11 October 2006

Lettera da Lhasa numero 33. Il Nord Corea ha missili ed atomiche: ed allora?! alias Geopolitiche ingleses del sottosviluppo altrui

Lettera da Lhasa numero 33.
Il Nord Corea ha missili ed atomiche: ed allora?!
alias
Geopolitiche ingleses del sottosviluppo altrui

by Roberto Scaruffi

Prendendo le cose appena alla lontana, ma velocemente, si comprende più che tanti vani arzigogoli, e pur basati sugli impressionismi del momento, indotti dai media e da chi li concerta.

Los ingleses, già ai tempi dell’Impero e delle colonie disseminate su tutto il mondo, hanno individuato che chi controlla l’Eurasia controlla il mondo. Controllare l’Eurasia vuole innanzitutto dire che l’Eurasia non deve assolutamente controllare se stessa, perché, in tal caso, los ingleses sarebbero battuti nei loro sogni di dominio mondiale.

Perché l’Eurasia è così importante? Si veda la quantità di popolazione, dunque di mercati, la quantità e varietà di materie prime, gli sviluppi e civilizzazioni passati ed, in parte, presenti. L’Eurasia non è certo il mondo, ma è una sua frazione tuttora rilevantissima. Se los ingleses non la controllano, non controllano il mondo.

Per los ingleses, controllare significa subordinazione a loro, in un modo o nell’altro. Per farlo, hanno distrutto antiche civilizzazioni come l’indiana e la cinese, hanno imposto il loro monopolio mondiale delle materie prime, hanno scatenato due guerre cosiddette mondiale, hanno creato una grande area, ora solo sottosviluppata, o comunque a sviluppo non globalmente competitivo (vedi Russie, nonostante l’industrializzazione forzata funzionale al proprio militarismo), ora sottosviluppista, dall’est Europa alle Russie, alle Cine e sobborghi, destinata a fungere da congelatore per una parte maggioritaria dell’Eurasia, così sottratta alle potenze emergenti germanica e giapponese. Si lasci stare tutta la retorica “comunista” e “rivoluzionaria” costruita a Oxbridge per le masse credulone. Si guardi la realtà per quel che è.

Oggi che il congelatore è entrato in crisi col crollo parziale delle Russie e con lo sviluppo delle Indie e delle Cine, los ingleses devono inventarsi qualcosa d’altro per non perdere un controllo vieppiù difficile ed impossibile. Continua il tentativo d’assalto alle Russie oggi circondate da una fascia di basi militari USA che punta allo sfruttamento ed al trasporto del petrolio sotto controllo inglés ed in alternativa a quello sotto il controllo delle Russie. E così via per altre materie prime e mercati non meno importanti del petrolio. Le Cine continuano nella loro tradizione di prostituzione agli anglo-americani, seppur dietro il velo di forsennati nazionalismi paranoico-parolai. Los ingleses si sono ora inventati la guerra totale permanente mascherata da quello che hanno confusamente definito come “terrorismo”. Naturalmente “terrorismo”, “terrorista” o “Stato canaglia” è chiunque loro decidano sia loro nemico. Basta subordinarsi a loro e si diviene invece buoni dall’oggi al domani.

Destino, seppur contrastato, della potenza germanica è la sua compenetrazione e fusione con le Russie, che rappresentano sia mercati e materie prime che intelligenze. Destino del Giappone è insidiare, dominare, compenetrarsi con aree che la Cina, e pure la Russia, considera come sue, ed, eventualmente, conquistare la stessa Cina e le stesse Russie asiatiche.

Come conseguenza della seconda guerra cosiddetta mondiale, voluta ed accuratamente preparata da los ingleses, come la prima, il Giappone ha perso la Manchuria (i territori sopra la Corea, sulla carta geografica), che il Giappone stava industrializzando, Taiwan, che il Giappone aveva sviluppato come sua provincia agricola, e la Corea, brillantemente colonizzata dal Giappone come moderna area industriale ed agricola.

Come prassi inglés ricorrente un po’ dappertutto nel mondo, la Corea, troppo temibile unita, era stata spartita, divisa in due. La Manchuria era ritornata alla sottosviluppata e forsennatamente sottosviluppista Cina maoista [maoista di Mao; la maoista successiva e contemporanea cercherà invece sue vie allo sviluppo seppur combinate con meccanismi arretrato-schiavistici di dominio interno]. Taiwan, tolta al Giappone, era stata usata da los ingleses per scaricarvi il loro Chiang Kai-shek, nell’attesa di rimpiazzarlo nel consesso internazionale col loro Mao. Al più prostituito e sottosviluppista, los ingleses hanno dato la Cina. Il prostituito, ma non sottosviluppista, è stato invece relegato a Taiwan.

Chiang Kai-shek, all’inizio sostenuto da Germania ed Italia, oltre che dell’URSS, con l’attacco ed occupazione giapponese di aree decisive della Cina, era divenuto valletto anglo-americano. E lo era stato, pur contrastato, ma con persistente supporto sovietico, fino alla fine dalla seconda guerra mondiale. USA e GB usavano la Cina non occupata dai giapponesi come loro base aerea e militare, pur guardandosi bene dal formare anche un solo reparto cinonazionalista che potesse sbaragliare i cinomaoisti. Anzi, corrompevano i già corrotti generali di Chiang Kai-shek perché passassero a Mao, o, comunque, perché non lo combattessero.

Infatti, los ingleses, con cooperazione russa, si erano creati il loro Mao che avevano usato per creare uno Stato nello Stato. Uno dei personaggi chiave per l’operazione, e per tanti sviluppi successivi cinesi, fu Kang Sheng, di famiglia di proprietari fondari, divenuto “comunista” ed agente sovietico. Ci si chieda sempre da dove vengono i soldi, ed il sostegno materiale e propagandistico, per “lunghe marce”, “armate rivoluzionarie”, il “Mao Zedong pensiero”, la costruzione mondiale ideologica e pratica del “maoismo”, lo stesso lungo golpe sottosviluppista maoista, la “Rivoluzione Culturale”. Il tutto sotto l’apparente direzione d’un oscuro e disprezzato commesso di bibblioteca emigrato a Pechino, poi ritornato nelle zone natie, che non era neppure nelle grazie moscovite, e che, da governante, viene rinchiuso nel Palazzo Imperiale tra giovanissime schiave sempre disponibili.

La risposta la si trova vedendo come ideologie e personaggi che sembrano, o sempre esistiti, o usciti dal nulla, vengano costruiti a Oxbridge, oltre che, naturalmente, sul campo. Ma i servizi inglesi sono magmatiche mafie che mai appaiono in prima persona: compagnie commerciali, scuole, preti e pastori, criminalità organizzata, agenti d’altri Stati. Eppure operano ed ottimamente. Nelle Cine realizzarono un vero mega prodigio. Se i “tedeschi” bolscevici hanno industrializzato le Russie, salvo entrare in crisi dopo che le Russie, con la seconda guerra mondiale, passano sotto controllo britannico (nel 1941, su orchestazione britannica, era pronta l’occupazione sovietica di tutta l’Europa, prevenuta di una decina di giorni dall’attacco difensivo tedesco), i maoisti cinesi, Mao vivente, hanno solo ulteriormente sottosviluppato una Cina già sottosviluppata. Quando il partito cinese si ribella ad un tale sfascio ed alle carestie che sterminano decine di milioni di contadini, ecco che viene scantenata la “rivoluzione culturale”, il colpo di Stato maoista, che i media ingleses presentano mondialmente come grande prodigio rivoluzionario, che annichila per un altro decennio, ed oltre, la Cina Popolare.

Finita la guerra, los ingleses, usando Mao, erano andati allo sfondamento della Repubblica di Cina di Chiang Kai-shek, che ufficialmente era tra le grandi potenze mondiali, relegandola a Taiwan. Ed avevano pure sfondato la Cina ridotta e grande caserma sottosviluppista dove neppure le carestie facevano più notizia, anzi venivano tenute accuratemente nascoste dagli apparati propagandistici mondiali ingleses. Poi s’erano inventati l’insulsa teoria d’una sola Cina, naturalmente individuata nella Cina Popolare, ed evevano scaricato la Repubblica di Cina per rimpiazzarla, anche ufficialmente, con la Cina Popolare cui dopo erano così state restituite sia Hong Kong che Macao. Unica condizione era il congelamento della divisione “cinese” (è un punto di vista cinese che Taiwan sia cinese, seppur sia stata in parte cinesizzata con l’occupazione cinese dal 1945 e poi con la grande migrazione a seguito della disfatta Repubblica di Cina nel 1949), seppur Taiwan sia il 2% della popolazione cinese e solo il 0.375% come territorio. Tuttavia Taiwan, anche per il precedente influsso giapponese, e poi grazie alla guerra di Corea, ha goduto di una sviluppo moderno ed oggi d’avanguardia in molti settori, mentre la Cina cerca solo ora d’uscire del sottosviluppo seppur, per il momento, a ritmi accelerati.

Appunto, è un classico, per los ingleses, preparsi e dividere per futuro uso. L’uso presente di Taiwan, col nazionalismo maniacale cinese già esaltato con quella dottrina d’una sola Cina, e ulteriormente sospinto ora sull’onda del presente forte sviluppo quantitativo cinese, è di fungere da scusa per un conflitto tra Cina e Giappone che servirebbe a los ingleses per cercare di ridistruggere e ricongelare l’est-Asia. Taiwan tende, e sarebbe la soluzione normale e naturale, all’indipendenza formale, tuttavia forsennatamente osteggiata da los ingleses ed alleati. La Cina vuole invece lo schema Hong Kong: incamerare Taiwan, suppur con qualche apparente garanzia di temporanea autonomia per maoizzarla senza clamori, sebbene Taiwan sia già controllata da Pechino in suoi gangli vitali, anche se si preferisce tacerlo. Se la Cina cercasse d’occupare Taiwan subito dopo le Olimpiadi di Pechino del 2008, per esempio nel 2009, se non già a giochi olimpici del 2008 appena chiusi, qualcosa succederebbe. Lo scontro sarebbe soprattutto col Giappone che è oramai nell’ottica del riamo accelerato, per reazione alla stessa Cina che modernizza le sue FFAA per operazioni offensive, oltre che all’instabilità generale ed all’indebolimento de los ingleses, che rende inevitabile che una grande potenza come è il Giappone debba poter difendersi da sola, rinunciando alle comode ipocrisie derivate dalla sconfitta bellica.

Per cui si prospetta una guerra cino-giapponese prima della fine del decennio. La storia, quando non la si lascia lavorare fino in fondo, ritorna. Cina e Giappone non possono coesistere da eguali, anche perché il Giappone è una grande potenza economica, mentre la Cina nazicomunista è grossa solo come popolazione, nonostante lo sviluppo accelerato in corso, ed ha al suo interno forti spinte centrifughe essendo troppo grossa per essere davvero un singolo Stato gestibile centralmente secondo criteri statuali tradizionali. Infatti, le singole province della Cina popolare sono già di fatto singoli Stati che applicano le leggi come vogliono localmente. Di fatto, s’inventano loro la legge, seppur nell’ambito d’orientamenti generali. Il Giappone è invece troppo piccolo per la sua numerosa popolazione (130 milioni) e per la sua potenza economica, per cui necessita d’espandersi tutt’attorno, ed ha già mostrato di disporre di un eccellente modello di colonizzazione fortemente modernizzatore delle aree occupate. Corea, Manchuria, Taiwan sono davvero naturalmente giapponesi. La stessa Cina, probabilmente, soprattutto quando l’ordine interno nazicomunista-paraschiavistico oppure interventi sovversivi ingleses [uno schema di sovversione poliziesco giudiziaria all’italica farebbe esplodere la Cina Popolare, ben meno resiliente dello spazio italico] soffocheranno lo sviluppo accelerato presente.

Non solo la Cina di Mao. Neppure la Corea nasce dal nulla. Neppure il suo “leggendario” leader, il cui figlio ora detiene i gangli centrali del potere, è magicamente apparso né s’è per magia imposto. Sono in realtà esistiti due Kim Il Sung. Il vero Kim Il Sung era un leggendario resistente e combattente anti-giapponese [1]. Il finto Kim Il Sung è quello creato dai sovietici [2], che individuarono e costruirono l’ufficiale del loro esercito Kim Sŏng-ju come loro leader per la Corea. Nato nel 1912 in Corea, la famiglia di Kim Sŏng-ju, come molte altre, si trasferì in Manchuria nel 1920 per sfuggire alla carestia. Qui apprese il cinese e si avvicinò al cino-comunismo. Durante la seconda guerra mondiale, Kim Sŏng-ju fu addestrato dai sovietici e divenne ufficiale dell’Armata Rossa fino alla fine della guerra. Tornò in Corea nel settembre 1945 con le forze d’occupazione sovietiche. La Corea era stata divisa tra sovietici e statunitensi. Kim Sŏng-ju scelto e posto dai sovietici a capo della parte sovietica come fantoccio sovietico.

Con aiuto sovietico, Kim Sŏng-ju costruì rapidamente forze armate coreane sul modello delle sovietiche con armamento pesante, aviazione, e ben addestrate ad ogni forma di guerra e guerriglia. Invece, nelle parte americana della Corea non ci si preoccupò per nulla di creare delle vere forze armate. In fondo, al blocco industriale militare statunitense occorreva una guerra in Corea.

Del resto, la modernizzazione giapponese della Corea aveva concentrato l’industria pesante al Nord. Il Nord era la parte più promettente, che gli USA, e los ingleses in generale, si proponevano di neutralizzare relegandola nel campo sovietico.

Dopo che la Corea di Kim Sŏng-ju ebbe un ruolo decisivo nella sconfitta, voluta da los ingleses, del Kuomintang e nella conseguente vittoria della Cina di Mao, il 25 giugno 1950 essa attaccò la Corea del Sud per occuparla, ed infatti ne occupò gran parte. La controffensiva statunitense, che riprese il Sud ed occupò parte del Nord, Pyŏngyang inclusa (il 19 ottobre 1950), obbligò il governo nord-coreano a rifugiarsi in Cina. Solo il 15 ottobre vi fu l’intervento cinese, che permise di riconquistare sia Pyŏngyang, in dicembre, che Seul, nel gennaio successivo. L’attuale frontiera tra Nord e Sud è la linea dell’armistizio del 27 luglio 1953.

Il regime nord-coreano è chiaramente centrato sulle forze armate e sul relativo blocco industriale militare. Sulla base della Costituzione del 1972, Kim Sŏng-ju alias Kim Il Sung divenne Presidente, posizione formale soppressa dopo la sua morte. Destinato a succedergli fu il figlio Kim Jong-il (nato nel 1941), configurando così un vertice con capo di fatto ereditario. Nessuno può sapere se questo aspetto si consoliderà. Non è comunque molto rilevante, il capo supremo essendo evidentemente funzionale a tutto il blocco d’interessi che ad esso ruota attorno e di cui esso dev’essere espressione.

È stravagante, e consono al solito metodo inglés della calunnia del nemico, definire tale regime come “una dittatura”. Le dittature (come vengono correntemente intese) non possono esistere, per il semplice motivo che nessun “dittatore” può poi davvero contollare l’esecuzione degli ordini, né impedire che i sottoposti si ribellino e lo liquidino. Sono, al contrario i blocchi d’interesse, che permettono ai regimi di durare. Tutti i regimi a democrazia popolare sono ben peggio di “dittature”, sono democrazie dei maniaci, dove ognuno cerca di conformarsi a ciò che pensa gli altri vogliano si conformi. Comitati democratico-maniacali governano tutto, dall’edificio dove s’abita, alla fabbrica, all’ufficio, a tutti gli aspetti della vita. Ognuno s’opprime ed opprime il prossimo, per la comune infelicità eppur felice della schiavitù e tormento comune. Il super-sfruttamento dei contadini, con fenomeni di loro misere condizioni di vita ed, eventualmente, di carestie, non è davvero raro in Asia, né storicamente altrove. Semmai, la sua persistenza indica una debolezza interna d’un regime che, pur capace di mantenere un vasto apparato industriale e militare, non è capace di far fare un salto decisivo all’agricoltura con la sua industrializzazione. Dovrebbe infatti permettere il libero proliferare dell’industria leggera che creerebbe una società che l’arretrato modello di dominio interno teme di non sapere come controllare.

È questo un chiaro blocco nello sviluppo economico-sociale. Senza rivoluzione agricola, che aumenti in modo decisivo la produttività del lavoro del settore, nessun paese, o Stato, od area, non può divernire compiutamente industriale e postindustriale concorrenziale. Non solo le campagne non riescono a produrre a sufficienza per tutta la popolazione. Assorbendo le campagne troppa manodopera, questa situazione neppure permette di liberare forza-lavoro per altri salti in avanti verso l’ulteriore industrializzazione e verso la terziarizzazione dell’economia. Per tali sviluppi, occorrerebbe comunque un’economia concorrenziale e che permettesse lo sviluppo autonomo di settori diversi dalla sola industria pesante statale. Ideale, ma troppo temibile sia per los ingleses che per le burocrazie consolidatesi, sarebbe una rapida integrazione del Nord militare col Sud altamente industrializzato e moderno. Per quanto, anche le fusioni di Stati non siano esenti da problemi rilevanti, come l’esperienza tedesca dimostra.

È su questa incapacità di sviluppo organico e concorrenzionale che è crollata la semiasiatica URSS, essa stessa centrata sull’industria pesante militare ed incapace di una liberalizzazione economico-sociale che permettesse il libero proliferare di un’industria leggera senza cui, tra l’altro, neppure c’è rivoluzione agricola. Tuttavia, nelle aree cinesi e cinesoidi esiste una lunga tradizione di schiavismo di fatto. Lo schiavo dell’Asia dell’Est si ribella solo se si sente sottomesso a forze più forti di quelle contro cui si ribella. Altrimenti, è uno schiavo contento di essere schiavo. Eventualmente infelice e misero, ma felice della schiavitù millenaria che è parte insopprimibile del suo ordine naturale. Semmai, fugge altrove, se riesce. Oggi i contadini coreani delle aree più povere fuggono in Cina, se possono. Fuggono per fame. Non è vero che lo schiavo est-asiatico voglia “la libertà”. Neppure altrove, “la libertà” ha grande valore per la media degli individui. Servi si sentono ben più felici.

I commerci e scambi tra Stati ed aree sono la chiave dello sviluppo reciproco. Barriere ed embarghi formali e di fatto, sono invece ottimi se si vuole tenere un’area in una qualche arretratezza. A los ingleses fa paura una Corea unica. Sarebbe troppo grande, popolata e potente. Preferiscono inventarsi crisi che non esistono, per tenere divisa la Corea e relativamente arretrato ed isolato il Nord Corea, che pur sfugge loro di mano. Le tecnologie missilissiche e nucleari, lungi dall’essere uno spreco, sono tecnologie internazionalmente vendibili, oltre ad effetti di ricaduta e diffusivi interni che possono avere.

La geopolitica inglés è una geopolitica dello sviluppo compradoro (rispetto a loro) oppure del sottosviluppo. È il loro modello di dominio. In effetti, l’Impero Romano, come altri, è crollato proprio perché la sua multinazionalizzazione l’aveva deromanizzato. L’impero inglés vuole restare rigidamente inglés, preservare la centralità etnica inglés, schiavizzando gli altri, o riducendoli al sottosviluppo se la schiavizzazione si riveli impraticabile.

Poi, nella realtà, le cose non vanno mai secondo le intenzioni. Tuttavia, l’ispirazione e l’aspirazione inglés è questa. Non che sia diversa da altre. Lo stesso cinese, pur credendo solo in sé contro tutti, se deve credere, o fingere di credere, in qualcosa di superiore, crede alla razza cinese (in realtà non esiste una razza cinese, ma i 90% dei cinopopolari sono di “razza” han) superiore a tutte le altre che vede solo come un ammasso disprezzabile anche se talvolta composto temporaneamente da razze momentaneamente più sviluppate. Anche per il cinese, o lo straniero diviene loro servo o va distrutto. Una cooperazione in qualche modo paritaria, provoca nel cinese un insuperabile disgusto. Sordo rancore quando sono obbligati a farsi aiutare. Oppressione e distruzione dell’altro quando esso venga da loro sottomesso. S’è ben lungi dal cosmopolitismo cattolico o da quello islamico, in cui la razza diviene secondaria o irrilevante rispetto alla fede, anche solo dichiarata.

Che grandi aree come la persiana o la coreana accedano allo sviluppo tecnologico d’avanguardia, anche in modo del tutto parziale, suscita ne los ingleses, come nei cinesi ed in altri, una avversione totale. Allora, la solita geopolitica del sottosviluppo altrui, diviene politica della distruzione altrui, seppur tenendo realisticamente o codardamente conto di chi si ha di fronte. Ad alcuni, gli esperiementi missilistici e nucleari sono permessi. Evidentemente si conta di controllarli ed, eventualmente, distruggerli in altro modo. Per altri non sono consentiti. Anche se poi non sempre si sa o si può davvero distruggerli.

Nel caso dei test sia missilistici che nucleari coreani c’è un timore supplementare, sia da parte de los ingleses, che dei cinesi, che dei russi. Che il Giappone gonfi gli eventi come scusa per un suo rapido riarmo pure nucleare. È proprio quello il Giappone che sta facendo. Se le Cine continuano ed essere in vario modo sotto controllo inglés e facilmente distruggibili, il Giappone, invece, se riprende la via dell’espansione economico-militare asiatica e della colonizzazione, può davvero soppiantare los ingleses in tutta l’Asia in un periodo non lungo. È quello che cercherà di fare, sfuttando le numerose crisi che si profilano all’orizzonte e che gli stessi ingleses, col loro miope modello di dominio, hanno creato e creano.

Tra l’altro, pur sconfitti, ma solo militarmente, nell’ultima guerra mondiale ormai distantissima, sia i giapponesi che i tedeschi hanno mostrato d’avere un modello di dominio ben più stabile e solido di quello inglés. Il modello di dominio giapponese, come quello germanico, è cooperativo e fondato su una lenta espansione-replicazione della propria struttura economica che incorpora e viene incorporata dalle aree su cui s’espande.

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[1] http://www.gwu.edu/~nsarchiv/coldwar/interviews/episode-5/hong1.html
[2] http://vn.vladnews.ru/Arch/2003/ISS345/News/upd10.HTM