27 March 2013

Letter from Lhasa, number 306.
Opus Dei Segreta


Letter from Lhasa, number 306. Opus Dei Segreta
by Roberto Abraham Scaruffi

Pinotti, F., Opus Dei Segreta, RCS Libri - BUR, Milano, Italy, 2007.
(Pinotti 2007).
Ferruccio Pinotti


In tutte le organizzazioni esistono differenti livelli, da quello del militante-militonto a quello degli affaristi. Non che un militante-militonto non possa essere pure un affarista. Sono comunque differenti funzioni ed anche differenti mondi.

A volte capita che chi attacchi manifesti sia pure in un qualche parlamento. In genere, chi attacca manifesti non finisce in un parlamento e chi finisce in un parlamento o in un governo non attacca manifesti. Chi va nelle sedi a fingere di discutere non ha alcuna influenza sulla linea politica ed organizzativa, mentre gli affaristi la hanno.

Non è che le organizzazioni religiose siano differenti. Vi è chi si fustiga per i suoi peccati (o supposti tali) e per quelli del mondo, e chi magari si occupa di loschi traffici e di crimini pure peggiori. Non che il mondo degli affari debba necessariamente essere tale, ma vi sono livelli in cui è di fatto tale. Ovviamente, pure ‘il santo’ che si fustiga per redimere sé e gli altri può essere usato per i crimini peggiori. Ogni organizzazione ha sue logiche.

Perché il gruppo editoriale dell’oligarchia predatoria italiota offre un libro sull’Opus Dei, e non sappiamo se commissioni e pubblichi cose equivalenti sui gesuiti o sui Ricostruttori o sul PD o sulla CGIL? Utilissimo comunque che qualcuno racconti o riracconti i crimini od i ‘crimini’ dell’Opus Dei. Molte vite distrutte ...per fare cassa per la setta. 

Tutte le organizzazioni hanno caratteristiche simili. A voi raccontano che sono un nobile movimento guerrigliero e poi si occupano di traffico di narcotici magari in cooperazione col governo dicono di combattere. A voi dicono di occuparsi di spiritualità e poi disseminano di ‘case’ anche modernissime e costosissime il mondo. Altri predicano forsennatamente di dare il 10% del vostro salario a Dio ma poi lo pretendono sul loro c/c, non su quello di Dio.

Banale definire ciò come ‘contraddittorio’. C’est la vie. La vita reale è tale, funziona a questo modo. Se San Francesco non fosse stato un nobile e già-ricco, non l’avrebbe seguito nessuno e tanto meno avrebbe poi ottenuto il riconoscimento vaticano.

Escrivá de Balaguer non ha certo fatto proseliti per la sua personalità isterico-uterina. Ti offrono la soluzione di un problema. Tu ti fai sedurre.

Se non sanno fare affari in grande, restano piccoli parroci, piccoli preti. Magari onesti, talvolta dei geni, talvolta coltissimi, ma che non contano nulla.    

Ovviamente, chi poi esca da un’organizzazione, tanto più l’organizzazione è potente, tanto più avrà esperienze drammatiche da raccontare se l’organizzazione è un’entità totalizzate e non un semplice negozio in cui si entri, si esca, o neppure vi si avvicini, a seconda delle proprie preferenze. 

Chiunque esca da un’organizzazione potente, e non trovi la copertura di un’altra più potente, sarà facilmente stalkizzato. Il linciaggio è un banale meccanismo di compattamento comunitario, identitario, ...tra pidocchi.

Se lo stalking lo organizzano i carabinieri-NATO, va bene e non se ne può parlare. Se lo fa l’Opus Dei, invece... Sebbene, a volte, lo facciano ben coperti dall’FBI ed altri.

Ma non cambia. Lo fanno, coperti. Eppur se ne può parlare perché è l’Opus Dei.

Ovvio che chi esca da un monastero di clausura, dopo lunghi anni di permanenza, magari non sappia neppure come fare l’allacciamento di acqua, gas ed elettricità, trovare un lavoro o come comunicare con un computer. A parte che uscendo senza una lira...

Ti sei fatto costringere in una piccola gabbia. Non è che tu poi possa correre come uno che abbia sempre corso. Molto più facile per chi, uscendo, trovi famiglie che lo riaccolgano e dunque non si trovi senza sapere dove andare.

L’autore comincia a raccontare, con toni appena drammatici, cose già note e pubblicate. Ovviamente ne aggiunge altre, autori favorevoli all’Opus Dei eviterebbero ed hanno evitato.

Ed è qui la parte davvero interessante del libro, le testimonianze di ex. Altre fonti, usate anche dall’autore:

Una voleva fare la scrittrice. La fanno andare in una scuola alberghiera per poi fare la schiava senza alcun tempo libero ed anzi progressivamente esaurita dal super-sfruttamento. Non poteva dire di no subito? Un altro stava facendo un PhD scientifico negli USA. Lo ‘obbligano’ a farlo in Australia, luogo che lui non giudica altrettanto prestigioso, perché lì hanno bisogno di uno pseudo-amministratore delle loro case e che si subisca pure le loro pratiche contabili truffaldine. Non bastava che dicesse che non andava in Australia e che non sapeva/voleva fare l'amministratore? Una è una brillante ricercatrice accademica e divoratrice di libri. Loro le impongono i loro ritmi super-stressanti (ma lei viola il riposo notturno per ore di lettura clandestine), il loro indice di libri (in pratica non può leggere nulla di quello lei necessiterebbe) ed hanno bisogno di lei solo come di guardiana/carceriera delle loro case. Non poteva mandarli a quel paese subito? Vi sono poi le famiglie rovinate alla radice perché i soprannumerari devono ‘vendere’ i loro figli all’organizzazione. ...Coperture per chi non ami il proprio coniuge ed i propri figli. Sono tutte storie su questi toni...

Nell’Opus Dei prevale l’aspetto sadico-invidioso. Devono distruggere la vita altrui perché devono dominare totalmente il singolo. Tipico di molte sette, anche cattoliche, anche fondare da gesuiti o già gesuiti.

I meccanismi di reclutamento sono standard per chi abbia grandi disponibilità. Ti prospettano grandi vantaggi in cambio di qualche sacrificio esistenziale, sacrificio esistenziale che ti fanno sembrare apparente offrendoti altre visioni della felicità. In fondo, il benessere interiore è uno stato d’animo. Loro ti vendono la realizzazione (il sentirsi in ordine colla setta, se non è una qualche sicurezza o qualche vantaggio professionale apparente) ed una possibile felicità in cambio della tua totale sottomissione a regole para-monastiche, viva tu in uno dei loro centri o nel mondo. Quando tu accetti l’orizzonte piccolo e chiuso della loro setta, la tua è solo una competizione con altri pidocchi per essere più pidocchio degli altri. Se non diventi un prete non hai neppure una vera possibilità di una qualche carriera nell’organizzazione, a meno che tu non diventi uno dei loro faccendieri che maneggiano grandi quantità di soldi.

La sessuofobia e misoginia furiose del fondatore sono in fondo solo banali tecniche di sottomissione. Rinunciando ad avere una tua vita, loro sono sicuri di poter disporre di te per fare soldi. Non ti valorizzano per ciò che sai fare ma per ciò serve loro, ed hanno terrore che tu possa fare qualcosa di più e differente perché loro, ignoranti ed ossessi, non potrebbero controllarti. Al gesuita od al prete basta creati qualche senso di colpa guardandoti nelle mutante, e qualche senso di gratitudine magari aiutandoti davvero. L’opusdeista ha bisogno di castrarsi e di castrarti.

Se sei in uno dei loro centri (come numerario), il controllo è stretto. Se vivi nel mondo, ti aggiusti poi come vuoi. Certo, c’è la confessione (le confessioni, perché devi confessarti anche senza la protezione del segreto confessionale), l’obbligo costante di riferire su di te e sugli altri, loro che cercano di sovra-occuparti ogni tempo libero, e di rubarti figli e conoscenti. Ma uno può anche giocarseli. Decisamente più complicato se uno vive come numerario, soprattutto per le donne dove il controllo è più stretto essendo le loro possibilità professionali decisamente inferiori o nulle data la misoginia feroce dell’Opus Dei. Le inservienti dell’Opus Dei vivono in condizioni di schiavitù. Mentre non vi sono inservienti uomini. 

La psicologia del pidocchio è elementare: sentirsi protetto, sentirsi parte di qualcosa potente, fare quello che si aspettano tu faccia. Loro sono felici. Il pidocchio è felice in modo del tutto acritico, ...per un po’.

Solo quando questo entri in conflitto con altre pulsioni magari più forti, le sessuali incluse, ecco che tutto salta. Il soggetto può restare egualmente nell’organizzazione, se non ha luoghi dove andare visto che vivendo, molti (non tutti-tutti) senza soldi, senza contributi previdenziali, senza professione, senza nulla, solo a taluni è concretamente possibile fare il salto dall’organizzazione totalizzante a trovarsi soli nel mondo.

Va anche considerato che una personalità che cerchi dipendenza magari non riesce e passare da una bella residenza, anche se senza soldi in tasca, e dalla vita strettamente regolata, a fare il/la lavapiatti a Roma od a Berlino. Se il soggetto si muove in luoghi piccoli dove ti possano facilmente raggiungere, in una piccola città, non è affatto detto, se uno non trovi coperture superiori o sappia muoversi, che ti lascino vivere pur in collocazioni inizialmente o per sempre marginali. 

Ovvio che in qualunque organizzazione totalizzante vi siano, fondanti ed immanenti, dinamiche sado-maso ed un permanente stato borderline, dove il dover essere si sovrappone all’essere accantonato per quanto di impossibile distruzione. Non potrebbe essere altrimenti.

Quello che appare meticolosamente studiato per controllare totalmente i soggetti sono alla fine banali meccanismi di auto-organizzazione di organizzazioni totalizzanti, isterico-ossesse. La direttiva di base è spossare l’adepto sovra-riempiendogli la vita. Il realtà, l’Opus Dei vive in situazione caotica, come mostrano le sue stesse contabilità irregolari, come raccontato da ex. Contabilità irregolari significa che i preti dell’Opus Dei rubano, magari per andare a puttane e puttani, per drogarsi o per altri vizi. E non sanno neppure mascherarlo, sennò non avrebbero bisogno di contabilità del tutto raffazzonate ed irregolari.

È poi il soggetto ad interiorizzare il controllo totale (che sembra totale perché il singolo lo accetta, e si auto-castra e si auto-perseguita) e ed a riversarlo sugli altri e contro gli altri, per farli soffrire come soffre lui, pur con la giustificazione di avere trovato la felicità, ‘dio’. Quanti preti o numerari dell’Opus Dei vadano poi segretamente e puttane od a puttani, o si masturbino senza magari confessarlo nel confessionale, è cosa che ovviamente nessuno può sapere né dirà mai. Neppure nella sezione femminile si può sapere in che percentuale sia realmente vissuta l’assoluta repressione imposta in questa sfera.

Gli stessi meccanismi di burocratizzazione del controllo dell’adepto sono, alla fin fine, formulari, classificazioni, routines e procedure sulla base delle valutazioni che derivano dai formulari. Su questa base vengono poi emanate di fatto direttive per promuovere il soggetto, non promuoverlo, assumere l’uno o l’altro atteggiamento nei suoi confronti. Quello che appare come controllo totale è l’incapacità del pidocchio medio di giocarsi, o cercare di giocarsi, le burocrazie. Ti controllano perché ti fai controllare.

Gli stessi preti, i commissari politici dell’Opus Dei, per quanto siano loro stessi indaffaratissimi, alla fine non hanno il tempo per stare dietro a tutto ed a tutti, ...senza meccanismi di auto-organizzazione, persecutori ed auto-persecutori, degli adepti.

Tra l’altro, in una organizzazione dove tutti siano indaffaratissimi, e pur con censura pesantissima su tutti i media, v’è inevitabilmente ignoranza diffusa, pur con alta percentuale di laureati/e. L’eccesso di controllo o pseudo-controllo presenta inevitabile blowbacks. Questo è uno. Ai soldi-potere non corrisponde ‘scienza’, ...per quanto tantissime organizzazioni non ne necessitino. ...Se i soldi son tutto...  

La pseudo-valvola di sfogo, per chi non ne trovi di migliori ed inconfessabili, è che quando entrano in rotta di collisione con dall’Opus Dei, ma non vogliano uscirne, si fanno mandare da un medico della stessa, ...che li imbottisce di droghe. Hai voglia di figa o di cazzo, o semplicemente di dormire, o di leggere, vedere film, curiosare su internet o per il mondo, di scrivere. Loro di imbottiscono di sedativi, e ti offrono pure peggiori terapie psichiatriche, perché il problema sarebbe il soggetto e non il regime interno dell’Opus Dei.  

Non che sia tecnicamente facile uscirne quando uno ha dato tutto, assolutamente tutto, all’Opus Dei, per cui si trovi al massimo con qualche dollaro in tasca per il biglietto del bus. 

I santi dell’Opus Dei, da Escrivá de Balaguer & C., erano e sono solo psicopatici bramosi di soldi e potere. Non è che potessero creare un club della felicità. Ve ne sono molte altre di organizzazioni cattoliche, e non, con queste caratteristiche. Le connessioni/complicità con le Polizie Segrete evitano loro qualunque criminalizzazione. ...Ma non lo sputtanamento, che è una tecnica di controllo e dipendenza... Quanti crimini che ti chiedono, in nome di ‘dio’! 

Il membro dell’Opus Dei trasforma il suo disagio esistenziale nell’organizzazione in dolori fisici e poi in turbe psichiche anche gravissime. Il tutto si risolve o si allevia nettamente al di fuori dell’organizzazione, e dai suoi ritmi folli e logiche malate. Per quanto soggetti che si siano lasciati distruggere la psiche fin dall’infanzia necessitino spesso di lunghi decondizionamenti.  

In fondo, l’Opus Dei estremizza molte logiche organizzative e religiose. Un sado-maso come Escrivá de Balaguer che si auto-flagellava le natiche provandone godimento, sessuofobo e misogino, bramoso di potere materiale per realizzarsi, ignorante, e che su tutto ciò ha costruito la sua identità e l’identità di un movimento, non è poi così atipico nella Chiesa cattolica e neppure in altre chiese o movimenti anche non non-religiosi.

Nell’Opus Dei ci si deve frustare, con la ‘disciplina’ regolamentare, almeno una volta la settimana e specificatamente le natiche: una chiara perversione sessuale masochistica del fondatore, e poi sadica perché imposta a tutti gli adepti e le adepte.

La congregazione è tutto. L’individuo è nulla. Sullo sfruttamento di individui si costruisce ciò che i singoli individui non sarebbero mai stati, la sublimazione delle loro mancanze. Quando l’individuo non regge più, l’importante è che abbia già procurato altri adepti per la riproduzione e perpetuazione dello stesso meccanismo di sfruttamento.

La pazzia del fondatore, ed eventualmente dei suoi immediati collaboratori, si mitiga poi in morali e comportamenti doppi e plurimi, per garantire che l’organizzazione non affondi nella pazzia di tutti.

L’Opus Dei non è così diversa dai partiti comunisti, fascisti, cattolici, liberali ed altri. Ma non è neppure così differente dalle altre armate della Chiesa come i gesuiti. Essendo considerevolmente più recente dei gesuiti, non ha ancora avuto il tempo di meglio adattarsi e mascherarsi.

L’Opus Dei è un po’ come comunisti, fascisti e nazisti che avevano fretta. Mentre i ‘liberali’ hanno sempre mascherato le loro teorie e pratiche peggio-che-comuniste/fasciste/naziste.     

Inoltre, facendo concorrenza diretta ai gesuiti, l’Opus Dei tira a fare soldi nel modo più rapido possibile, senza fingere populismi ed assistenza anche ai poveri. Di fatto è una scelta miope che la affonda nell’isteria e la rende meno forte.

L’Opus Dei ha conseguito il successo della sua trasformazione in prelatura solo grazie a Karol Wojtyła, uno della loro rete, divenuto papa. Pure ragioni di immediata politica estera statunitense. Gli USA avevano bisogno di appoggi ‘religiosi’ diretti ed aperti ai loro squadroni della morte in America Latina. Tutto lì.


Pinotti, F., Opus Dei Segreta, RCS Libri - BUR, Milano, Italy, 2007.