24 June 2013

Letter from Lhasa, number 323.
The Juliette Society di Sasha Grey

Letter from Lhasa, number 323. The Juliette Society di Sasha Grey
by Roberto Abraham Scaruffi

Grey, S., The Juliette Society, Rizzoli, Milano, Italy, 2013.
(Grey 2013).
Sasha Grey


Il libro, un romanzo, comincia con una introduzione sociologica sulla Juliette Society e non solo. Il potere fotte e vi fotte in tutti i sensi.

La protagonista si innamora, a distanza, di un suo professore d’università (o di para- o pre-università), della facoltà di cinema, Marcus, che scopa due volte al mese, in un armadio di casa, con un’altra studentessa, Anna (secondo quel che la stessa le dice), che lui fa vestire come la propria madre, e con vestiti della stessa, o così la sua amante crede, e la obbliga a comportarsi secondo una rigida codificazione mentre lui la guarda da un buco dell’armadio prima di prenderla. Il tutto è appena troppo maniacale perché possa essere vero, eppure avvince. È realistico, seppur nella sfera dell’incredibile anche se leggendolo non ci si pensa. Appare tutto reale, e magari lo è. Dunque, è almeno verosimile. 

Jack, il ragazzo e convivente della protagonista, occupatissimo tra il comitato elettorale di un aspirante senatore e l’università, non la scopa, o solo raramente, almeno ultimamente. Lei sogna di essere presa da lui nell’ufficio del suo capo, l’aspirante senatore, ma non lo hanno mai fatto lì. 

La protagonista sogna ad occhi aperti di essere il cane, la cagna, di Marcus e di assecondare tutti i suoi voleri. Anna le svela segreti sadomaso che le fanno vedere tutto con occhi differenti. Quando chiede a Jack di picchiarla, mentre scopano, lui la prende male.

La protagonista scopre il sito sadomaso per cui lavora Anna. Sfiora il mondo del porno online. Il lettore viene catapultato in fantasie masturbatorie della protagonista.

La Fuck Factory è una cosa per sguatteri del potere. Anche nella Fuck Factory, la protagonista fugge dal cazzo reale. Dopo, ricasca nelle fantasie masturbatorie dove lei si rivede lì a farsi fottere fino in fondo. Poi, si sogna Jack che scopa Anna con la sua approvazione e mentre lei li guarda. Nel sogno, nell’immaginazione, lei finisce per unirsi ai due. Lei lo succhia a lui, ed Anna la lecca a lei, mentre Jack la lecca ad Anna. E così avanti ed oltre. E via con altre fantasie erotiche, da racconti dell’adolescenza al vicino guardone, o guardino, e che lei immagina di guardonare. Ed altre ancora.

Un week-end a casa del capo di Jack, l’aspirante senatore, Robert DeVille (piuttosto benestante, avvocato di aziende petrolifere), ‘Bob’, che Jack adora. Il lettore si aspetta che Bob sia qualcuno la protagonista abbia già incontrato in quelle feste piuttosto esclusive di sesso estremo di cui parla. Troppo ovvio.

Bob, sì, compare, ma solo successivamente, verso la fine del libro, in una di esse, della Juliette Society, il circolo più esclusivo, di potere.

Bob viene ovviamente eletto. L’autrice ne approfitta per una lezione di pragmatismo, ritornando su quello il potere è e su quello invece sembra. Jack, che Bob vuole con sé, è l’idealista, dunque la politica immaginaria. Bob è la politica reale.

La traduzione è eccellente. In fondo, in un libro tradotto (l’unica edizione piratata, nel momento in cui scrivevo, era quella italiana), si legge il traduttore o la traduttrice. Un libro può essere rovinato da una traduzione, come può esserne migliorato. Qui, tutto scorre naturale e senza intoppi. Merito di Elena Cantoni, che si muove con agilità ed eleganza in linguaggi non certo facili da rendere in altra lingua. 

Il libro è costellato di cultura cinematografica e di sociologia del potere. Per il primo aspetto, riflette studi ed interessi dell’autrice, piuttosto giovane e con esperienze del tutto non convenzionali eppure capace di scrivere un capolavoro non pesante che si può leggere in alcune ore. Relativamente al secondo aspetto, l’autrice deve avere intuito, per sue esperienze professionali, quello che molti non vedono o rifiutano di vedere

Questo rende il testo anche politologicamente interessante, rappresentando con naturalità aspetti della sociologia del potere, la sua impunibilità i suoi assassinii anche solo per il piacere e le perversioni dei suoi personaggi. È proprio uno dei tanti terreni i pollitologi e pallitologi accuratamente evitano. 



Grey, S., The Juliette Society, Rizzoli, Milano, Italy, 2013.