06 October 2006

Lettera da Lhasa numero 30. I Sindaci, Presidenti di Regione, Province e del Consiglio del ministri, così come tutti i Ministri, con la libertà di lic

Lettera da Lhasa numero 30. I Sindaci, Presidenti di Regione, Province e del Consiglio dei Ministri, così come tutti i Ministri, con la libertà di licenziamento possono migliorare i servizi con meno soldi
by Roberto Scaruffi

I sindaci fanno solo demagogia. Chiedono che si rinnovi il principio d'irresponsabilità. Vogliono che le entrate e le tasse le aumenti il governo perché lo stesso dia più soldi a loro per i soliti sprechi clientelari.

Così come fa demagogia il governo Prodi che è il governo organico della corruzione burocratica e del parassitismo oligarchico. E lo fanno pure i Presidenti di Regioni e Province quando chiedono soldi e non invece la vera soluzione per migliorare i servizi con meno soldi. Come han sempre fatto demagogia tutti i governi passati.

La soluzione è semplice, quanto improbabile in regime di corruzione burocratico-oligarchica, perché minerebbe le basi stesse dello Stato predatorio. Lo Stato o viene gestito come un’azienda oppure serve solo a rapinare i sudditi. Così tutte le entità regionali e locali, e tutte le funzioni ed entità pubbliche. O tutto viene gestito come un’azienda o viene mal gestito solo per rubacchiare e far rubacchiare, oltre che per truffare i sudditi.

I lavoratori servono per adempiere a funzioni. Se si vogliono distribuire soldi, non occorrono finti lavori. Lo si fa in altro modo. Distribuire finti lavori crea corruzione sociale e porta alla dissoluzione degli Stati e delle economie.

Per cui, chi abbia responsabilità di direzione deve poter licenziare chi non serve. Se si vuole assistere coloro che restano senza lavoro, esistono altri sistemi che lasciar loro un finto lavoro.

Per cui, occorre la libertà di licenziare per eccedenza od inutilità rispetto alle funzioni richieste, per organizzare economicamente, secondo principi di efficienza, le varie entità pubbliche. Occorre la libertà di licenziare chi non serve, o non serve più, e la libertà d’assumere chi serve.

Gli unici vincoli devono essere quelli di bilancio (i fondi che vengono dati) ed il controllo democratico che l’elettore esercita sui risultati di ciò che gli eletti realizzano.

Inutile continuare a sognarsi che i soldi cadano dal cielo, che la spesa pubblica (pur con servizi corrisposti schifosi e nulli, quando non dannosi) possa crescere all’infinito. Anzi, la spesa pubblica è già troppo alta. Coniugata con l’assenza di servizi efficienti, sta producendo un progressivo sottosviluppo, un vero e proprio sottosviluppismo che dura da decenni, ha corrotto la società, ha impoverito tutti.

Al contrario, urge sopprimere (rimborsare in toto) il debito pubblico che resta tuttora sopra al 100% del PIL sottraendo risorse agli investimenti produttivi, e rivitalizzare tutto il sistema sociale e produttivo. Questo lo si fa solo se lo Stato, che in Italiozia ha dopo prove di sé disastrose, si ritira e si limita ad assicurare ordine pubblico e corrette regole di mercato. Si devono dunque tagliare drasticamente le spese e spendere solo se le spese sono produttive per i cittadini.