Letter from Lhasa, number 241. I vaneggi del venerdì sera di Silviovski Brezhnevskoni, pupazzetto scemo del Presidente compradoro-CC-NATO Joe Napulitkamorristovski
by Roberto Abraham Scaruffi
Vaneggia. Anzi rafforza i vaneggi dei giorni precedenti. La politica degli annunci del nulla, e pure con toni che neppure convincono i seguaci più lobotomizzati (solo Libero sembra aver avuto un’erezione di positivo stupore chissà a che dovuta), dà un particolare squallore alla stessa forma del discorso politico. Invece di fatti, si presentano annunci di nulla e pure senza condimenti retorici.
Se non sono capaci di produrre un attivo di bilancio subito, sarà del tutto impossibile un ‘bilancio in pareggio’ nel 2013. L’anticipazione, d’un anno (rispetto al precedente 2014), annunciata non convincerà alcun operatore. Anche la BCE facesse l’elemosina di acquistare titoli di debito pubblico, l’operazione non sarebbe sostenibile viste le quantità degli stessi. E sarebbe ancora meno sostenibile per gli emittenti degli stessi, visto che dovrebbero pagare interessi inevitabilmente crescenti dunque ancora più destabilizzanti. Tremonti deve avere garantito dei trucchi contabili (nelle telefonate riservate all’estero) al di là dei dati ufficiali, sebbene le uscite del Tesoro siano in gran parte automatiche. Anche quando non vi siano più fondi, gli stipendi continuano ad essere pagati, per cui tutti pensano che i fondi siano dei puri valori contabili, cosa non sostenibile all’infinito.
...Il debito pubblico è recentemente riaumentato proprio così... I cretinotti, capi di gruppi parlamentari, anche di governo (vedi i mangioni della LN), che vaneggiano di retaggi dell’era affossata col ‘radioso’ golpe del 1992-Capaci, mentono. Allora, era al 100% PIL. Ora al 120%, dopo altalenanti riduzioni successive al balzo al 125% durante la ‘radiosa’ era ‘privatizzatoria’ scalfarian-mediobancaria del 1992-93. Il giochetto di dare sempre la colpa agli altri regge solo perché non pubblicano, per tutti, dei bei grafici, con le date, che pur son pubblicati in siti per addetti ai lavori. Berlusconi e Tremonti hanno riempito di soldi chi ora fa l’offeso e predica governi di golpe presidenziale. Il debito pubblico è riaumentato con loro, senza riduzioni di tassazione, senza modernizzazioni, e senza effetti trascinamento da governi precedenti. Il 120% d’ora, con rapida tendenza ad aumenti esponenziali in pochi anni, è tutto un prodotto Napolitano-Berlusconi-Tremonti e che non ha pagato a chi ha messo la faccia, a Berlusconi-Tremonti. Napolitano, la cupola burocratico-oligarchica, ha affossato il mediocre Prodi ed ha imposto la politica della predazione burocratico-oligarchica accelerata a Berlusconi-Tremonti che l’hanno accettata. Un solito usa e getta quirinalizio. Un giochetto che il Quirinale compradoro è pronto a ripetere all’infinito, vivacchiando e mentendo alla giornata, tanto ‘le notizie’ le fa produrre alle sue polizie segrete CC-militari, con giudiziario + travagli e sartori-leonardi [‘SIS’-‘CIA’] al seguito.
Che significa ‘bilancio in pareggio?’ Sarebbe bene farselo esplicitare ogni volta, visto che in trucchetti retorici (solo per il suddito medio, dato che i mercati, i sacrosanti speculatori che fanno solo del bene ai mercati, non se la bevono) i politicanti eccellono.
Di questi tempi, dovrebbe significare che entrate e uscite (inclusi gli interessi sul debito pubblico) si pareggiano, ciò che oggi non è. Per cui, anche col futuro, forse, ‘bilancio in pareggio’, resta il debito pubblico da rinnovare all’infinito se qualcuno, indigeno o foresto, lo acquista.
‘Il bilancio in pareggio’ è come arrivare agli appuntamenti in perfetto orario. Il perfetto orario non esiste. Se non si cerca di arrivare in largo anticipo, si arriva inevitabilmente in ritardo. ‘Bilancio in pareggio’ significa, poi, di fatto, che lo si sfora, che si va in passivo. Per cui, si deve rinnovare il vecchio debito pubblico ed aggiungerne del nuovo. ...Sempre che qualcuno ne compri i titoli.
Acquistare debito pubblico significa, per gli acquirenti, fare i redditieri di Stato invece che investire davvero. Dato che la spesa di Stato se ne va, in gran parte, in predazioni e sprechi, debito pubblico significa sottrarre fondi ad investimenti (dunque spese produttive) destinandoli alla predazione burocratica ed oligarchica (col giochetto dei traferimenti ai ‘privati’ di fatto di paraStato). Se, poi, vi sono titoli che rendono di più, nessuno acquista debiti pubblici di Stati pagano troppo poco o troppo rischiosi. Se Stati indebitati vogliono che i loro titoli vengano acquistati, devono aumentare gli interessi, cosa che li porta ancora più in passivo. A quel punto, pagare debiti facendo ancora più debiti crea problemi di credibilità. Non è questione di quantità del debito pubblico. Vi sono Stati, come gli anglofoni, capaci di rapidi e rilevanti licenziamenti di dipendenti pubblici civili e militari. O vi sono Stati, come il Giappone, fatti di animalini pronti a buttarsi nel fuoco se il Dio-Stato l’ordina. Non è il caso di italioti, greci, spagnoli, portoghesi dove ‘i diritti acquisiti’ e le altre predazioni burocratico-militari ed oligarchiche vengono prima di tutto. Piuttosto portano le tasse al 90%, distruggendo tutta l’economia, ma non toccano le predazioni burocratico-militari ed oligarchiche. Grecia ed Italiozia sono certo i peggiori. Si vedrà presto se gli altri saranno allo stesso livello.
Le frottole del domani in equilibrio sono entrate nella retorica corrente, senza che tale equilibrio si sia mai visto. Tra l’altro, ora, per ‘equilibrio’, non intendono ridurre il debito pubblico che ha devastato e continua a devastare il sistema economico e sociale. Le bastonate euro-germaniche già hanno faticosamente smontato gli slogan da bar dei politicanti, per cui, quando c’era un rilancio economico, si doveva sperperare per non ostacolarlo e, quando c’era crisi, si doveva sperperare per non aggravare la crisi. La favoletta del domani in equilibrio sopravvive, per ora. ...Aspettate un’altra settimana di disastri per i titoli di Stato... Potrebbe non sopravvivere fino al ferragosto 2011.
Il risultato è il debito pubblico salito al 120% PIL e con prospettive di raggiungere rapidamente, in pochi mesi, il 125%, primato CC-NATO-scalfariano (dal 100% andreottiano) quando devastarono il vecchio sistema politico-Costituzionale per costruire la dittatura compradoro quirinalizia. Poi, può andare pure altre.
L’Impero, dopo la destabilizzazione medio-orientale, che già aveva nel mirino il sub-Impero euro-germanico, è passato all’attacco diretto alla pancia molle dello stesso, Grecia, Italia, Spagna, Portogallo. La Germania, con la Francia, ha salvato la Grecia che, come popolazione è dell’ordine di un 20%, rispetto a quella italica e, come PIL, è dell’ordine del 15% di quello italico. Prima l’Irlanda, di ordine perfino inferiore.
Italiozia sarebbe troppo pesante, come onere, mentre è decisamente più utile per farne un caso. Già devastata da ogni punto di vista dall’Impero, una lunga e drammatica sua frittura dal punto di vista finanzario potrebbe farla, forse, positivamente (per la Germania e la Francia) a pezzi, anche solo per ridurla a terra africana agganciata al sub-Impero euro-tedesco. Non illudetevi possano mantenervi. ‘I diritti acquisiti’ non valgono all’estero. I diritti li avete persi con l’autosfondamento praticato dalla fine degli anni ’50. Dopo mezzo secolo, non è restato più nulla. Le punte d’avanguardia tecnologica e produttiva sono tutte altrove.
Questo indice tecnologico:
[“The technology index denotes the country's technological readiness. This index is created with such indicators as companies spending on R&D, the creativity of its scientific community, personal computer and internet penetration rates.”]
vi colloca al 49esimo posto mondiale, tra la Giamaica a le Giordania. Taiwan è al secondo. Israele e Svizzera al settimo. L’Argentina, gli arroganti italiani del SudAmerica, sono vicini, al 56esimo posto, al pari con la Tunisia. Le Germania è all’11esimo. La Francia al 29esimo, subito seguita dal Belgio (il prossimo Stato [ormai inesistente, visto che s’è informalmente diviso in due-tre, coi francofoni peso morto parassitario, ed è da più di un anno senza governo centrale], ad essere messo nel mirino per il debito pubblico che pur aveva saputo ridurre ben più d’Italiozia e rapidamente).
Se è vero che la Germania voglia puntare sul caso Italia per imporre una vera a propria sua dittatura dell’euro, questa sarebbe una mossa lungimirante. Del resto, se l’Italia (idem la Grecia e chiunque altro) uscisse dall’euro, cosa che può fare quando vuole, ciò non le risolverebbe alcun problema mentre li aggraverebbe tutti per lo Stato uscente. Fuori dall’euro, e senza vincolo estero (o drasticamente ridotto), le furbate di dichiarare fallimento per insolvenza, o trucchetti simili per svalutare il debito, senza cambiare nulla (dunque con la stessa predazione burocratico-oligarchica intoccata, economia allo sfascio, competitività irrimediabilmente perduta in tutti i settori chiave; spostare fondi dagli investimenti alla predazione non rende! ...la destabilizzazione quirinalizio-CC-NATO nemmeno!), provocherebbero solo inflazione galoppante e sprofondamento ancora più rapido verso l’Africa centrale.
Del resto, se l’euro è tedesco, la politica economica (le macrovariabili) deve essere decisa a Berlino. Bisogna che a Berlino decidano entrate ed uscite delle province dell’Impero euro-germanico. Livelli di vita para-tedeschi con economia priva di ogni competitività non sono sostenibili. Una trasformazione materiale che riflettesse le condizioni [non] competitive d’Italiozia implicherebbe l’estensione drastica delle aree di povertà e una netta contrazione delle aree di ceto medio. Che è quello succederebbe, magari ancor peggio, anche col recesso dall’euro. Le soluzioni alla Sapelli (tornare alla lira) sono retoricamente suggestive ma ottime solo per qualche ENI e simili. I berlinguer-andreottismi non hanno mai pagato. Si sono sempre dovuti mettere la maschera dei Carli (i vincoli esteri) e pur essa non bastava. Hanno solo governato l’affondamento progressivo.
Lo Stato dei conti d’Italiozia è semplice. Con le già rilevantissime, opprimenti come livelli di tassazione, entrate, il bilancio italico può far fronte solo al rimborso del debito in scadenza, agli intessi sul debito pubblico, ai già ridottissimi investimenti pubblici e ad un 25% delle spese correnti. Il restante 75% delle spese correnti non è coperto. Se non è coperto è perché, pur cogli altissimi livelli di tassazione, Italiozia non può permetterselo. Interi capitoli di spesa sarebbero da cancellare, corpi militari e civili da licenziare in tronco, trasferimenti alle oligarchie da sopprimere, altre spese clientelari idem. Il 75% della spesa corrente è possibile solo rinnovando ed estendendo il debito pubblico in scadenza. Il Giappone ha un debito pubblico altissimo, ma è ai vertici dell’innovazione tecnologica mondiale, a parte che il Giappone è il Giappone. Il nipponico si getta nel fuoco. L’italiota vi getta gli altri italioti che cercano di fare lo stesso a loro volta.
Solo un taglio immediato del 75% della spesa corrente darebbe una scossa per scassare un sistema predatorio che deve solo essere distrutto mai qualcuno volesse progredire, e con vantaggio di tutti, in Italiozia. Rimborsato il debito pubblico in pochi anni, la tassazione potrebbe dimezzarsi ed oltre.
Impossibile! Si barcameneranno. Si faranno commissariare dai tedeschi e poi diranno che era tutta colpa altrui che commissariandoli hanno impedito loro di trovare soluzioni creative, ...soluzioni nessuno vuole né può attuare in Italiozia. Le corporazioni (le para-sovietiche ‘parti sociali’) chiamano ‘patto di sviluppo’ ulteriori soldi per le predazioni burocratico-oligarchiche, quando il punto sarebbe proprio tagliare tutti i trasferimenti e sciogliere la mafie corporative che hanno solo garantito bassi salari, sprechi e predazioni mentre solo esse si sono arricchite.
Il rapido aumento del debito pubblico in quasi tutte le principali economie ha creato abbondanza di titoli per i redditieri. Titoli prima inappetibili eppur comprati, ora divengono immondizia. La BCE che garantisce di comprare titoli di debito pubblico (lo farà davvero? Per che importi?), implica che incameri titoli e stampi euro. Ciò si chiama inflazione. L’inflazione significa che il rendimento nominale del titolo deve aumentare. Anche senza ciò, l’aumento del debito pubblico delle principali economie produce depressione economica, o rallenta i tassi di sviluppo. Erano fandonie para-keynesiane (alias propaganda britannica) che la spesa pubblica producesse reddito.
La demagogia politicantica non se ne preoccupa. Rinviano tutto a chi verrà dopo. Chi verrà dopo idem. Tuttavia c’è chi è avanguadia tecnologica nel mondo, incluso chi, pur piccolo (vi sono vari casi in Asia, sia dell’est che dell’ovest mediterraneo), ha saputo trasformarsi in centro supertecnologizzato. Mentre c’è chi non lo sarà mai più in nulla e si limita a vivacchiare parassitico ai margini dei centri dello sviluppo mondiale. I centri imperiali e di sviluppo non possono permettersi di sussidiare la cialtroneria chi è ormai fuori dai giochi mondiali come Italiozia.
Non fatevi illusioni.