23 November 2014

Letter from Lhasa, number 358.
La Repubblica di Barbapapà

Letter from Lhasa, number 358. La Repubblica di Barbapapà
by Roberto Abraham Scaruffi

Pansa, G., La Repubblica di Barbapapà. Storia irriverente di un potere invisibile, BUR, Milano, Italy, 2014.
(Pansa 2014).
Giampaolo Pansa 


Se Repubblica nasce nel 1976, in parallelo al dilagare della P2 di Andreotti e Berlinguer, è perché le oligarchie predatorie, specificatamente gli Agnelli-Mediobanca, hanno bisogno di andare allo sfondamento del PCI andreottianizzato. Non che vogliano un PCI moderno, una socialdemocrazia. Vogliono solo che il carrozzone PCI obbedisca a loro e solo a loro. 

Se la storia interna e le relazioni internazionali (Italiozia è prostituta anglo-americana, dopo aver perso, e pure piuttosto male, la IIGM, ma pure, nella sostanza, la IGM pur dalla parte dei vincitori da cui i prostituiti Savoia non potevano non farsi infinocchiare) non permettono ancora di andare al superamento del PCI fatto creare dagli inglesi a Togliatti nel 1944 (una classica operazione di guerra anglo-americana), le oligarchie predatorie private di area Mediobanca, o Mediobanca-Agnelli (dato che gli Agnelli, pur di area Mediobanca sono un potere internazionale e con connessioni dirette anglo-americane al di là della stessa Mediobanca di Cuccia), vogliono riaffermare la loro egemonia di potere sulla squallida sinistra italiota che, per giunta, è stata, in parte, subordinata al Vaticano di cui gli inglesi la volevano contropotere, potere di ricatto. È inevitabile che un partito inglese, pur con facciata pro-sovietica, abbia bisogno non solo del sostegno inglese ma pure di dipendere quotidianamente dalla DC-Vaticano che controlla il governo e le Istituzioni dello Stato. Per cui, differenti facce ed esigenze finiscono per convivere.

Con Repubblica, gli Agnelli, Mediobanca e Confindustria si reinventano una loro sinistra [non è chiaro che cosa voglia dire, ma loro la chiamano così], un loro PCI. Il che la dice lunga sulla miopia culturale delle oligarchie [predatorie] ‘private’, sul loro rifiuto di qualunque progetto e pratica modernizzatori, del resto ovvio essendo oligarchie predatorie.

Ovviamente Pansa non la conta così.

Eugenio Scalfari è ben descritto come banderuola che va dove soffia il vento. È questo, spesso, un aspetto di quello viene chiamato od appare come successo. Da deputato di un PSI-finzione (una moderna socialdemocrazia o laburismo è escluso dagli occupanti angloamericani per Italiozia, avendo loro bisogno di un PCI per contrastare, pur minoritario, ma potentissimo, una DC-Vaticano di cui non si fidano anche se poi se li comprano variamente, per quel che possono) a uomo degli Agnelli-Mediobanca, a pupazzetto di CDB, l’agente speciale delle operazioni sporche di Cuccia-Mediobanca, e dei suoi padroni anglo-americani.  

Pansa non la conta in questo modo, ovviamente.

Non c’è nulla di titanico quando i poteri vogliano qualcosa. Anche Scalfari fosse stato analfabeta, sarebbe egualmente divenuto un’autorità giornalistica e culturale. Che il progetto-Repubblica condizioni il PCI e faccia concorrenza, nei numeri, al Corsera, è nella logica delle cose. Assumi comunisti. Li paghi e dai loro la linea. Repubblica ed annessi fioriscono.

CDB e gli altri predatori, ma CDB lo è pure più degli altri (o così appare magari perché più esuberante, o chissà perché), divengono gli illuminati industriali e finanzieri d’Italiozia. Repubblica e l’Espresso divengono gli organi della rivoluzione comunista cui il PCI ha da tempo rinunciato, anzi che non è mai stata nella sua pratica reale ...per correre dietro alla DC. Beh, i media servono per il lavaggio del cervello. Devono far credere mentre i poteri reali fanno quello che credono. TUTTE le ‘rivoluzioni’ comuniste, pure le altre, sono sempre state volute dai poteri reali. Loro sono le condizioni oggettive e le rotture storiche ma non come la conta la vulgata comunistoide o d’altri colori ideologici.  

Nell’aprile 1989, il Gruppo Espresso-Repubblica passa sotto il controllo totale e totalitario di CDB, che ne controllava già il 50%. Ma la storia non finisce qui visto che c’è tutto il conflitto proprietario con Berlusconi, risolto da Andreotti, che così, in nome della frammentazione e del bilanciamento degli interessi e dei poteri, dà potere ai suoi più accaniti nemici sulla via del Quirinale, gli inglesi-Mediobanca. 

Il libro è  intessuto di dettagli interessanti, di cui abbonda. Su di essi, chiunque si occupi della storia di Italiozia può soffermarsi proficuamente e valutarli, ovviamente senza mai prendere nulla per oro colato. Ogni parzialità aiuta la conoscenza, oltre a permettere sia di testare che di rettificare quello che si pensa di avere già compreso sul corso degli eventi.  



Pansa, G., La Repubblica di Barbapapà. Storia irriverente di un potere invisibile, BUR, Milano, Italy, 2014.