04 July 2007

Lettera da Lhasa numero 71. Repubblichetta in delirio. Il CSM si trasforma in tribunale speciale

Lettera da Lhasa numero 71. Repubblichetta in delirio. Il CSM si trasforma in tribunale speciale
by Roberto Scaruffi

Le istituzioni sono da tempo in delirio. Ora s’è toccato un nuovo abisso. Il CSM, organo di autogoverno della magistratura, il cui Presidente è il Presidente della Repubblica (che ha pure poteri decisivi, pressoche onnipotenti, su di esso), s’è trasformato in tribunale speciale e, il 4 luglio 2007, ha emesso una sentenza di colpevolezza.

Ora, agli organi ed alle procedure formali non resterà che stabilire la pena. Il CSM si è procurato il materiale istruttorio su un procedimento in corso. Ma sarebbe stato lo stesso avesse indagato su un procedimento non ancora aperto. Ha esaminato il materiale. Ha stabilito, il 4 luglio 2007, nel corso di una seduta plenaria del CSM stesso, i colpevoli, che sono, secondo il CSM, i vertici formali di una certa burocrazia dello Stato. Poco conta sia il Sismi. Fosse stato chiunque altro, dello Stato o meno, sarebbe stato assolutamente lo stesso. Sembra, e magari è, una cosa da delirio che una tale procedura di fatto di giudizio, ma al fuori di ogni regolarità di competenza, procedurale e legale, abbia potuta essere posta in atto dal CSM, pur già uso ad ogni auto-attribuzione di competenze. V’è infatti chi definisce da tempo il CSM, assieme all’ANM (un sindacato), come Terza Camera del Parlamento.

Ora che il CSM ha individuato nei vertici ed collaboratori di una certa struttura della burocrazia statale dei colpevoli, spetterà alle procedure formali, inquirenti e poi giudicanti, stabilire con precisione chi sono tutti colpevoli ed a quale pena condannarli. Qualcuno oserà mettersi contro il “proprio” CSM che ha già deciso chi ed in quale ambito siano i colpevoli?

Naturalmente, la politica e le istituzioni reagiranno con la stessa demenza del CSM. Ognuno si interrogherà sulle proprie convenienze di parte e calibrerà le proprie reazioni a seconda delle stesse. La “sinistra” sarà a favore dell’ulteriore abuso istituzionale commesso dal CSM. Il Governo, che è particolarmente debole e già sotto tiro da parte dell’ANM, scantonerà. Altri saranno, in varia misura, o d’accordo, o perplessi, o contro.

In regime di dittatura quirinalizia, col Presidente e la Presidenza che controllano Governo, Parlamento e CSM, ancora mancava che il CSM si trasformasse in tribunale specialissimo ed emettesse una sentenza. Non sarebbe stato meno eversivo avesse emesso una sentenza di assoluzione o d’altro genere ancora. Ma, ormai, tutti sono abituati a tutto. Tutto sembra normale o neppure lo si nota.

Una politica che volesse ristabilire un minimo di legalità e di sano funzionamento istituzionale dovrebbe fare due cose semplici semplici, eppure pressoché impossibili nel contesto dato: sopprimere il CSM e sopprimere la Presidenza della Repubblica. I compiti oggi del CSM sono compiti propri di un Ministero di Giustizia e del Parlamento. I compiti oggi svolti da un Presidente strabordante ed onnipotente sono compiti propri d’un capo del governo ad elezione diretta e per non più di quattro anni.