Letter from Lhasa, number 336. L’impossibile Nuovo Rinascimento Italiano
by Roberto Abraham Scaruffi
Fontana L., V.
Atella, ans D.M. Kammen,
&
Energy efficiency as a unifying principle for
human, environmental, and global health, http://f1000r.es/y8, http://f1000research.com/articles/2-101/v1/pdf, http://f1000research.com/articles/2-101/v1#reflist,
April 2013.
(Fontana 2013)
Luigi Fontana,
Vincenzo Atella,
Daniel M. Kammen
Ecco, sì, a
volte, o spesso, o sempre, le cose vanno giocate e comprese di psicologia, od
anche di psicologia. Loro sono “un gruppo di intellettuali ed artisti
italiani”, beh, ora c’è pure un americano, che, nel 2013, “iniziarono un
processo di profondo rinnovamento culturale e scientifico che segnò il
passaggio dal Medioevo all’era moderna prima in Italia e poi nel resto
d’Europa”, anzi nel mondo. Il medioevo è finito, finito di nuovo. Loro sono qui
per aprire la nuova era finalmente possibile.
O, se loro non
iniziarono nulla, a parte la loro cultura e ricerca personale e di gruppo, se
sono un gruppo, vorrebbero od avrebbero voluto iniziare questo nuovo
rinascimento.
Nulla di male,
ovviamente. Non è sarcasmo. E non v’è nulla di male a fare certe operazioni
intellettuali. Lo credono. Lo dicono. Probabilmente non vi credono. Non
importa. Non serve giudicare le intenzioni. Si sono egualmente risolti a questa
iniziativa.
“Pensiamo sia
giunto il momento per rilanciare l’Italia come attore principale di un Nuovo
Rinascimento che ponga al centro delle politiche sociali e industriali la
valorizzazione della salute dell’uomo e dell’ambiente, il capitale culturale,
artistico e naturale per uno sviluppo economico duraturo perché
ecosostenibile.”
Un progetto
turistico, a voler semplificare. Che non regge per vari motivi ambientali, di
ambiente sistemico.
Sì, lo confermano
che è un progetto turistico anche loro lo combinano con ben altro: “un’Italia
che i turisti provenienti da ogni angolo del mondo vogliono visitare e prendere
a modello perché è diventata il Giardino dell’Eden.”
Un
semplificatore, che poi è solo tentare di afferrare il nocciolo della loro
esposizione, direbbe: turismo, auto elettriche ed ecologia spinta. Ottimo!
Nessuno ci aveva
ancora pensato. Lo fanno loro. Nulla di male. È che spesso sono i ‘piccoli’
dettagli che rendono impossibili le cose.
No, molti ci
avevano già pensato. Si pensi a quelli si erano lanciati come Verdi, magari
proveniendo da LC o ciò ne era rimasto, e si erano ritrovati democristiani, o
loro frammentazioni e parodie successive. Si pensi pure a molti altri. In tanti
propongono nuove rinascite o rivoluzioni sociali, tecnologiche, sistemiche od
altre. È che, in genere, non afferrano le precondizioni, impossibili o meno che
siano, per ciò auspicano.
“E’ ora di
invertire la rotta per uscire dall’attuale crisi economica e di valori secondo
una logica non convenzionale. Abbiamo idee, capitale umano e tecnologie per
farlo. L’Italia può e deve diventare leader nel mondo su queste tematiche,
investendo massicciamente in questi settori e promuovendo programmi e progetti
di ricerca armonici ed interdisciplinari che abbiano un risvolto applicativo
immediato sulla popolazione, l’ambiente e sulle industrie locali e nazionali.
“Il Nuovo
Rinascimento italiano deve partire da un nuovo approccio alla soluzione dei
problemi mediante un disegno sistemico, integrato e transdisciplinare con una
visione di lungo periodo. Il pensare in maniera sistemica spesso rivela
interconnessioni e soluzioni d’insieme, che sono più semplici, economiche e
capaci di risolvere problemi complessi con un unico investimento.”
Luoghi comuni a
parte sulla crisi di valori, le soluzioni sono in effetti spesso semplici e
rapide. Piccolo dettaglio: non c’è chi le imponga. Sì, in tutti i developmental States, c’è un centro
onnipotente e sviluppista. Non c’è in Italiozia che è un Predatory State. I ‘piccoli’ dettagli fanno la differenza, in
queste cose. Senza un centro sviluppista e con poteri assoluti (assoluti
rispetto agli interessi burocratici e particolari), non si fa nulla.
Non è neppure
vero ci sia il capitale umano. Lo sviluppo è organizzazione. Quello che in
Italiozia manca. La disorganizzazione è totale. Non c’è cultura organizzativa.
Ci saranno tanti geni e pure qualche organizzatore. Ma è cosa differente. Per
cui, non hanno idee, non hanno capitale umano, non hanno tecnologia per fare
quello dicono. Ah, certo, c’è abbondanza di cacciatori di posti sul mercato.
Loro, i tre, od il “noi” italiota, non hanno altro.
“Massicci
investimenti” come, come quell’avanzatissimo centro di ricerca in Sicilia che
paga i dipendenti per non fare nulla ed incassare i finanziamenti pubblici?
Italiozia è tutta così, oggi più che mai. ‘Investi’ e sono soldi buttati via,
che deprimono l’economia perché le tasse e la spesa pubblica altissima fuori
controllo sfasciano tutto e tutti.
Human health is a very
delicate matter because it is conflicting with the interests of the health care
complex to create a greater dependence of people from it providing them a
growing quantity of frequently useless health cares. Rational solutions are
easy, while practical ones are very difficult even from the point of view, the
hypothetical perspective, of an absolute dictator, and with the additional
problem and danger of whatever absolute dictator. Already nowadays people are
controlled and managed from growing dictatorial networks imposing their
ephemeral ‘bests’, not real ones, about everything. However, it seems as some
human destiny planners would like further governance over people, a kind of
totalitarian NWO.
It is also very
sounding to talk about energy consumption reduction and new ways of industrial
and economic organization, as the authors do.
Unfortunately,
development always is something imposed before becoming current practice.
Development supposes a different organizational culture. An entity with
absolute powers needs to decide that and to act accordingly for spreading such
culture and so creating a developmental order and nation.
Would it be so easy in
Italy?
Il motore di
Italiozia è fuso dalla spesa pubblica fuori controllo. Le imprese non aprono,
anzi chiudono e se ne vanno all'estero, perché il sistema-Italiozia è in
putrefazione.
La spesa pubblica
andrebbe ridotta subito di un 80% e non superare il 10% PIL. Dove dominano
disorganizzazione e corruzione, i principi economici anglo-sassoni
semplicemente non funzionano.
Statalismo,
socialismo e liberismo, variamente combinati, sono possibili nel Regno Unito e
nell’area anglofona, così come nell’area germanica e nordica. Funzionano nel
sud-est asiatico e forse in qualche altro luogo. Altrove non funzionano. Il
punto è che, in molti altri luoghi, non funziona nulla.
In Italiozia, lo
Stato è un fardello. Non adempie a vere funzioni collettive. A quel punto,
tagliato un 80% di spesa pubblica, si rimetterebbe tutto in moto da solo.
Con lo sfascio
attuale, neppure il turismo è competitivo. Uscire dall’euro (che alcuni
demagogicamente agitano) non risolverebbe alcun problema e neppure sarebbe
possibile dato che non sono cose possano decidere a Roma, visto che di fatto le
decidono a Berlino, pur con interferenza anglo-americana dato che i centri
dell'Impero vorrebbe liquidare l'euro.
Siccome nessuno
può fare nulla, non esistendo, in Italiozia, classi dirigenti non compradore e
con visioni di sviluppo, continuerà l'implosione progressiva. I vertici
istituzionali e gli apparati dello Stato ben interpretano questa implosione
inarrestabile.