28 June 2007

Lettera da Lhasa numero 65. Veltroni, un venditore di fumo berlingueriano con la stessa assenza di cultura istituzionale

Lettera da Lhasa numero 65. Veltroni, un venditore di fumo berlingueriano con la stessa assenza di cultura istituzionale
by Roberto Scaruffi

Lasciamo stare la fumosità inevitabile, visto che Italiozia è quella che è, Veltroni è quello che è, il suo blocco di potere è quello che è. Non è neppure riuscito a dire “alle masse” come lui sia stato designato dalla cupola di cui ha “accettato” la candidatura. Fosse il PD anche solo appena-appena quel che dicono, Veltroni si sarebbe candidato e basta, come mille altri, alle primarie. Essendo le solite finte primarie alla romana, non poteva semplicemente candidarsi. È stato designato da una cupola (Carlo De Benedetti e Quirinale) e si sa già che non può non vincere le finte primarie. Ne faranno due, una per il PD ed una, poi, per tutta l’Unione? Intanto, i risultati sono già noti. Più onesto non far primarie se sono finte. In Italiozia si sente il bisogno di ridicolizzarsi e di ridicolizzare tutto per mostrare che magari che si ama dire che si vorrebbe l’America (le primarie), ma poi si vive nella pseudoRepubblichetta del Quirinale settennale, neppure ad elezione diretta, ed onnipotente.

Veniamo solo alla sua assenza di cultura istituzionale, dove pretende di parlare di queste cose, nel suo discorso a Torino, mercoledì 27 giugno 2007:
“Un governo che abbia i poteri per essere tale, un Parlamento che controlli severamente e indirizzi l'azione dell'esecutivo, ma che non pretenda di essere, esso stesso, governo assembleare.
“Nei Comuni e nelle Regioni c'è stata, in questi anni, stabilità. E c'è stato cambiamento. I Sindaci rispondono ai cittadini e non, come era un tempo, alle correnti dei partiti. E i poteri locali sono divenuti un motore prepotente dello sviluppo italiano e dell'incremento del Pil. Con una costante crescita, specie per i Comuni, nel gradimento dei cittadini verso le istituzioni.
“La legge elettorale deve essere cambiata. Si trovi un meccanismo, non bisogna guardare lontano, che garantisca quattro obiettivi: contrasto della frammentazione, stabilità di legislatura, rappresentatività del pluralismo, scelta del governo da parte dei cittadini.
“La legge è urgente e necessaria. E' una condizione della vita democratica del Paese. Solo chi non è responsabile può pensare di trascinare l'Italia verso altre elezioni, che con questo sistema produrrebbero solo altra instabilità e altro caos. Cambiare, in un confronto parlamentare serio e aperto. E se il Parlamento non riesce a farlo sarà allora il referendum a spingere, sulla base dell'abrogazione, verso la definizione di un nuovo sistema.”
http://canali.libero.it/affaritaliani/veltroni00998.html?pg=12

“Un governo che abbia i poteri per essere tale, un Parlamento che controlli severamente e indirizzi l'azione dell'esecutivo, ma che non pretenda di essere, esso stesso, governo assembleare.”
Ecco questo c’era nella Costituzione “inglese” di Berlusconi. I fantocci del Presidente, e Veltroni con loro, hanno votato contro, al referendum anti-promulgativo del 2006 perché il Quirinale (le burocrazie predatorie) e l’oligarchia predatoria non potevano permettere che il potere formale fosse davvero nel Parlamento e nel Governo, oltre che nel voto dei cittadini. Volevano mantenere l’esistente, l’onnipotenza del Quirinale. Salvo, il giorno dopo, riprendere i ritornelli e le litanie solite. Coreografia.

Venduto fumo sulla situazione di ingovernabilità e di indecidibilità, Veltroni ha la soluzione fasulla. Infatti, fa riferimento a ciò che non c’entra nulla:
“La legge elettorale deve essere cambiata. Si trovi un meccanismo, non bisogna guardare lontano, che garantisca quattro obiettivi: contrasto della frammentazione, stabilità di legislatura, rappresentatività del pluralismo, scelta del governo da parte dei cittadini.
“La legge è urgente e necessaria. [...]”

La legge elettorale non c’entra nulla con problemi di assetto Costituzionale da cui deriva poi il sistema politico. Non è neppure vero che il referendum abrogativo possa cambiare davvero la legge elettorale presente, che comunque è una legge maggioritaria alla Camera. Al Senato, ha meccanismi regionalisti come tutte le leggi precedenti, dal 1948. È previsto dalla Costituzione (art. 57). Con la Costituzione “di Berlusconi”, il Senato, in pratica, non ci sarebbe più, e la legge elettorale corrente sarebbe solamente maggioritaria, oltre che tutta la legislazione ed altro con le precondizioni dell’efficienza (come conseguenza della soppressione del Senato, che sarebbe divenuto tutt’altra cosa con funzioni di Camera delle regioni, con poteri limitati e subordinati).

Invece, Veltroni non lo sa ed inganna i suoi:
“La legge è urgente e necessaria. E' una condizione della vita democratica del Paese. Solo chi non è responsabile può pensare di trascinare l'Italia verso altre elezioni, che con questo sistema produrrebbero solo altra instabilità e altro caos. Cambiare, in un confronto parlamentare serio e aperto. E se il Parlamento non riesce a farlo sarà allora il referendum a spingere, sulla base dell'abrogazione, verso la definizione di un nuovo sistema.”

Molte sono le cose che Veltroni non sa. Ci sarebbe da chiedersi se sappia qualcosa. Il referendum elettorale cambia, eventualmente, se passa, solo che ci sarebbe una lista unica per coalizione invece delle coalizioni con tante liste assemblate, dunque, di fatto, alza le soglie di sbarramento per le nuove liste uniche (che sono le uniche ammesse non essendo possibili liste di coalizione; tecnicamente, le soglie di sbarramento sono le stesse, ma non esistono più le soglie per le singole liste delle coalizioni, non esistendo più liste di coalizione). Se passa il referendum cambia la forma, non la sostanza. Al sistema dei ricatti reciproci e dei gruppetti di paralisi si aggiunge il momento della formazione della lista unica, che viene compilata al buio, dato che nessuna componente saprà davvero quale sarebbe stato il suo consenso elettorale vero come singola componente pur nella coalizione. Col sistema Costituzionale disgregativo esistente, la legge elettorale riformata con referendum non porterebbe a due partiti. Non è dunque vero che sarebbe aggregante. C’è chi lo dice. Molti. Moltissimi. È falso. La legge elettorale non c’entra nulla rispetto a ciò, checché ne dicano “grandi” specialisti su media interessati. La Costituzione “di Berlusconi” portava al bipartitismo, oltre a mille altri vantaggi intollerabili per il Quirinale (le burocrazie predatorie) e l’oligarchia predatoria. Infatti si scatenò un’ossessiva campagna di calunnie per impedire la promulgazione della nuova Costituzione, che appunto non è mai stata promulagata, avendo vinto il no alla promulgazione al referendum anti-promulgativo del 2006.

Dopo i passi sopra citati, in effetti Veltroni tratta in modo retorico, populista e confuso di questioni di riforma Costituzionale.
http://canali.libero.it/affaritaliani/veltroni00998.html?pg=13
In pratica, vorrebbe la Costituzione “inglese” di Berlusconi. Molti, dopo aver scantenato una campagna di calunnie contro essa, hanno votato e fatto votare contro di essa, ed, appena cassatola, in pratica la hanno [ri]chiesta proponendo le stesse cose lì v’erano e loro ed i votanti referendari avevano appena rigettato. Veltroni è uno di quelli. Chiacchiere. Chiacchiere. Chiacchiere. Devono solo giustificare il loro parassitismo politico di uno Stato esso stesso predatorio. Null’altro.

Il discorso di Veltroni è una relazione da riunione berlingueriana. Il nulla farcito di apparenti discorsoni ossessivamente riproposti. Poi, la predazione burocratico-oligarchica dello Stato che continua sia vincano altri, sia, ancor più, se vincono loro. Lo stesso Rutelli, variazione del nulla, solo più di Centro, se n’era volato dai Democrats USA. Come a dire che se voleva ascoltare dei democratici andava almeno ad abbeverarsi alla fonte, senza curarsi troppo degli imbrogli e degli imbroglioni designati d’altrove in Italiozia. Beh, anche Rutelli è un già designato ed ora ridesignato dalla Cupola che s’è creata la sua Sinistra e se la manovra. Per la prossima volta. Lo sanno che Veltroni non dura. Se vince, si distrugge in fretta. In realtà, non si rendono neppure conto, o se ne rendono conto ma non possono fare altrimenti, che, volessero davvero riciclarsi, dovrebbero presentarsi da soli, senza alleati e puntare alla maggioranza assoluta [che alla Camera non occorre, con la legge elettorale vigente; al Senato dipende dalla distribuzione regionale dei voti]. Per cui, anche vincessero nel 2008, occorre loro un’altra faccia con cui rimpiazzare dopo poco Veltroni. Gli hanno già creato il nemico ufficiale. Rutelli è per la prossima volta, nel 2010, vincessero mai nel 2008. Per la predazione burocratico-oligarchica è ottimo. Meno i politicanti durano, più si discreditano, più c’è subito con chi “credibile” per i pecoroni rimpiazzarli, meglio le burocrazie ed oligarchie predano tranquille ed in tutta libertà.

NO HOPE!