25 October 2006

Lettera da Lhasa numero 35. Gattoparderie. Quando vogliono ingannare i cittadini, s’inventano un Referendum Segni

Lettera da Lhasa numero 35. Gattoparderie. Quando vogliono ingannare i cittadini, s’inventano un Referendum Segni
by Roberto Scaruffi

Già visto.

Riraccontano della legge elettorale magica capace di risolvere tutti i problemi. In realtà si inventano le leggi elettorali proprio per altri fini, golpisti in genere, nell’ultimo quindicennio, maggioritario di Berlusconi a parte che aveva fini di compromesso con quirinalizi nel governo. E poi, con il controllo oligarchico-burocratico-quirinalizio dei media, convincono tutti che hanno finalmente trovato la soluzione perfetta a tutto, panacea universale che con una botta referendaria si può avere dall’oggi al domani. Non solo ottengono il quorum. Realizzano pure percentuali schiaccianti, che non impediscono comunque aggiustamenti parlamentari, anche contraddicenti i risultati referendari stessi, se ciò serve per i soliti fini golpisti di oligarchie e burocrazie corrotto-parassitarie.

Un sistema politico non dipende dalla legge elettorale. Dipende solo dal sistema costituzionale. Ecco perché un uninominale di collegio confuso e disgregante diviene, nei paesi anglofoni, un magico “maggioritario”. In realtà non è tale. È il sistema costituzionale dei sistemi anglofoni ad essere maggioritario. Per cui, leggi elettorali che in astratto produrrebbero centinaia di partiti, s’adattano al sistema costituzionale maggioritario.

In Italia, hanno appenna affossato una magnifica Costituzione inglese. Creva un Parlamento forte, un Governo forte ed il bipartitismo. L’hanno affossata proprio per questi suoi pregi. Comico che il nuovo referendum elettorale, subito venduto come magico, sia nato negli stessi ambienti hanno appena affossato la Riforma Costituzionale inglese della CdL.

Il nuovo referendum, per il momento ai primi passi, è un refendum abrogativo, che ridisegna una nuova legge elettorale, per quel che può, tagliando parole dal maggioritario introdotto dalla CdL per le elezioni 2006.

Con questi suoi limiti oggettivi, esso si propone di trasformare il maggioritario da maggioritario di fronte o coalizione a maggioritario di lista. Inoltre, verrebbero soppresse le candidature multiple. In pratica, non sarebbe più possibile presentare XXX e YYY in tante circoscrizioni perché simboli e portatori di voti, bensì, il che è lo stesso, si farebbero una lista XXX ed una lista YYY contrapposte, ed attorno a quelle due liste convergerebbero i voti degli elettori. Ma non è detto, perché anche partiti al di fuori d’esse avrebbero non piccole possibilità di successo.

Infatti, in realtà non è così semplice come la propaganda di regime cercherà di incultare nelle teste condizionabili degli elettori.

Se esistono 15 partiti, ed essi non si possono coalizzare formalmente, od il primo, magari col 20% dei voti, prende il 55% della Camera [ed il 55% di circoscrizione ogni primo partito di circoscrizione al Senato], oppure resteranno le coalizioni, seppur sotto altro nome ma con gli stessi difetti.

Con la Riforma Costituzionale della CdL, affossata con Refendum Costituzionale a giugno 2006, si sarebbe creato il bipartitismo. Infatti v’era l’elezione diretta del Primo Ministro cosa che automaticamente provoca la formazione di due partiti su cui convergono i voti degli elettori. Dal seggio nazionale unico, per l’elezione del Primo Ministro, consegue automaticamente la convergenza dei consensi su due partiti. Un posto nazionale, due partiti nazionali. È una legge politologico-comportamentale elementare.

È tutto diverso col regime costituzionale tuttora vigente, di dittatura Presidenziale (in conto oligarchie e burocrazie corrotto-parassitarie) con trasformismo parlamentare. In tale regime, non cambia nulla se il premio di maggioranza della Legge elettorale della CdL va non più alle coalizioni, che il referendum sopprimerebbe, bensì al singolo partito. Semplicemente chiamerebbero singolo partito, le coalizioni. Creerebbero, giusto per le elezioni, una lista XXX contrapposta ad una lista YYY e su di esse convergerebbero i voti, a parte i voti che andrebbero a liste minori diverse dai finti partiti[-coalizione]. Inoltre, non lo si dimentichi mai, col sistema costituzionale vigente, i governi li fa, e di fatto li disfa pure, il Quirinale. Non ha alcun vero valore che coalizione raccogliticcia e d’opposti sembri aver vinto le elezioni. Neppure ha grande valore, ai fini di realizzazioni modernizzatrici, si governi 5 anni.

Quale sarebbe la logica elettorale di ricreare coalizioni sotto forma di partito “unico”?

Nel regime dittatorial-quirinalizio e trasformista esistente, i due partiti maggiori non vanno oltre il 15-30% ciascuno. Non cambierebbe nulla con la storia infinita del PD, che sarebbe più piccolo e pasticciato degli attuali DS. Ogni partito, cercherà dunque, per le elezioni, d’inventarsi un cartello elettorale, un lista XXX o una lista YYY con dentro tutti come nelle “coalizioni” d’ora. Tra l’altro, l’operazione è facilitata dal sistema delle liste bloccate senza preferenze ma in ordine decrescente d’elezione. Le liste verrebbero fatte secondo il principio: “Io ti faccio vincere ma, tu mi dai gli eletti per paralizzarti dopo.” Esattamente come ora. E continuerebbe la dittatura quirinalizia coi relativi Governi che non governano davvero ed il trasformismo parlamentare paralizzante [dal punto di vista d’ogni modernizzazione, ottimo invece per la corruzione burocratico-oligarchica], che derivano dal regime costituzionale esistente, confermato dal 61% al Referendum Costituzionale di giugno 2006.

Con la Riforma Costituzionale della CdL si creavano due partiti. Con la Costituzione quirinalizia esistente, restano 15, 20, 50 partiti e sottopartiti qualunque sia la legge elettorale. Infatti, il Governo continua ad essere un Governo di fantocci in cui nessuno governa, ed il Parlamento una sede di chiacchiere vane e di lauti stipendi dominata dal Quirinale, dove l’elezione, la stessa candidatura, dipende dalle intimazioni del Quirinale ai partiti.

Il referendum Guzzetta-Segni è tutto qui.

È un referendum elettorale gattopardesco

Probabile che il Quirinale, dopo il suo golpe contro il Governo Prodi, conti di creare un suo governo organico di colpo di Stato, sullo schema del già Governo Ciampi od il già Governo Dini, e poi di costruire, attorno a tale Governo, in un anno od un anno e mezzo, un suo partito capace di primeggiare in elezioni anticipate. L’esperienza della Lista Dini ed, ora, della RnP mostrano che “capacità” di creare “grandi” partiti abbiano i burocrati del Quirinale.