Letter from Lhasa, number 361. Io ho
paura (1977) di Damiano Damiani
by Roberto Abraham Scaruffi
Il film è ben
costruito. Anche se non poteva dire di più. Lo Stato non lo avrebbe permesso ed
il film non sarebbe mai uscito.
“I Servizi” non
sono i soliti disservizi di disinformazione, bensì Polizie Segrete. Quelli
della ‘Difesa’ sono ufficiali dei Carabinieri, di solito, in quei ruoli. “Il
generale”, il capo della Polizia Segreta militare, coi suoi, non è un deviato,
bensì lo Stato.
Il film non può dire
che obbediscono ad ordini del Capo del Governo, del Capo dello Stato, del
Ministro dell’Interno, eventualmente di quello della Difesa, e con supervisione
NATO.
Il film è preciso,
anche se lì racconta la solita favoletta sui neri. Non solo i neri. Pure tutti
gli altri sono stati e sono manipolati, sia con contatti diretti che in altri
modo, dalle Polizie Segrete Carabinieri-NATO agli ordini del governo e della
Presidenza della Repubblica.
È anche ben
rappresentato un certo dualismo v’era nella PS. L’ufficiale superiore in divisa
ben sa che sono tutti affari di Stato e che si deve obbedienza alle Polizie
Segrete Carabinieri-NATO. Il dirigente in abiti civili, il “capitano La Rosa”,
evidentemente crede vi siano degli spazi di manovra.
Il giornalista di sinistra
naturalmente fa parte di una macchina agli ordini delle Polizie Segrete
Carabinieri-NATO. Per cui non può andare dietro ad un poliziotto che vuole
parlare per salvare la pelle.
Il protagonista,
Gian Maria Volonté / il brigadiere Graziano, si muove bene, nella
rappresentazione poliziesco-cinematografica. Solo non capisce che telefonando
al suo superiore verrà inevitabilmente intercettato, per cui va
all’appuntamento con quelli mandati dalla Polizia Segreta Carabinieri-NATO per
assassinare pure lui e dunque chiudere il caso. Il terrorismo è di Stato ma non
lo si deve risapere. Il minchione medio deve credere alla “forze oscure”.
Le prove sono state
rimosse rimuovendo i personaggi avrebbero potuto far risalire alle
responsabilità di Stato e di governo. Lo spettatore ‘avvertito’, cioè il
lobotomizzato medio, percepirà una delle solite storie di “servizi deviati”
mentre il film dice ben di più anche se deve auto-censurarsi per poter uscire
nelle sale cinematografiche.