ultimo implode. Per cui si ritorna ad un modello sia politico che economico alla zarista classico. Il posto formale dello Zar viene preso da cricche selezionate dalla rete già KGB, i Carabinieri o l’FBI dell’URSS. Le Russie restano sotto la cappa dell’inefficienza. Ma la cessazione dell’economia di guerra, con nel frattempo progressi sia economici che di istruzione, ricreano sostenibilità del modello economico russo, almeno per il momento. La Cina è così a terra, ma anche così impermeabile alle influenze estere, che può prostituirsi apertamente agli anglo-americani, in attesa di riautonomizzarsi su un livello più avanzato e competitivo. Le Russie sono troppo deboli e permeabili per poter fare questo. La Russia continua a simularsi grande potenza, anche se l’ordine uscito dalla IIGM ha ricevuto, con la scomparsa dell’URSS e sub-Impero, una botta piuttosto rilevante anche se non è del tutto disfatto. È proprio questa frana che rende possibile l’euro del nuovo Reich germanico, pur cogli USA che portano la NATO e le loro basi dappertutto in tutto il mondo, ancora più di prima quando c’era un nemico. Ora si sono inventati quello impersonale di un ‘terrorismo’ che loro stessi creano per lottarvi contro coi loro alleati.  

Nelle Russie post-sovietiche, non si è né nello sviluppismo alla giapponese, né in balzi quantitativi da investimenti esteri alla cinese post-Mao. Per uno sviluppismo alla giapponese, sarebbe occorso un Developmental State, una struttura statuale efficiente e con un reale dirigismo economico teso verso lo sviluppo accelerato. Seppure il KGB si rivendicasse come perfezione pur nel tradizionale magma russo, non era un centro developmental. Si limitava a vegliare che il tutto reggesse più o meno. Il KGB controllava il barcamenarsi. Non ha retto. Le tecniche developmental sono tecniche diverse dalla pianificazione sovietica, che si fonda uno Stato burocratico-predatorio che si dota di una pianificazione economico-matematica formale al vertice e dalla frusta alla base. Indispensabili i bilanci truccati, per far tornare i conti ed evitare sanzioni. Ma se poi tutto è differente da come avrebbe dovuto, ecco che il sistema resta ingrippato. Si possono truccare i bilanci, non la realtà. I risultati sono quantitativamente grandiosi dal punto di vista una economia di guerra di un certo spessore quantitativo, non senza punte di eccellenza scientifico-tecnologica, ma, nel complesso, piuttosto miseri dal punto di vista qualitativo. Probabilmente, con carburante sufficiente, i tedeschi avrebbero potuto fermare le soverchianti orde dall’est, forse pure dall’ovest, pur sulla carta armatissime.

Predazione e tecnologie coesistono malamente. Alla fine il modello è imploso. Nel Giappone della Restaurazione Meiji, una modernizzazione accelerata delle strutture statuali si combina con una pianificazione dove di fatto predominano gli avvocati, i tecnici giuridici, più che economisti e matematici. Il centro si occupa della visione generale e della regolamentazione mentre i livelli inferiori sono altamente responsabilizzati nella soluzione dei problemi. Senza bisogno del terrorismo di Stato generalizzato e senza il feticcio di obiettivi quantitativi formali, il modello giapponese è più attento alla sostanza che alla forma e conduce ad una rapidissima modernizzazione che va ben oltre gli aspetti puramente o soprattutto militari alla sovietica. Il Giappone perde la guerra ma sopravvive ad essa e riacquista una posizione di avanguardia mondiale, come la Germania ed ancora di più e più rapidamente. L’URSS vince, mandando al macello le sue armate, al servizio anglo-americano. Viene ripagata con un Impero da preservare nel sottosviluppo ed al servizio della sua economia di guerra permanente. Ed infine implode proprio come conseguenza di burocrazie predatorie, di sciatteria generalizzata, di volontarismo in realtà poco volontarista e per nulla solidale, e che non risolve la mentalità predatoria generalizzata e, last but not least, di una tecnologia globalmente arretrata, nonostante punte di eccellenza scientifica, rispetto al resto del mondo.    

Per la creazione della Cina Popolare, gli anglo-americani usano la retorica comunista. Ma la Cina Popolare non ha nulla in comune con la storia russo-sovietica. Gli anglo-americani creano ed usano, con aiuto sovietico, il maoismo per controbilanciare la potenziale pericolosità, per loro, di una Cina modernizzata dai nazionalisti. La Cina è troppo annichilita da secoli di decadenza e di aperta dominazione straniera. La creazione della Repubblica, col 1912, non risolve nulla. La Cina resta feudalizzata. Forme di modernizzazione restano frustrate da uno Stato diviso ed inefficiente. Le potenze estere non hanno interesse ad una rinascita cinese, né la Cina riesce a trovare forze interne propulsive verso una vera e radicale modernizzazione. La Cina non è il Giappone, da questo punto di vista. La casa reale si è lasciata distruggere. Il KMT non è meglio.

Quando il KMT, con contraddittorio aiuto sovietico, riesce ad unificare la Cina contro gruppi che hanno sostegno giapponese ed anglo-americano per tenerla feudalizzata, le sue limitate modernizzazioni restano minate da un forte movimento ‘comunista’ che ha solidi appoggi internazionali, anglo-americani non solo sovietici, e, poi, dalla occupazione giapponese aperta che inizia dal 1931, dalla Manciuria e si estende progressivamente alle aree più esterne della Cina. Il posizionamento bellico della Cina dal lato alleato, nel corso della IIGM, si traduce in aiuti limitatissimi. Gli anglo-americani tengono le FFAA cinesi a livelli di sussistenza, mentre i maoisti, invece che combattere contro i giapponesi, si preparano per la presa del potere a guerra finita. A IIGM finita, con l’agosto 1945, il destino della Cina è segnato. Gli anglo-americani concedono alla Cina lo status di potenza vincitrice mentre lavorano attivamente per ridurre questa “potenza vincitrice” a Taiwan recuperata dai giapponesi, con la loro sconfitta bellica, che la detenevano dal 1895. Operazione tipica della metodologia imperiale britannica su tutti i continenti: combattere sempre quelle che emerge, o loro hanno fatto emergere, come potenza principale. Mao è forte delle debolezze altrui e del decisivo sostegno anglo-americano, anche se non pubblico. Gli anglo-americani fanno con la Cina lo stesso giochetto che hanno fatto in Europa creando l’Impero Sovietico. La Cina maoista congela una vasta area, quale è la Cina (cui viene poi pure permesso di occupare anche il Tibet), e la tiene sottosviluppata per decenni. In Cina, non vi sono industrializzazioni forzate alla sovietica. L’URSS si trova fare un qualche gioco di sponda tra tedeschi ed inglesi, e ne ha qualche guadagno anche se se ne va tutto in una economia di guerra inefficiente. La Cina è lì, sola, con l’URSS ai confini che non si illudono di sottometterla e comunque, quel poco di sottomissione, del tutto temporanea, la ottengono grazie ad aiuti limitati, non industrializzandola, cosa che non avrebbero neppure avuto i mezzi per farlo. La Cina maoista è troppo povera e sfasciata per una economia di guerra alla staliniana e post-staliniana. I limitati aiuti sovietici servono solo a puntellare il maoismo su richiesta anglo-americana. Mao ha un destino comune a molti personaggi compradori. Sempre in minoranza nel partito (sia prima che sopo la presa del potere) e nello Stato, prevale sempre sugli altri, sulle maggioranze. Questo perché è il fantoccio scelto e sempre sostenuto dall’Impero britannico e da quello statunitense. Non è questo il luogo per interrogarsi sul ruolo di Kang Sheng (康生, 1898-1975) in questa operazione [l’invenzione e manipolazione di Mao Zedong per la subordinazione cinese] di Servizi militari anglo-americani con ausilio russo. La storia del maoismo, Mao vivo, è una storia di fallimenti come governo dello Stato e gestione dell’economia. Chiunque potrebbe far meglio di Mao, anche non facendo nulla. Mao fa solo danni, su tutta la linea. Mao tiene fede solo al suo mandato compradoro-sottosviluppista di non realizzare alcuna modernizzazione. Col 1949, lo sfondamento voluto dagli anglo-americani, con supporto sovietico, è completato, con la ROC relegata a Taiwan e la RPC al potere a Pechino. Il Grande Balzo in Avanti, 1958..1961, è un balzo verso il nulla. Il suo risultato maggiore sono 45 milioni di morti di fame e (un paio di milioni degli stessi) ammazzati in quanto proprietari terrieri, che non significa latifondisti che erano verosimilmente già fuggiti a Taiwan od altrove. Chiunque possa fare qualcosa è massacrato dalla furia maoista. Di nuovo in minoranza nel partito e nello Stato, da parte di chi vorrebbe un qualche normale sviluppo economico e sociale, Mao reagisce con un colpo di Stato militare e col terrore, che va dal 1966 al 1976, quando Mao muore. A quel punto, la Rivoluzione Culturale, una grande reazione sottosviluppista e di diffusione di ignoranza di massa, può essere liquidata. Inizia una lenta evoluzione verso l’economia mista, anche se la Cina resta globalmente statalista e con elefantiache, quanto inutili e dannose, burocrazie. Liquidata, col 1989, in Piazza TianAnMen, ogni illusione di libertà e diritti, con gli anni ’90 la Cina si avvia verso ritmi di crescita elevata (pure oltre il 10%), anche grazie all’apertura ad investimenti stranieri che sfruttano manodopera a basso costo.
Si osservino i dati storici dei tassi di crescita reale del PNL pro-capite cinese
Occasionale crescita alta vi era stata anche sotto Mao, secondo le statistiche. Tuttavia, col suo decesso, cessano anni di decrescita, anche rilevante. Mao e chi lo controlla sembrano ansiosi di affondare qualunque crescita si verifichi, nonostante il regime di quieti burocrati che vorrebbe una crescita ordinata e continua. Ovviamente, in uno Stato arretrato, con burocrazie predatorie, e di dimensioni enormi, ci sarebbe da interrogarsi sull’attendibilità degli stessi dati statistici. La frenesia costruttoria degli ultimi decenni, in Cina, è comunque visibile, mentre prima vi era una stagnazione campestre infiorita di ingenua, infantile e visibilissima vuota retorica di regime. Sottosviluppati economicamente e socialmente, sottosviluppati psicologicamente e come industria pubblicitario-propagandistica. Nonostante la crescita post-Mao, il futuro della Cina, restata maoista nelle forme politiche, non è affatto detto che sia roseo, per vari motivi.

Questa mia parentesi intendeva solo evidenziare come il caso sovietico, con l’implosione dell’URSS, e quello cinese dal sottosviluppo voluto ad uno sviluppo quantitativo, pur senza cambiare la natura sottosviluppista dello Stato, fossero qualitativamente differenti. Si potrebbe azzardare che le caratteristiche delle Russie le rendono più adattive ed elastiche, ma anche più timorose e permeabili, della millenaria trazione burocratica cinese su vaste masse di sudditi. Ciò che per ora le accomuna è che il salto sviluppista, nel senso della creazione di uno Stato efficiente con un centro sviluppista, dunque relativamente isolato da tutto, tutto ciò possa interferire con lo sviluppo sistemico [relative insulation] facendo prevalere il particolare, il particolare inevitabilmente predatorio, non è avvenuto né può avvenire. Ovviamente, anche senza Developmental State restano una molteplicità di possibilità di sottosviluppo, sottosviluppo relativo o sviluppo limitato. Ed il futuro è sempre incerto. Le Cine hanno il vantaggio della massa, della quantità, cosa che, pur con un cambio truccato verso il basso, sta permettendo loro di presentarsi con capitali rilevantissimi per comprare in giro per il mondo. Le Russie hanno il vantaggio della bassa densità demografica per cui la popolazione è ben lungi dall’essere eccessiva relativamente alla vastità dei territori ed alla ricchezza delle risorse minerarie ed energetiche sul suolo nazionale. Le Russie hanno retto l’urto della dissoluzione dell’Impero Sovietico e della stessa URSS, per quanto non è detto che siano stabilissime, data la loro posizione di inferiorità produttiva e militare. Le Cine sono ancora più fragili. L’isteria nazionalista diffusa tra la popolazione non significa nulla. Non è detto che il futuro delle Cine sia di restare unite. Basterebbe un qualche intervento specifico anglo-americano per scassarle, per farle andare a pezzi, e pure piuttosto rapidamente. Dalla attuale RPC potrebbero nascere decine di Stati indipendenti. Per le popolazioni sarebbe indubbiamente meglio e lo sviluppo più accentuato. Non altrettanto per il potere centrale, per il tradizionale Impero Cinese che sulla massa ha sempre costruito la sua forza. Forza relativa visto che quattro cannoniere europee sono state sufficienti a sottometterlo. Ciò si verificò anche il per il Giappone. Ma il Giappone reagì con la modernizzazione radicale, radicalissima e rapidissima. Non la Cina, che solo negli ultimi decenni sta vedendo qualche modernizzazione quantitativa ma non dello Stato. Sul momento, i successi quantitativi cinesi sono ben più sostanziosi di quelli russi successivi all’implosione e parziale disintegrazione della già URSS. Ma essi rendono la Cina più sensibile dell’URSS ai movimenti internazionali dei capitali e ad altri fattori esterni.

A differenzia dell’URSS, la PRC non implode per il semplice motivo che non è mai esplosa, da punto di vista delle forze produttive. Il suo sviluppo inizia con la morte della creatura dell’Intelligence militare anglo-americana e sovietica, l’ottuso e conservator-reazionario Mao segretamente nominato, dall’Impero inglese, nuovo Imperatore del sottosviluppo cinese. L’Impero inglese non riesce a fargli creare una dinastia come in  Nord Corea.

Con la liquidazione dell’economia di guerra e dell’URSS, nelle Russie si ricreano margini di sviluppo quantitativo. Per la vera competitività occorrerebbe altro. L’ex-KGB, che detiene il potere reale, non ne è stato capace, fino ad ora. Altre oligarchie di potere non esistono, o sono peggio, dal punto di vista dello sviluppismo [vedi teoria e pratica del Developmental State, lo Stato Sviluppista].

Lasciamo questo impossibile paragone. Ragionare in maniera comparativa ha solo il vantaggio di evidenziare la realtà, attraverso le differenze. Non è decisivo analizzare tutto, rispetto al discorso che qui stiamo sviluppando. Ritorniamo alle determinanti dirette delle vicende italiche.

La questione italica è un PCI creato dagli anglo-americani durante la guerra, e dalla conseguente assenza, cronica, di una vera socialdemocrazia di massa. Non sono questioni solo  nominali. Invero, non sono questioni nel senso di problemi, da un punto di vista storico. La storia è quella che è. “Le questioni”, “i problemi” sono invenzioni propagandistico-giornalistiche per ammantare di connotazioni di un qualche valore quello che è come è.

Le teorie pseudo-politologiche, tali sono le accademiche, hanno in genere solo funzioni di mistificazione. Da Stein Rokkan, con la teoria tautologia delle fratture (territoriali e funzionali) come causa del congelamento dell’offerta politica tra gli anni ‘20 e ’60 (con annessa le constatazione, del tutto inventata, di un parallelismo tra cattolicesimo e partiti comunisti), alle teorie più apertamente classiste che, interpretando tutto come lotta di classe, permettono di ‘spiegare’ ogni cosa con generalizzazioni arbitrarie, non a caso popolarissime, dunque utili al potere ed ai poteri, sono state create stratificazioni ideologiche che rendono impossibile l’accesso alla realtà od a possibili realtà. Lo stesso viene fatto in tutti i campi delle discipline sociali e storiche.   

Rokkan aveva associato cattolicesimo, comunismo e paesi latini. In realtà, il comunismo italico è differente da quello francese o spagnolo. È differente la genesi, perché è differente il contesto. La teoria rokkaniana non regge, se non some approssimazione di apparenze. E non regge la sua [non] analisi storica.

Quelle di Rokkan non sono neppure teorie. Sono solo scemenze che hanno trovato risonanza e credito solo perché sono funzionali ad occultare la realtà. È tutto molto più semplice. Gli inglesi non si fidano della DC-Vaticano e tanto meno vogliono un mercato politico competitivo che potrebbero controllare ancora meno. Per cui, per Italiozia, escludono una socialdemocrazia mentre puntano su un PCI ufficialmente para-sovietico che loro, gli anglo-americani si fanno creare da un Togliatti, cittadino sovietico e che aveva rinunciato alla cittadinanza italica, fattosi inviare dall’URSS. Programmato un PCI da 20-25%, viene riempito di armi, soldi ed immobili già monarco-fascisti, oltre che fatto compartecipe del potere reale, che fanno del PCI quello che è stato e continua ad essere pure ora sotto mutate spoglie e frammentato. Quando gli anglo-americani occupano Italiozia, lo fanno dunque con le loro mafie e col loro Togliatti al seguito. La DC non può liquidare il PCI perché, come le mafie e la mafia finanziaria Mediobanca, è imposto e coperto dagli anglo-americani. Inoltre, un PCI di quel tipo fa comodo pure alla DC, almeno a quella più immobilista e predatoria. Quello che hanno detto di differente erano solo giochetti retorici, verbosità, da guerra fredda, propaganda di copertura. Se infili in un sistema dei tuoi agenti, come prima cosa devi dire che anzi ti sono nemici. Sono tecniche classiche del lavoro di Polizia Segreta. Lo stesso vale per la Francia. Gli inglesi detestano De Gaulle e la Francia questi rappresenta ed impersona. In Inghilterra, tentano pure di ammazzarlo con incidenti aerei. Se ne accorge ed evita di muoversi per aria. Il PCF serve per il controllo anglo-americano sulla Francia. Il PCF non è il PCI?! Certo, perché la Francia non è Italiozia, per cui quando gli Imperi fanno questi giochetti i risultati sono poi quelli che sono. Questo non vuol dire che questi giochetti di controllo imperialistico falliscano, solo perché non vanno esattamente come pianificati. Semplicemente assumono altre forme. Anche se la Francia sarà ora distrutta Italian- and Greek-style dai tedeschi, essa resta strutturalmente differente, in condizioni nettamente migliori, rispetto ad Italiozia, oltre ad avere una qualche storia nazionale che invece manca del tutto in Italiozia, creata da Londra con terroristi al soldo britannico e con mafie inglesi sul terreno. Chiaro che il PCF anglo-americano fosse differente dal PCI anglo-americano. Non è questione né di differenze tra Thorez e Togliatti, né di altri fattori metafisici. Il PCI è migliore, per la propaganda anglo-americana, perché più arretrato, dunque più di freno allo sviluppo di Italiozia, di quanto lo sia il PCF in Francia. Ciò deriva solo dalle differenze strutturali e, dunque, di classi dirigenti tra Francia ed Italiozia. Anche per la Francia gli inglesi escludono una socialdemocrazia nazionale. Essa si afferma o riafferma egualmente perché la Francia è differenze, fa più resistenza alle pianificazioni imperiali. Il PCI è davvero un capolavoro, assieme alla mafia Mediobanca, per tenere Italiozia nel sottosviluppo sia culturale che materiale.    

Anche il PCF è un capolavoro, ma inferiore nei risultati, per diffondere sottoculture sottosviluppiste. Le tanto conclamate differenze tra PCI e PCF sono differenze in rapporto al ruolo loro assegnato dagli inglesi. Il PCI deve essere forza di ricatto relativamente alla DC-Vaticano. Il PCF deve essere forza di ricatto relativamente al gaullismo. Per cui il PCI deve essere pretesco, mentre il PCF deve avere le rigidità del nazionalismo francese. Poi, pur compradori (ma sia la DC-Vaticano che il gaullismo non che è che non siano compradori anglo-americani, nonostante le verniciature differenti e con la maggiore resistenza francese all’Impero essendo la Francia strutturalmente messa meglio, o meno peggio, d’Italiozia), il PCI deve interloquire costantemente colla DC da cui dipende quotidianamente, così come il PCF deve interloquire quotidianamente con lo Stato francese massonico-giacobino. Il PCI è un partitone nella tradizione dell’italico fascismo del Re, del solito fascismo quirinalizio-CC. Il PCF è un partitone massonico-giacobino alla francese. Quello che vendono ai militanti minchioni fa parte del teatrino politico e politicantico. L’aderente è ‘conquistato’ dalla struttura clientelare mafiosa. Le ‘ideologie’ di copertura vengono dispensate col rapporto clientelare-mafioso. Le ‘ideologie’ cambiano. Le persone sono sempre quelle, pur nella successione di generazioni e con i cambiamenti del contesto esterno, che è cambiamento tecnologico più che di rapporti gerarchici. I partiti, come i sindacati ed altre mafie-corporazioni, sono estensioni dello Stato. Non lo fossero, non potrebbero esistere. Gli Stati compradori, pur entità con ulteriori dipendenze, devono comunque imporre sé stessi, relativamente alle varie entità interne.       

I partiti hanno sempre una genesi di potere. Se uno Stato è davvero indipendente, la genesi è interna. Se vi sono condizionamenti, influenze, esterni, l’offerta politica può risentire di questi aspetti. Tuttavia, senza una qualche acquiescenza interna, o per debolezza, o per interesse, od entrambe, nessun partito od associazione od organizzazione o movimento può avere alcuna base reale. Le favolette del gruppo di amici che si riunisce, fonda, recluta, diventa di massa, conquista il potere, o fette di potere, sono fumettistica per allocchi.

La teoria, la baggianata, rokkaniana delle fratture come genesi dei partiti dice poco o nulla se non si individuano e non si si esamina per quale uso siano sfruttate. Negli USA, il comunismo, nelle sue varie frazioni, segue vari filoni etnico-sociali, di flussi migratori ed a seconda della provenienza. Serve al potere per catalizzare illusioni e poi per smontarle anche brutalmente dimostrando come esse non servano a nulla. Sono metodi di polizia per evidenziare problemi e poi far arrivare lo schiacciasassi-Stato ad eliminare tutto e con brutalità. È un uso intelligente e razionale delle tecniche di destabilizzazione stabilizzante. Le stesse mafie, che sono sempre milizie parallele di Stato, vengono usate, negli USA, per sostenere sindacati proletari ed opporsi militarmente ai militarismi padronali. Questo permette allo Stato di crearsi uno spazio, uno spazio contrattuale e di manovra, perché esso Stato possa esaltarsi come relativamente indipendente da tutti ricchi e poveri pur essendo poi, nel segreto, od in ultima istanza, dal lato chi uno Stato sempre è.     

In Francia, il comunismo si affianca alla socialdemocrazia senza rimpiazzarla. È usato ora dalla destra, ora dalla socialdemocrazia, a seconda di quale sfumatura il potere reale voglia privilegiare. Il comunismo non ha spazio nella sviluppista Gran Bretagna dove resta una cosa per intellettuali e per operazioni clandestine all’estero dell’Impero britannico. A livello popolare, serve al massimo per ghettizzare qualche gruppo sociale sorpassato dallo sviluppo tecnologico. In Francia, resta una minoranza di una qualche consistenza, ma senza alcuna neppure speranza di poter divenire partito dirigente di governo. Al massimo ha ruoli di governo del tutto marginali. Ha qualche spazio quantitativo solo perché è una delle espressioni della subordinazione, da tutti i punti di vista, della Francia ai sistemi anglofoni. Prima della IIGM il PCF è un partito da 10-15%. Con l’occupazione tedesca, il PCF è un partito pro-tedesco. Passa dal lato alleato con la guerra Germania-URSS, col 22 giugno 1941. Considerato come gli inglesi vedano la Francia e come siano intolleranti nei confronti De Gaulle, che cercheranno pure di ammazzare, con incidenti aerei, si capisce come il PCF venga foraggiato dagli stessi durante la guerra, così come a guerra finita. Salvo qualche eccezione in funzione delle necessità anglo-americane, chi fa terrorismo urbano contro i tedeschi sono stranieri, non francesi. Poco prima che arrivino gli Alleati, PCF e gollisti li vanno a denunciare ai tedeschi per farli cadere e “francesizzare la resistenza”. Il PCF verrà dipinto dalla propaganda di guerra come “il partito dei fucilati”. È una balla colossale, che serve gli inglesi che hanno bisogno di un loro partito per contrastare il troppo nazionalista De Gaulle. Il PCF del post-IIGM, un partito da 25-30%, è una creazione inglese, con aiuto formale sovietico. Essendo la Francia potenza formalmente vincitrice, la creazione di un forte PCF è un’operazione clandestina inglese al di fuori degli accordi di Teheran e Yalta. Quantitativamente consistente, il PCF sarà comunque un partitone conservatore del tutto subordinato alle esigenze del sub-imperialismo francese. La sua base di massa verrà progressivamente fagocitata dalla socialdemocrazia francese ed alla francese che si riorganizza e conquista la Presidenza della Repubblica dal 1981 al 1995, con Mitterand. Alla caduta del muro di Berlino e dell’Impero Sovietico, il PCF, o quel che ne resta, è ampiamente sotto al 10%. Nel 1986, è attorno al 10%. Dopo, va definitivamente sotto. La Francia non è Italiozia. Gli anglo-americani non hanno bisogno dell’apparato comunista per distruggere socialdemocrazia e centro per papparsi le aziende pubbliche francesi. La Francia sarà ora, ma in altra maniera e per altre ragioni (strutturalmente è messa meglio di Italiozia ma peggio della Germania), fatta fuori dalla Germania e dalla nuova Grande Germania costruita senza usare mezzi militari bensì con le ‘armate’ della potenza economica e finanziaria. La Francia perde la concorrenza con gli inglesi durante la monarchia. È in apparenza migliore in tutto (come lo sono le industrie di lusso di varie aree della penisola italica rispetto alle inglesi e delle Fiandre), ma poi è inferiore nelle produzioni di massa, ed in tutti gli aspetti organizzativi, nell’efficienza organizzativa, nell’innovazione agricola ed industriale. Non recupera con Napoleone. Resta subordinata in tutto, anche nella sconfitta militare da parte degli inglesi, così come dopo di essa, pur con l’illusione (la “arroganza francese”) di poter essere competitiva ed alla fin fine migliore. Non lo diverrà mai. Appena i tedeschi la sfonderanno, dopo le elezioni tedesche del  22 settembre 2013, si assisterà all’epilogo di questa ‘potenza’ francese sempre sconfitta e fregata, e non solo militarmente, dagli inglesi, e pure dai tedeschi. Farà da cuscinetto impoverito, con tutta l’Europa latina e suddica, tra l’area germanica e nordica dell’euro, ed oltre l'euro, ed il Nord Africa e Medio Oriente incendiati ed islamizzati dagli inglesi in funzione sia anti-tedesca che anti-statunitense.

In Spagna, il PCdeE è una piccola setta senza seguito come lo è il PCd’I in Italiozia. Si gonfia, ma poco, con l’intervento sovietico in apparente appoggio alla Repubblica del Fronte Popolare. Gli inglesi non hanno forti interessi, se non giocare alla sfascio per annichilire una Spagna già in condizioni misere. Danno un qualche aiuto marginale, di pura facciata, alla Repubblica, ma senza un vero coinvolgimento, se non per proxy, attraverso l’URSS cui viene fatta balenare l’illusione di potersi creare un baluardo dall’altro lato d’Europa oltre che di creasi benemerenze con chi l’ha aiutata, dal punto di vista tecnologico, nell’industrializzazione forzata, pseudonimo propagandistico per l’economia di guerra permanente sovietica costruita con ausilio anglo-americano. Beh, per l’URSS, ‘soccorrere’ la repubblica spagnola è pure una gallina dalle uova d’oro, visto che vi realizza grandi guadagni speculativi. L’URSS manda armi, ma non abbastanza e pure meno di quello valevano le riserve auree spagnole che Mosca si pappa (dato che, dovendo la Spagna repubblicana essere distrutta, Mosca si fa pagare in oro), così come fornisce sue sue strutture politico-poliziesche che di fatto contribuiscono allo sfondamento della Repubblica. Lo stesso Togliatti, cittadino sovietico, viene mandato in Spagna a capeggiare strutture di massacratori, squadroni della morte staliniani, che hanno mano libera per assaltare ultra-sinistre non staliniste ed anarchici. Una maniera di aiutare a perdere la guerra civile facendo finta di aiutare a vincerla. Non importa. Per lo sfascio, l’URSS si guadagnava benemerenze inglesi e pure altrove dichiarando che si era schierata a difesa della ‘democrazia’. Quale?! In pratica, gli inglesi usano l’URSS per far vincere Franco mentre fingono di essere dal lato della Repubblica. Con l’intervento sovietico, ovviamente il PCdeE di gonfia, un po’. Più come potere che come voti. In guerra, non si vota. La guerra civile va dal 1936 al 1939. Alle elezioni politiche del 1931, il PCdeE ha lo 0,77%. In quelle del 1933, l’1,80%. In quelle del 1936, il 3,5%. A Monarchia restaurata, dato che si schiera per essa, viaggia su un 10%. Prima aveva ottenuto il 3.5%, nel 1936. Pompato da decenni di propaganda inglese... Alla restaurazione della ‘democrazia’, gli vengono assegnate clientele per quel 10%. La Spagna post-franchista è un’entità del tutto subordinata agli Imperi britannico e statunitense ed al sub-Impero tedesco. La Corona spagnola e le potenze estere preferiscono le sinistre. Si manipolano meglio delle destre. Per questo, bastano i socialisti, in Spagna. Non esistono né servono mastodontici apparati comunisti sul mercato delle vacche. Senza qualche clientela che lo gonfiasse, il PCE sarebbe restato ai livelli del 1931 o meno. Alle politiche del 1982, prende il 4,02%. Alle comunali del 1983 poco più del doppio. Un bel balzo. Alle locali va sempre meglio che alle politiche. Significa che può dare posti a livello locale, mentre come partito di governo centrale praticamente non esiste. Poi inizia il gioco delle confluenze e dei trasformismi. Un partitello che non è mai esistito, praticamente cessa.  

In Portogallo, il PCdoP nasce in un paese sottosviluppato, politico-istituzionalmente instabile, da un movimento sindacale ad egemonia anarco-sindacalista. È una reazione statalista in un’area compradoro-sottosviluppista. I soldi di Mosca possono comprare qualcuno ma non creano, di per sé, partiti con un qualche radicamento. Il PCdoP lo ha, sebbene i suoi consensi siano a livello di 10% con punte un poco superiori come più o meno largamente inferiori. Álvaro Cunhal, segretario generale del PCP dal 1961 al 1992, laureato in legge e figlio di avvocato liberale, riflette un liberalismo che, pur di essere contro, fa sue visioni stataliste estreme e predica la subordinazione allo Stato guida sovietico. I raccontini sul comunismo sono solo colore innocuo. Alle burocrazie sottosviluppiste portoghesi interessa solo che i partiti predichino l’onnipotenza burocratica piuttosto che lavorare per minarla. Il PCP è dunque uno dei loro partiti. Tra l’altro, dal 1938 al 1947, il PCP è fuori dal Comintern e dal post-Comintern. Vive tra effimera legalità, illegalità, repressione. Se sopravvive e vive, significa che ha appoggi di potere. Non si vive, tanto meno in clandestinità, colle quote degli iscritti, iscritti che in genere seguono chi garantisca qualche vantaggio clientelare. Le favolette sui radicamenti per grazia divina e gli zoccoli duri assegnati dal destino sono scemenze per allocchi. Nel 1974, v’è un colpo di Stato militare, per cui ovviamente voluto dalla NATO, di cui il Portogallo è membro, come rinnovamento di facciata e come uno dei possibili mezzi per ottenere un’immediata liquidazione del mini-impero portoghese. Intanto, Álvaro Cunhal, il segretario generale del PCP, fu ministro senza portafoglio nei primi quattro governi provvisori, per un 14 mesi. Una delle tante coperture dei militari golpisti. Nel 1975, saranno dismesse tutte le colonie, con ritiro immediato. Più di un milione di portoghesi ritorneranno in patria.  La reazione dell’11/03/1975 ad un tentato colpo di Stato di destra, produrrà la nazionalizzazione dei principali settori dell’economia e la riforma agraria. Il PCP sarà una delle milizie parallele per questo processo ultra-statalista e diventerà, di fatto, il rappresentante politico delle cooperative agricole. Nelle elezioni conquisterà più della metà dei suoi voti in Beja, Évora e Setúbal e raggiungerà, complessivamente, alle politiche, ad un anno dal golpe, il 12.52% dei voti. Alle politiche del 1976 passerà al 14.56%. Vola al 18,96% alle politiche del dicembre 1979 ed al 18.20% in quelle del 1980. Alle politiche del 1987, scende al 12.18%, ed in quelle del 1991 all’8.84%. Nelle locali va meglio che nelle europee. E nelle europee va meglio che alle politiche. Nelle politiche del 2009 e del 2011 è a poco meno dell’8%. Una dozzina di anni dopo le nazionalizzazioni del 1975, se ne avvierà la denazionalizzazione. Dal 2008, il Portogallo fa ufficialmente parte dei PIIGS, le economie e Stati dell’area euro sfondati da debiti pubblici altissimi e fuori controllo. La demagogia costa e produce solo povertà. Il PCP è servito e serve, nelle dimensioni che gli sono state assegnate, per interessi delle oligarchie predatorie portoghesi. Quello che non ha presentato alcun interesse, per esse, sono stati i suoi apparati. In Portogallo, esistono socialdemocrazie di sinistra e di destra, ben vitali nella loro utilità per classi dominanti compradore portoghesi, senza bisogno di sostituirle con apparati comunisti in vendita dopo il crollo dell’Impero sovietico. Gli apparati dell’ex-PC sono di qualche utilità solo in Italiozia, quando si passa dalla partitocrazia alla quirinaliziocrazia col regime dei golpe permanenti contro il centro politico obiettivamente contesta il regime della dittatura Quirinale-Mediobanca voluto da Cuccia, con assenso anglo-americano, per il dopo 1989 ed imposta col colpo di Stato del 23/05/1992.

In Italiozia, servivano gli apparati comunisti per via di qualche insufficienza degli altri? Non è questo il punto. Come si vede appena si analizzino appena più da vicino le cose, cosa qui abbiamo fatto molto rapidamente solo accennando ad alcuni elementi dei partiti comunisti dell’area latina, le fotografie e slogan alla Rokkan non sono di alcuna utilità. Anzi, sono devianti relativamente alla comprensione della realtà. Solo un metodo storico può condurre a vedere quello che è successo e perché.

Di nuovo, si deve andare appena indietro. Poi, leggere quello che è successo anziché ripetersi la sloganistica diffusa degli uffici propaganda militare e civile.

Le Russie sono alleate anglo-americane, contro la Germania, tanto nella IGM che nella IIGM. Le Russie hanno terrore della Germania essendone inferiori. È un terrore costruito dall’Impero, visto che le Russie avrebbero solo vantaggi dall’integrazione collo spazio tedesco e nordico. Gli inglesi devono distruggere la potenza europea del momento che, da un secolo e mezzo, è la Germania. Lo stesso giochetto della devastazione continua tentano di farlo pure sugli altri continenti, per quel che possono. Nel momento in cui le Russie sono inferiori alla Germania, e prevalgono in esse le forze che hanno terrore dei tedeschi, sono alleate inglesi. Gli USA vengono al seguito, capendo poco o nulla, seguendo altre logiche che gli inglesi variamente manipolano o cercano di manipolare. 

L’industrializzazione forzata 1929..1949, nome propagandistico-mistificatorio dell’economia di guerra permanente che continua fino alla fine dell’URSS, necessita di ampi ricorsi e tecnologie estere. Di fatto, esse saranno principalmente tedesche ed anglo-americane. La prima assistenza all’URSS è ovviamente tedesca. Poi prevalgono gli anglo-americani. 

I legami con la Germania, pur precedenti, si rinsaldano, dopo la parentesi bellica, col colpo di Stato dell’ottobre-novembre 1917 che è un’operazione clandestina, perfettamente riuscita, delle Polizie Segrete militari austro-tedesche per tirare le Russie fuori dall’alleanza con la potenze occidentali.

Le Russie sovietiche saranno usate dalle forze armate tedesche per eludere i vincoli del Trattato di Versailles. Le Russie sovietiche useranno i rapporti con gli austro-tedeschi per vincere la guerra civile, 1918..1923, contro il vasto fronte anti-bolscevico. L’intervento occidentale, in parte era una continuazione dello sforzo anti-tedesco visto che le Russie sovietiche di fatto pendevano da quel lato, in parte fu puramente nominale. Per esempio, le truppe statunitensi in Russia finiscono per difendere la Transiberiana da eventuali interventi nipponici. Nulla è mai come sembra. Si deve sempre guardare tutto più nei dettagli. Una volta che le Russie sono comunque perdute, come alleato anti-tedesco, gli anglo-americani aiutano gli anti-rossi [che non erano solo ‘bianchi’, dato che i bolscevichi, che governano col solo terrore, si inimicano pressoché tutti, operai inclusi, ...anarchici, socialisti, socialdemocratici, social-rivoluzionari etc, non solo il centro politico e la destra]

Visto che il nuovo regime era più efficiente, o meno inefficiente, del precedente, e che la Germania restava l’antagonista geopolitico e geoeconomico prossimo delle Russie, la tattica inglese era la classica operazione di indebolire il nuovo regime per poi allearvisi facendo leva sul sentimento anti-tedesco, alimentandolo, e sulla superiorità tecnologica anglo-americana. La politica russa finì per essere la classica politica dei due forni: sfrutti l’antagonismo tra due fornitori per rifornirti da entrambi alle condizioni migliori, anche se, alla fin fine, i tedeschi, che per Russie erano l’avversario alle sue frontiere, o quasi, non potevano competere con gli USA.   

La seconda guerra mondiale è già inscritta nella insufficiente distruzione della Germania e dall’Austria come conseguenza della prima. Gli inglesi vogliono la IGM e pure la IIGM. Churchill, col suo eloquio froceggiante, è solo un abile quanto falso retore. È sincero solo quando dice che loro, i britannici, vogliono distruggere per sempre, cancellare, la Germania. L’Impero austriaco (in precedenza alleato inglese, fino a che a questi fece comodo), già in decadenza, è liquidato con la IGM mentre la Germania continua ad ergersi forte e minacciosa, dal punto vista inglese. L’aggressività tedesca è largamente una leggenda della propaganda di guerra e di pace anglo-americana. I tedeschi si fanno tirare a forza nella guerra, senza riuscire ad evitarla finché sono in tempo. Hitler, un grande attore quanto pessimo politico, creato dall’Intelligence militare tedesca [anche se, in regime monocratico, si trova poi a controllarla], viene pompato al potere pure dagli anglo-americani. Se devi distruggere un nemico, prima devi creare “il nemico”. Ai britannici occorreva assolutamente un Hitler. Le follie di regime, come un anti-ebraismo del tutto irrazionale e pure suicida, sono indotte dagli anglo-americani che corrompono centri militari e burocratici tedeschi. Le sole fobie di Adolf [non che lui non potesse scrivere anche da solo, forse – sta comunque, di fatto, che l’Intelligence militare tedesca se lo fabbrica e pompa gli affianca suoi personaggi per scrivere le sue opere chiave che dunque sono sue ma non solo sue; a parte ciò, non v’è alcuna connessione necessaria tra suoi scritti precedenti e le sue azioni come statista – viene conclamato il contrario ma sono casualità non stanno né in cielo né in terra, dunque sono solo del tutto strumentali alla favolettistica corrente dei vincitori ma senza alcuna base di verità] non erano sufficienti ad imboccare tali percorsi catastrofici. Gli anglo-americani fanno fare ai tedeschi quello non possono fare loro direttamente, pur magari volendolo per ragioni varie. Gli inglesi hanno un problema in Palestina mentre gli americani vogliono lì crearsi una loro base. Gli inglesi, tradizionalmente anti-ebraici, vogliono realizzare delle soluzioni finali contro i centri di forza numerica dell'ebraismo da dove partono flussi verso la Palestina colonia inglese. I centri sionisti USA usano il regime USA per distruggere l’ebraismo europeo come precondizione per poter creare un Israele fantoccio USA, visto che senza appoggio USA non possono spuntarla con gli inglesi. I tedeschi fanno gli esecutori, e pure a guerra in corso, dunque con distrazione di energie dallo sforzo bellico per operazioni razziali di nessun interesse per la Germania. La Germania, già prima della IIGM, aveva imboccato un corso anti-ebraico che le aveva sottratto preziose risorse umane pur avendo arricchito gerarchi del regime. Il tutto non aveva alcuna razionalità dal lato tedesco. I nazi si erano fatti corrompere da interessi anglo-americani ed avevano continuato, pure a guerra in corso, su quella via auto-distruttiva. Gli ebrei tedeschi non sono ‘contro’. Gli stessi rabbini hanno una tradizione di assoluta prostituzione al potere, a qualunque potere. Sarebbero tutti divenuti ardentemente nazisti, in aree nazi. Sono i nazi, corrotti da entità finanziarie più forti, dall’Impero, che si inventano un nemico interno che non esiste prima che il governo tedesco dichiari si avere tali nemici. Vi sono altri aspetti si potrebbero evidenziare, ma non è importante, qui. Nulla è come sembra e come viene suadentemente raccontato. Tanta è la suadenza e nulla la razionalità delle storielle correnti, tanto più si deve cercare deve siano false. Anzi, metodologicamente, si deve cercare dove siano vere. Se non si trova neppure qualche indizio di veridicità... È questo il caso su queste questioni.

Centri burocratici tedeschi e nazi vengono corrotti da centrali finanziarie anglo-americane. Siccome si sono fatti corrompere, poi dichiarano che “la finanza ebraica” anzi tutti gli ebrei dell’universo sono loro nemici. Cose senza senso. Perché non anche i cattolici e gli evangelici? No, non torna... 

La crisi della Repubblica di Weimar è in gran parte creata e sfruttata dalla dittatura militare, che governa la Germania dal 1916, per sfuggire agli obblighi derivanti dalla sconfitta bellica. Quando la stessa non fa più comodo, ed i comandi militari, e relativo blocco militarista, decidono di ricreare un regime ed essi organico, avevano intanto creato un movimento politico grazie ad un loro intellettuale disoccupato e brillante attore. Non resta che spingerlo irresistibilmente e permanentemente al potere dello Stato, ciò che viene realizzato col 1933.

I fantocci più sono brillanti, più creano una qualche loro autonomia relativa, soprattutto, inevitabilmente, se il fantoccio dei Servizi militari arriva ai vertici unici dello Stato dove controlla pure gli apparati militari. Eppure il corso militarista resta irreversibilmente imposto alla Germania, dal suo stesso militarismo ed ancor più da quello anglofono, fino alla sconfitta finale, quando tutti scaricano il capo (irrilevante sia morto più o meno suicida a Berlino, o quietamente in Argentina o Brasile salvato dagli americani o salvatosi da solo) e si proclamano innocenti e disciplinati sudditi di uno che come per prodigio avrebbe conquistato il potere e si sarebbe imposto su tutti. Le milizie parallele avevano costi enormi e continueranno a averli anche quando al potere, tanto che la stessa occupazione della Cecoslovacchia avrà la funzione essenziale di fare cassa per le stesse. La Cecoslovacchia, piuttosto ben dotata di riserve auree e valutarie, militarmente e di industrie, viene regalata alla Germania dagli inglesi. Poi diranno che era colpa di un Chamberlain ‘conciliatore’ come se la politica dello Stato ed Impero britannici dipendesse dagli umori ed inclinazioni di un Primo Ministro. Al contrario, favorire un certo espansionismo tedesco era del tutto funzionale al trappolone della guerra gli inglesi stavano allestendo, guerra che serviva per la distruzione totale della Germana, nelle intenzioni inglesi. È un giochetto di base in queste cose: se vuoi sconfiggere qualcuno in guerra, devi spingerlo alla guerra. È quello gli inglesi fanno con grande maestria coi polli tedeschi. Gli inglesi giocano sul sicuro. Lo dice pure pubblicamente Churchill senza problemi. A parte che gli inglesi sono meglio armati dei pur non disarmati (ma riamatisi troppo frettolosamente ed ancora in maniera del tutto insufficiente) tedeschi, anche i tedeschi avessero mai occupato la Gran Bretagna, gli inglesi avrebbero continuato a combattere dal Canada, dall’Australia, da Gibilterra, da Malta, dall’India, da mille altri luoghi del suo Impero su cui non tramonta mai il sole. Inoltre i polli russi sono lì, sedotti dagli inglesi che hanno già regalato loro l’Europa purché la Germania sia distrutta per sempre.

Quando poi la macchina militare tedesca è più o meno attivata [in realtà non pronta per una guerra generalizzata né nel 1939 né nel 1940] saranno gli Alleati a lanciarla sempre più ed a rifiutare che venga arrestata. I tedeschi vogliono la pace, gli inglesi la guerra per distruggere la Germania. La crisi della Polonia è una montatura propagandistica alleata ed una ingenuità tedesca. Tutto poteva finire lì. La Germania sbaglia ad occupare tutta la ‘sua’ fetta di Polonia. Potevano assoggettare la Polonia, e recuperare le stesse aree tedesche, in altro modo e con tempi appena più lunghi ma più sicuri. Gli inglesi hanno regalato ai tedeschi la Cecoslovacchia quando alla Germania sarebbe bastato occupare le aree etnicamente tedesche. Anche in Polonia vi erano aree etnicamente tedesche. Viene fatto credere alla Germania che le sarà fatto fare quello è stata spinta a fare in Cecoslovacchia, mentre poi è quella la trappola per dichiarale guerra. Per non voler perdere, effimeramente, la faccia per evitare la guerra, ecco che la Germania si avvia verso una sua distruzione storica, per quanto infine non totale. Gli Alleati si proclamano difensori della Polonia, ma Gran Bretagna e Francia dichiarano guerra alla Germania e non all’URSS che ha egualmente invaso la Polonia. Poi se ne stanno lungo la Linea Maginot “in guerra” ma senza azioni militari. La Germania sbaglia di nuovo non perché attacca ma perché poi non si ritira lasciando regimi amici. Si fa attirare nelle trappole e poi non ne esce perché ciò non sembri debolezza. Il tedesco si preoccupa di non perdere la faccia sul momento. L'inglese si interessa solo di vincere le guerre. In guerra, in politica, non esiste l’orgoglio del momento. Esiste solo il risultato. Il militarismo inglese era troppo forte per potersi illudere di poterlo distruggere, cosa impossibile anche se fosse stata occupata la Gran Bretagna.

I tedeschi non sanno leggere le mosse inglesi. Gli inglesi dicono che difenderanno la Francia. Quando la Germania la occupa, gli inglesi si ritirano e non usano l’aviazione. La vogliono preservare per la difesa della Gran Bretagna. In pratica, lasciano che la Germania la occupi facilmente. Gli inglesi hanno intuizione strategica. I tedeschi solo iniziative del momento. Gli inglesi sono pronti all’occupazione della Gran Bretagna da parte tedesca. Sono pronti a ritirarsi in Canada. Lo sanno che col retroterra degli USA non possono perdere. A loro interessa la distruzione della Germania e dell’Europa, non i successi del momento. Ovviamente non sono onnipotenti ma il loro gioco è sempre lo stesso: un’Europa divisa, non competitiva contro di loro, quindi controllabile o che non possa controllare la Gran Bretagna.  

I tedeschi non capiscono la loro differente collocazione ed inferiore forza. I britannici possono combattere una guerra totale. La Germania non può. Le guerre che non si possono vincere, non si combattono. Si opera in altro modo. Gli anglo-americani hanno corrotto, controllano, centri tedeschi e li portano alla guerra totale ed irreversibile che la Germania non può vincere, solo perdere. Sembrano comunque avere capito la lezione visto che il Quarto Reich, la UE-euro, lo stanno costruendo senza scontri bellici, che del resto non sarebbero possibili, contro gli Imperi inglese ed americano.

L’URSS e la sua economia di guerra sono in funzione dell’espansione imperiale delle Russie. L’economia di guerra ha bisogno della guerra, sia come giustificazione che per poter predare per rifarsi, in qualche modo, delle spese enormi per essa. E qui si tratta di un’economia di guerra in tempi di pace.

Certo ci sono sono gli specialisti dei ‘tradimenti’, dei supposti tradimenti di una immaginaria “rivoluzione mondiale”. Lo slogan della “rivoluzione mondiale” è solo una metafora dell’imperialismo grande russo. L’economia di guerra è la realtà mentre il Comintern è una cosetta di facciata, un dipartimento delle Polizie Segrete sovietiche. Serve come rete parallela del terrorismo di Stato russo. Ne è una propaggine mondiale. Ha anche oltre funzioni, a cominciare dalle commerciali, per cui l’URSS paga percentuali di intermediazione. Facile dire che vadano “per la causa”. In realtà, visto che magari sarebbero state pagate lo stesso a qualcuno, esse vanno alla rete d‘affari, propagandistica e terroristica sovietica. Sono un investimento per l’Imperialismo grande russo. Non a caso, i quadri dei Partiti Comunisti devono essere solerti impiegati dell’URSS.

Terrore dell’URSS, delle Russie, è la Germania. Il nuovo regime ha preso il potere con decisivo aiuto tedesco, ma resta terrorizzato dalla Germania, dalla sua tecnologia. O viene indotto ad avere o fingere di avere paura, visto che avrebbe più grandi vantaggi dall’integrazione economica che dalla contrapposizione. Se nelle Russie esiste una rete austro-tedesca, esistono pure forte reti franco-inglesi... A parte la perentesi del 1917, dunque il nemico principale resta lo stesso. Di conseguenza, anche gli alleati restano gli stessi. Lo Stato russo sogna di incorporare la Germania, in un modo o nell’altro. Fallita la via impossibile della sovversione interna, resta l’opzione dell’occupazione ed annessione militari.

Tutta l’economia di guerra sovietica è in funzione anti-tedesca. Le Germania lo sa che deve difendersi soprattutto da est, dalle “razze slave”. Che vi siano normali scambi commerciali e che la Germania fornisca propria tecnologia, non cambia questa realtà. Eppure ecco che Germania sbaglia tutte le mosse.

Lenin, ma viene presto a mancare, sarebbe stato probabilmente fautore di un’economia di pace e di integrazione con la Germania, per quanto anche lui si illuda della soluzione militare, anche se nella forma di una impossibile ‘rivoluzione’ tedesca che avrebbe poi annesso le Russie, o cui le Russie si sarebbero sottomesse. Questo è almeno quello che lui dice. Fallita quella opzione, non insiste con opzioni militaristiche e terroristiche. Anzi, si chiede pure se non sia il caso di lasciar perdere tutto e lasciare il potere ad altri, passando, loro ‘comunisti’, all’opposizione. Chissà che aveva in testa dopo, avere praticato il terrorismo contro tutti gli altri. Trotzki è per il terrorismo di Stato e l’economia di guerra permanente per quanto manchi della capacità di essere lui il leader di quella opzione, e si fa alla fine estromettere da tutte le posizioni di potere. Stalin, pur adattando il tutto al sonnolento e corrotto spirito russo, prima liquida Trotzki che accusa di dipendenza da centrali estere, poi ne adotta le politiche sia terroristiche che di economia di guerra. La linea della “rivoluzione mondiale” significava “dittatura proletaria” in Germania e subordinazione delle Russie a tale Germania. La linea del “socialismo in un paese solo” significava la subordinazione del mondo, almeno di quello si poteva subordinare, all’URSS ed al suo governo. Lenin e Trotzki vogliono ‘vendere’ le Russie alla Germania, rendendosi conto che senza tecnologie moderne non possono fare nulla ma solo vivacchiare. Stalin, che ha una visione zarista, vuole annettersi la Germania.  Una fetta, la RDT, se la annetterà all’Impero Sovietico anche se non saprà farsene gran cosa, poi, alla fin fine. L’arroganza dell’ignoranza, tipica dello spirito grande russo, pensa di poter supplire con la frubastreria all’inferiorità culturale e di tecnologie.          

Il Führer è un grande attore, un grande visionario ma un pessimo tattico. In tali casi, anche la strategia si sfascia sulle piccole cose attraverso cui al contrario dovrebbe essere costruita. Come tutti gli psicolabili montati da Polizie Segrete, l’Intelligence militare che lo recluta e lo spinge su lo attornia di personaggi che lo blandiscono dicendoli che lui può essere un qualche riapparso grande condottiero e costruttore del passato germanico, anzi meglio. E lui se ne esalta. Vive in un mondo di figurine, in cui lo spingono pure gli inglesi cui successi con cui gli lastricano la strada su cui lo spingono, e lo fanno correre sempre più veloce, per sfasciare lui e la Germania. Per un’Intelligence militare, manipolare chi poi deve divenire il leader monocratico è sempre pericoloso. Tanto varrebbe che i manipolatori accedessero loro, in prima persona, ai vertici del potere. Lo stato di trance è utilissimo per la comprensione intellettuale ed anche per altre attività. A lui è utilissimo come oratore e seduttore di masse. È invece deleterio nel momento del governo, esecutivo, operativo. Sarà in effetti deleterio per lui e per la Germania. Non si governano, in trance, esseri concreti che sul terreno dipendono dai mezzi che hanno, non dalla fede. Nelle bassissime temperature servono lubrificanti speciali. La fede non fa riavviare i motori. Servono i carburanti. La fede non supplisce, quando essi manchino. A volte, o spesso, vede meglio un politico da un quartier generale che un generale sul campo. Ma solo se si hanno i mezzi materiali per implementare ordini. Alla Germania, pur organizzatissima, a volte, e poi sempre più spesso, mancavano le “materie prime” della macchina bellica. 

La ‘logica’ del Patto Molotov–Ribbentrop è quello di portare i due nemici storici a contatto. Quando si è a contatto, si è pronti per fare la guerra. Si cerca di confinare non per fare la pace ma per attaccarsi. Ai tedeschi avrebbero fatto comodo solidi Stati cuscinetto anti-russi. Con una Polonia in mezzo, magari amica, e coperta, se l’avessero protetta anche contro i soli russi, dagli inglesi, sarebbe stato un problema, per i russi, attaccare la Germania. Ai russi va invece benissimo così. I russi hanno le masse umane terrorizzate (dunque più disperate e più facili da usare come carne da macello) e le materie prime per potere fare la guerra. In più, hanno l’aiuto e la spinta decisivi anglo-americani. Durante la IIGM, sui vari fronti, le armate tedesche verranno progressivamente paralizzate dalla mancanza di carburante. Sembrano cose banali, ma la guerra non si fa se manca la benzina per aerei e automezzi. Mancavano pure altre materie prime essenziale, ai tedeschi, a parte i ‘banali’ lubrificanti per bassissime temperature che sono la causa delle sconfitte dell’est a cominciare da quella colossale di Stalingrado. Nella fretta di spostarsi ad est per fronteggiare, prevenire, l’imminente attacco di milioni di soldati sovietici non hanno fatto in tempo (o se ne sono dimenticati?) ad ordinare e produrre i lubrificanti e gli abiti per bassissime temperature. I loro mezzi si fermano o, se fermati, non ripartono. 

L’economia di guerra sovietica si nutre di tecnologie occidentali. Pur nella solita disorganizzazione ed inefficienza russe, almeno le tecnologie avanzate garantiscono qualche risultato. È lì che si saldano gli interessi dell’imperialismo russo e di quelli inglese e statunitense, coniugati con la fobia per la Germania. Le Russie hanno una lunga tradizione di dipendenza tecnologica occidentale, sebbene adattata alle arretrate condizioni locali, dunque aggiustata verso il basso. L’industrializzazione forzata, l’economia di guerra permanente, egualmente un’impresa adattata alle condizioni locali ed alla mentalità locale, dunque realizzata con mezzi barbari e che restano tali (con persistente inferiorità organizzativo-culturale), è realizzata con decisiva tecnologia americana.

“Current West German policies towards trading with the East are best understood in their historical context.
“Germany has been transferring technology to Russia for well over a century. The long historical tradition of Russo-German economic interdependence is characterized by the German export of machinery in return for imports of Russian raw materials. Table 28 demonstrates the degree to which the two economies were oriented towards each other prior to World War I.
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Table 28.
Russo-German Trade Percent of Total Russian Imports and Exports
Russian imports
1858-62      28%
1868-72      44%
1914           47%
Russian exports
1858-62      16%
1868-72      24%
1914           29%
SOURCE: Juergen Kuczynski and Grete Wittkowski. Die Deutsche russischeschen Handelsbeziehungen in den letzten 150 jahren Berlin: 1947 pp. 24-25.
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“Bilateral trade was always more important for Russia than for Germany, and after the Bolshevik Revolution, the Soviet Government continued to seek German machinery imports. In fact, there was considerable German-Soviet clandestine military cooperation. Although the volume of trade between the two countries declined after the Nazis came to power, German-Soviet economic cooperation continued until the 1941 Nazi invasion of the U.S.S.R. After the War, for political reasons. West German trade was largely reoriented away from the East, but the historical legacy of close economic ties has profoundly affected present German attitudes towards trading with Russia. Despite the cold war, many West German businessmen look on the U.S.S.R. and Eastern Europe as natural and desirable markets for their manufactures.” (pp. 173-174)

Germania e Russia tendono alla integrazione economica, mentre l’Impero Britannico ha interesse ad un’Europa divisa, dunque in conflitto. Per cui, ha sempre usato ed usa il suo potere per alimentare l’isteria nazionalistica ed imperialistica russa, il suo spirito anti-tedesco.

Le favolette della propaganda anglo-americana sono suadenti pur restando delle fandonie colossali. Il bolscevismo è un’operazione austro-tedesca. Lo stalinismo un’operazione inglese. Anche il nazismo è un’operazione inglese. Come lo è l’attacco preventivo [realmente di pochissime settimane, 2-4] tedesco all’URSS cui gli inglesi avevano promesso tutta l’Europa che infatti i sovietici si apprestavano ad attaccare ed occupare. A quel punto, la Germania paga la rimozione della Polonia. Al contrario, le sarebbe stata utilissima amica, industrializzata e ben armata, vista la naturale avversione dei polacchi relativamente ai russi. Gli inglesi ‘regalano’ l’Europa occidentale ai russi. Poi, all’ultimo momento, avvisano i tedeschi che stanno per essere attaccati, sì che le due potenze si massacrino e che sembri un attacco tedesco alla ‘pacifica’ URSS che a quel punto passa ufficialmente dal lato Alleato.   

Si vedano i dati delle forze germaniche (ed alleati) e sovietiche sulla linea del fronte il 22 giugno del 1941, secondo una specifica fonte.

Strength of the opposing forces on the Soviet Western border. 22 June 1941






Germany and Allies
Soviet Union
Ratio
Divisions
166
190
1 : 1.1
Personnel
4,306,800
3,289,851
1.3 : 1
Guns and mortars
42,601
59,787
1 : 1.4
Tanks (incl assault guns)
4,171
15,687
1 : 3.8
Aircraft
4,389[26]
11, 537[27]
1 : 2.6

Il problema sovietico, il 22 giugno 1941, è solo che le truppe sovietiche sono in gran parte sui treni ed altri mezzi di trasporto vero il fronte, non già schierate, e che le linee difensive sovietiche sono state rimosse come quando si fa prima degli attacchi. La logistica tedesca funziona, almeno per gli spostamenti, mentre la russa è raffazzonata. Stalin che controlla collo spionaggio le aziende di lubrificanti e vestiti invernali, è sicuro che nessun attacco tedesco sia in corso. Infatti tanta è la fretta di fronteggiare un imminente attacco sovietico che la logistica tedesca non ha il tempo di curare i dettagli di occupazione dell’URSS. Senza lubrificanti ed abiti per bassissime temperature non si regge l’inverno russo. Se ne dimenticano ? L’Intelligence militare inglese corrompe qualcuno perché se ne dimentichi? Sta di fatto che la macchina da guerra tedesca, quando sopraggiungono i freddi russi, si ingrippa per banali questioni di lubrificanti per bassissime temperature. In realtà l’occupazione dell’URSS avviene, in gran parte, anche con trasporti tradizionalissimi, non meccanizzati. Eppure, senza carri-armati e veicoli, nel gelo o nel fango estivo, diviene tutto più difficile. I russi sono nel loro. I tedeschi sono ingrippati.
     
I tedeschi spostano le truppe velocemente dato l’imminente attacco sovietico. Quando i tedeschi attaccano, le truppe sovietiche sono in larga parte sui mezzi di trasporto anziché regolarmente schierate. Di lì i milioni di soldati sovietici ‘impreparati’. Dove vi sono unità sovietiche già formate, e non in trasporto, esse combattono efficacemente. Tuttavia, la stragrande maggioranza viene sorpresa in transito verso il fronte, almeni i primi giorni. Si sono create leggende sugli iniziali successi tedeschi su quel fronte solo per mascherare che era l’URSS che stava attaccando in violazione dei patti sottoscritti.

La missione del 10 maggio 1941, di Rudolf Hess, in Gran Bretagna, può essere stato un evento del tutto personale, per quanto spiegabile solo con la pazzia, mentre non sembra che essa fosse imputabile ad Hess, oppure riflette una Germania che, al corrente del prossimo attacco sovietico, ha illusioni su una qualche sensibilità britannica contro le orde slave, mentre i britannici erano solo interessati alla distruzione della Germania ed alla divisione e subordinazione a loro stessi di una debole Europa, non a metafisiche questioni di civiltà che fanno invece parte della retorica politica tedesca. Ecco che succede quando i leader politici e gli statisti credono alla propria propaganda invece che nutrirsi di un sano e pragmatico cinismo. Alla fine, sono meno cinici i cinici che coloro governino colla testa infiorita delle proprie propagande per le masse idiote.  

La situazione sia produttiva che militare sovietica non è probabilmente del tutto perfettamente rappresentata dai dati della tabellina sopra riportata, sia essa realistica, oppure sottovaluti le forze sovietiche sulla linea del fronte, o le sopravvaluti. La qualità tecnologica non era verosimilmente in linea con quello rappresentato sulla carta, colla quantità, come non lo era la qualità tecnico-umana di chi usava gli armamenti. D’altro canto, a parte la superiorità tecnologica tedesca, sia gli spazi russi che le materie prime di quegli spazi, rendevano la pur qualitativamente inferiore URSS enormemente più capace di costruire e dispiegare la propria forza. Dal punto di vista del materiale umano, il russo era di sicuro più pratico ed attrezzato a muoversi in vasti spazi e con bassissime temperature. Vi erano inoltre gli aiuti dal lato statunitense, spazio qualitativamente e quantitativamente di enormi potenzialità. La qualità tedesca invece si avvitava sulla progressiva carenza di materie prime e carburanti viste le limitate possibilità di accesso ad esse, almeno relativamente alle possibilità angloamericane e russe. Le capacità di resistenza tedesca hanno del prodigioso, una volta la guerra viene imposta alla Germania. Il vizio del tutto è che la Germania si fa imporre una guerra che non può vincere, per cui non è preparata, e che la fa a pezzi troppo a lungo, ed in parte per sempre visti gli spazi da essa persi nel suo lato orientale. Si veda il suo centro, Berlino, come oggi sia sbilanciato verso est per via degli spazi persi ed incorporati da altri. Fattori geografico-estetici a parte, non ha comunque grande rilevanza discutere di tali aspetti. Nella storia, i territori si guadagnano e si perdono, ed i movimenti etnici, volontari od imposti, non sono poi una grande novità. Alla fine, si è quello che si è e dove lo si è, e forze e debolezze si ripresentano nel contesto possibile, reale.  

Spinte oggettive hanno sempre indicato, ed indicano tuttora, uno spazio germanico ed uno spazio slavo che tendono all’integrazione, mentre altre forze, specificatamente britanniche, e poi pure statunitensi, operano per la divisione, la contrapposizione, lo scontro. 

“The first systematic and nationwide attempts at modernizing the Russian State through Government edict occurred during the reign of Peter the Great (1682-1725). During his tenure, the number of manufacturers and mining enterprises quadrupled. Western impact in this period was felt more through the transfer of know-how, ideas, and people than through the transfer of hardware. The main thrust of the Petrine economic reforms directed toward the development of an efficient, modernized Russian armed force that could match those of Poland and Sweden, Russia’s major European adversaries. The almost continuous state of war, punctuated by periodic invasions of the Russian homeland, made the development of a modern navy and munitions industry seem crucial to the survival of the Tsarist State.
“The State bureaucracy under Peter I, remolded along Western lines, was the prime mover in the development of key military-related sectors of the economy. This established a pattern which was to persist until the October revolution. Growth in the new armaments, metallurgy, shipbuilding, and textiles industries was encouraged by guaranteed demand for their products from the Government sector. The State, in turn, strictly regulated the quality of the product, demanding standards comparable to German and Dutch industry. In 1702, Peter initiated a drive to induce foreigners to settle in Russia. This was intended to be a spur to innovation; Russia was importing both the necessary know-how and what the Tsar regarded as superior Western cultural traits.
“Peter attempted a deep and comprehensive Westernization of Russia, but it was based on narrow premises. While a relatively competitive military sector was established by the middle of the 18th century, the structure of the new industries precluded ongoing growth and innovation in the absence of State influence. Manufacturing was based on serf labor, and there was no impetus to discover labor-saving and capital-intensive modes of production. Product quality and quantity in those industries wholly dependent on the State were in many cases determined by administrative decree, but low quality in the private sector was tolerated in the absence of alternatives. Finally, raising the proportion of foreigners in the intelligentsia was an insufficient first step toward the comprehensive educational system necessary for permanent increases in worker productivity and domestic innovation.
“The 18th and early 19th century modernization drives depended for the most part on State resources as their motive force, but, by the end of the Crimean War, it was clear that this technique could not support industrial development on a par with that in Western Europe. It was not until Count Sergius Witte became Minister of Finance in 1892 that Government financial policy deliberately focused on industrial development. Witte stabilized State finances, returned the ruble to the gold standard and borrowed extensively abroad. At the same time, he channeled a great deal of foreign capital into the expansion of the railway system, thus lending an added impetus to growth.
“Witte was a disciple of Frederick List, whose ideas on tariff protection for developing industries had helped to industrialize Prussia. The result of these policies was a surge of industrial growth unprecedented in Russian history, and based essentially on private initiative. Between 1892 and 1903, when Witte left office, the annual rate of industrial growth consistently exceeded 8 percent.
“During this period, the major vehicle of technology transfer was the import of foreign machinery. Its role in the modernization process was considerable: in 1912, only 55 percent of the ruble value of all machinery sold in Russia was of domestic origin, and imports of agricultural machinery increased from 6 million to 50 million rubles from 1895 to 1914. Foreign investment in the last Tsarist period was particularly important in the mining, metallurgy, textile, and chemical industries.
“The success of the October revolution ended the period during which economic growth was nurtured by private initiative. According to Lenin, the industrial growth of the prerevolutionary era was based on the exploitation of the masses by the capitalist class and had fostered backwardness in the Russian worker. The Soviet task was to rebuild through State control a society as productive as the most advanced Western nation. Western assistance remained vital to this enterprise.
“Lenin’s New Economic Policy, which came into effect after 1921, had as its central mechanism of technology transfer the granting of concessions to Western entrepreneurs. Technical assistance contracts, the employment of foreign engineers and experts in the U.S.S.R., and the dispatch of Soviet experts to training positions in the West were also utilized.
“Over 200 concessions were made to foreign firms between Lenin’s death and the first 5-year plan. While Soviet literature downgrades the contributions of foreign technology transfers accomplished through this medium, it is clear in retrospect that much of the rapid growth of the 1920’s was dependent on foreign operative and technical skills. The Soviets at this time made little or no attempt to develop completely new mechanisms of domestic productions; even experimentation was limited and soon abandoned. They concentrated on acquiring new productive processes from the West, training politically reliable engineers, and establishing basic and applied research institutes.
“By the end of the 1920’s the Soviets were convinced that they had found a more effective mode than the pure concession or the joint venture for the transfer of Western skills and technology. After 1928, technical assistance agreements and individual work contracts with foreign companies, engineers, skilled workers, and consultants replaced the pure and mixed concessions. Under these arrangements the capitalist firms could no longer claim a share of ownership. In addition, the control of technology transfer operations lay totally in the hands of the Soviets. Existing concessions were closed out through taxation, breach of contract, harassment and, in some cases, physical force. 1 [Anthony Sutton, Western Technology and Soviet Economic Development, 1930 to 1945 (Stanford, Calis., 1977), pp. 20-26.]
“In their place, in the summer of 1929, many wide-ranging technical-assistance agreements were concluded with foreign firms. These were to be of specific, limited duration. The units designed and begun between 1929 and 1932 were some of the largest in the world, so large in fact that in many cases contracting Western firms had not previously dealt on a similar scale. Design and layout of these complexes came mostly from America, with Ford, General Motors, Packard, General Electric, and U.S. Steel contributing heavily. And although nearly a half of the installed equipment was German, it was very often manufactured in Germany to American specifications.
“For 2 years there was an unparalleled infusion of foreign technology in the form of skilled labor, technical data, and equipment. Although most of the engineers were gone by 1932, they left behind designs based on Western models which contributed to a large increase in manufacturing capacity. Until 1941, production increases in most Soviet industrial sectors were the result of the installation and expansion of the Western plants acquired in the massive transfers which took place during this brief period.
“Stalin had used the threat of war to initiate the new era of industrialization and collectivization in 1919. First priority was therefore given to the military departments of the new works, and many plants built in this period simultaneously produced civilian and military equipment. After World War II, the most significant vehicle of technology transfer was the stripping of German industry. It has been estimated that at least two-thirds of the German aircraft and electrical industries, most of the rocket production industry, several automobile plants, several hundred ships, and a host of military equipment were transferred en masse to the U.S.S.R.
“In the late-1950’s, the Soviets turned their attention to technology transfer in industries where the German acquisitions had been slight–the chemical, computer, shipbuilding, and consumer industries. During this period, the U.S.S.R. began a massive complete plant-purchasing drive. Between 1959 and 1963, at least 50 complete chemical plants were bought for chemicals not previously produced in the U.S.S.R. In addition, a large ship-purchasing program was initiated in order to expand the Soviet merchant fleet.
“In sum, whatever the role of technology transfer in the contemporary Soviet economy, it is clear that Western technology has long been looked on as a way to overcome domestic economic shortcomings. These imports have played a major — and continuous — role in both the Russian and Soviet States. In this sense, Soviet efforts to obtain imported technology are neither surprising nor new. In addition, throughout both Russian and Soviet history such transfers of know-how and capital from the West have been conscious tools of State economic and military policy. The centralization of economic decisionmaking, particularly as it relates to the selection and use of foreign technology, has been practiced in Russia for at least 300 years.
“Equally normal, however, has been great vacillation in the ways in which foreign exporters and technicians have been treated. While Western-Soviet trade has had a long history, this history has been characterized by periodic State-imposed deteriorations of trading conditions and by a conspicuous lack of predictability in commercial contacts. On the basis of the historical evidence, at least, there is no reason to expect that increased sales of technology to the U.S.S.R. will much enhance the opportunities for Western exports of manufactured goods.” (pp. 205-208)

Da questa lunga citazione ben emergono le caratteristiche delle limitate modernizzazioni russe, qualunque siano governi e regimi. Sono focalizzate sull’aspetto militare e non sono modernizzazioni sistemiche proprio per non intaccare assetti di classe si vogliono preservare. Si vogliono acquisire nuovi ‘utensili’ ma senza minare l’assetto sociale arretrato impedisce di porsi come protagonisti sul mercato mondiale. Il russo sfrutta i paesi più avanzati, o così crede, convinto di essere poi più furbo. Acquisisce ‘utensili’ ma resta globalmente arretrato e non competitivo. Si illude. Ma la furbastreria lo porta poco lontano. No, non è più furbo. Quando i britannici ed i giapponesi modernizzano il sistema, il preesistente assetto di classe ne esce trasformato. I nobili inglesi formalmente restano ma devono farsi imprenditori. Se non riescono, spariscono ed altri divengono nobili. Resta la categoria ma con contenuti differenti, in sintonia con la modernizzazione sistemica. In Giappone, i samurai vengono semplicemente liquidati. Devono trovarsi altre occupazioni, se credono. Le Russie non hanno mai avuto classi dirigenti sviluppiste ma solo gruppi di potere che cercavano soluzioni limitate nel limitato contesto dato. L’arte del barcamenarsi, o lo sfruttare le debolezze altrui, non è vero che risolva grandi problemi.   

Tre secoli di trasferimento tecnologico da occidente verso le Russie indicano una cronica incapacità delle stesse di generare innovazione competitiva. La lunga fase di economia di guerra permanente che ha preceduto la dissoluzione dell’URSS non ha fatto eccezione a questa inferiorità qualitativa. 

Con la creazione anglo-americana dell’Impero Sovietico, viene poi seguita, in apparenza, una politica di contenimento di ciò si è appena creato. Prima lo si aiuta a scatenarsi, lo si spinge all’espansione, un’espansione del tutto programmata e guidata dai centri dell’Impero britannico e statunitense. Poi lo si contiene. Del resto è una delle basi fondamentali della politologia applicata, del comportamento reale di Stati ed Imperi: per combattere qualcosa, prima va creata. Prima crei qualcosa ti fa comodo. Poi dici che è divenuto il od un nemico.

Lo spazio sovietico è utile, indispensabile, ai due Imperi anglofoni, per distruggere la Germania e per tenerla distrutta, in qualche misura, visto che viene amputata di territori e di popolazioni, di spazi economici e pure divisa, divisa in tre visto che anche la pur entusiasta pro-tedesca Austria viene ricreata indipendente. Ed è ulteriormente utile, essenziale, a risultato anti-tedesco raggiunto, per giustificare il sistema militarista e terrorista mondiale statunitense ed inglese. I due Imperi sono strutturalmente differenti seppur spesso sembra convergano, se non altro perché i britannici usano gli USA come una loro colonia impazzita ma che pur continua a far comodo.  

 Di conseguenza, anche le importazioni sovietiche di tecnologia occidentale sono calibrate, dai due imperi, sì da mantenere una qualche inferiorità sovietica (http://www.nap.edu/download.php?record_id=1617). In realtà, non sarebbe neppure occorso preoccuparsi che i sovietici potessero superare i loro fornitori anglo-americani. L’URSS non ha reali possibilità, data la sua inferiorità strutturale (caratteristiche statuali incluse), di poter superare gli Imperi Britannico e Statunitense. Il supposto pericolo viene agitato in maniera del tutto strumentale strumentale per il gioco della guerra fredda.  Vi sono un paio, su venti voci/capitoli differenti, di sue superiorità in tecnologie ad uso militare, ma solo nel 1990. (http://www.nap.edu/download.php?record_id=1617). Globalmente, non v’è alcuna competizione con l’Impero sovietico che non ha alcuna speranza di sopravanzare l’area anglofona.

Esiste un motivo chiave, al di là delle tecnologie formali: le Russie restano organizzativamente inferiori. Si può realmente competere con gli Imperi dominanti solo se si cambiano le caratteristiche qualitative del sistema vuole competere. Il resto è una conseguenza. Tutto il resto di può comprare o ci si può procurare. L’aspetto organizzativo deve essere interiorizzato dal sistema vuole competere. L’inglese sa organizzarsi, a tutti i livelli. Il russo aspetta che altri inetti come lui gli dicano cosa fare, e non è poi detto sappia farlo. La rivoluzione organizzativa è una rivoluzione di massa che è la precondizione di ogni sviluppo stabile e duraturo.  

Gli USA fornirono ai sovietici tecnologia anche militare di avanguardia, prima e durante la IIGM. Non furono gli unici, naturalmente. I sovietici avevano tradizionali legami con la Germania, oltre ad essere in proficui commerci con la Gran Bretagna.  

“The German Government financed the Bolshevik Revolution with the aim of removing an enemy (Tsarist Russia), but also with postwar trade and influence in mind. This German support was largely replaced in the late 1920s by American technical assistance, but until the mid-1930s the Germans were still arming the Soviets; it was only in 1939 that Hermann Goering began to protest the supply.”

I Servizi non si limitano mai solo a finanziare. Finanziano perché sia fatto quello desiderano. Il governo tedesco, tramite i Servizi militari, organizzò la rivoluzione del ottobre/novembre 1917, per rimuovere un nemico bellico e per riguadagnare la sua naturale influenza sullo spazio russo. I rivoluzionari sono spediti in Russia perché l’apparato militare tedesco ed austriaco nelle Russie aveva bisogno di coperture locali, di chi mettesse la faccia, di chi li trasformasse in Stato, in presa del potere dello Stato zarista in mani pro-inglesi nei vertici politico-istituzionali. Il vertice doveva passare dalle mani inglesi a quelle tedesche.

Gli Stati e gli Imperi si nutrono pure di simboli. Il richiamo ossessivo di Lenin e di Trotzki ad autori di area germanica era un chiaro riferimento allo spazio cultural-statuale tedesco ed austriaco. Entrambi dicevano di voler ‘esportare’ la rivoluzione nello spazio germanico e che esso avrebbe avuto un ruolo dirigente, centrale, nella “rivoluzione mondiale”. Le centrali militari, militariste e burocatico-statuali germaniche non potevano voler di meglio. Ciò vale pure per le burocrazie ed il militarismo dello Stato russo che avevano tutto da guadagnare da chi predicava di fatto l’onnipotenza dello Stato, dunque dei suoi apparati. Scendendo dal folklore delle declamazioni politiche e politicantiche alla realtà quotidiana, questo era il quadro. 

Agli inglesi, più pragmatici, interessava solo ricostruire un baluardo anti-tedesco. Loro non avevano lo stesso bisogno della Germania dell’integrazione con lo spazio slavo. L’Impero Britannico, un Impero mondiale, poteva approvvigionarsi ovunque di qualunque materia prima. Con Stalin, vengono liquidati gli agenti tedeschi e le Russie ritornano dal lato anglo-americano, pur con la retorica da grande potenza che vuole conquistare il mondo. Il mondo era, concretamente, per le Russie, in Europa la Germania, in Asia la Cina, il Giappone e la Corea. Si legga la storia tenendo presenti questi assi geopolitici e si capiranno le macro-operazioni realizzate dai britannici, con aiuto statunitense, in Europa ed Asia con la IIGM.

Il crollo del novembre 1989 è un obiettivo successo tedesco, non anglo-americano. Per questo, gli anglo-americani reagiscono in modo estremamente aggressivo con l’esportazione della NATO, e dello schema-NATO, verso est ed in tutto il mondo.  

“The Soviet problem is not that the nation lacks theoretical or research capability or inventive genius. The problem is rather that there is a basic weakness in engineering skills, and the system's mechanisms for generating innovation are almost nonexistent.
“Why?
“There may be, as has been suggested elsewhere, no compelling pressures to develop innovation despite the fact that the Party is constantly exhorting technical progress. But the explanation that most adequately covers the problem is one that has been previously mentioned though not heretofore stressed - the "inability hypothesis." The spectrum of engineering skills required to build a complete polyester plant, a large truck plant, a fast large-capacity computer, and a modern marine diesel engine just does not exist in the Soviet Union. Sufficient engineering skills do exist for limited objectives - a military structure can be organized to select and marshal the technology of war, or a space program can be decreed and realized through top-priority assignment of resources. But the skills are not present to promote and maintain a complex, self-regenerative industrial structure.
“The point to be stressed is that if there were adequate engineering ability some innovation would be forthcoming in the form of original new processes, and such innovation would appear in many sectors of the economy. This is generally not the case. In most sectors the West installs the initial plants and subsequent plants are duplicates based on that Western technology. Once the sector has been established, major new innovations within the sector tend to be either imported technologies or duplicates of imported technologies. Therefore pervasive "inability"' in engineering seems the most likely basic explanation. For some reason - and this study has not explored the diverse institutional factors within the system that might be responsible - Soviet central planning has not fostered an engineering capability to develop modern technologies from scratch, nor has it generated inputs (educational, motivational, and material) to achieve this objective.”
[...]
“{p. 255} "Stalin paid tribute to the assistance rendered by the United States to Soviet industry before and during the War. Stalin* {* He, in original} said that about two-thirds of all the large industrial enterprises in the Soviet Union has been built with the United States' help or technical assistance."
“I repeat: "two-thirds of all the large industrial enterprises in the Soviet Union had been built with the United States help or technical assistance."
“Two-thirds.
“Two out of three.
“Stalin could have said that the other on-third of large industrial enterprises were built by firms from Germany, France, Britain, and Italy. Stalin could have said also that the tank plants, the aircraft plants, the explosive and ammunition plants originated in the U.S. That was June 1944. The massive technical assistance continues right down to the present day.
“The Soviets have the largest iron and steel plant in the world. It was built by McKee Corporation. It is a copy of the U.S. Steel plant in Gary, Indiana. All Soviet iron and steel technology comes from the U.S. and its allies. The Soviets use open hearth, American electric furnaces, American wide strip mills, Sendzimir mills and so on ? all developed in the West and shipped in as peaceful trade.
“The Soviets have the largest tube and pipe mill in Europe ? one million tons a year. The equipment is Fretz-Moon, Salem, Aetna Standard, Mannesman, etc. Those are not Russian names. All Soviet tube and pipe making technology come from the U.S. and its allies. If you know anyone in the pace business ask them how many miles of tubes and pipes go into a missile.
“The Soviets have the largest merchant marine in the world ?about 6,000 ships. I have the specifications for each ship. About two-thirds were built outside the Soviet Union. About four-fifths of the engines for these ships were also built outside the Soviet Union.
“There are no ship engines of Soviet design. Those built inside the USSR are built with foreign technical assistance. The Bryansk plant makes the largest marine diesels. In 1959, the Bryansk plant made a technical assistance agreement with Burmeister & Wain of Copenhagen, Denmark, (a NATO ally), approved as peaceful trade by the State Dept. The ships that carried Soviet missiles to Cuba ten years ago used these same Burmeister and Wain engines. The ships were in the POLTAVA
“{p. 257} class. Some have Danish engines made in Denmark and some have Danish engines made at Bryansk in the Soviet Union.
“About 100 Soviet ships are used on the Haiphong run to carry Soviet weapons and supplies for Hanoi's annual aggression. I was able to identify 84 of these ships. None of the main engines in these ships was designed and manufactured inside the USSR.
“All the larger and faster vessels on the Haiphong run were built outside the USSR.
“All shipbuilding technology in the USSR comes directly or indirectly from the U.S. or its NATO allies.
“Let's take one industry in more detail: motor vehicles.
“All Soviet automobile, truck, and engine technology comes from the West: chiefly the United States. In my books I have listed each Soviet plant, its equipment and who supplied the equipment. The Soviet military has over 300,000 trucks - all from these U.S. built plants.
“Up to 1968 the largest motor vehicle plant in the USSR was at Gorki. Gorki produces many of the trucks American pilots see on the Ho Chi Minh trail. Gorki produces the chassis for the GAZ-69 rocket launcher used against Israel. Gorki produces the Soviet jeep and half a dozen other military vehicles. And Gorki was built by the Ford Motor Company and the Austin Company - as peaceful trade. In 1968 while Gorki was building vehicles to be used in Vietnam and Israel further equipment for Gorki was ordered and shipped from the U.S.
“Also in 1968 we had the so-called "FIAT deal" - to build a plant at Volgograd three times bigger than Gorki. Dean Rusk and Walt Rostow told Congress and the American public this was peaceful trade - the FIAT plant could not produce military vehicles.
“Don't let's kid ourselves. Any automobile manufacturing plant can produce military vehicles. I can show anyone who is interested the technical specification of a proven military vehicle (with cross-country capability) using the same capacity engine as the Russian FIAT plant produces.
“{p. 258} The term "FIAT deal" is misleading. FIAT in Italy doesn't make automobile manufacturing equipment - FIAT plants in Italy have U.S. equipment. FIAT did send 1,000 men to Russia for erection of the plant - but over half, perhaps well over half, of the equipment came from the United States. From Gleason, TRW of Cleveland and New Britain Machine Co.
“Finally, we get to 1972 under President Nixon.
“The Soviets are receiving now - today, equipment and technology for the largest heavy truck plant in the world: known as the Kama plant. It will produce 100,000 heavy ten-ton trucks per year - that's more than ALL U.S. manufacturers put together.
“This will also be the largest plant in the world, period. It will occupy 36 square miles. Will the Kama truck plant have military potential?
“The Soviets themselves have answered this one. The Kama truck will be 50 per cent more productive that the ZIL-130 truck. Well, that's nice, because the ZIL series trucks are standard Soviet army trucks used in Vietnam and the Middle East.
“Who built the ZIL plant? It was built by the Arthur J. Brandt Company of Detroit, Michigan.
“Who's building the Kama truck plant? That's classified "secret" by the Washington policy makers. I don't have to tell you why.
“The Soviet T-54 tank is in Vietnam. It was in operation at Kontum, An Loc, and Hue a few weeks ago. It is in use today in Vietnam. It has been used against Israel.
“According to the tank handbooks the T-54 has a Christie type suspension. Christie was an American inventor. Where did the Soviets get a Christie suspension? Did they steal it?
“{p. 259} No, sir! They bought it. They bought it from the U.S. Wheel Track Layer Corporation.”
E così via...

E si vedano le opere disponibili di Viktor Suvorov. Per disponibili intendo i titoli che si possono trovare [il 5/09/2013] su

L’inferiorità non è quasi mai nei cervelli ma nella capacità di sfruttarli, che è appunto una inferiorità organizzativa, sistemica.

Questo, delineato nella citazione sopra, è lo schema di un militarismo compradoro. La logica è sempre la stessa; se vuoi fare a guerra devi prima creati il nemico. Prima si sono creati il nemico tedesco dato che la IGM era finita troppo presto e non aveva distrutto la Germania, l’ossessione inglese. Intanto si costruivano l’alleato, poi finto nemico, sovietico, comodissimo sia in Europa, che in Asia, che altrove nel mondo, per tenere controllate e sottosviluppate vaste aree del globo. Per bloccare la Germania devi toglierle lo spazio vitale delle materie prime prossime e potenzialmente da essa controllabili che è ad est. Per bloccare il Giappone devi privarlo innanzitutto delle vastissime aree cinesoidi del continente che sono aree di materie prime e di mercati e che già il Giappone ha, in parte e per periodi differenti, occupato, colonizzato, modernizzato. Giappone e Germania, da questo punto di vista, seguono assi differenti dalle colonizzazioni anglofone. Queste ultime sono colonizzazioni etniche con genocidi dei nativi. Le colonizzazioni giapponese e tedesca portano ed inducono sviluppo autoctono. Esse sono dunque pericolosissime per esempio per gli inglesi che, piccolissimi come madrepatria britannica, vivono e dominano sulla devastazione altrui. Il modello imperiale tedesco e giapponese, considerevolmente meno efficiente dell’anglofono, più formale e decisamente più burocratico, non è un modello di guerra e di sfruttamento bensì di estensione del proprio modello nazionale su scala più vasta. Gli inglesi vogliono dominare il mondo. Giapponesi e tedeschi vogliono solo estendere e stabilizzare la loro area di sicurezza e di continuità di sviluppo, di benessere. I meccanismi di dominazione imperialistica si creano egualmente, come si crea egualmente la centralizzazione dei centri di comando nel centro dell’Impero o sub-Impero.

Ciononostante i due schemi imperiali restano differenti. Lo schema anglofono è probabilmente più dinamico, o tale è stato fino ad ora.

Il progresso ha bisogno di squilibri. La sicurezza di equilibri statici e burocratici. In realtà il “liberismo selvaggio” [della propaganda statalista] inglese è estremamente sociale, socialista [della Corona], all’interno. Le differenze ‘filosofiche’ dei rispettivi modelli di sviluppo hanno radici materiali e storiche. Eppure, il Giappone è materialmente straordinariamente simile all’insularità britannica. La popolazione nipponica è in fondo solo il doppio della britannica [il Regno Unito], su una superficie una volta e mezzo la britannica. Il militarismo britannico nasce contro grandi Imperi marittimi come lo spagnolo, il portoghese e pure, in parte, il francese. Lo spazio anglofono diviene anche dal punto di vista terrestre più grande, con le colonie, che restano variamente controllate dai britannici, pur con indipendenze formali, secondo un modello federativo estremamente flessibile. Il Giappone si industrializza e modernizza contro uno spazio anglofono che non batte in ritirata, non ha crisi [come Impero od Imperi], ed e pure estremamente aggressivo non appena si trovi sotto tiro di chi, come il Giappone, vorrebbe il suo spazio imperiale. Mentre l’Inghilterra esporta in modo estremamente aggressivo la propria rivoluzione nazionale ed ha successo nell’imporsi, il Giappone deve seguire percorsi adattivi e con impossibilità a rovesciare la propria sconfitta bellica pur con la forza della propria economia. Eppure resta controllato, politicamente e militarmente, da USA e UK. Può fare quello che vuole solo finché glielo fanno fare e finché obbedisce ad ogni ordine dei due Imperi. In fondo, ciò che salva sia la Germania che il Giappone della distruzione totale è proprio il giochetto della guerra fredda scatenato dagli Imperi anglofoni. La guerra fredda è contro di loro eppure crea uno spazio di nicchia perché Germania e Giappone rinascano. Mentre congelano le aree chiave dell’Europa e dell’Asia per bloccare lo sviluppo tedesco e giapponese, il giochetto della contrapposizione militare relativamente all’URSS ed area obbliga gli anglo-americani a promuovere la ripresa dello sviluppo sia tedesco che giapponese. Se la Germania riesce a ricostruire un proprio sub-Impero, con i vari mercati comuni ed ora con la UE e l’euro, il Giappone, nonostante il suo sviluppo tecnologico ed economico, resta prima schiacciato dal congelamento cinese, ora dalla ripresa cinese. Gli USA, dopo avere recentemente favorito una qualche modernizzazione cinese, ne hanno ora timore e tendono a giocare la carta della contrapposizione economica e militare, pur senza avere, per il momento, il coraggio di andare allo sfondamento dello Stato cinese pur facilmente frammentabile in decine di nuovi Stati nazionali se solo gli anglo-americani decidessero per questa opzione. Il Giappone ha comunque inondato il mondo con la propria tecnologia e le proprie merci di qualità.          

Finita la IIGM, l’URSS assume caratteristiche predatorie sottraendo intere industrie, a cominciare da quelle d’avanguardia, alla Germania, come ad altri della sua area d’occupazione, con la scusa dei risarcimenti dei danni di guerra. Anche la Manciuria e la Finlandia cedono aziende come riparazioni di guerra. Ciò nonostante, l’URSS deve continuare ad acquistare tecnologia, impianti e prodotti finiti di rilievo, mentre le sue esportazioni sono da paese sottosviluppato. Inoltre, gli acquisti sovietici, lacunosi e mal gestiti, evidenziano l’arretratezza a tutti i livelli dell’URSS. Non bastano relativamente pochi anni di istruzione di massa e tecnico-scientifica per superare l’arretratezza. Senza rivoluzione organizzativa e sistemica, vere modernizzazioni durature e competitive sono impossibili. 

Tra l’ altro, sembra facile smontare un’azienda, trasferirla e ricostruirsela. A parole è facilissimo. Nella pratica sono operazioni estremamente delicate. A parte le difficoltà tecniche dell’operazione, si dovrebbero trasferire pure le competenze. A quel punto, tanto varrebbe lasciare l’azienda dove è e lì sfruttarla. Ma anche questo richiede burocrazie capaci, ciò che le Russie, anche sovietiche, non hanno mai avuto. Sarebbe interessante sapere che fine abbiano fatto queste aziende e macchinari trasferiti nell’URSS. Verosimile siano finite tutte ad arrugginire oppure in forni come materie prime. Se così è successo, in pratica hanno sottratto aziende e macchinari a chi li sapeva usare per buttarli via, dunque senza profittarne. 

Certo vi sono programmi ed agenzie sovietici di spionaggio tecnologico.
Ciò non è affatto in contraddizione con la natura soggettivamente ed oggettivamente compradora dello spazio sovietico ed annessi. Anche nella dipendenza, nulla è lineare, per cui anche il compradoro si attrezza, tanto più se gli è stato concesso un vasto spazio sub-imperiale, per una illusoria competizione col padrone, o comunque per sfruttare al massimo, per quel può, i vantaggi della dipendenza. Se poi la natura compradora è stata mascherata e protetta con la sceneggiata della guerra fredda, ecco che ognuna delle parti opposte si attrezza per la sceneggiata della contrapposizione e l’apparenza diviene in qualche misura, anche se in gran parte di facciata, una competizione. Vi sono anche logiche burocratiche, la creazione di uffici, dipartimenti, agenzie che poi qualcosa devono fare o fingere di fare. Se il Giappone e la Germania competono colle centrali imperiali, i risultati si vedono. Si sono visti pure i risultati della ‘competizione’ sovietica. Non sono per nulla gli stessi, per quanto l’URSS rivendicasse una contrapposizione totale all’Impero, che poi serviva solo per giustificare la sua arretratezza, l’economia di guerra, e le condizioni globalmente misere delle sue popolazioni. 

Nulla è mai assolutamente lineare e meccanico, eppure la logica della dipendenza alla fin fine funziona. Certo il padrone dipende sempre in qualche misura dall’esecutore, pur restando il padrone.

Palmiro Togliatti si mette al servizio sovietico e rinuncia pure alla cittadinanza italiana, dopo avere acquisito o mentre acquisisce la sovietica per essere più credibile e dunque per godere meglio dei vantaggi del suo ruolo di funzionario sovietico.
“Nel corso del XVI Congresso del Partito comunista dell'Unione Sovietica, tenutosi a Mosca nel 1930, dalla pag. 185 del resoconto stenografico emerge questa dichiarazione di Palmiro Togliatti: «È per me motivo di particolare orgoglio aver rinunciato alla cittadinanza italiana perché come italiano mi sentivo un miserabile mandolinista e nulla più. Come cittadino sovietico sento di valere dieci volte più del migliore italiano».”

La cittadinanza formale è un elemento chiave, dato che certifica la proprietà. Il mondo non è cambiato nei secoli. Il Principe, sia individuale od impersonale [ma pur impersonato perché poi le istituzioni sono  impersonate da individui!] è proprietario di territori e di tutto ciò essi contengono. Togliatti, con la sua nuova ed esclusiva cittadinanza diviene proprietà solo dello Stato sovietico. Ne diviene anche personificazione visto che riveste ruoli istituzionali. Tali sono le sue cariche nel Comintern. A quel punto, visti i tempi ed il terrorismo di Stato di massa nelle Russie sovietiche, deve fare di tutto per conservare le sue posizioni di potere e per non finire nel tritacarne degli apparati repressivi. Si destreggia in modo eccellente dal lecchinaggio a Stalin alla subordinazione totale agli apprati repressivi che vanno ben oltre lo stesso Stalin. Si sottrae, per quel che può, solo quando gli inglesi se lo fanno prestare dai sovietici per cui gli occupanti anglo-americani fanno carte false e lui ridiviene, almeno formalmente, cittadino italiano. Non si hanno notizie di una sua rinuncia alla cittadinanza sovietica. I sovietici continuano a considerarlo loro, anche se lui un po’ se li gioca, un po’ crede di giocarseli. Lo fanno morire in casa loro e non sembra una morte naturale, viste le circostanze. Che fosse un’affermazione estrema di proprietà relativamente ad un Palmiro che aveva fatto il furbo, o così credeva... Non si hanno neppure notizie che lui abbia mai seguito alcuna procedura per ridivenire cittadino italiano. Appunto, gli anglo-americani hanno fatto carte false per la loro operazione sovversiva: la creazione di un loro PCI perché non si fidavano della DC. I sovietici vogliono riprenderselo. Tanto ormai il PCI inglese è stato creato e può andare avanti e svolgere il suo ruolo anche senza Togliatti. Lui fa il furbo. Loro lo ammazzano. Già in Italiozia vi erano stati degli incidenti. A volte possono esser casuali per quanto gli incidenti organizzati da Polizie Segrete sembrino sempre casuali. ...Quasi sempre. Non quando tentano di far fuori Berlinguer in Bulgaria il 3 ottobre 1973. Lui era comunque cittadino italiano ed è sempre improbabile venga fatto fuori qualcuno all’estero se non su richiesta del ‘proprio’ governo. Lasciamo qui. Non vogliamo avventurarci, qui, su una discussione su quell’episodio.  

Palmiro Togliatti, “il migliore” in servilismo, è il peggiore dal punto di vista etico. Il suo mestiere è quello di ragioniere del crimine, di avventuriero assassino (anche se direttamente non ammazza nessuno; lui lavora di firme sotto condanne a morte, od alla detenzione, e dando ordini di omicidi e massacri) al servizio sovietico e che finisce lui stesso ammazzato dai sovietici a Yalta, dove muore il 21 agosto 1964.

Ascoltiamo il suo segretario:
“L'ultima volta che lo vide? «Il 9 agosto 1964, quando partì per la Russia con Nilde Iotti. Era così furibondo per quel viaggio... Odiava, ricambiato, Krusciov. Infatti quest'ultimo si recò in visita ufficiale nelle terre vergini della Siberia proprio all'arrivo dell'ospite indesiderato, che a Mosca era sempre stato accolto col tappeto rosso come un re. E lì cominciarono subito i misteri». Cioè? «I russi pretesero di sottoporre Togliatti a una serie di visite mediche nella clinica del Cremlino che non erano state né richieste né previste. Sembrava la vigilia di un colpo di Stato. È probabile che il Migliore trescasse con Breznev per il defenestramento di Krusciov. Fatto sta che alla fine Togliatti fu caldamente esortato ad andare in vacanza a Yalta, sul Mar Nero. Dove lo invitarono a tenere un discorsetto in russo ai pionieri locali, facendogli raggiungere il luogo del raduno a piedi e lasciandolo senza cappello sotto il sole cocente. Venne colpito da emorragia cerebrale». Sospetta che i sovietici l'abbiano «aiutato» a congedarsi? «Di sicuro attesero il ritorno di Krusciov prima di prendere qualsiasi decisione. Ora anche un bambino sa che l'ictus richiede trattamenti tempestivi. Invece l'intervento chirurgico fu tentato soltanto dopo sette giorni. Mario Spallone, medico personale di Togliatti, baciò le mani del collega Alexander Arutiunov prima che entrasse in sala operatoria. Non servì».”

Il sistema sovietico è burocratico strettamente regolamentato. Per ogni crimine occorrono firme plurime. Senza tutte le firme, la macchina o cambia direzione, o si inceppa, oppure procede procurandosi le firme necessarie dopo avere liquidato chi non le apponeva. Togliatti è uno che firma tutto. E quando è lui in carico diretto di crimini, come in Spagna, si attiva perché la macchina criminale sovietica funzioni come richiestogli. La missione sovietica in Spagna è di liquidare la repubblica su incarico inglese, facendo finta di combattere gli estremismi. Togliatti organizza gli assassini di supposti estremisti ed alla fine la Repubblica implode sia per questo sia perché Mosca si è fatta consegnare le ingenti riserve auree dello Stato spagnolo (oltre 510 tonnellate di oro, tra cui anche quantitativi di monete con alto valore numismatico) paralizzandone dunque la libertà di movimento dal punto di vista dell’approvvigionamento di armamenti, sia perché era ormai una di quelle situazioni dove si sapeva che il destino spagnolo era comunque stato deciso a Londra, qualunque cosa accadesse, sul momento, sul campo.

Tutto regolare, naturalmente, nella forma. È un classico delle operazioni di Polizia Segreta, qui inglese. Chiudi tutte le vie. Lasci aperta solo quella sovietica. Loro si fanno pagare in oro. Una cosa della serie: sono condannati; prima togliamo loro tutto quello che hanno.

Il mondo, anche quello a chiacchiere si dichiara amico e simpatizzante, si chiude per la repubblica spagnola insidiata dalla rivolta cosiddetta nazionalista che gli inglesi vogliono vincitrice. Ma prima di far vincere i cosiddetti nazionalisti, con aiuti italiani e tedeschi, gli inglesi vogliono una Spagna senza riserve auree che vogliono vengano passate all’URSS che le usa per finanziare la propria economia di guerra. Ecco quello che succede con la Spagna e le sue ingenti riserve auree!

Mosca usa i suoi squadroni della morte, e la sua libertà di movimento ed azione in Spagna, per seminare il terrore tra chi avrebbe più efficacemente difeso la repubblica. In cambio dell’oro dato a Mosca, la repubblica spagnola riceverà limitati aiuti militari, su cui l’URSS avrà il monopolio, ed il terrore sovietico che abbatte il morale dei più conseguenti anti-franchisti. Per esempio, la Spagna aveva avuto infine la possibilità di acquistare aerei statunitensi ma ciò non potrà essere fatto per mancanza di fondi. Era stato speso tutto con l’URSS che poi si farà pure la figurona di aprire delle linee di credito alla repubblica verso l’epilogo. Pochi spiccioli. Era già tutto pagato con i prezzi d’usura degli aiuti sovietici saldati in oro.   

Tutte le operazioni di Polizia Segreta, qui inglese, a livello macro funzionano a questo modo. Basta muovere qualche pedina sul grande scacchiere. Poi i piccoli eventi si svolgono irrilevanti (irrilevanti per il risultato già predeterminato non per le distruzioni seminano) vero l’epilogo voluto da chi governa il grande scacchiere.

La Spagna è un tradizionale nemico inglese seppure ormai distrutto come Impero. La repubblica potrebbe, almeno quantitativamente, rivitalizzare la decadente e decaduta Spagna, avvitata su un’agricoltura arretrata e sull’oscurantismo religioso-ideologico che accompagna l’arretratezza economica. Questo è proprio ciò gli inglesi non vogliono, soprattutto ai loro confini, in pratica, ai loro confini marittimi, appena a sud. Non quasi a contatto come la Francia, la Spagna è tuttavia nella area di confine larga dell’Inghilterra, soprattutto con la meccanizzazione dei trasporti marittimi.

La repubblica rappresenta una possibile modernizzazione seppur limitata. Il disordine ed il clima da guerra civile è normale quando si stappi un contenitore puzzolente dove tutto è restato troppo a lungo compresso. Cosa v’è di meglio, per gli inglesi, che una Spagna devastata dalla guerra civile, dove poi vincano le forze della stagnazione e su una società ed una economia dilaniate, e dopo averla perfino privata delle riserve auree usate per finanziare l’economia di guerra sovietica, dell’URSS inglese anche se non si deve sapere e non si sa lo sia.

I cosiddetti nazionalisti, i franchisti, erano la solita Spagna rurale ed oscurantista non risollevatasi dalla distruzione del suo Impero e che rifiutava una qualunque modernizzazione ne potesse sconvolgere le oligarchie tradizionali. Non erano il modernizzatore nazismo tedesco e neppure la monarchica d’Italia dove, anche senza economia di guerra, ordine e socialismo monarco-mussoliniani avevano poi assicurato qualche, pur non grandioso, progresso quantitativo. Franco ed il franchismo non avevano alcun progetto modernizzatore, solo la reimposizione dell’ordine tradizionale agrario e burocratico la repubblica in qualche modo scassava liberando forze per un qualche sviluppo capitalistico. Poi le cose non vanno mai come desiderato dai centri dell’Impero. Eppure, con le mosse giuste, potenzialità vengono compresse ed arretrati blocchi compradori installati al potere. La repubblica è la Spagna ed è più forte, anche militarmente, delle truppe marocchine di Franco, dei ribelli del nord, e di possibili sostenitori agrari e catto-oscurantisti che non sopportano una repubblica in qualche modo laica e francesizzante. I ceti burocratici alla fine vanno dietro a chi vince e non sono certo messi in discussione né in crisi dalla repubblica. Chiunque sia al governo, negli uffici restano loro. Il sostegno italiano vale poco se non come primo trasporto delle truppe marocchine sul territorio spagnolo continentale, per aprire il fronte sud dopo un qualche successo della sollevazione cosiddetta nazionalista al nord e come armi individuali come fucili e pistole, che poi Franco si rivenderà a nemici dell’Italia a guerra civile conclusa. Il corpo di spedizione italiano è penoso, nonostante la consistenza numerica. Più effettivo è l’appoggio della Marina Militare italiana, per quanto non è che fosse poi una guerra che si decidesse sul mare. Più efficace è il pur numericamente inferiore aiuto tedesco, utilissimo sia in terra, che in mare, che dall’aria. Eppure la stessa Germania ha una potenza militare ancora in via di creazione. 

Certo, il Re e Mussolini avranno avuto incoraggiamento vaticano che si vedeva indebolito in Spagna, dalla repubblica, essendo loro schierati col blocco agrario-conservatore e dunque duramente colpiti sotto la repubblica. Pensabile che l’Italia potesse essere intervenuta contro la repubblica senza luce verde inglese? No, non lo è. Anzi, è più probabile che gli inglesi abbiano incoraggiato l’intervento italiano. Era la repubblica una repubblica rivoluzionaria, comunista o socialista, che attaccasse qualche ordine europeo ed altro? No, non lo era. Queste sono balle della retorica comunistoide nelle sue varie varianti.

Il disordine è inevitabile quando forze borghesi modernizzatrici premano contro un regime agrario oscurantista, anche se è evidente che in Spagna non esistano solide oligarchie modernizzatrici in grado di sfruttare il disordine per avanzare rapidamente verso un ordine differente. Eppure la repubblica è radicata nello Stato e nei suoi apparati civili, militari, polizieschi. Non è una Spagna ‘contro’. Non è una Spagna che faccia paura, a parte ai parroci avevano spadroneggiato fino a quel momento anche contro il popolino ed al blocco sociale ultra-oscurantista. 

La vittoria del Fronte Popolare, alle elezioni del 16 febbraio 1936, con 4.654.116 voti (47.1%) e 289 deputati (solo 17 sono del PCdeE) contro i 4.503.505 voti (45,6%) del Fronte Nazionale con 143 deputati e 400.901 voti (5,3%) del Centro con 50 deputati, indica una forte polarizzazione tra la una borghesia confusamente conservatrice e senza solide oligarchie, ed un fronte oscurantista solido e deciso che preme per restaurare il suo immobilismo. Questa polarizzazione estrema e la debolezza interna dei vincitori del momento crea una base solida per una possibile rivincita militare dei perdenti delle urne.

I risultati delle urne legittimano il Fronte Popolare a governare per quanto esso abbia una minoranza dei consensi. Anche la destra è minoritaria, per quanto consistente, appena sotto il FP, come si può vedere dai risultati. Un normale logoramento del Fronte Popolare avrebbe portato ad un gonfiamento del centro in cui sarebbero facilmente confluiti elettori schieratosi col fronte popolare ma anche parte degli elettori di destra, nel momento il populismo di sinistra si fosse sgonfiato. 

Ma alla fine sono gli inglesi che decidono il destino della Spagna. Senza incoraggiamento ed appoggi internazionali non ci sarebbe stato nessun sollevamento militare che è poi di una frazione minoritaria della FFAA. Segno appunto che la repubblica è ben radicata e solida, dipendesse solo dalle forze interne. 

Non v’è nessun ‘pericolo’ comunista, né alcuna possibilità di fantasiose e mai esistite rivoluzioni social-comuniste, né anarchiche. Così come il lato che pomposamente e falsamente si vuole chiamare nazionalista non ha nulla a che fare col monarco-mussolinismo italico e col nazismo tedesco che, pur profondamente differenti tra loro, hanno il consenso del 99% delle rispettive popolazioni. In Spagna v’è lo scontro militare tra due blocchi le cui consistenze numeriche sono quelle fotografate delle elezioni del febbraio 1936, ed entrambi radicati a livello di apparati statali, di burocrazie sia civili che poliziesche e militari. Non è “lo Stato” contro una qualche impossibile insorgenza ‘proletaria’.   

La repubblica è la Spagna, la Spagna che pur confusamente vuole andare avanti. I militari ‘golpisti’ sono militari non in grado di fare neppure un banale colpo di Stato. Le repubblica è solida. Potrebbe facilmente sconfiggere i nazionalisti che riescono, col la loro ribellione del 17 e 18 luglio 1936  ad occupare solo parte, non decisiva, della Spagna. 

Le forze vive sono con la repubblica. La sollevazione di parte dell’esercito rappresenta sempre una minoranza sociale e ‘culturale’-religiosa della Spagna, la sua parte oscurantista. Ed anche militarmente, la potenza di fuoco la ha la repubblica.

Le truppe italiane e tedesche. Bastavano un reggimento ed alcuni squadroni d’aviazione inglese, od anche solo francesi visto che in fondo lo spazio italo-tedesco stava tentando, dicevano, di installarsi suoi confini sud-occidentali. Anzi, neppure essi, bastavano aerei inglesi od americani venduti alla repubblica. Li acquisteranno [quasi] tramite l’ambasciata spagnola in Messico ma poi, al momento della perfezione dei contratti con previo pagamento non avevano i soldi per cui non se ne fece nulla. La repubblica aveva già speso od impegnato tutto con l’URSS. L’oro spagnolo era nell’URSS, dato che gli inglesi avevano manovrato per creare il monopolio sovietico delle forniture militari alla Spagna. Un modo per finanziare l’economia di guerra sovietica. Giusto il tempo di speculare sulla Spagna prosciugandola delle sue riserve auree, farsi pure la parte di avere concesso crediti, modesti, alla repubblica all’epilogo e la Spagna repubblicana poteva essere lasciata affondare come voluto dagli inglesi. La repubblica viene soppiantata da un blocco oscurantista che si stabilizza coi massacri ed è pure senza riserve auree visto che la repubblica ha speso tutto, in gran parte, sul mercato sovietico degli armamenti. I compagnuzzi francesi sono neutralizzati dagli inglesi che ordinano di lasciare perdere la Spagna al suo destino franchista. Bastavano armi francesi a poco prezzo ed, eventualmente, qualche altro aiuto militare, e la Spagna repubblicana poteva facilmente riconquistare le aree controllate dalla sollevazione militare del luglio 1936. Londra non vuole. Gioca alla sfascio, come sempre fa.  

Gli inglesi hanno voluto la sollevazione militare, fallita visto che è solo una minoranza, e che poi la minoranza vincesse perché loro inglesi isolano la repubblica. Decidi una condanna a morte di uno. Lo imbraghi. Poi azioni lentamente la garrota. E fai sembrare che tutto sia successo per caso e per opera altrui.

Appunto, pur con la possibilità di vincere, come repubblica, non scemenze di impossibili rivoluzioni ‘proletarie’, ecco che si crea un clima per cui tutti sanno che è tutta una sceneggiata, che l’Impero, quello inglese nel caso specifico, ha deciso che la repubblica debba essere disfatta dall’oscurantismo ‘nazionalista’. Italia e Germania fanno da proxy della volontà inglese pur poi prendendosi la ‘colpa’ della disfatta della repubblica spagnola. Franco è tanto grato ad Italia e Germania che se ne resta fuori dalla IIGM, a parte la cosetta di facciata dei volontari spagnoli in Russia. Una cosa quasi dovuta, visto quella che l’URSS aveva fatto alla Spagna. 

La repubblica andava distrutta isolandola internazionalmente e dall’interno. Queste erano operazioni che solo gli inglesi potevano fare. Che c’entrava l’URSS con la Spagna? Nulla. Non c’era neppure alcun PC del Comintern sovietico che avesse avuto alcun ruolo nella repubblica. La repubblica, la seconda repubblica spagnola per precisione, viene proclamata il 14 aprile 1931 e termina l’1 aprile 1939 con la vittoria di Franco. Il 27 febbraio 1939, Regno Unito e Francia avevano già riconoscono il governo nazionalista di Franco.

Alle politiche del 1931, il PCdeE ha lo 0.77%. A quelle del 1933, l’1.80%. Nel 1936, quando fa parte del vittorioso Fronte Popolare, il 3.5%. L’Impero britannico deve chiamare i sovietici, dare a loro la Spagna per fini suoi, britannici, perché faccia a pezzi la repubblica e pure le sue riserve auree che altrimenti sarebbero passate ai nazionalisti, a Franco, che i britannici volevano vincitori ma senza riserve auree ed impoveriti all’estremo per assicurare altri decenni di sottosviluppo ispanico. Sul grande scacchiere si muovono le pedine si possono muovere. Non si possono determinare i dettagli che poi possono causare variazioni, non necessariamente rilevanti, alle decisioni dell’Impero.  

Isolata internazionalmente la Spagna repubblicana, passatala all’URSS che la usa per finanziarsi e con la sicurezza diffusa che si combatte ma per perdere, ed ecco la repubblica si avvia verso l’epilogo voluto da Londra. Tutto il resto, i piccoli avvenimenti, sono teatrino alla fine irrilevante relativamente al risultato finale. Risparmiateci i cialtroni delle “rivoluzioni tradite”! Le ‘rivoluzioni’ le decidono a Londra a seconda degli interessi dell’Impero inglese, oppure altrove secondo gli interessi di altri Imperi e sub-Imperi. Le rivoluzioni popolari semplicemente non esistono. Sono un’impossibilità logica e fattuale. La realtà non funziona a quel modo.

Anche il Regno di Napoli, per quanto militarmente poderoso relativamente sia ai terroristi mazziniano-londinesi che all’esercito piemontese, sapeva che Londra aveva deciso dovesse sparire, avesse pure vinto le battaglie che invece ha perso. I generali si comprano quando essi stessi non lascino perdere operazioni comunque inutili ai fini del risultato finale già deciso altrove!

In Spagna, bastava che inglesi e francesi [fantocci britannici], si mettessero di mezzo, ed italiani e tedeschi erano fuori dalla Spagna. Tra l’altro, pur con la vittoria di Franco, non è che la Spagna entri nell’orbita tedesca od italiana. Al contrario, è Londra che ha paura di una Spagna repubblicana a che alla fine imbocchi una via modernizzatrice. Franco è un’invenzione inglese.

L’URSS è un’economia di guerra, pur arretrata, fantoccio economico (dunque politico anche se preferiscono tutti tacerlo e nasconderlo) degli anglo-americani (che la sottraggono all’area germanica ha realizzato la sua rivoluzione ‘russa’ dell’ottobre-novembre 1917) che forniscono tecnologia militare decisiva per il suo riarmo accelerato. Sono i britannici che si ‘ritirano’ dalla Spagna, dunque ‘ritirano’ pure i loro fantocci francesi, e chiamano i sovietici, la danno all’URSS per dissanguarla e seppellirla. Pur con governanti non ‘comunisti’ e neppure Kerenski dipendenti dai ‘comunisti’, anzi con un PC che non conta nulla, si gonfia appena col massiccio intervento poliziesco, di Polizie Segrete / Squadroni delle Morte, sovietico, ecco che la Spagna repubblicana si consegna ai sovietici per essere distrutta. La speranza è sempre l’unica a morire. I britannici ti scaricano e ti dicono che l’unica speranza è forse consegnarti all’URSS, l’unica autorizzata dall’Impero britannico a fornire armi alla Spagna. 

I sovietici non solo forniscono armamenti a prezzi d’usura ma operano pure in prima persona per lo sfondamento interno della repubblica. Montano Squadroni della Morte ‘comunisti’ che si muovono liberamente nella Spagna repubblicana e terrorizzano i più convinti repubblicani. Se la repubblica ti massacra, non è che continui a combattere per la repubblica. Ti raccomandi al prete ed aspetti che arrivino le truppe di Franco, o emigri.

Sfondata la repubblica spagnola finanziariamente e come consenso interno, i sovietici ritirano le loro milizie estere e lasciano la stessa al suo destino di progressiva e finale distruzione da parte del franchismo che garantisce la pace seppur sanguinosissima perché porta il terrore bianco per raffreddare e stabilizzare un paese si era illuso di potere seguire una sua strada normale, i britannici hanno chiaramente voluto ostruire.

Ecco, sono macro-operazioni montate a questo modo. Nulla succede per caso. I piccoli avvenimenti sembrano ed in parte sono casuali. Gli attori sul campo si accalorano e si illudono. Ma l’oro è stato mandato via, le armi sono inadeguate (la qualità dell’industria di guerra sovietica è quella che è – sarebbe stato più saggio costruire un’industria di guerra interna, spagnola), gli squadroni della morte colpiscono chi non si sottomette alla sconfitta pianificata altrove, aiuti reali da parte di chi dice di sostenerti o di vederti con simpatia poi non arrivano. Anzi, gli inglesi neppure dicevano di vedere con simpatia la repubblica dato che, pur lasciando andare volontari, prima spinsero la repubblica nelle braccia dell’URSS perché ne profittasse al massimo fino alla sconfitta, poi dichiararono che in effetti era meglio vincesse Franco perché sennò si sarebbe creata una roccaforte sovietica nella penisola iberica. Appunto, muovi le macro-pedine e poi tutto il resto sono chiacchiere e propaganda. Gli inglesi volevano una Spagna impoverita ed oscurantista. La avevano già distrutta come Impero. Volevano pure distruggerla come Spagna.
  
Togliatti è boia sovietico in Spagna, mandato dall’URSS ad occuparsi della distruzione militare del consenso per la repubblica. Togliatti ordina, per iscritto ed a voce, assassinii, massacri, linciaggi, coi suoi squadroni della morte di comunisto-sovietici italici ed altri, mentre disprezza pure i governi gli danno mano libera e lui finge di sostenere, di sostenere per distruggere prima il loro consenso poi tutta la Spagna essi dovrebbero governare. Chiaro che prima fingi di sostenerli perché ti danno carta bianca e poi li disprezzi perché dandoti carta bianca si sono fatti da te distruggere. Sono governi di destra, spesso, quelli della repubblica, para-sovietici solo perché i britannici hanno chiuso qualunque altra via e li hanno consegnati, spinti, tra le braccia dell’URSS che ha la missione di distruggere la Spagna repubblicana mentre conclama, mentendo, che è una grande rivoluzione social-comunista ma che, per motivi misteriosi, è andata poi male. Un classico. Li fai a pezzi dall’interno e poi dici che è colpa loro, che non sono stati capaci. Sennò è un mistero come uno arrivi con qualche unità marocchina sbarcata a sud da navi italiane e poi occupi tutta la Spagna ancora libera e si ricongiunga a quella già sottomessa, a nord, con la prima sollevazione militare, oltre ad avere l’adesione di una parte consistente, pur minoritaria, di essa. Proprio perché minoritario, è costretto al terrorismo di Stato per stabilizzarsi una volta occupata tutta la Spagna. Franco deve silenziare la Spagna multi-nazionale, multi-etnica, che gli inglesi gli consegnano perché la tenga arretrata. Franco lo sa. Non ha alcuna gratitudine né simpatia per Italia e Germania. Non può andarlo a raccontare in giro, ma gli inglesi lo hanno voluto al potere ed hanno operato, a livello macro, perché vi arrivasse. Lui od un altro ovviamente. Agli inglesi interessava che anche in Spagna si affermasse un blocco che la congelasse per qualche tempo. Non poteva passarla all’URSS perché la tenesse in frigo, essendo essa dal lato opposto dell’Europa. La affida ad essa solo per distruggere la repubblica mentre l’URSS finge di sostenerla in nome di una inesistente rivoluzione social-comunista, o questa è l’immagine è stata creata nelle menti della gente.

Ovviamente la propaganda ufficiale sovietica e del Comintern la butta sulla lotta “antifascista”. Sono etichette. Balle. Cose create. Non è che la repubblica, colla sua statolatria fosse meno fascista o meno nazista di Italia e Germania. Se Italia e Germania aiutano gli altri, il discorso politico [immaginario, propaganda] conclama aggressioni ‘nazifasciste’. Se l’URSS ti aiuta, perché tutti ti hanno scaricato e passato all’URSS pur per essere distrutti, conclami amicizia e similarità da quel lato lì, anche se nella Spagna repubblicana non v’è alcun governo anche solo formalmente social-comunista. Tra l’altro, l’Italia e la Germania che appoggiano il franchismo sono in ottime relazioni con l’URSS. Ognuno fa i suoi interessi, in Spagna. I tedeschi sperimentano nuovi armamenti. L’Italiozia monarchica lecca il culo al Vaticano. L’URSS fa affari d’oro vendendo armi e inviando Squadroni della Morte.    

L’operazione britannica è di fare distruggere la Spagna repubblicana, che i britannici vivono come un pericolo ad essi geograficamente prossimo, e nello stesso tempo di incoraggiare la Germania, il suo espansionismo. L’Italia trasporta le prime truppe marocchine di Franco sul territorio spagnolo. Poi viene spinta dentro la Germania coi suoi aiuti.

Interesse geopolitico e geoeconomico Italiano e tedesco sarebbe stato aiutare la repubblica a consolidarsi e stabilizzarsi. Una Spagna economicamente e militarmente forte ai confini francesi ed inglesi e con stretti legami economici con Germania ed Italia sarebbe stata la loro arma migliore contro l’Impero. Troppo difficile. L’Italiozia ‘mussoliniana’ del Re resta un fantoccio inglese. I Servizi militari tedeschi si sono inventati Hitler e l’hanno portato al potere sono corrotti dagli anglo-americani. Adolfo, ottimo attore e visionario, non capisce nulla di strategie e di tattiche politiche e militari. Pure a livello interno, va tutto avanti perché le burocrazie tedesche, pur non efficientissime, più o meno funzionano.

Alla fin fine, uno Stato assistenziale costa meno del disordine permanente, sebbene gli apparati dello Stato parallelo nazi costino e pesino sull’economia tedesca.  L’Intelligence militare tedesca che pensa il nazismo, che infatti ha una struttura strettamente militaresca, si preoccupa più di una qualche efficacia raffazzonata che di vera efficienza. È tutto burocratico in senso deteriore. Già coi Freikorps, milizie parallele della dittatura militare germanica (‘inventati’ nel XVIII secolo da Federico II), avevano contenuto con successo punte di crisi dell’ordine pubblico nella fase post-bellica, per quanto poi essi stessi avessero creato problemi di ordine pubblico, al servizio di frazioni delle FFAA tedesche o per loro operazioni politico-istituzionali clandestine. Quando l’Intelligence militare tedesca inventò il nazismo, replicò lo schema dei Freikorps ma ora di dimensioni elefantiache. Per irreggimentare le masse, bastano strutture leggere all’inglese senza uno Stato parallelo. Non occorrono pagliacciate alla nazifascista che sono appunto del tutto antieconomiche.  Tanto era il peso dello Stato parallelo nazi, che l’operazione cecoslovacca servì a salvare il regime nazi dal collasso finanziario. Non è neppure vero il ritornello ossessivamente ripetuto, quanto falso, che le economie di guerra creino ‘occupazione’, intesa come maggiore benessere. Se il ‘pane’ è 100, non è che con la sola economia di guerra aumenti. Semmai tende a ridursi visto che energie vengono distratte per fini del tutto improduttivi. Se nonostante l’economia di guerra, il benessere aumenta, od il malessere si riduce, non è per la sola economia di guerra che, anzi, di per sé brucia risorse. Per cui, ci deve essere e c’è dell’altro, oltre all’economia di guerra ed alle opere pubbliche. Certo anche le condizioni abitative, se si opera anche in quel senso, sono essenziali per il benessere. Ma se il pane aumenta, deve essere prodotto. Non è l’economia di guerra come non sono le opere di grandeur che creano migliori condizioni abitative e di alimentazione. Sì, creano stipendi. Ma gli stipendi devono tradursi in beni di consumo. Gli stipendi distribuiti devono pur venire da qualche parte. Se si stampa solo cartamoneta si genera solo inflazione, non benessere. Per cui, miglioramenti delle condizioni di vita sono legati sia alle infrastrutture che ai beni di consumo in senso stretto ed in senso lato. Disciplina ed ordine sono strumenti, se li si usano per finalità positivi, non fini in sé. Il nazismo è una cosa del tutto raffazzonata e burocratica in senso deteriore. A parte la Cecoslovacchia che serve alla Germania, e viene ad essa data dagli inglesi, proprio per far cassa per finanziare il proprio Stato parallelo di pagliacci in uniforme [sennò bastava dare ad essa i Sudeti, non Praga col governo e le casse centrali], non è neppure vero che la Germania nazi dovesse fare la guerra per risolvere questi problemi di finanziamento interno del proprio Stato parallelo. La guerra viene ed essa imposta. La soluzione ai costi impossibili dello Stato parallelo nazi era mandare i miliziani nazi a lavorare produttivamente, non estendere il numero degli improduttivi con la mobilitazione generale. La Germania si trova incaprettata ed, invece che slegarsi, che sottrarsi, si agita per strozzarsi meglio.     Che è quello che fa il Giappone dall’altro lato del mondo. Le risposte obbligate non sono mai delle soluzioni. Lo sono solo secondo il pensiero verticale, quello paranoico, non secondo il pensiero vero che è laterale ed altro.

In Spagna, i britannici usano la loro Italiozia per tirare dentro pure i tedeschi per distruggere la repubblica loro [i britannici] temono, dunque per fare il loro [dei britannici] gioco. Franco, sia che capisca il gioco dell’Impero sia che realisticamente veda le condizioni economiche e militari della Spagna, rifiuta di allinearsi alla Germania nella IIGM. Magari gli inglesi sarebbero stati felicissimi di devastare coi bombardamenti e con l’occupazione militare pure Spagna e Portogallo che, come già l’Italia, sarebbero stati solo un peso per i tedeschi che non lo capiscono, non a livello del vertice massimo, che si infuria quando Franco rifiuta di schierarsi dal lato tedesco. Ciononostante la División Azul fu di qualche efficacia ed utilità sul fronte russo. Poi, ritirata su pressione alleata, gli anglo-americani comunque rifiutarono la richiesta sovietica di occupare la Spagna. Era già loro. 

L’aiuto tedesco ed italiano ai nazionalisti spagnoli non ha nulla a che fare con una supposta “solidarietà fascista”. Quelli sono vaneggi e slogan per libri di storia per infanti, con la funzione di plasmare le menti di poveretti diseducati dalla storia-propaganda. Beh Franco, fantoccio britannico con assistenza vaticana e monarchica [lì di un Re immaginario, fantoccio inglese ma che Franco rimpiazza come dittatore nel vero senso etimologico finché lui Franco è in vita, visto che il Re se lo forma, crede, ma lo lascia lontano dal potere formale e reale – quando poi il Re di Spagna sarà incoronato, il 22 novembre 1975, a morte di Franco avvenuta, si svelerà un pupazzetto britannico] non ha neppure una qualche similarità formale con l’Italiozia monarchica. In Italiozia, Mussolini non è “il dittatore” ma solo quello messo lì dal Re e dai britannici per stabilizzare un’Italiozia fregata colla IGM da cui Italiozia esce sfasciata e con meno vantaggi, dunque con sostanziali perdite, di quelli avrebbe avuto con la neutralità richiesta, e che sarebbe stata generosamente pagata, dal fronte germanico. Franco è un dittatore repubblicano che si inventa un Re futuro con cui darsi una qualche giustificazione ideologica che neppure gli occorreva. Sa tutto di fabbricazione inglese, tanto è il timore che la repubblica condannata all’annientamento possa riapparire con faccia franchista: ti nominiamo dittatore a vita di un regno che non c’è e che compare quando tu muori. Franco mette la faccia, legittimato da una guerra civile. Quando muore, è pronto un Re fantoccio britannico. Quello che prima è occulto diviene manifesto, più o meno visto che poi alla gente non ne frega nulla e magari è felice di avere un Re che la propaganda presenta come al di sopra delle parti, successore di Franco eppure del tutto differente [dice la propaganda]. 

Il punto è che questi ‘fascismi’, o supposti tali [a parte le differenze tra Spagna ed Italia, non esistono analisi, aria fritta a parte, su cosa il fascismo sia – infatti i fascismi sono solo piccole operazioni trasformiste di regime senza specifiche basi sociali differenti contrariamente a quanto inventatosi dalla propaganda sinistra per le sue declamazioni inconsistenti], franchisti ed italici non hanno nulla a che fare con la Germania e col suo socialismo nazionale. Il franchismo, uscito da una sanguinosa guerra civile, non aveva nulla in comune col fascismo italico che aveva il consenso di un 99% della popolazione così come lo aveva il nazismo. La repubblica si sarebbe trovata più a suo agio con la Germania di quegli anni, non magari con un monarco-mussolinismo che per ragioni di consenso interno voleva farsi difensore del Vaticano i cui preti erano linciati in Spagna. Il clero spagnolo doveva essere quel che era (una entità oscurantista) se furono percepiti come corpo estraneo da estirpare dalla repubblica e dalla popolazione. In Spagna, di era aperto un processo alla francese, giacobino, subito combattuto e distrutto dall’interno dai britannici. Seppur, a differenza dei giacobini e connessi (sempre minoranza elettorale e dunque obbligati a restare in sella con continui colpi di Stato), la repubblica spagnola ha la maggioranza dei consensi popolari. 

Il leader tedesco, una creazione dell’Intelligence militare tedesca e del blocco militarista germanico, con accordo e ruolo attivo dei centri finanziari anglo-americani, semplicemente non c’arriva, non capisce il gioco britannico. Se un nemico più forte vuole farti a pezzi, certo ti armi ma poi operi per rafforzare ed armare tutte le frapposizioni territoriali rispetto a quel nemico e suoi alleati, evitando assolutamente la guerra. Una guerra che si perde, se combattuta, si può vincere con la pace, evitandola all’estremo. Il vertice tedesco non c’arriva. Un blocco militarista è indifferente alle sconfitte. Una volta che esso ha fatto cassa, non si preoccupa delle distruzioni attorno. I vertici politici e statuali tedeschi non c’arrivano, e poi sono corrotti dal blocco militarista costruisce il suo nazismo elefantiaco dunque sempre bisognoso di soldi [e coi finanziamenti si dà la linea, si danno gli ordini]. Pur sconfitta, distrutta ed  amputata in modo rilevantissimo, la Germania sopravvive grazie al teatrino della guerra fredda che impone di ricostruirla. Gli stessi inglesi non riescono ad essere conseguenti coi loro piani. Temono, o devono fingere, di temere l’Impero Sovietico da loro stessi montato e da loro dipendente. L’Impero britannico è un Impero marittimo e rigidamente razzista col timore assoluto di razze differenti che sente di non poter controllare se non distruggendole. Quello che non può essere da esso distrutto è vissuto con timore. Nonostante il controllo tecnologico dell’URSS da parte degli anglo-americani, gli inglesi sono terrorizzati dalle razze slave cui hanno appena regalato mezza Europa. Questo salva, quello resta della Germania, dalla distruzione post-bellica che pur centri sia inglesi che statunitensi avevano pianificato. Così come mutatis mutandis salva il Giappone da un totale annientamento post-bellico. La messa in freezer della Cina, col maoismo, e frantumata la Corea con la divisione, diviene un obbligo ricostruire la base nipponica dell’Impero Statunitense e di quello Britannico.       
           
Il 9 novembre 1989, fu pubblico che l’Impero Sovietico era imploso. Il muro di Berlino era dissolto. I Vopos non sparavano più perché non avevano la copertura sovietica. Tutti potevano attraversare il muro, il confine, anche senza documenti, ed andare all’ovest e ritornare, se credevano.

Per la formale riunificazione tedesca si arriva al 3 ottobre 1990. Per la cessazione del Patto di Varsavia si deve attendere l’1 luglio 1991, quando viene sciolto. Infine si arriva alla liquidazione formale dell’URSS, il 26 dicembre 1991.

Le Russie continuano, in forma differente e ridotta. Ma non è più l’URSS, quella che cogli Alleati anglo-americani ed altri combatte la Germania e cui gli Alleati anglo-americani danno mezza Europa come dominio diretto, ed influenza in Asia ed altrove nel mondo. L’implosione dell’URSS è un parziale fallimento, o un insuccesso anglo-americano, per quanto non drammatico. Il gioco di mezza Europa in freezer e l’altra in qualche modo sotto ricatto ha retto quasi mezzo secolo, che non è poi così male dal punto di vista dell’Impero. Si sono subito inventati forme forse anche peggiori di dominio. Dal finto bipolarismo alla finta mono-dominazione USA. Finta perché v’è in realtà l’Impero britannico, leggero e superficialmente invisibile, eppure ben agguerrito e con visioni differenti dall’Impero USA, se non altro per ragioni di sopravvivenza. Gran parte della propaganda anti-USA è di fonte britannica anche se con tecniche tipiche di Polizia Segreta, per cui sembrano conclamazioni comunistoidi, o fascistoidi, o nazionaliste-isolazioniste, o libertarie.   

Finché esiste l’URSS, vi sono accordi precisi. Anche se, nello stile tipicamente britannico, non è che che scrivano volumi con dettagli da controfirmare. Si è fatta tanta retorica sulla fine dell’URSS, e se ne può fare di ulteriore, ma non si viene a capo di nulla se non si guarda alla storia, a come si è svolta, quali accordi vigevano, fino a quando, quando sono cessati e cosa hanno deciso gli Imperi anglo-americani a seguito di questi mutamenti. Ma per vedere gli accordi reali, sotto la politica dello spettacolo, si devono guardare le azioni reali non le conclamazioni.

Il “cittadino informato” potrebbe sentenziare: “la contrapposizione dei blocchi rendeva inevitabile che i partiti garantissero...” [citazione di nulla; me la sono inventata ora, ma riflette il modo di non-pensare]. Garantissero cosa?! Non esisteva né esiste nulla di automatico. Esistevano accordi internazionali precisi oltre ad interessi precisi. Cessano formalmente quando cessa l’URSS. Certo, potevano anche fregarsene quando ormai era evidente che l’URSS non esisteva più. Guarda caso, aspettano che l’URSS sia formalmente cessata. Eppure quando l’URSS cessa per cui manca il nemico conclamato, non è che ci sia la corsa a sovvertire l’esistente.

Il pensiero vertical-paranoico, formale, vuoto-retorico, vuole vedere legami necessari tra quello succede in Italia e la fine della sceneggiata della guerra fredda. In realtà sono tutte frottole. Ciò che viene fatto dopo la cessazione dell’URSS poteva essere realizzato pure prima, visto che è un colpo di Stato intra-istituzionale, all’interno dello istituzioni, non formale. Come ve ne sono stati in continuazione in precedenza, pur preservando l’esistenza formale sia della DC che degli altri partiti. Oppure poteva non succedere nulla. 

L’URSS cessa, è sciolta, col 26 dicembre 1991. Il golpe di Capaci, non relativa dittatura quirinalizia, è del 23 maggio 1992. Il golpe è preparato per la prima occasione favorevole, e non è detto che occorresse un massacro. Potevano anche non riuscire  a farlo. Le presidenziali sono in quei giorni e per dire ad Andreotti che i suoi apparati militari possono essere beffati occorre una Capaci proprio quando lui sta chiedendo i voti per sé a C.Martelli. La strage che segna la presa del potere da parte di Mediobanca avviene nel momento giusto. Dopo avrebbe potuto essere troppo tardi. Prima sarebbe stato magari inutile o controproducente. Se la presa del Quirinale fosse fallita, cioè se esso fosse andato ad Andreotti, di certo Mediobanca e gli anglo-americani avrebbero messo in atto altre tattiche e strategie. Il mafioso compradoro E.Cuccia, col blocco sociale della Galassia del Nord, contro il mafioso Andreotti, con le sue burocrazie romane. I due blocchi si scontrano da sempre e, di solito, la spunta Mediobanca pur senza riuscire ad imporre la propria supremazia assoluta sul centro politico. Invece il 23/05/1992 va bene a Mediobanca, anche se mettono lì non uno dei loro-loro ma da loro condizionabile. Del resto, esiste Mediobanca ed esistono le burocrazie predatorie che, nel sistema italiota devono predare entrambe, ed entrambe hanno potere istituzionale, di governo reale. Mediano poi su uno Scalfaro, quando Spadolini, che ordina la strage, ha già intasca, ai funerali delle sue vittime, il discorso di insediamento come Presidente della Repubblica. Sotto processo e sputtanamento va comunque il centro politico, “i partiti”, non l’area Mediobanca che anzi realizza la mega-predazione delle sprivatizzazioni truffa. Un CDB arrestato, pur per poche ore, ed altre cosette, sono reazioni delle Polizie Segrete CC-andreottiane con pezzi di giudiziario annesso. Il CSM è comunque sotto controllo del Presidente della Repubblica. Quando qualcuna tenta di inguaiare Prodi [certo lui ha sempre sognato, dicono, un capitalismo IRI-americano (io non c’arrivo – chissà cosa sia... ), però i soldi Vostri li ha sempre dati a palate a quelli dell’area Mediobanca], si ritrova senza scrivania a trasferita d’urgenza in Sardegna. Borsellino che forse capisce qualcosa sul golpe di Capaci salta per aria [se per Capaci scavalcano di CC, per far saltare per aria Borsellino hanno già riottenuto la subordinazione al Quirinale di settori decisivi o rilevanti dell’allora Arma, anche in Sicilia – a Riina non lo dicono, per lui usano un agente di collegamento forse non dei CC o che lui non sa essere dei CC]. Solo dal Quirinale, dunque sotto controllo di Mediobanca, allora, possono ordinare tali operazioni. Non che Cuccia si abbassasse a simili dettagli. Per i bassi traffici aveva il suo faccendiere, lautamente riempito di soldi [Vostri], CDB.   

Non v’è nulla di automatico nel colpo di Stato quirinalizio-mediobancario. La centralizzazione del potere nel Quirinale è stata quasi-formale, ‘formale’ nel senso che vi sono stati cambiamenti nella Costituzione materiale, mentre il quadro formale resta quello di regime parlamentaristico. Prima v’era l’asse DC-PCI. La dittatura Quirinale-Mediobanca si fonda sul trasformismo parlamentare imposto e rinnovato col terrorismo ‘giudiziario’, in realtà delle Polizie Segrete CC ed altre a direzione quirinalizia e con giudiziario annesso. Eppure non che la centralizzazione quirinalizia abbia risolto la farraginosità dei centri di potere e di resistenza intra-istituzionali. V’è, dal 23/05/1992 [per semplificare; in realtà è un processo che richiede tempo, che non viene imposto in un attimo, seppur il clima generale cambi subito, col terrorismo ‘giudiziario’ quirinalizio – già iniziato da Andreotti, con Capaci passa sotto la direzione del Quirinale-Mediobanca], un centro unico eppur tutt’altro che assoluto nonostante la totale subordinazione ad esso di partiti e parlamento ottenuta, imposta, dal Quirinale-Mediobanca col terrorismo ‘giudiziario’, sia quello praticato che quello minacciato, possibile in qualunque momento contro chiunque. 

Il regime Quirinalizio non cambia molto, dal punto di vista anglo-americano, e tedesco, i meccanismi imperialistici relativamente ad Italiozia. È una semplificazione che, dal loro punto di vista, non ha semplificato nulla, o poco. Il colpo di Stato, il regime change intra-istituzionale, viene richiesto da Cuccia con chiacchiere varie che nessuno si beve. Ciò che viene afferrato è che lo sfascio dell’economia, attraverso sprivatizzazioni predatorie sarà possibile senza ostacoli sostanziali solo liquidando il centro politico riluttante allo sfascio dell’industria pubblica, dove la corruzione e gli sperperi si combinano anche con punte di competitività, o comunque di tenuta, di una infrastruttura produttiva.

Enrico Cuccia ottiene il nulla osta. All’Impero fa comodo, o crede gli faccia comodo, che, nel momento in cui Italiozia entra nel percorso che condurrà all’euro, si trovi con l’economia sfasciata sì da divenire un fardello per la Germania, dunque per l’euro del nuovo Reich germanico. Al sub-Impero tedesco fa egualmente comodo uno sfascio interno di tutte le punte di possibile competitività del sistema produttivo italiota. Cuccia ottiene dunque il nulla osta al suo regime change con la prospettiva di un salto sostanziale, rapido, nello sfascio della competitività italiota, competitività non fortissima ma pur con punte di eccellenza o di possibile eccellenza anche se non nei nuovi settori visto che dall’informatica alla ricerca scientifica è già tutto stato sfondato sia dalla predazione diretta da Mediobanca che dalla predazione burocratica ‘romana’. Per cui, con la prospettiva di un rapido sfascio di quello resta dell’economia italiota, e pure di mangiarci in prima persona (l’allegoria del Britannia), l’Impero, d’accordo pure il sub-Impero germanico, approva il regime change prospettato da Enrico Cuccia.              

Essendo una operazione intra-istituzionale, Andreotti è convinto di poterla sconfiggere a livello militare, colle sue Polizie Segrete CC e di poter imporre la sua dittatura quirinalizia con lui saldamente al Quirinale. A Capaci è battuto da quattro sbirri dell’Interno, e pure qualche CC, agli ordini di Spadolini, Presidente temporaneo, a seguito delle dimissioni di Cossiga pretese dall’Impero, e del Ministro dell’Interno V.Scotti comprato da CDB. Senza quelle due pedine, sarebbe stato problematico, per Cuccia, battere Andreotti, almeno in quell’occasione.

Sarebbe stata diversa la storia successiva, e dunque lo sfascio italiota, senza la presa del potere quirinalizio da parte di Mediobanca? Improbabile. Pressoché impossibile. Anche l’andreottismo era stato sempre condizionato dall’Impero. Non era un fronte nazionale, né modernizzatore, opposto all’Impero. Tale fronte non esiste né può esistere nella sbagasciata Italiozia. Alla fine, pur battuto a Capaci, e sbandato con la Grande Purga che, dalle mani delle Polizie Segrete CC di Andreotti, che l’iniziano, passa a quelle del Quirinale di Scalfaro-Mediobanca, l’andreottismo ricostruisce un suo fronte politico-istituzionale con Gianni Letta, il capo dei “governi-Berlusconi”. Il fronte andreottiano di Gianni Letta sfascia italiozia, come il fronte più o meno organicamente quirinalizio, in coordinamento e subordinato alla dittatura Quirinale-Mediobanca. Per raccogliere i voti e mettere la faccia viene chiamato Silvio Berlusconi che non può sottrarsi alla scelta. Il tutto avviene con tecniche tipiche di Polizia Segreta CC-andreottiana, di cui Giulio Andreotti è maestro. Berlusconi è già pronto a dichiararsi ‘comunista’ ed a mettersi sotto la protezione del già centro PCI. Le Polizie Segrete CC-andreottiane gli montano casi giudiziari, gli dicono che sono stati montati dagli altri, da CDB-Mediobanca, e gli garantiscono che senza la loro copertura e la sua presenza, anche se solo di facciata, in politica sarà di sicuro espropriato ed incarcerato. Ed ecco che Berlusconi fa l’ometto di rappresentanza degli andreottiani che poi governano al posto del loro ruffianetto, che procura voti e facce ‘nuove’, Silvio.     

Non vi sono “Spectre rossa[e]”che stiano “prendendo tutti i centri di potere”. Giorgio Napolitano è un Savoia, già reclutato dagli anglo-americani quando occupano Napoli. Il potere reale è Mediobanca, con le sue oligarchie predatorie, e le burocrazie predatorie centrali e decentrate.

Il PCI ‘nuovo’ è creato a Salerno dagli inglesi che si sono fatti prestare Togliatti dall’URSS. Tipiche tecniche di Polizia Segreta, dato che in Italiozia non si fidano nella DC, così come in Francia non si fidano di De Gaulle che già avevano tentato di ammazzare con un incidente aereo in Inghilterra, una cosa Sikorski-style [assassinato dagli inglesi, a Gibilterra, con incidente aereo ‘casuale’, il 4 luglio 1943 – sono tipiche tecniche militari; si fa saltare anche solo un pezzetto di coda ed il velivolo va fuori controllo; anche E.Mattei viene fatti fuori a quel modo, ma non dagli anglo-americani, da CC agli ordini della DC-governo].

Per cui, gli inglesi devono montare un forte PC in Italiozia, così come in Francia. Armi, soldi, potere clientelare: i partiti si fondano così. Ovviamente, con capi stalinisti od addirittura cittadini sovietici da tempo come è il caso di Togliatti. Se una Polizia Segreta crea dei fantocci non è che li faccia tali che si capisca siano suoi. In tali contesti, i socialisti, alias una moderna socialdemocrazia nazionale, sono esclusi in partenza. La Francia non è Italiozia per cui, alla fine, il socialismo massonico demolisce e si subordina il PCF, che già si era ben subordinato lo stesso De Gaulle. Italiozia è Italiozia, e pure Stato perdente in guerra, per cui il PSI non ha spazio. C’è anche da dire che Craxi capisce poco dei termini della questione. Il PSI può solo passare da cespuglio PCI a cespuglio DC. Non ha futuro, né una classe dirigente che sappia mettersi contro e sconfiggere i piani degli inglesi col loro PCI. Non sarebbe neppure stato possibile. Del resto, un PCI, anziché una moderna socialdemocrazia, faceva pure comodo ad una DC oscurantista che, sfruttando il teatrino della guerra fredda, poteva così occupare in permanenza i centri del potere istituzionale. Il PSI mangia quello gli fa mangiare la DC che se lo tiene sotto al 15%. La stessa DC ha interesse a far mangiare di più il PCI che, infatti, oscilla attorno al 25%, con punte anche ben superiori. Ma tanto, per la DC, sono voti congelati, almeno dal punto di vista dell’occupazione formale dei centri istituzionali chiave. Il PCI compartecipa ma sempre appena sotto la DC. Italiozia viene progressivamente sfondata ma sono tutti felici, tanto l’Impero che i maggiori partiti italici. Pure l’italiota è felice. DC e PCI danno soldi a tutti.

Con la fine dell’URSS, il già PCI passa apertamente dal lato anglo-americano. Beh, alcune sue frazioni marginali continuano a fingersi rossastre. CIA e SIS non si fanno problemi. Sono solo teatrini politicantici e pure operazioni di marketing per coprire tutte le sfumature dei polli li seguivano e seguono. Certo, non vanno a raccontare i dettagli, e non è pure detto soggettivamente li conoscano e capiscono. Non occorre. Erano già del SIS. La CIA se li compra ufficialmente. Come già detto, non occorre l’autocoscienza dei fantocci. Sono dati di fatto, processi del tutto naturali. Un PD, il centro-PCI più le frazioni della DC già prostituite a Mediobanca, e pure proprietà formale dell’agente sul campo di Mediobanca, CDB, non sembrano proprio definibili come “Il partito comunista italiano, nato nel 1921, è sopravvissuto al fallimento globale del comunismo” che “stanno per riuscire nella loro impresa secolare, la conquista dello stato italiano.”

E che conquistano?! Uno Stato sbagasciato?! E pure chi lo conquisterebbe, secondo tali visioni, chi è mai, il militante nazi, funzionario dei PC dei filmetti, che vive solo per il partito? È mai esistito?! Dove? Quando? Sì, nei filmetti. Oggi non esiste, ...neppure nei filmetti. Nel PCI [partito degli anglo-americani e della DC, prima dell’URSS e dell’OVRA monarchica], sono sempre esistite cosche, cordate, mafiette e mafione. Il PCd’I del ‘21 esisteva solo, immaginario, negli scritti di Amadeo Bordiga che lo aveva fondato e poi lo aveva visto distrutto anche perché era un partito impossibile. Comunque nessuno conquista nulla. I partiti sono altre cose. Anche il PCI non è mai stato quello vi hanno raccontato e fatto credere. Se qualcosa continua ad esistere è solo come componente ‘culturale’ oscurantista. Come partito, o partiti, o parti di partiti, sono solo fantaccini, oggi come da sempre, dell’Impero e dei predatori alla CDB, Agnelli, neo-Benetton, e burocrazie ‘pubbliche’. Esattamente come, mutatis mutandis, coloro che tremano al pensiero di tali immaginarie “Spectre Rosse”. Siete tutti gli stessi. Per sentirvi differenti avete bisogno di crearvi il nemico! Esistete attraverso il nemico che è li minaccioso, nella Vostra immaginazione, per distruggervi!     

Beh, è lo stesso. Ognuno la veda come crede, che è poi come la fanno vedere a seconda delle proprie propensioni.  

“[...] dabbenaggine degli italiani”?! Beh, c’è chi ha mangiato e tutti si troveranno sfasciati. Chi ci ha marciato e mangiato, ed ha titoli di proprietà e connessioni,  può fregarsene che Italiozia continui a sfasciarsi e, più o meno rapidamente, imploda. Anche nelle implosioni, c’è chi paga, più o meno, e chi ci mangia e prospera, più o meno. ...Alla fine, immobili, aziende, preziosi ed euro restano a chi li abbia e non restano a chi non ne abbia... 

La comprensione è un processo, per me. Ci sono di sicuro ‘geni’ che hanno capito tutto quando sono nati per cui non hanno bisogno di dirsi che si deve continuare a cercare, e dunque cercare davvero, senza farsi vincolare da quello possano avere capito o non capito. La coerenza è una ‘virtù’ paranoica che, secondo me, preclude la conoscenza. Continuando a cercare, anche su queste cose oggi direi, sì, che “Berlusconi è subentrato al pentapartito” etc etc. Ma solo come faccia, come uomo di legno, o di paglia, o come lo si voglia chiamare. Le stesse Polizie Segrete CC-andreottiane, che nel 1993 reagiscono ai colpi subiti dal blocco Quirinale-Mediobanca sia con l’arresto di Riina ed altri [coperti dal Quirinale-Mediobanca] che con lo stragismo su cui ottengono copertura NATO, fanno a Sivio Berlusconi un’offerta che lo stesso non può rifiutare: Tu entri in politica e crei un blocco elettorale che porti al potere formale, per quello si riesce, e pur in regime di dittartura Quirinale-Mediobanca, il nostro Gianni Letta e noi vediamo di salvare le tue aziende. Tu metti la faccia. A governare, cogovernare col Quirinale-Mediobanca, ci pensa Gianni Letta. Tu fai chiacchere liberiste e modernizzatrici, per conquistare consensi. A sfasciare col Quirinale-Mediobanca si pensiamo noi. A crearti giustificazioni per cui i ‘tuoi’ governi non hanno concluso nulla di quello da te dichiarato, ci pensi egualmente tu, ovviamente... 

Berlusconi, con famiglia e managers, era già pronto a dichiararsi ‘comunista’  ed a mettersi sotto la protezione del Quirinale e del blocco sinistro. Ma non può rifiutare l’offerta delle Polizie Segrete CC-andreottiane... Teme di restare scoperto, anzi gli garantiscono che è già sotto inchiesta e dunque in via di rapida distruzione, ora che non ha più Craxi, e non può permetterselo. Vi conta tante balle liberiste, modernizzatrici, sensate. Ma tanto non fa nulla. Governa Gianni Letta, quando sono al governo, e pur in regime di dittatura Quirinale-Mediobanca. Anche chi crede alle chiacchiere di Berlusconi finisce per votare per lo sfascio andreottiano solito. Non che sia differente, né peggio, di quello Mediobanca-Quirinale... Ma siamo lì. Non è neppure meglio. 

Ora che Andreotti è morto e Gianni Letta è stato definitivamente pensionato da Napolitano di Savoia-Merkel col colpo di Stato del novembre 2011, per chi pensa di raccattare i voti S.Berlusconi visto che lui non ha mai avuto accesso vero al governo formale?

Dopo il colpo di Stato contro il ‘suo’ ultimo governo Napolitano di Savoia-Gianni Letta, Berlusconi ha appoggiato, cioè il blocco andreottiano per cui lui metteva e mette faccia e voti ha appoggiato, il governo Napolitano-Monti. Poi ha appoggiato il governo Napolitano-E.Letta-Alfano. Si capisce perché il Berlusconi sogni di candidare, come suo capo, Alfano. Che il blocco andreottiano  si sia ridotto ad un tale burattino od è Berlusconi che, in via di distruzione, vaneggia? Dopo venti anni che mette solo la faccia e fa il teatrante, non si può pensare che ora pensi di entrare davvero in campo in prima persona, né lui, con le sua azioni schizofreniche, dà adito a pensarlo. ...Si vedrà...


No, anzi, tentiamo un paradosso. Qui vi abbiamo contato delle balle del tutto inconsistenti. OK... Allora spiegateci perché in questo magico e ‘democratico’ mondo, Italiozia specificatamente, i “liberisti selvaggi” abbiano sfasciato e sfascino esattamente come gli ‘statalisti, come ‘i comunisti’, e perché tutto appaia come governato da forze che sembra sfuggano a qualunque controllo. ...Ditemi... ...Beh, non sono io allora quello che non ha capito una pippa... direi! ...almeno su queste cose...