10 December 2006

Lettera da Lhasa numero 39. Sulle eiaculazioni giornalistiche del professor Oreste Massari su pseudo riforme elettorali nella colonietta compradora it

Lettera da Lhasa numero 39. Sulle eiaculazioni giornalistiche del professor Oreste Massari su pseudo riforme elettorali nella colonietta compradora italiozica
by Roberto Scaruffi

Si chiarisca sempre, prima di discutere di queste cose, altrimenti si fa finta di parlare sul serio di cose serie in un contesto serio, che il già Regno d’Italia, ora Repubblica Italiana, è una colonietta surreale, con politicanti, professorucoli ed opinionisti militanti di schieramenti, poteri o partiti che alimentano discussioni sul nulla, così tanto per gettar fumo sulle facce di masse non chiedono altro che esser affumicate. Italiozia è tale per genesi. L’è sempre restata. Lo si è cercato e lo si cerca tuttora di mascherare con la retorica. Ma riflessi condizionati e comportamenti sono da colonietta con personale politico, istituzionale e di pseudo classi dirigenti proprio da colonietta compradora. ...basti vedere, tra l’altro, ultimamente, quelli che di fronte ad un mondo che si modernizza, mentre loro si sottosviluppano, si “vendono”, nella chiacchiera, come porte, ponti, e chissà cos’altro convinti che il mondo aspetti loro. ...colonietta compradora, dicevamo, seppur, appunto, con la propopopea tipica di chi se ne vergogna pur standoci in realtà benissimo in tale condizione.

Hanno appena cassato, neppure sei mesi fa, con un plebiscitario 61% referendario, una spendida [dal punto di vista dell’efficienza istituzionale e delle democraticità] Costituzione, oppure un’obbrobriosa Costituzione dal punto di vista della dittatura quirinalizio-buroligarchica e della confusione a-democratica e mafiomassonica, che creava monocameralismo maggioritario, Parlamento forte, Governo forte e con chiaro programma personalizzato in un Primo ministro coi poteri per realizzarlo. La legge elettorale ne seguì era perfetta per quella Costituzione, sebbene funzioni anche senza. Non fosse poi piaciuto, nella legge elettorale, quel maggioritario [che in Costituzione era obbligatorio, pur non specificandosene le dimensioni] al 55% [di deputati dati a chi avesse avuto la maggioranza relativa elettorale], nessuno vietava, che la Camera lo portasse al 51% od al 60% od alla percentuale si preferiva. Inoltre, obbrobrio degli obbrobri dal punto di vista della dittatura quirinalizio-buroligarchica, la Costituzione non solo riportava il Quirinale a notaio, ma proprio per il fatto di riportarlo a notaio apriva la strada a qualunque altro cambiamento Costituzionale il Parlamento avesse voluto attuare. Era dunque una Costituzione intollerabile, per il golpismo quirinalizio-buroligarchico. Andava cassata. L’hanno cassata.

La Costituzione disegna il sistema politico. Non le leggi elettorali. Quella Costituzione disegnava un sistema politico bipartitico.

Volevano le ammucchiate. Volevano governi che, siano guidati da un grande imprenditore o da un pasticcione della corruzione di Stato o da chiunque il voto degli elettori e dei loro rappresentanti spinga a capeggiare un governo, non governassero. Si è infatti visto che i due poli-ammucchiata hanno inevitabilmente, grazie al sistema Costituzionale, non c’entra la legge elettorale!, al loro interno minoranze di paralisi. È congenito al sistema Costituzionale vigente. Lo ripeto: non c’entra la legge elettorale. Tra l’altro, è ormai da più di una dozzina d’anni che strombazzano di “bipolarismo”. E non c’è sempre stato?! Governo ed opposizione. Distrutto col golpe delle procure han dovuto inventarsi che governo ed opposzione cambiavano nome in “bipolarismo”! Un peggioramento secco, della già non florida situazione precedente, abbellito da un parolone venduto come buono rispetto alla situazione precedente divenuta il male da dimenticare. Fumo a parte, la sostanza non s’è vista, a parte drammatica svalutazione lira, distruzione economia di Stato solo con svantaggi e senza alcun vantaggio per le masse, devastazioni del debito pubblico, eccetera, prodotti col golpe “delle procure”. Si confronti col prima... ...sui dati, non sulle fantasie da propaganda martellante! La catastrofe viene durante e dopo il lungo golpe che tuttavia in vario modo si prolunga. Non prima.

Volevano le ammucchiate. Hanno cassato la Costituzione inglese, che aveva tutti i vantaggi, pur senza avere le incognite, del sistema inglese reale. Nel sistema inglese reale, si può infatti avere il pareggio, dunque una situazione di difficile o impossibile governabilità. Con la Costituzione Berlusconi-Calderoli-Fini-Casini il pareggio era impossibile, per Costituzione. Si aveva una maggioranza potesse governare, senza gli affanni che hanno invece avuto tutti i governi dal 1945 e fino od oggi, domani e dopodomani e, di certo, oltre. L’hanno cassata. Il regime delle ammucchiate, con Quirinale irresponsabile (nel senso legale Costituzionale, che è quello scrivono ed insegnano i testi di diritto Costituzionale) che dittatoreggia, sempre che sia in sintonia con la sua base sociale buroligarchica, ha trionfato.

Raggiunta finalmente la “perfezione” dell’ammucchiata ecco che non basta, la si vuole “perfezionare” ulteriormente. È così ripresa la buffonata delle proposte. Le chiamano “le riforme”. Era decenni che ne vaneggiavano. Ma non potevano tollerare una vera ed ottima riforma Costituzionale l’avesse fatta Berlusconi e soci politici. Anzi, i compradori non potevano tollerare e basta. All’estero, i loro padroni, i padroni della colonietta italiozica, non potevano tollerare. Ma ancor più intollerabile era che l’avesse fatta Berlusconi. L’hanno cassata con referendum Costituzionale. Appena cassata, è così potuta riprendere la buffonata delle proposte. Vaneggiare è ottimo. Fare è diabolico nella colonietta italiozica. Allora si vaneggia e basta. Coloro propongono “le riforme”, sì insomma coloro vengono fatti accedere ai media per alimentare il circo dei vaneggi, vengono chiamati “i Costituzionalisti”, se sono professori in qualcosa (di diritto pubblico, se esiste ancora questa disciplina in quest’Italiozia dove tutto cambia fuorché la sostanza che si deteriora solamente) e da qualche parte, oppure, di solito, sono “grandi strateghi” politici e dei partiti o di poteri.

Si fosse sentito qualcuno, tra coloro hanno accesso ai media, od i media (pur, in genere, dominati dai poteri buroligarchici) danno loro accesso, che abbia detto che visto grandi riforme non si possono fare perché Italiozia è geneticamente colonia dalla nascita, per cui, appena si intravveda una via di miglioramento, subito, come per magia, la via viene sbarrata, si provi almeno la via delle soluzioni semplici semplici ma d’una qualche efficacia. Infatti, sia una galleria internazionale, una ferrovia ad alta velocita, ma pure quelle a bassa e media, una strada, una Costituzione, una ristrutturazione industriale vera, un’innovazione di relazioni economiche o sociali, tutto viene immacabilmente combattuto ed affossato. Se sul momento un qualche aspetto positivo s’afferma, ecco che s’accumulano le forze per demolirlo quanto prima, e lo demoliscono poi davvero quanto prima. La grecizzazione o la congolizzazione avanzano inarrestabili, pur con la maschera che deriva dell’essere attaccati, come parassiti, ad aree di forte sviluppo dunque alla fine con qualche vantaggio da collocazione geografica ma null’altro. Anzi, gli stessi vantaggi da collocazione geografica si cerca di allontanarseli respingendo industrie, servizi, turismi ecc. lontani per condizioni proibitive si creano ad ogni attività legale. Nessuno dunque, di questi eccelsi, che abbia puntato su soluzioni semplici semplici ma efficaci, visto che quelle complesse, pur quando ottime, le si demoliscono con mille scuse. ...Ma, certo, non avrebbero più accesso ai media dell’area quirinalizio-buroligarchica che è l’area largamente dominante anche a livello mediatico. Il vaneggio, invece, rende.

Nessuno ch’abbia detto, s’abolisca il Senato?! Se i votanti al referendum hanno sancito, magari per propaganda ossessiva ma la cosa in sé non cambia (il fatto materiale, il voto, resta), che una Camera delle Regioni (è quello che c’era nella Costituzione Berlusconi-Calderoli-Fini-Casini) è intollerabile, però tutti, magari mentendo, ma la cosa in sé non cambia (il fatto materiale resta), continuano ossessivamente a dire che questo splendido governo Prodi non può governare davvero per ansia da Senato, ecco s’elimini il Senato. Sarebbe un vantaggio presente e futuro, visto quel che serve. Non è neppure vero che, eliminato ora il Senato dalla Costituzione, si dovrebbe aspettare fino alle prossime elezioni, che comunque potrebbero essere subito, a Senato eliminato. La legge elettorale per la Camera è già perfetta e maggioritaria nazionale, se davvero tutti hanno davvero a cuore (ma non è così) maggioranze elettorali solide. Ma, appunto, nuove elezioni non sarebbero tecnicamente indispensabili. Disposizioni transitorie od altri congegni potrebbero prevedere che il Senato, pur legittimamente eletto ed in carica, cessasse subito, in un modo o nell’altro. Ecco che quel genio mandato da Andreatta, da De Mita e dall’IRI, oltre che da altri ancora, a tutti gli italiani che l’hanno, sembra a maggioranza alla Camera, appena votato, che si chiama Romano Prodi, potrebbe continuare, con la sua granitica maggioranza alla Camera, ad attuare il suo enciclopedico programma senza quella terribile e fatale, dicono, ansia da Senato.

Troppo semplice. Eppoi, in una colonietta compradora avviata alla congolizzazione come si fa ad eliminare una burocrazia gigantesca e costosisima come il Senato? Non si può neppure eliminare un entarello inutile... ...figuriamoci uno di quelle dimensioni!

Troppo semplice. Basterebbe una di quelle ossessive campagne di stampa, col contorno dei soliti cialtroni da piazza, che Corriere della Sera e Repubblica, con relativi gruppi editoriali e base sociale quirinalizio-buroligarchica ad essi organica, sanno imbastire quando devono fare gli affaracci loro. Pure con qualche procura di supporto se qualche senatore di troppo di mettesse di traverso... ...non è così che fanno quando ci sono gli affaracci loro di mezzo?!

Troppo semplice, appunto. Ecco, allora, che saltano fuori “i costituzionalisti” che o lo sono o lo fanno. Da come sembrano convinto molti, non tutti, secondo me, lo sono. Certo intelligentissmi, ma di queste cose non ne capiscono davvero nulla. Ecco spuntato, tra i tanti, tal Oreste Massari. Non abbiamo né tempo né voglia di vederci la sua opera omnia. Basta ed avanza, sul punto in oggetto, una delle sue sintesi recenti: Quale riforma elettorale?
http://www.perlarosanelpugno.it/download.php?id=159

La disonestà e l’incompetenza [*] sono immediate ed immanenti.

La disonestà. “L’attuale legge elettorale per il parlamento nazionale porta con sé un peccato d’origine. Essa è stata pensata e approvata, a fine legislatura, dall’ex-maggioranza di centro-destra con espliciti fini e convenienze di parte.” Non è così per tutte le leggi elettorali, inclusa quella del golpe procuratoriale, quella del 1993? L’uninominale di collegio con correzione proporzionale del 1993 alla Camera, con un di fatto [**] proporzionale corretto regionale al Senato, non era funzionale al completamento della Grande Purga quirinalizio-buroligarchica ed al passaggio ad un regime di trasformismo parlamentare a direzione quirinalizia? In tutto il mondo, nessuna maggioranza, libera o sotto tiro di procure, fa leggi elettorali per danneggiarsi, almeno nelle intenzioni. Forse con la legge elettorale precedente ora Berlusconi avrebbe vinto. Ma le intenzioni erano una mediazione sia per vincere le elezioni che per tenere assieme la maggioranza facendo quella pur ottima Costituzione, seppur finzione da far cassare al referendum Costituzionale.

Comunque, o lo si dice che tutte le leggi elettorali, precedente (che fu fatta in un contesto golpista) inclusa, hanno una genesi partigiana oppure si imbroglia. O, peggio, per partigianeria e/o incompetenza non si sa bene di che cosa si stia parlando. Il nostro non lo sa, oppure sa di mentire: “Nei paesi democratici la regola è che i sistemi elettorali sono approvati – come è giusto - con l’accordo di tutte le principali forze politiche, di maggioranza e d’opposizione (perlopiù nella fase costituente del regime democratico). Se riportiamo il discorso in Italia, questa regola diviene indispensabile e sacrosanta, giacché il sistema politico italiano è ancora in transizione, non si è ancora consolidato e stabilizzato. Del resto, perché è ancora sul tappeto la questione della riforma costituzionale? E mai come nelle transizioni non concluse, le regole elettorali non possono non essere condivise anche dalla minoranza/opposizione.”

Si riferisce ai collegi elettorali britannici ritagliati per far rivincere la maggioranza se li ritaglia in un certo modo? Quando fanno queste operazioni, e lì e non solo lì le fanno di tanto in tanto, non le fanno certo in accordo con l’opposizione. Ecco che non è vera la balla delle maggioranze ampie e concordi per fare leggi elettorali. Dappetutto le leggi elettorali se le fanno le maggioranze. Anzi, se si conoscesse appena la realtà politica italica, si dovrebbe notare che, in Italia, qualunque maggioranza per fare una legge elettorale non è maggioranza di un partito, per cui, alla fine in Italia, periodo caldo del golpe quirinalizio del 1992-93 a parte, qualunque maggioranza apparentemente di parte neppure lo è davvero. Ciò dipende dalle minoranze di paralisi. Se si compiace Bertinotti, si compiacciono pure Casini, Bossi e Fini, che hanno gli stessi interessi elettorali, e viceversa. Per cui alla fine nessuno si fa la legge per vincere, periodo caldo del golpe qurinalizio a parte, quando la legge elettorale se la fece, di fatto, il Quirinale con le buroligarchie. Ma, anche con la legge del 1993, poi, nel 1994 e dopo, i “piani” dei burocrati quirinalizi e della buroligarchia non si sono davvero realizzati, o non del tutto.

L’incompetenza porta a drammatizzare le leggi elettorali, mentre quello che conta, ai fini del sistema politico, e solo il sistema Costituzionale. Le leggi elettorali sono regole effimere ai fini di scelte formali. Col sistema Costituzionale italico, quello riconfermato e plebiscitato a giugno 2006, alla fine chiunque vinca non vince. Chiunque abbia il governo formale non governa davvero. Qualunque programma non può essere attuato. Forse sarà diversa l’ottica del militante che ha qualche nomina, o altri favori, se il suo partito “vince” e non l’ha se “perde”. Col maggioritario di Berlusconi ha vinto Prodi, se i conti dei voti sono giusti. Comunque, ora governa lui, e con grande successo a sentire quel che dice lo stesso Prodi di sé. Per cui dove sono gli “espliciti fini e convenienze di parte”? Al Senato, con la legge precedente, la CdL avrebbero avuto meno Senatori? Alla Camera, pur con appena meno voti se i conti sono giusti, avrebbe davvero perso? La legge precedente, come la precedente ancora, per il Senato, non erano già con meccanismi di tipo regionale. Non era la legge della CdL consistente con la riforma Costituzionale della CdL stessa, pur funzionando anche senza? Il militante, il politicante, può anche basarsi sullo stronzeggiare, per le masse, da comizio o da battuta per gionalisti, di Calderoli. Per chi voglia far scienza non sarebbe serio. Ottimo che il militante Oreste Massari si basi, per le sue volutazioni, sul vanteggiarsi d’un Calderoli. Ognuno si trova i suoi pari, almeno quanto a piazzate.

La CdL non l’aveva una maggioranza per la legge elettorale. L’ha poi trovata in un mercanteggiamento più complessivo per sopravvivere, come CdL, fino alla fine della legislatura. Non l’ha la cosiddetta Unione, una maggioranza per una nuova legge elettorale. Se poi, per caso, o sulla base di mercanteggiamenti più generali, la trova e fa, anche la sola Unione o parte d’essa, una riforma elettorale anche a strettissima maggioranza, non ci sarebbe nulla da eccepire. Si può discutere il contenuto, non il fatto che una legge sia stata fatta da con maggioranza magari ridottissima. Le leggi le fanno le maggioranze del momento su quella certa legge. Per quanto le leggi elettorali non cambino i sistemi politici. Sono solo regole per il gioco d’uno o d’alcuni giorni. Sta ai concorrenti adattarsi a quelle regole. Ecco, l’unica cosa importante dovrebbe essere che esse fossero chiare e ben comprensibili. In questo, la legge elettorale della CdL non fu chiara, per il Senato, nella scrittura delle proprie intenzioni sulla soglia del 3% che si voleva dappertutto, mentre in alcune regioni non c’è [non scatta senza il 55% di coalizione] nella lettera della legge, per cui c’è il contenzioso su 8 senatori rivendicati da taluni ma attribuiti, erroneamente secondo la lettera della legge, ad altri della stessa coalizione.

Appunto, quello che non si capisce, è che i sistemi politici dipendono dai sistemi Costituzionali, non dai sistemi politici. Il militante è sempre alla ricerca della leggina magica per la vittoria del momento da vendere alle masse come grande riforma. La leggina magica non esiste né per le contingenze né come grande riforma d’un sistema politico che dipende dalla Costituzione formale e materiale. Prima, la Costituzione formale e materiale era la Repubblica dei partiti. Col golpe del 1992, e suo prolungamento fino ad oggi, la Costituzione materiale è la Repubblica monarchico-quirinalizia.

Ecco allora la balla, o l’incomprensione, per cui “il sistema politico italiano è ancora in transizione, non si è ancora consolidato e stabilizzato.” Il militante non può dirlo, ma la questione e più semplice ed anche di più impossibile soluzione. In Italia, c’è una situazione di golpe quirinalizio-buroligarchico non istituzionalizzato. Liquidato, con colpo di Stato (procure e media buroligarchici), il sistema politico Costituzionale del 1948, dunque affermata, imposta, la supremazia istituzionale del Quirinale che controlla il CSM, dunque le procure, su Parlamento e Governo, questa situazione non ha trovato alcuna istituzionalizzazione formale. Quello che il militante od il pasticcione chiama sistema politico “in transizione” che “non si è ancora consolidato e stabilizzato” è il trasformismo politico-parlamentare a direzione quirinalizia che consegue dalla supremazia golpista del Quirinale su tutte le altre istituzioni. Non ci ricorda dei Ministri dismessi via telegiornali, ed i partiti anche peggio? Ma la cosa non è finita lì, allora. Oppure, è normale che il notaio irresponsabile, per la Costituzione del 1948, sia divenuto centro d’organizzazione politica ed istituzionale? Il militante di quel lato lì, ma neppure quelli che si dicono di destra o di centro-destra possono dirlo evidentemente, non può dirlo come si chiama questo tipo di situazione. Si chiama golpe quirinalizio-buroligarchico non istituzionalizzato, o eventualmente non battuto e comunque senza passaggio a qualche cos’altro. Esiste definizione più precisa, più scientifica di quello che è successo e succede a livello istituzionale? Non è davvero questione di legge elettorale. A livello teorico non è neppure questione di “transizione”. Transizione da cosa a cosa? Dal golpe quirinalizio-buroligarchico a cosa? No, è una situazione di blocco e di lotta confusa. D’Alema, quando s’era improvvisato vano costituzionalista operativo, o comunque in quel periodo, deve averlo detto che sarebbe stato già un grosso passo avanti avere un Presidente della Repubblica solo coi poteri di quello americano. Un decennio dopo s’è ancora lì. Oggi il Quirinale ti fa avere la maggioranza al Senato, e certo non lo fa per nulla. Domani te la toglie pure alla Camera. Basta un giro di telefonate. Lasciamo stare i contorni di procure che si possono usare come non usare. Anche lì, che s’usino o che non si usino, non lo si fa per nulla. Un lavoro d’organizzazione politico-istituzionale ha tanti aspetti e strumenti, con armi non scariche.

Lo sprovveduto o l’imbroglione s’interroga innocente: “Del resto, perché è ancora sul tappeto la questione della riforma costituzionale?” Perché voi l’avete cassata a giugno 2006. Basta prendere l’ottima Costituzione cassata con referendum Costituzionale, se se ne ha nostalgia. È già pronta e perfetta. Per i vaneggi chiunque è meglio. Potrebbero fare pure venti altre bicamerali. Per un testo già pronto, di meglio non farebbe nessuno, nel contesto dato, neppure dopo altri anni di finzioni di bicamerali o d’Assemblee Costituenti. Poi, dopo una botta come quella al golpismo quirinalizio, il Parlamento sarebbe pienamente restaurato per ogni ulteriore innovazione, se credesse. In quella colonietta di compradori, e pure piuttosto maniaci direi, se il problema era che la Costituzione l’aveva fatta la CdL, la chiamate ora, chessò, Costituzione Napolitano-D’Alema-Prodi-Rutelli e pure qualche d’un altro e la rivotate tale e quale. ...solo con nome differente... È perfetta ed è già pronta. In 4 mesi e pure meno. Ma siccoma l’Italietta è una colonietta compradora, i poteri esteri la controllano non permetterebbero mai una splendida Costituzione inglese. Quelle son cose da grandi potenze. Ma allora non affannatevi a raccontare ed a raccontarvi balle! Non c’è una nuova ed efficiente Costituzione, dopo decenni di vaniloqui, e dopo una Costituzione finalmente perfino già approvata dal Parlamento “della CdL”, perché siete una colonietta compradora. Non potete avere una Costituzione da grande potenza. Ve l’avevano fatta Berlusconi-Calderoli-Fini-Casini per finta. Era ottima. Troppo ottima. Non potevate non cassarla disgustati in omaggio alla dittatura quirinalizia-buroligarchica.

Il militante s’ingegna come dare la maggioranza a Prodi perché possa continuare nella sua splendida azione di governo: “Chiaramente l’attribuzione del premio al Senato deve essere rivisto o sul piano della stessa legge elettorale, superando la norma costituzionale che prescrive il conteggio dei voti su base regionale (norma a nostro avviso non in contrasto con un premio nazionale), o sul piano della riforma costituzionale, superando l’attuale bicameralismo simmetrico e introducendo una seconda Camera di tipo federale senza il voto di fiducia.” C’era nella riforma Costituzionale avete cassato al referendum Costituzionale di giugno 2006. Forse non ve l’avevano detto. Si creava la camera delle regioni, che di fatto rimpiazzava il Senato [restava il nome corretto, Senato Federale; di federalismo non c’era nulla; era una semplice Camera delle Regioni], che non s’occupava di fiduciare né di sfiduciare i governi. Voi avete detto NO. Avete detto che era una schifezza. Con le calunnie ve ne siete convinti. Ma nella Costituzione avete cassato c’erano le stesse cose, [anche] su quel punto, delle bicamerale d’Alema. Forse, lui stesso, il genio, non sapeva quel che aveva fatto nella “sua” bicamerale. Era oro quando la bicamerale D’Alema vaneggiava. Son divenuti escrementi (pasticci che portavano alla paralisi avete raccontato alle masse, ma era oro quando l’aveva non fatto D’Alema) perché Berlusconi-Calderoli-Fini-Casini l’han fatto davvero! Tipico pensare ed agire da sudditi di colonie compradore.

Appunto resta il vaneggio: “E mai come nelle transizioni non concluse, le regole elettorali non possono non essere condivise anche dalla minoranza/opposizione.” E come la “concludete” la non istituzionalizzazione del golpe quirinalizio-buroligarchico dopo che a giugno 2006 al referendum Costituzionale avete plebiscitato col 61% il trasformismo quirinalizio-buroligarchico e la sua “dittatura” su Governo e Parlamento? Lasciate perdere! Se il 61% ha confermato la dittatura quirinalizio-buroligarchica, lasciate perdere! Senza contar balle è tutto meglio. Meglio non far nulla, che fingere di voler fare ed agitarsi senza far egualmente nulla. Rispettate quel vostro plebiscitario 61% per la dittatura del Presidente!

Invece il professore vuole farsi arguto: “Ma occorre anche un ragionamento di fondo sul significato dello stesso premio di maggioranza.
“Il premio di maggioranza ha senso se si prevedono sanzioni contro chi, pur avendo usufruito del premio, esce nel corso della legislatura dalla maggioranza.”
Ecco, che è bastato scrivere la parola “ragionamento” perché il cervello si disattivasse per lo sforzo.

C’era già tutto nella Costituzione avete cassato giugno 2006. Era tutto più semplice, senza “sanzioni”. C’era solo il voto degli elettori, quella democrazia che fa terrore a voi pasticcioni, con sostegno internazionale, come normale per dei compradori, del partito del golpismo quirinalizio! La Costituzione Berlusconi-Calderoli-Fini-Casini portava al bipartitismo sulla base di una semplice legge politologica: 1 posto, 2 partiti. L’elettore sceglieva il Primo Ministro, di fatto in un collegio unico nazionale. Si sarebbero formati due partiti. Troppo semplice. Istituzioni da grande potenza. L’Italiozietta compradora non poteva che rigettarla disgustata con un plebiscitario 61%. Perché la menate ora?!

La legge elettorale d’ora, nella sua parte per la Camera, è consistente con la Costituzione la stessa maggioranza aveva scritto e votato. Tuttavia funziona anche senza quella Costituzione. Se chi ora ha preso il premio di maggioranza rompe la maggioranza? Si tiene il premio e se lo gode. Le regole elettorali non sono voti religiosi o fatture magiche. Dalle urne esce un risultato di voti e d’eletti e su quella base si fanno i giochi successivi. Con la Costituzione “di Berlusconi”, se la maggioranza d’eletti uscita dalle urne di disfaceva s’andava subito a nuove elezioni [***]. Non vi piaceva. Era perfetta e democratica. In omaggio alla dittatura quirinalizia-buroligarchica di cui siete fanatici militanti avete raccontato “ma come si fa a sapere se s’è disfatta la vecchia maggioranza?” E come si fa a saperlo nei vostri sogni di dare il premio di maggioranza e poi di toglierlo se un partito fa marcia indietro? Nulla di più facile, in realtà! ...seppur con complicazioni, nei vostri sogni di premi da dare e, nel caso, da togliere, se per esempio un partito si scinde, per cui magari una partte resta governativa e l’altra, invece, no. Ora scoprite che, anche in quello, la Costituzione di Berlusconi era ottima è più semplice d’ogni vostra elucubrazione. ...ma non potete dirlo, naturalmente! È tardi. E non è neppure serio, quel vostro andazzo da cialtroni. Lasciate perdere!

Oreste Massari continua nelle sua banalità solo per dimostrare che il sistema francese è il toccasana. Il toccasana non esiste. Il toccasana sono governi che governino. Quello è il problema d’un’architettura politico-istituzionale: governi che governino e responsabili democraticamente. Italiozia non ne ha mai avuti. Cassata la riforma Costituzionale “di Berlusconi”, il 61% pro golpismo quirinalizio-buroligarchico ha detto un chiaro NO a tutto, a cominciare da governi democratici. Il 61% non li vuole. Il 61% vuole l’ammucchiata plebiscitario-populistico-quirinalizia. All’estero, presso i padroni e sotto padroni della vostra Italiozietta compradora un’autentica ebbrezza ha accolto quella volonta affermata da quel 61% populistico-plebiscitario. L’Italiozietta coloniale e compradora non vuole governi che governino né Parlamenti che anch’essi partecipino all’opera di governo per quanto di loro competenza, con legislazione e controllo.

Queste sono scemenze “talebane”, cose da invasati: “Un sistema elettorale si valuta a seconda delle finalità che vuole raggiungere. Nella situazione italiana le finalità sistemiche sono due: a) sorreggere una democrazia maggioritaria (competizione bipolare per il governo, scelta del governo da parte degli elettori, alternanza, ecc.) e b) selezionare bene, democraticamente, la rappresentanza parlamentare secondo un rapporto di responsabilità politica con gli elettori.”

Il voto non serve a sostenere principi etici, che sono sempre una truffa in questo campo. Il principo etico-“talebano” “democrazia maggioritaria” maschera, in Italiozia, governi che non governano mentre il governo reale lo hanno organi e poteri democraticamente irresponsabili, il Quirinale-buroligarchie. La “responsabilità politica con gli elettori” si ha solo quando un Primo Ministro scelto di fatto dagli elettori, all’americana o all’inglese o alla Costituzione-Berlusconi [che era il sistema inglese, ma ben più inglese che nel Regno Unito dove in realtà possono uscire pareggi, e pure altre complicazioni se la Corona s’attiva] può attuare un suo programma. Demagogie da fumetto del tipo “Uno dei vantaggi del collegio uninominale è quello di stabilire un rapporto più ravvicinato tra eletto e il suo territorio (limitato), secondo un rapporto di responsabilità politica.” che significano quando i candidati sono catapultati nel collegio?! Inoltre che “responsabilità politica” può avere il deputato del collegio quando chi decide la linea è il capo del governo, oppure la linea di governo è una somma aritmetica delle richieste clientelari dei feudi-collegi? Ed anche in tal caso, che “responsabilità politica” di collegio c’è? È solo ballistica quirinalizia, già usata nel 1993 e poi per le elezioni del 1994 e successive, con candidati che s’impegnavano di fronte al collegio. S’era nel corso d’un lungo golpe... Tra l’altro, normale ci se ne freghi in contesti golpisti, ed in coloniette compradore, ma la “responsabilità politica” di collegio elettorale è pure anti-Costituzionale. Si veda l’articolo 67 della Costituzione. Secondo la Costituzione vigente, una volta eletto, l’eletto al Parlamento “rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.” Il non ancora, non so dopo, Presidente della Camera Bertinotti parlava di “democrazia di mandato”. Ecco, è pur essa anti-Costituzionale! Tale è il partito del Quirinale e della Costituzione.

Idem è funzionale al trasformismo parlamentare quirinalizio-buroligarchico un sistema alla francese: “Il doppio turno invece, quello adottato in Francia, è quello che più si adatta a un sistema partitico frammentato.” Il sistema partitico è creato dal sistema Costituzionale. Non cade dal cielo. Il sistema politico è stato creato frammentato dalla Costituzione del 1948 ed è stato ulteriomente frammentato dal lungo golpe quirinalizio dal 1992 fino ad oggi. Quello è il punto da cui partire: il regime di golpismo quirinalizio-buroligarchico che impazza dal 1992. La Costituzione “di Berlusconi” lo liquidava. Il 61% l’ha voluto mantenere. Se lo si vuole istituzionalizzare si può fare un Presidente alla taiwanese ma di sette anni. 4 anni sono pochi per la dittatura del quirinale-buroligarchie. Ma forse è troppo l’elezione diretta alla taiwanese, per la monarchia repubblicano-quirinalizia all’italiozica.

A voler usare il martello e l’accetta, e modernizzare in senso efficientista la colonietta compradora, si dovrebbe andare contro quel 61% del giugno 2006 e la fortissima minoranza ha creato quella maggioranza plebiscitaria, oltre che contro i poteri esteri tutto controllano. Nessuno è disposto. La “maggioranza” di governo attuale è corrottissima e paralizzata dalla propria corruzione. Le opposizioni non sono molto differenti.

Meglio non fare nulla. Neppure far finta di fare qualcosa. Neppure star dietro ai vari deliranti para-quirinalizi. Il doppio turno alla francese, senza massoneria francese, permette solo più ampi giochi del Quirinale-buroligarchie che, tuttavia, col loro golpismo debole ed inconcludente hanno già dimostrato tutta la loro inettitudine. Si sperperano solo soldi per due turni senza averne alcun vantaggio ma, anzi, per trovarsi solo in mezzo a frodi elettorali ed a mercanteggiamenti su scala ancor più vasta delle solite. Tra l’altro, cambiare un sistema come l’attuale che garantisce una ampia maggioranza (ma nessun sistema elettorale, lo può solo il Costituzionale, può garantire la maggioranza sia solida), seppur di fascio confuso e contraddittorio, alla Camera per un sistema (quello francese) che può portare all’assoluto pareggio di fasci altrettanto confusi e contraddittori, e pure spendendo i soldi per due turni, il senso può essere solo la convinzione di chi lo vuole di poter praticare frodi e mercanteggiamenti decisivi perché vinca il fascio del Quirinale-buroligarchie. Sebbene poi, in pratica, le frodi le sanno fare pure gli altri se s’organizzano... Quanto ai mercanteggiamenti, è certo a priori più forte il Quirinale-buroligarchie, per quanto poi ciò non si traduca necessariamente nei risultati immediati da esso voluti. Mercanteggiamenti e corruzione, anche qualora permettano di vincere un’elezione, non bastano ad un’azione di governo d’una qualche efficienza od efficiacia, se mai qualcuno aspirasse a ciò. Per inventarsi programmi di ipotetico governo nei 10 giorni o meno utili nel paio di settimane tra i due turni, tanto vale la solita contrattazione, con sistema elettorale più trasparente (la trasparenza non è mai uno svantaggio, in questo campo), a elezioni chiuse. Meglio pure dei poli-ammucchiata con finti “governi di legislatura” che non fanno meglio dei governi annuali precedenti. Od il “governo di legislatura” è un principio etico da esoterismo dell’Africa centrale indifferente a quello si fa davvero. Tra l’altro, quei gridi di dolore dei governi delle due ultime legislature concluse, sul “oh, quanto abbiamo fatto, ma non riusciamo a farlo sapere agli elettori” tradisce statisti gabbati da burocrazie li hanno tenuti troppo occupati a fare nulla, o poco, d’utile. Normale per governanti senza poteri per governare e con apparati statuali fuori controllo, che è questione istituzionale, non di sistemi elettorali.

E, se dopo tanto affanno, ...due turni!, al Senato esce una maggioranza diversa dalla Camera? Ah, Oreste Massari ha la soluzione. Ora vorrebbe la Costituzione Berlusconi-Calderoli anche su questo. ...Certo, non può dirlo troppo apertamente, forse neppure sapeva né sa che ci fosse scritto, ma di fatto lo dice... Non era forsennatamente contro, prima, a giugno 2006? Le coloniette compradore, il loro personale politico ed istituzionale, i loro intellettuali, son fatti così... Stronzetti da colonietta compradora... Lasciate perdere...

Anzi, potreste fare di meglio. Il Senato abolitelo e basta, e subito e con decorrenza immediata. A che serve una Camera delle Regioni?! Solo per scopiazzare le Germania?! Ma il “federalismo” non vi faceva schifo?! Eppoi, con tutte le burocrazie che già esistono. Mannò, siete quel che siete e vi bloccherebbero subito da Londra, Berlino e Parigi. Il compradoro deve solo obbedire ai padroni. Che vogliono la congolizzazione dell’Italiozietta. E vi bloccherebbero ancora prima le burocrazie interne ed il loro Quirinale-buroligarchie.

Smettetela di parlare di “riforme”, sia istituzionali che elettorali. Non fate nulla. Neppure pensate, né illudetevi, di poter far qualcosa. Quello “splendido” 61% di giugno 2006 v’ha plebiscitato l’esistente. Lasciate ch’esprima tutte le sue potenzialità!


[*] Sul tema in oggetto. Se poi sappia tutto su quello dice, questo dice e se sia coltissimo non lo so né mi interessa. Ad un meccanico si chiede sappia fare il meccanico. Ad uno che voglia fare meccanica Costituzionale si chiede che la sappia fare. Lui non la sa fare. Od, almeno, non dice cosa ed in che direzione voglia intervenire e per fare cosa al meccanismo, per cui si deve supporre che voglia “vendere”, magari mentendo, qualcosa che faccia funzionare tutto meglio, non peggio come di fatto suggerisce. Se invece dicesse che vuole favorire la dittatura quirinalizio-buroligarchica, ed in quale direzione, ecco che forse sarebbe onesto e competente, se le sue soluzioni fossero consistenti.
[**] Il meccanismo elettorale per il Senato era equivalente a ciò. Era un uninominale di collegio con soglia, con un meccanismo di ripescaggio e recupero su base regionale. I risultati pratici sono equivalenti ad un proporzionale con collegi regionali, senza recuperi o ripescaggi nazionali, con sbarramento.
[***] Non ci s’andava, invece, se la stessa maggioranza si limitava a sostituire il Primo Ministro già ad elezione diretta, ...od altro successivo, ma sempre opera della stessa maggioranza elettorale.