23 November 2007

Lettera da Lhasa numero 96. Corsera tra le evenescenze politicantiche di Sartori e le fantasie di comodo di Galli della Loggia

Lettera da Lhasa numero 96. Corsera tra le evenescenze politicantiche di Sartori e le fantasie di comodo di Galli della Loggia
by Roberto Scaruffi

“Merito” d’un pasticcio di progetto elettorale del solito Veltroni che, alla Scalfaro 1993, vorrebbe trovarsi (lui, Veltroni, era evidentemente convinto d’esserselo trovato o fatto trovare) il trucchetto elettorale per vincere le elezioni con un partito di cui non si sa in realtà bene quanti consensi potrà avere quando ci saranno le prossime elezioni politiche, 2011 o prima, ecco che, per continuare a confondere gli elettori, la stampa della predazione finanziaria continua a palleggiarsi tra fantasie sul sistema politico determinato dagli astri e su sistemi “tedeschi” e “spagnoli”. Il tutto per non dire le cause dell’irreversibile decadenza, anche istituzionale, italiotica né che sistema elettorale davvero vogliano. Tanto poi, in effetti, l’italiota chiede al suo capo d’area od al quotidiano di fiducia e vota da piccolo insetto abituato “a fare il proprio dovere”. Anche con partito unico a liste bloccate, andrebbe egualmente, ligio, “a fare il proprio dovere”.

L’ultimo articolo, a livello di battute da bar, di Sartori
http://www.corriere.it/editoriali/07_novembre_21/sartori_il_bipolarismo_non_si_uccide_d7c62daa-97fa-11dc-89d7-0003ba99c53b.shtml
racconta che “il bipolarismo non s’uccide”.

Evidentemento la predazione finanziaria orienta politicamente il Corsera deve avere preteso “il sistema tedesco”. Ecco che Sartori, da “francese” è divenuto ora “tedesco”. Non si sa, od io non lo so, sulla base di quali valutazioni. Prima era per il sistema elettorale francese, uninominale a due turni, perché è un sistema permette meglio i traffici tra partiti e corporazioni per avere in ogni luogo il “migliore” eletto uscito da un tale mercanteggio mafioso tra il primo ed il secondo turno.

Dopo avere ripetuto le sue solite banalita sul bipolarismo, che secondo lui dipenderebbe da trucchetti politicantici (in realtà dipende solo dal sistema istituizionale), riprende i soliti luoghi comuni correnti sul sistema elettorale da cui dipenderebbe (ma è falso) un sistema politico: “Finalmente si intravede uno spiraglio di luce. Purché ora non sbagli Veltroni insistendo su un progetto «misto» tedesco-spagnolo che non è certo migliore — a mio avviso — del tedesco e basta. Mi auguro che Veltroni lo accetti insistendo sul fatto che non va modificato, piuttosto che proponendo modifiche che rischiano di bloccare e di sciupare tutto.”
http://www.corriere.it/editoriali/07_novembre_21/sartori_il_bipolarismo_non_si_uccide_d7c62daa-97fa-11dc-89d7-0003ba99c53b.shtml

Non è un caso che anche Napolitano, che invece che fare il Presidente della Repubblica Italiana fa il politicante (il Presidente italico ha poteri enormi, ma un dovere scritto in Costituizone e sancito dal principio dell’irresponsabilità [egualmente in Costituzione], quello di star zitto), sia per il “sistema tedesco”. O così dice, senza sapere bene di che stia parlando. Quirinale e Corsera sono talmente in sintonia, in realtà su un governo Napolitano-Draghi o simile, che per l’ultimo sputtanamento giudiziario contro il solito Berlusconi hanno usato la stampa parallela, Repubblica (da sempre sussidiata dalla finanza bancario-predatoria). Quando parlano di “sistema tedesco”, è di certo una metafora per altro.

Siamo a livello, nelle prese di posizione dei Sartori, non solo lui/loro (è male o bene comune), di piccoli imbroglioni, preoccupati solo di truccheti elettorali per loro fini o per fini di chi li paga. Il sistema elettorale tedesco per la Camera è impossibile senza cambiamenti della Costituzione. I seggi non sono fissi in Germania. Sì, c’è un numero, ma ci sono delle eccezioni. Quanto al sistema elettorale per l’altra Camera (in Italia il Senato, il Germania il Bundesrat), in Germania l’altra Camera non è eletta, oltre ad essere davvero piccolissima come votanti nella stessa, 16 (sedici) in pratica. Dunque anche lì occorrerebbe un cambiamento Costituzionale. Ah, guarda caso, un Bundesrat l’aveva introdotto (non proprio identico ma ben più prossimo ad esso del sistema attuale) Berlusconi, invero molto meno o per nulla “paralizzante”, mentre il “Senato’ tedesco l’è (almeno ad usare le “concettualizzazioni” dei “Costituzionalisti” da media e da coske italioti). Sartori e Napolitano hanno furiosamente fatto e fatto fare campagna contro ed hanno votato contro al referendum anti-promulgativo del 2006. Parlare di delinquodemenza italiota e di delinquodementi italioti, è un linguaggio soft, moderato. Così è.

In realtà, il “sistema spagnolo” è un sistema istituzionale. Il “sistema tedesco” è egualmente un sistema istituzionale. I sistemi elettorali non sono mai decisivi, neppure rilevanti. O discendono dal sistema istituzionale o si combinano ad esso. È il sistema elettorale che s’adatta al sistema Costituzionale-istituzionale. I sistemi elettorali non cambiano il sistema istituzionale, né quello politico che discende dal sistema dal sistema istituzionale. Se il sistema politico italico è debole è perché è tale il sistema istituzionale. Se il sistema politico italico resta debole e strambo è perché si vuole conservare debole e strambo il sistema istituzionale. La sbagasciata dittatura quirinalizia fa comodo alla delinquenza burocratica ed a quella finanziario-industriale. È tutto lì.

In Spagna non c’è il bicameralismo perfetto. Di fatto è come ci fosse una sola Camera, vedendo le cose con l’ottica del demenziale bicameralismo all’italiota. È il solo Congresso, di 350 componenti, quadriennale, a dare la fiducia al Primo Ministro nominato dal Re. Avuta la fiducia, il Primo Ministro forma il governo pur poi nominato dal Re. Il Senato, egualmente quadriennale, può rigettare od emendare le leggi votate dal Congresso. Tuttavia, è il Congresso che alla fine decide. In pratica, il Senato ha una funzione consultiva, consultiva obbligatoria ma sempre consultiva.

Il “sistema spagnolo” è dunque, anche solo per questi aspetti, agli antipodi della sconclusionata (dal punto di vista dell’efficienza sistemica) Costituzione Cuccia-DeGasperi-Togliatti, qualunque sia il sistema elettorale. Loro hanno avuto il franchismo, dopo una feroce Repubblica massonica. Italiozia l’occupazione anglo-americana con sub-appalto, poi, ai “vaticani”, ai “russi” ed agli “azionisti”.

Comunque, i sistemi elettorali nazionali spagnoli sono due. Il Congresso è eletto con meccanismo proporzionale su base provinciale, con sovra-rappresentazione delle province piccole. Siccome vi sono 50 province-circoscrizioni (oltre a un seggio ciascuna a Ceuta e Melilla); lo sbarramento provinciale del 3% diviene di fatto più alto, e lo diviene tanto di più quanto più è piccola la circoscrizione. Al Senato, di 259 componenti (208 eletti + 51 nominati dai consigli di autogoverni od autonomie locali in alcune zone), c’è egualmente un’elezione su base provinciale dove ogni provincia delle 45 della Spagna continentale manda 4 senatori. Dove ne manda 4, l’elettore ha 3 voti che dà a chi crede. Dove i seggi, nelle isole, sono sono 3, 2 ed 1, a seconda delle località, l’elettore ha tanti voti quanti il numero di seggi.

I vincoli Costituzionali italici rendono impossibile il sistema spagnolo. Per confondere ulteriormente l’elettore, che intanto è un poveretto vota poi chiunque senza neppure sapere chi e cosa voti, raccontano che mescolano “lo spagnolo” col “tedesco”. Sarebbe più onesto, se fossero onesti, dire a tutti, non solo in strampalate bozze di “specialisti”, in concreto che fanno. Se non si sa rendere chiaro e di semplice esposizione un sistema elettorale, è perché sono le solite scalfarate da italiozia golpista. Per poi correggere il miscuglio sotto le mille spinte delle mille coske, anzi per non fare nulla, come è più probabile, meglio dire, “lo spagnolo”, “il tedesco”, “li mescoliamo”, “li correggiamo”, “li adattiamo”. Nel 1993, avevano inventato il sistema elettorale perché il Quirinale, con le oligarchie predatorie, potesse prendersi il Parlamento dopo la Grande Purga. Ora, credono d’aver trovato, ma solo in bozza-Veltroni, il trucchetto perché un PedDé da 35-40%, si dicono loro, possa prendersi tutto il Parlamento. E se poi, con quello succederà di qui alle elezioni del 2011, o prima, il PedDé si ritrova su un naturale 15%, se esisterà ancora?


Anche in Germania, il bicameralismo è radicalmente differente dal demenziale italiota, fatto solo per favorire, con governi non governano, la delinquenza burocratica. Se un governo non controlla l’amministrazione, ed in Italioza non la controlla, a che serve, oltre a far danni?

In occasione del Referendum anti-promulgativo, tra le tante calunnie, il Partito del Quirinale e dell’Oligarchia predatoria aveva insistito che il cosiddetto Senato Federale paralizzava, almeno sulle cose (poche) di sua competenza, il sistema legislativo attraverso procedure lunghe e complicate. Non era vero. Comunque, se quello schema Costituzionale di Camera delle Regioni fosse stato paralizzante, il sistema tedesco dovrebbe essere qualificato come super-paralizzate perché il Bundesrat (Consiglio Federale) tedesco ha davvero poteri di veto su moltissima legislazione, ed in progressiva crescita. Il Bundesrat è una Camera piccola come numero di membri effettivamente decidono, 16 in pratica. Tuttavia è potentissimo e con poteri in espansione. Il Bunderat non è elettivo. I membri non stanno poi neppure nella capitale, che raggiungono solo per le sessioni e decisioni formali, delegando il lavoro quotidiano al personale amministrativo. È un Consiglio dove siedono gli Stati della Repubblica Federale che, in Germania, sono 16. Ogni Stato ha da tre a sei voti, a seconda della popolazione dello Stato, voti che vengono dati in blocco dal capo delegazione. Le delegazioni al Bundesrat sono designate dai governi dei vari Stati. Naturalmente, ogni singolo governo del singolo Stato cambia la sua delegazione quando vuole. Il voto, che vale da 3 a 6 su complessivi 69 voti, è un voto d’ogni singolo Stato. Viene dato in blocco. Il tale Stato vota e vota per il peso (da 3 a 6) del voto attribuito a seconda del peso numerico (di popolazione) dello Stato. È in effetti un Consiglio degli Stati semplice nell’architettura generale di organo di rappresentanza degli Stati.

Ve l’immaginate un Senato delle Regioni dove, di tanto in tanto, quando si debba votare, arrivi il Presidente della Regione il cui voto valga da 3 a 6 a seconda delle Regioni e voti con gli altri Presidenti di Regione? E dove li mettono tutti gli ora senatori, con le stesse Regioni che furono create solo per dare posti a funzionari e para-funzionari di partito e per distribuire posti negli uffici regionali e che ora grandeggiano in spesa fuori controllo? In Germania, gli Stati preesistevano alla Repubblica Federale. Certo, anche gli Stati italici pre-occupazione savoiarda, Stati che, tuttavia, non coincidono con le Regioni e che non si sono mai confederati né federati.

A parte questa Camera degli Stati, rilevante per la legislazione, che in genere, seppur non sempre, tocca interessi degli Stati, il sistema tedesco è monocamerale. Non ci sono due Camere-doppione.

Eletta per quattro anni, il Bundestag, l’Assemblea Federale, ha 598 seggi tuttavia aumentabili a seguito di un semplice meccanismo. Le votazioni per il Bundestag sono per metà dei seggi con l’uninominale (vi sono dunque 299 collegi uninominali) e per metà dei seggi con proporzionale con soglia. La soglia è del 5% ne proporzionale oppure di 3 eletti nell’uninominale. Dunque, anche senza il 5%, l’avere conquistato 3 seggi da diritto a partecipatare alla riparitizione proporzionale, sempre che non si abbiano già i seggi sufficienti o, addirittura, in eccedenza. Infatti, la ripartizione proporzionale è di tipo particolare, non di tipo residuale. Rispetta il proporzionalismo perfetto (soglia di sbarramento a parte, che vale comunque), con un’eccezione se si verifica una certa fattispecie. L’elettore ha una scheda con cui può esprimere due voti differenti. Un voto viene dato, sulla sinistra, ad un candidato all’uninominale. Costui ha pure una sigla di partito per cui è eletto sul “conto” di un partito, ma il voto è solo per lui. Sulla destra v’è la lista, più lunga, dei partiti, in cui sono indicati i capi degli stessi. È lì che si dà il voto proporzionale. Ad urne chiuse e voti scrutinati, vi sono 299 uninominali già allocati e 299 seggi da allocare. Tuttavia, i calcoli dell’allocazione vengono fatti sulla base di tutti i 598 seggi. Vi sono i partiti che hanno superato almeno una delle sue soglie di sbarramento. Vi sono i 598 seggi. Calcoltato quanti seggi spettano ad ogni partito, gli si danno i seggi ancora gli spettano. Qualche partito potrebbe già avere conquistato, nell’uninominale, tutti i seggi gli spettavano. Qualche partito potrebbe avere conquistato, nell’uninominale, più dei seggi gli sarebbero spettati sulla base dei voti complessivi nel proporzionale. In quest’ultimo caso, i seggi in eccesso non vengono tolti al numero complessivo dei seggi del partito. Non si potrebbe, essendo eletti nell’uninominale, dichiarare non eletti degli eletti in eccedenza. Nel contempo, si preferisce non penalizzare gli altri partiti. Per cui, si verifica il caso del Überhangmandat, del seggio in eccesso lasciato al partito lo ha conquistato all’uninominale in più del dovuto sulla base del proporzionale. I 598 seggi previsti di norma al Bundestag possono, dunque, divenire di più. Ora sono 614. Se la fattispecie non si verifica, i seggi restano i 598 di base. Si ripartiscono, come detto, i 299 seggi ancora da ripartire sulla base dei voti nel proporzionale e meno i seggi il partito ha già conquistato nell’uninominale. Se però un seggio (o più seggi) dell’uninominale è in eccesso rispetto al numero complessivo dei seggi spettanti, lo si lascia al partito, come Überhangmandat. Ecco che i 598 seggi possono divenire di più.

Se il Sartori da Corsera è polllitogogo da bar dove si discuta soprattutto di calcio, in tal locale il Galli della Loggia da Corsera sarebbe eccelso filosofo, filosofo di nulla.
http://www.corriere.it/editoriali/07_novembre_22/se_tornano_i_due_forni_7b8a6bd4-98c0-11dc-831b-0003ba99c53b.shtml

Nell’articolo citato sotto forma di link si lancia in disquisizioni sui due forni, come qualunque scelta non fosse tale. Anzi, i forni sono sempre tanti. Solo nel partito unico la scelta tra i forni sceglie vie interne, magari non immediatamente visibili o fatte vedere al pubblico delle corride mediatiche. Anche in un sistema con 3 partiti, 40%, 30%, 30%, non è che quello del 40% abbia la scelta tra due forni. I due partiti da 30% possono accordarsi lasciando quello credeva di poter scegliere tra due forni coi due forni che lo lasciano senza forno. Se invece che fare i governi ed i sottogoverni nei salotti li si vuole lasciare fare agli elettori, certo egualmente manipolati seppur in modo differente (diretto ed esplicito), si prenda la Costituzione USA e la si voti tale e quale, fingendo che le Regioni siano Stati. Invece, è ormai da decenni che ad ogni accenno di modifica della forma di governo, dunque del sistema istituzionale e politico, arrivano minacciose le procure del Quirinale e dell’oligarchia predatoria. Ancor più indicativo che i “grandi” editorialisti e commentatori non lo dicano mai ed anzi trovino sempre cause misteriose e “geniali”, tuttavia del tutto fantasiose e menzognere, dell’impotenza-putrefazione italica.

Non so bene cosa sia il “maggioritario italiano” perché l’unico maggioritario della storia italica c’è ora, alla Camera, a seguito delle legge-“Berlusconi”. Ci fosse stato pure al Senato, dalle elezioni del 2006 sarebbero uscite due consistenti maggioranze opposte nelle due Camere. Al contrario, la legge elettorale-“Berlusconi” ha permesso un maggioritario certo alla Camera dei Deputati ed una soluzione equilibrata o, comunque, gestibile, al Senato. La soluzione, almeno dal puro punto di vista d’una qualche maggioranza uscita dalle urne (anche se senza elezione diretta del Premier, e con poteri da vero Premier, che non è questione di leggine elettorali, resta una soluzione insufficiente), sarebbe la cancellazione d’una delle due Camere e, per quella che resta, una legge con premio di maggioranza come la legge-“Berlusconi” per la Camera.

Comunque, anche Galli della Loggia è si interessa solo a leggine elettorali trucchetto: “Il maggioritario italiano è fallito perché in quindici anni né Forza Italia né i Diesse- Margherita, nati entrambi in circostanze assai diverse ma egualmente ambigue, e dunque gravati entrambi da problemi di identità, essendo l'una e gli altri incerti su che cosa essere, hanno di fatto rinunciato a lungo a qualunque battaglia ideologico-politica a fondo contro gli altri attori del proprio versante elettorale, non hanno preso nessuna iniziativa forte contro di essi, e così non sono riusciti ad espugnare elettoralmente la stragrande maggioranza di quel versante. Il bipolarismo italiano è fallito perché i due candidati naturali a esercitare la sovranità sui rispettivi poli hanno mancato al proprio compito per propria incapacità. Adesso, per favore, non cerchino finte vie d'uscita.”
http://www.corriere.it/editoriali/07_novembre_22/se_tornano_i_due_forni_7b8a6bd4-98c0-11dc-831b-0003ba99c53b.shtml

Ecco, in Galli della Loggia, tutto diviene questione di trucchetti, di “problemi di identità”, anziché di quadro istituzionale. Del resto, un banchiere chiave del Corsera, un banchiere detta la linea la Corsera, sarebbe per congelare l’attuale Costituzione con una soglia ancora più alta per ogni cambiamento. In pratica, l’attuale Costituzione debole e pasticciata, è ottima per i padroni della finanzia predatoria e del loro Quirinale delle burocrazie predatorie. Dunque occorrerebbe premunirsi ancora di più, i CC e le procure si teme non bastino, contro ogni possibile cambiamento Costituzionale, che non potrebbe che essere in meglio (visto com’è disastrata la Costituzione del 1948), seppur in peggio per burocrazie ed oligarchie predatorie. Il golpismo Quirinalizio-oligarchico non ha saputo garantire governi capaci di governare, né Parlamenti capaci di legiferare e controllare efficacemente, perché la funzione del golpismo “di procura” era proprio quella di destabilizzare la politica per poter aumentare la delinquenza sia burocratica che finanziario-predatoria.

La questione è strettamente istituzionale, dunque di Costituzione, non di trucchetti elettorali o di “problemi di identità” dell’uno o dell’altro partito. Nessuna leggina elettorale, né alcuna tecnica propagandistica di partito, non è rimedio a nulla. La Costituzione “Berlusconi” del 2006, anche cancellando da essa il Senato Federale e qualunque altro Senato, era una soluzione che avrebbe creato il sistema instituzionale più avanzato del continente. Era una soluzione di sistema di governo all’inglese. Oppure, altro modello perfetto è quello americano. In toto, naturalmente, non in dettaglietti irrilevanti, come fatto da chi starnazza di “sistema americano” per chiedere l’uninominale. In realtà, i sistemi elettorali USA sono diversificati e diversificabili perché in genere lasciati agli Stati, in molti casi. Rilevante, nel quadro Costituzionale USA, come in tutti i quadri istituzionali, è il sistema di governo. Un sistema elettorale o l’altro non cambierebbe nulla negli stessi USA.

Le disquisizioni sulle leggine elettorali magiche o sul “sistema anglosassone” ridotto e trucchetti elettorali che non cambierebbero nulla, anzi peggiorerebbero l’esistente, li lasciamo agli imbroglioni od ai vaneggiatori. I media della delinquenza burocratica e di quella finanziario-predatoria continuano a vendere leggine e referendum (abrogativo-ricostruttivi) magici. Invece, ogni efficientizzazione Costituzionale-istituzionale è da sempre forsennatamente avversata dai centri quirinalizio-ministerial-burocratici e dell’oligarcia “privata” predatori. L’assenza di veri e democratici governi, e di vere amministrazioni statali e pubbliche, se non per sprecare e rubare, fa evidentemente comodo un po’ a tutti.

Un sistema politico-partitico deriva essenzialmente dal sistema Costituzionale-istituzionale, in particolare dal sistema di governo. Le patologie d’un sistema politico sono patologie ancora più gravi del sistema Costituzionale-istituzionale e della società, società evidentemente talmente feudalizzata-mafiosizzata sì da essere incapace di trovare momenti di sintesi modernizzatrice od anche solo da non decadenza accelerata ed irreversibile come è invece ormai il caso d’Italiozia.

Se tale è la “borghesia”, tale il suo massimo organo, tali i suoi intellettuali organici od al soldo, oltre alla sue espressioni politiche, istituzionali, burocratiche e sociali si possono vedere dappertutto...

Sì, sono in effetti tali!