04 April 2013

Letter from Lhasa, number 312.
San Francesco in Vaticano?


Letter from Lhasa, number 312. San Francesco in Vaticano?
by Roberto Abraham Scaruffi

La costruzione del personaggio è realizzata con tecniche di scrittura che possono presentare in cattiva come in buona, ottima, luce l’uno o l’altro ‘nome’. È quello viene ora fatto col nuovo Papa, molti presentano come ottimo.

Uno non ha voglia di celebrare messe lunghe. Se ne fa una abbreviata, per il possibile. Non ha voglia di leggere annunci o dichiarazioni in latino, qualunque ne sia la ragione. Preferisce continuare a vivere dove prima, usando la sede papale solo come ufficio. Non ha voglia di starsi a cambiare d’abito e d’addobbarsi con vestiti faticosi, poco funzionali. Preferisce un eloquio diretto e breve. Fa una tirata contro il pettegolezzo. Invita i preti ad andare fra la gente, che poi ci sono già essendo il loro mestiere.

Si può presentare tutto ciò in buona come in cattiva luce. Basta farlo con le parole giuste e creando contesti suggestivi, siano essi positivi o negativi, come viene correntemente fatto dai media per costruire mostri e santi. 

Quando uno diviene capo di una grossa burocrazia è perché deve assicurare una certa continuità, non andare contro interessi forti etc. Se non lo fa, o viene ridotto all’impotenza, o viene subito eliminato come venne fatto con Papa Luciani. Ci sono tecniche per ammazzare senza lasciare tracce e facendolo apparire come decesso naturale. Se poi si controllano il medico ed il cadavere, chi potrà mai scoprire che il tale papa è stato ammazzato, anche non lo si liquidasse in modo pulito?

Già per fare carriera, per non restare semplice e sconosciuto prete, uno deve muoversi, farsi notare, essere accettato e spinto. Ha uno doti sue che vengono notate od uno va su perché si fa notare? Già per essere spinto su non si deve mai confliggere con interessi più forti. Uno che si barcamena nell’Argentina degli Squadroni della Morte è stato fortunato ed ha saputo come muoversi, od ha evitato il pericolo scantonando o peggio? Si può dire tutto di tutti, a favore o contro, specialmente di un Papa che tanto non va a denunciarti.

L’essere della cosiddetta “teologia della liberazione”, cioè un catto-populista, non rende automaticamente santi visto che, come in tutti i movimenti o tendenze, v’è chi per questo è stato ammazzato mentre molti semplicemente ci mangiano. Anche tra i preti polacchi, v’è chi fu ammazzato e chi divenne papa. Fa sempre bello essere ‘progressisti’ e strapieni di soldi. Preferisce il bus all’auto ufficiale? È un altro modo per essere più liberi. Come papa non potrà comunque usare i mezzi pubblici, suppongo.  

Tra l’altro, per uno che avesse voluto fare carriera in certi ambiti latinoamericani, in particolare tra i gesuiti locali, o era della “teologia della liberazione”, o magari restava semplice prete o si sceglieva differente ordine. Alla fin fine, uno balza sul carro che trova e poi spesso gli eventi decidono per lui. La persona media afferra le occasioni e le sfrutta, se ne è capace, senza farsi particolari problemi. Uno calza un cappello e ne interpreta il ruolo.

Le burocrazie vanno oltre i singoli, che possono essere ottimi o pessimi, sebbene, alla fin fine, siano composte esse stesse da singoli non da macchine. È solo che il singolo, nella burocrazia, assume un andazzo talvolta o spesso maniacale coprendosi dietro le procedure dell’ufficio e, spesso, una supposta ed improbabile ‘sacralità’ dello stesso.

In tutte le entità collettive, v’è un livellamento al peggio. L’importante è evitare le critiche, minimizzare i rischi, soprattutto per sé stessi. Non sono ambiti per innovatori.

Quel che è certo è che il capo della Chiesa cattolica non potrà andare contro le stesse burocrazie al cui interno ha fatto carriera. Anche lo facesse, un capo dipende sempre dagli esecutori. L’esecutore s’allinea sempre a chi giudica sia il potere reale che, esso stesso, dipende sempre da esecutori. Allo stesso tempo, l’esecutore interpreta sempre un po’ a modo suo, per quel capisce e può o vuole fare, e secondo sui interessi, per quel che può, gli ordini ricevuti. Più sono gli esecutori, più il controllo è complesso e tutt’altro che rigido. La Chiesa cattolica, coi mille suoi ordini e sotto-ordini, particolarità nazionali e locali, anche aperte interferenze da parte dei governi come in Cina, è un modello di adattività, di interiorizzazione delle stesse eresie.

È normale che il nuovo presidente a vita della Chiesa Universale Corporation sia adulato un po’ da tutti, mentre altri ne mostrino ombre e ne sollevino dubbi. Più irriterà interessi, più la macchina mediatica diverrà aggressiva. Tali sono le regole del teatrino delle illusioni per lavaggi del cervello per le masse. Dopo un fascista polacco ed un intellettuale tedesco dimissionario, le oligarchie vaticane hanno giocato la carta di un populista italo-argentino, demagogo espertissimo magari anche solo per indole.