Letter from Lhasa, number 253. Giorgio Napolitano, sulla competitività, fa solo l’agit-prop delle oligarchie compradoro-predatorie
by Roberto Abraham Scaruffi
“«Ho avuto modo di dire che la secessione è fuori dalla storia e ho aggiunto fuori dalla realtà del mondo di oggi - ha detto ancora Napolitano - . Perchè se si guarda al mondo d'oggi appare grottesco semplicemente il proporsi di creare che cosa? Uno Stato Lombardo-Veneto? Che quindi calchi la scena mondiale competendo poi con la Cina, con l'India, con il Brasile, con gli Stati Uniti, con la Russia... Mi pare che il livello di grottesco sia tale che dovrebbe bastare questo richiamo a far capire che si può strillare in un prato ma non si può cambiare il corso della storia».”
Non si può pensare sia il lezzo di Napoli che gli abbia offuscato la mente, perché l’assoluta mancanza di lucidità è tipica sia del signor Giorgio Napolitano che dei personaggi affollano gli uffici del Quirinale e l’attorniano. Tra l’altro, a meno che il ‘suo’ discorso non sia stato controfirmato dal governo formale, è un atto eversivo, come al solito, a termini di Costituzione formale.
Italiozia è al 45esimo posto per indice mondiale di competitività, anzi, più precisamente, come indice di crescita della competitività. Che non sia una ‘crescita’ occasionale, lo si vede dagli altri indici. Lo stesso è dunque proxy di un indice di competitività tecnologica. Al primo posto v’è la piccolissima Finlandia, popolazione di 5.34 milioni (al livello del Veneto). Gli USA sono al secondo. Il Giappone al nono. Tra gli USA ed il Giappone, vi sono tutti Stati piccoli e piccolissimi come popolazione: Sweden, Taiwan, Denmark, Singapore, Norway, Switzerland.
Se per il celodurista Napolitano conta la popolazione, la Lombardia ne ha sui 10 milioni, il Veneto sui 5. Fin troppa!
Come indice tecnologico, Italiozia è al 49esimo posto. Ai primi 10 posti, tolti USA e Giappone, vi sono Stati piccoli e piccolissimi: USA, Taiwan, Finland, Sweden, Japan, Denmark, Israel, Switzerland, Norway, Singapore.
Come Ricerca&Sviluppo (percentuale sul PIL), Italiozia spende lo 0.46%. La Finlandia il 2.13%. La Nuova Zelanda spende meno di Italiozia, come percentuale del PIL, eppure è al 23esimo posto come indice tecnologico, per cui i soldi italiotici sono pure mal spesi.
Non a caso, come indice delle istituzioni pubbliche, Italiozia è al 47esimo posto. I primi sei Stati sono tutti piccoli e piccolissimi, come popolazione: Denmark, Iceland, Finland, New Zealand, Norway, Sweden.
Vaneggia chi pensi, con le condizioni di Italiozia, di poter competere con gli USA. Eppure Napolitano straparla proprio di ciò.
Come dimensioni, Italiozia neppure può competere con Cina, India, Brasile, Russia. Come qualità, è già sopravanzata da decine di Stati piccoli e piccolissimi, su quei mercati. Se ha ancora qualche posizione, è in produzioni tecnologicamente vecchie. Nelle nuove e meno nuove tecnologie, Italiozia s’è distrutta tutto su ordini degli Imperi. Non ha posizioni sul mercato mondiale. Importa tutto. Mentre, nelle esportazioni tradizionali, le sue esportazioni sono progressivamente sostituite da quelle dei mercati emergenti ed ex-emergenti. Le stesse industrie italiche devono produrre altrove, anche visti i costi ed i regimi fiscali predatori d’Italiozia. Il punto è che, a differenza, di altri, Italiozia non ha centri di ricerca e sviluppo, e dunque di controllo, nei settori decisivi o, meglio, nel nucleo dei settori decisivi. Può fare qualcosa ai margini, se e quando può. Il ‘sistema Italia’ sprofonda esponenzialmente in una logica di dipendenza. L’unico vantaggio, parassitario, è di confinare con aree di sviluppo. Non basta.
Napolitano stava solo agendo, come di frequente, da politicante, rendendosi conto (l’hanno avvertito gli inglesi) che, nelle presenti condizioni d’Italiozia, la Germania potrebbe giocare la carta secessione del nord. Un centro-sud apertamente grecizzato costerebbe molto meno, al sub-Impero euro-germanico, di un’Italiozia avviata allo sfascio inevitabile. Il 75% della spesa corrente d’Italiozia è attualmente coperta con debito pubblico, debito pubblico che non cessa d’aumentare. Non è con qualche dismissione alle stesse oligarchie predatorie, come al solito, per fare cassa sul momento, come al solito, che si inverte una dinamica di bancarotta in atto. Neppure saranno i Napolitano, dalla cupola istituzionale delle oligarchie compradoro-predatorie, a poter né voler far nulla. Italiozia è irriformabile. Le sue istituzioni, anche ‘private’, sono marce, rese marce dal controllo compradoro.
Il pagliaccio Bossi, stavolta, sta parlando per la Germania (alle prese con la crisi fiscale bancarottista di aree dell’euro), non per interessi elettorali del momento. Sennò, lui, creazione dei CC andreottiani poi passato al Partito del Quirinale, avrebbe già affondato il governo, se oggi come oggi stesse dietro a Napolitano ed alla sua cupola istituzionale. Sarebbe anche nei suoi interessi elettorali, forse. Per quanto, come al solito, Bossi abbia perso il treno per fare qualcosa di utile, per cui, anche elettoralmente, può solo far valere le sue clientele in espansione esponenziale. Era geneticamente inevitabile, per una creazione dei CC andreottiani.
Napoletano sfascista ha naturalmente l’appoggio anglo-americano. Mentre ha perso quello tedesco, oggi come oggi. Questione di conti pubblici, che sono allo sfascio irreversibile, oggi come oggi, e non riformabili dall’interno delle istituzioni compradoro-predatorie. Basterebbe un ragioniere armato di penna per cancellare interi capitoli di spesa. Non possono permetterselo. Il regime compradoro-predatorio non lo permetterebbe mai.