20 September 2012

Letter from Lhasa, number 280.
“I” come italiani di E.Biagi


Letter from Lhasa, number 280. “I” come italiani di E.Biagi
by Roberto Abraham Scaruffi

Biagi, E., “I” come italiani, Nuova Eri – RCS Rizzoli, Rome and Milan, Italy, 1993.
(Biagi 1993).
Enzo Biagi


...Una lunga serie di avvincenti banalità correnti e ricorrenti, anche con interessanti aneddoti storici di prima mano, che si srotola sotto gli occhi e che riempe piacevolmente il tempo se non si ha altro da fare o se vuole qualcosa di leggero, e che dà comunque il senso della realtà più o meno quotidiana. Utile anche, ed ancor più, allo storico, per chi non faccia storia solo sui resoconti da caserma.

Ciò anche quando Biagi, ottimo italiota, si fa servile e sente il bisogno di infiorire i suoi aneddoti, ben scritti e senza ampollosità, con l’ottimismo ostentato che il genio italico tutto risolverà. Lo fa pure con la Napoli, appena occupata dagli altri ed ancora con la penisola in guerra. ...Neppure lì poi è passata la notte... S’è imputridita.

Ennò. Nulla si risolve, lì. È l’italiota che abbossa, se ne frega e finge di sperare per non disperare di sé stesso. L’italiano non esiste, anche se il dittatore del Quirinale e i profittatori vorrebbero che i derubati ed oppressi lo credessero. Che faccia più felici essere fregati da uno dello stesso gruppo etnico?! L’italico, che resti o se ne vada, sa che non v’è speranza per la penisola italica.

L’Italia purtroppo esiste, dal 1861 e con qualche anticipo precedente. Gli italiani non esisteranno mai se non come appellativo generico ed improprio al posto del più preciso italici.

Se Biagi riferisce di qualche contemporaneo importante, scolora la piaggeria col senso dell’ovvio, a meno che non sia di uno di quelli di cui si possa dire male. Ma se è un politico spinoso o pericoloso, lo lascia perdere.

Eroi della penna sì, ma quando si è ben ben sicuri! Penne libere pure, ma se l’editore lo consente. Su Cuccia (il possibile discendente di Guido Jung, e troppo in alto per preoccuparsi di qualche tinta grigia, su aspetti non potevano preoccuparlo, su media della sua area) consente, ...un po’. Se Biagi parla male di uno di gran nome (e di quelli si preoccupano di quel dicano i media su di loro), si può star sicuri, sicurissimi, che quello non conta un cazzo.

Non so bene quel che abbia detto, poi, Biagi di Berlusconi (in questo libro non dovrebbe esserci nulla, se non compare qualcosa nella parte mi manca). Potete star sicuri che se il primo ha fatto l’eroe il secondo doveva essere una bolla, di quelle che quando scoppiano non spruzzano nulla, pur se di lungo corso. Non è, la mia, una valutazione sulle qualità del personaggio politico-istituzionale, ma sul suo potere reale.

...Dettagli... Il testo di Biagi è piacevole, colto, scorrevole.

Non mi piace vantare libri non letti. Per questo Biagi mi sono dovuto accontentare di quello ho trovato, anzi di quello ho poi scoperto aver trovato. Qui, il .pdf mi si interrompe alla voce Eduardo inclusa. Quando lo iniziai, lo credevo completo. Sennò, salvo casi particolari, non mi attraggono i libri spezzettati. Qui, nella foresta congolese, non potevo trovare altro. Non ci sono le biblioteche londinesi. V’era grande abbondanza di questi file, ma sempre lo stesso, con 31 pagine .pdf, spero più, in proporzione, dei 31/240 (240 dell’edizione BUR 1995, di cui ho trovato il numero di pagine) del libro stampato. Ma non posso controllare. Purtroppo sembra non esserci altro on-line. Sennò lo avrei scaricato e divorato tutto.    


Biagi, E., “I” come italiani, Nuova Eri – RCS Rizzoli, Rome and Milan, Italy, 1993.